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Avellino, “suore molestate e patti di sangue in convento”. Aperta indagine

Nei documenti inviati alla procura si legge di consorelle marchiate con il fuoco, violenze e sottomissioni. Il fondatore dell'Istituto dei francescani di Frigento, padre Stefano Maria Manelli, ha respinto le accuse e ha presentato tre denunce per calunnia
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Presunti abusi, vessazioni e voti di obbedienza scritti con il sangue. Sono le inquietanti accuse mosse dalle suore del convento dei frati francescani dell’Immacolata di Frigento e contenute in un dossier inviato alla procura della Repubblica di Avellino che ha subito aperto un fascicolo sulla vicenda.

Lo scenario, descritto da una delle ex suore del convento al Corriere della Sera, è degno di un film dell’orrore: consorelle costrette a subire molestie, pasti in cui venivano serviti solo cibi scaduti, vocazioni forzate e confessioni usate come strumento di ricatto e persino frustate.

Al centro delle accuse – come riportato dal Corriere – il fondatore dell’Istituto religioso padre Stefano Maria Manelli. Mannelli, assistito dall’avvocato Enrico Tuccillo, ha definito le accuse contenute nei documenti, calunnie e ha già presentato tre denunce (per calunnia) alla Procura della Repubblica di Avellino.

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