L’ultimo step, anche il più importante, del piano straordinario di assunzioni de “La Buona Scuola”. Martedì 10 novembre è il giorno delle nomine della Fase C, quella che mette in palio altre 55mila cattedre, oltre la metà del totale e di quelle assegnate fino ad oggi. Gli insegnanti che hanno fatto domanda le riceveranno per posta elettronica a partire dalle 16, come già avvenuto a settembre. È la parte più consistente e innovativa della riforma, ma anche quella con più incognite: dalla mobilità forzata (che ha già costretto 7mila prof a spostarsi fuori Regione) al numero effettivo di posti che sarà possibile assegnare, passando per la funzione dei nuovi docenti.
Per la precisione, parliamo dei 55.258 posti (48.812 comuni, 6.446 di sostegno) per il potenziamento dell’offerta formativa. Fino ad oggi con la Fase 0, la Fase A e la Fase B, il governo ha coperto i posti vacanti e disponibili: cattedre già esistenti, che non erano mai state date a docenti a tempo indeterminato per problemi economici. Dovevano essere 47.476, alla fine sono state 38mila. La Fase C, invece, assegna posti “nuovi”, creati con la “Buona Scuola”. Docenti extra-curriculari, che serviranno per potenziare l’offerta, fare attività ulteriori (corsi pomeridiani, ripetizioni), ma anche colmare le supplenze brevi (per questo parlano di “tappabuchi”. Arrivano in ritardo perché il lungo tira e molla per l’approvazione del ddl non ha permesso agli uffici di espletare le pratiche in tempo: nella nomina, per altro, non ci sarà l’indicazione della sede, quindi la presa in servizio difficilmente avverrà prima di dicembre. E a ben vedere anche questa assegnazione sarà provvisoria.
I docenti, infatti, verranno distribuiti in base a delle indicazioni sommarie fornite dalle scuole nelle scorse settimane, e al numero degli alunni iscritti. E non – come invece prevedrebbe la riforma – secondo le esigenze dei piani triennali di sviluppo, che devono ancora essere ultimati. Per questo la sede dei neo-assunti sarà temporanea: lo è sempre per il primo anno, il cosiddetto “periodo di prova”. Ma in questo caso, il trasferimento il prossimo settembre potrebbe avvenire fuori provincia o addirittura fuori regione. Di fatto, si tratta di anno di transizione. Questo per quanto il futuro. Anche per il presente, però, per tanti docenti esiste lo spauracchio del trasferimento. Come per la Fase B, anche la Fase C prevede il meccanismo di “mobilità forzata”, in base a cui i candidati hanno dovuto esprimere preferenza su tutte le province, e in caso di non disponibilità nella Regione di appartenenza, saranno costretti a spostarsi. A settembre è toccato a 7mila su 9mila assunti. Il Ministero assicura che le percentuali saranno più contenute, ma comunque altri 5-10mila dovrebbero fare le valigie. E non potranno dire di no: ci sono dieci giorni di tempo per accettare (fino alle ore 15.59 del 20 novembre), chi rifiuta verrà depennato da tutte le liste e perderà il treno.
L’altra incognita è il numero effettivo delle assunzioni: i posti in palio sono 55mila, ma non è detto che ci siano docenti a sufficienza per coprirli. Ad agosto il Miur ha ricevuto 71mila domande d’assunzione, di cui 9mila sono state evase con la Fase B. Ne restano 62mila, appena 7mila di margine; difficilmente l’offerta combacerà precisamente con la domanda. Sulle classi di concorso più affollate alcuni resteranno a casa (ovvero in graduatoria), su quelle più sguarnite (materie scientifiche) rimarranno inevitabilmente dei buchi. Senza contare che chi ha già accettato una supplenza potrà rinviare di un anno l’immissione in ruolo. Così i numeri del piano di assunzioni potrebbero ridimensionarsi: dopo essere passati dai 150mila del manifesto di settembre 2014 ai 102.734 previsti dalla Legge 107, si scenderà ancora. Nelle prime tre fasi già ne sono andati persi circa 10mila, alla fine della giostra il piano straordinario potrebbe superare di poco le 80mila unità. Quasi la metà rispetto all’annuncio iniziale. In attesa del prossimo concorso, che metterà in palio altri 63mila posti.
