Dopo la Banca d’Italia, anche la commissione Finanze del Senato chiede al governo di fare marcia indietro sull’innalzamento da 1000 a 3mila euro della soglia all’uso del contante almeno per quanto riguarda i money transfer. Ma auspica un ripensamento anche sul discusso via libera al pagamento cash degli affitti e delle fatture dell’autotrasporto. La richiesta di “riconsiderare la situazione relativa a queste tematiche” è tra le osservazioni contenute nel parere favorevole sul disegno di legge di Stabilità. In cui si legge anche che l’esecutivo “monitori l’impatto dell’innalzamento del tetto dei contanti in ordine al contrasto all’evasione fiscale e alla criminalità economica e riferisca al Parlamento periodicamente”. Il parere è stato approvato nel giorno in cui il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, in audizione a Palazzo Madama, ha difeso la strategia del governo nel contrasto a nero e evasione, ammettendo però al tempo stesso che occorre aumentare la diffusione dei pagamenti elettronici. L’aumento del tetto, che ha suscitato le proteste della minoranza Pd ma anche del numero uno dell’autorità anticorruzione Raffaele Cantone, torna dunque nel mirino. Per quanto riguarda i money transfer, peraltro, a sollecitare una “correzione” è stato lunedì anche il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti che ha parlato di “disattenzione tecnica”.
La Finanze non ha poi risparmiato le osservazioni su altri punti cruciali della manovra. A partire dall’abolizione della Tasi, su cui i senatori la pensano come la Corte dei Conti: “In ordine all’eliminazione dell’imposizione sulla prima casa, nonostante il positivo reintegro delle risorse precedentemente riscosse dai Comuni, si evidenzia la diversa natura di tali risorse, trattandosi di trasferimenti dello Stato che rischiano di introdurre rigidità di bilancio da valutare anche in ordine alla tematica più generale dell’autonomia tributaria degli enti locali e nella prospettiva della riforma del catasto e dell’introduzione della local tax”. Quanto al rinnovo delle concessioni per i giochi pubblici, la sesta commissione “suggerisce di valutare, tra i requisiti per poter partecipare al bando di gara per le 15mila postazioni di gioco, l’avvenuta regolarizzazione per gli anni pregressi rispetto alla concessione per la raccolta di giochi e scommesse”.
La commissione Industria del Senato chiede tra il resto invece di “graduare nell’arco del triennio” la riduzione della spesa della pubblica amministrazione per l’informatica “al fine di evitare un impatto eccessivo sia sul settore industriale sia sulle attività delle pubbliche amministrazioni, con possibili ricadute negative sui cittadini e sulle imprese”. In più, per quanto riguarda il canone Rai in bolletta, sottolinea “la necessità dell’assoluta separazione di tale voce rispetto agli altri elementi della bolletta elettrica, ai fini di evitare l’aumento della sua opacità” e auspica che si precisi “che il regime sanzionatorio non incide sull’utenza elettrica” e che sia valutata la “compatibilità dell’acquisizione all’erario della quota eventualmente eccedente l’attuale gettito con la natura di canone e tassa di concessione governativa di quanto dovuto per la Rai”.