La differenza l’ha fatta un comizio. Poi gli anni di militanza nel Movimento 5 Stelle e la capacità di evocare il senso di appartenenza di chi c’era anche quando “eravamo un gruppo di matti in uno scantinato”. Il M5S a Milano dopo un giorno di voto tra gli iscritti ha deciso di candidare per la poltrona di sindaco Patrizia Bedori: 52 anni, disoccupata e diplomata in comunicazioni visive, ha battuto i due favoriti Livio Lo Verso e Gianluca Corrado (secondo e terzo stando alle prime indiscrezioni).

“Sono emozionata di far parte di questa bellissima comunità”, ha detto Bedori subito dopo l’annuncio. “Spero di cambiare davvero Milano. Ora la voce va data ai cittadini: lo dice anche il primo articolo della Costituzione”. L’elezione è stata fatta con il metodo Condorcet: per ogni candidato si poteva esprimere un voto da 1 a 8. I dati ufficiali saranno diffusi a partire da martedì 10, ma secondo alcune indiscrezioni questa è la classifica di gradimento finale in ordine decrescente: Patrizia Bedori, Livio Lo Verso, Gianluca Corrado, Franz Forcolini, Antonio Laterza, Fulvio Martinoia, Matteo Cattaneo e Walter Monici. Circa 300 le persone che si sono presentate all’auditorium Valvassori Peroni nell’arco della giornata (si votava dalle 11 alle 18). Attesi ma non si sono visti Gianroberto Casaleggio e il figlio Davide. Il deputato Manlio Di Stefano ha provato a telefonare al fondatore M5S, ma “aveva il cellulare staccato” e l’ipotesi finale dopo una lunga attesa di militanti e giornalisti è che “non abbia la residenza a Milano”. Potevano votare gli iscritti certificati e abitanti del capoluogo lombardo, mentre i candidati sono stati segnalati ciascuno dai meetup di ogni zona.

di Stefano De Agostini

Alla fine ha vinto l’unica donna in corsa e il volto che più riporta alle origini il Movimento. Bedori era tra i nomi che avrebbero potuto strappare l’investitura, ma a convincere la platea è stato il comizio di presentazione lunedì 2 novembre. Lì ha parlato delle sue battaglie nel quartiere (dalla campagna per togliere la plastica dalle mense agli accessi gratuiti agli impianti sportivi per i disabili) e ha rivendicato “di non conoscere nemmeno i corridoi della Casaleggio associati”. Grillina della prima ora, lei c’era in uno dei giorni fondativi del Movimento 5 Stelle (Teatro Smeraldo, anno 2009) e sempre lei ha convinto tutti di poter essere la donna che difenderà principi e valori nella lunga campagna elettorale che aspetta il M5S. Papà musicista e con una lunga storia nella sinistra, Bedori va a scuola da qualche mese per imparare la democrazia partecipata (ha appena finito un master sull’argomento). Ha vinto così il volto genuino che ricorda le origini, con un passo indietro che manda un segnale forte anche ai vertici. Non ce l’hanno fatta l’avvocato Corrado (che tanto il consigliere Mattia Calise avrebbe voluto) e nemmeno il dipendente della pubblica amministrazione ed esperto di tematiche del lavoro Livio Lo Verso. Le speranze di vittoria nella difficile Milano sono ancora risicate e gli attivisti hanno deciso di seguire più l’istinto e meno le strategie elettorali.

03133c73b96d34756333ff632439fd3aA introdurre la vincitrice è stato il consigliere Calise che ha lasciato così il testimone: “Oggi scegliamo il candidato sindaco in una situazione diversa rispetto al 2011”, ha commentato. “Sono emozionato di essere qui. Nonostante lo scarso peso in consiglio comunale in questi anni abbiamo visto crescere la nostra esperienza e le altre forze politiche cambiare. Non siamo più il gruppo di pazzi che ha candidato un ventenne (cinque anni fa Calise aveva 20 anni ndr). Oggi corriamo per vincere, abbiamo un gruppo di parlamentari e uno staff: tutti lavoriamo in squadra per cambiare la politica. E’ un contesto diverso che ci metterà alla prova”.

I 5 Stelle a Milano sanno di avere davanti una sfida difficile nonostante i buoni sondaggi a livello nazionale. Anche per questo hanno deciso di accelerare i tempi per la scelta del candidato e di essere tra i primi a presentare un volto. Dal prossimo weekend si penserà al programma, il vero nodo su cui sperano di fare la differenza. La lunga giornata elettorale per i 5 Stelle in realtà è stata piuttosto l’occasione di rivedersi e scaldarsi per la campagna. Nel gazebo davanti ai seggi si distribuivano volantini, ma anche vino, pane e Nutella. “Togliamoci questo peso del candidato da dare in pasto alla stampa”, borbottavano i gruppetti davanti ai cancelli, “e poi pensiamo alle cose serie. Tanto per noi uno vale l’altro: l’importante è che ci ascolti”.

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