Twitter: @lVendemiale
Scuola
Concorso scuola, è il giorno delle nomine della Fase C: in palio 55mila cattedre
È la parte più consistente e innovativa della riforma, ma anche quella con più incognite: dalla mobilità forzata (che ha già costretto 7mila prof a spostarsi fuori Regione) al numero effettivo di posti che sarà possibile assegnare, passando per la funzione dei nuovi insegnanti
L’ultimo step, anche il più importante, del piano straordinario di assunzioni de “La Buona Scuola”. Martedì 10 novembre è il giorno delle nomine della Fase C, quella che mette in palio altre 55mila cattedre, oltre la metà del totale e di quelle assegnate fino ad oggi. Gli insegnanti che hanno fatto domanda le riceveranno per posta elettronica a partire dalle 16, come già avvenuto a settembre. È la parte più consistente e innovativa della riforma, ma anche quella con più incognite: dalla mobilità forzata (che ha già costretto 7mila prof a spostarsi fuori Regione) al numero effettivo di posti che sarà possibile assegnare, passando per la funzione dei nuovi docenti.
Per la precisione, parliamo dei 55.258 posti (48.812 comuni, 6.446 di sostegno) per il potenziamento dell’offerta formativa. Fino ad oggi con la Fase 0, la Fase A e la Fase B, il governo ha coperto i posti vacanti e disponibili: cattedre già esistenti, che non erano mai state date a docenti a tempo indeterminato per problemi economici. Dovevano essere 47.476, alla fine sono state 38mila. La Fase C, invece, assegna posti “nuovi”, creati con la “Buona Scuola”. Docenti extra-curriculari, che serviranno per potenziare l’offerta, fare attività ulteriori (corsi pomeridiani, ripetizioni), ma anche colmare le supplenze brevi (per questo parlano di “tappabuchi”. Arrivano in ritardo perché il lungo tira e molla per l’approvazione del ddl non ha permesso agli uffici di espletare le pratiche in tempo: nella nomina, per altro, non ci sarà l’indicazione della sede, quindi la presa in servizio difficilmente avverrà prima di dicembre. E a ben vedere anche questa assegnazione sarà provvisoria.
I docenti, infatti, verranno distribuiti in base a delle indicazioni sommarie fornite dalle scuole nelle scorse settimane, e al numero degli alunni iscritti. E non – come invece prevedrebbe la riforma – secondo le esigenze dei piani triennali di sviluppo, che devono ancora essere ultimati. Per questo la sede dei neo-assunti sarà temporanea: lo è sempre per il primo anno, il cosiddetto “periodo di prova”. Ma in questo caso, il trasferimento il prossimo settembre potrebbe avvenire fuori provincia o addirittura fuori regione. Di fatto, si tratta di anno di transizione. Questo per quanto il futuro. Anche per il presente, però, per tanti docenti esiste lo spauracchio del trasferimento. Come per la Fase B, anche la Fase C prevede il meccanismo di “mobilità forzata”, in base a cui i candidati hanno dovuto esprimere preferenza su tutte le province, e in caso di non disponibilità nella Regione di appartenenza, saranno costretti a spostarsi. A settembre è toccato a 7mila su 9mila assunti. Il Ministero assicura che le percentuali saranno più contenute, ma comunque altri 5-10mila dovrebbero fare le valigie. E non potranno dire di no: ci sono dieci giorni di tempo per accettare (fino alle ore 15.59 del 20 novembre), chi rifiuta verrà depennato da tutte le liste e perderà il treno.
L’altra incognita è il numero effettivo delle assunzioni: i posti in palio sono 55mila, ma non è detto che ci siano docenti a sufficienza per coprirli. Ad agosto il Miur ha ricevuto 71mila domande d’assunzione, di cui 9mila sono state evase con la Fase B. Ne restano 62mila, appena 7mila di margine; difficilmente l’offerta combacerà precisamente con la domanda. Sulle classi di concorso più affollate alcuni resteranno a casa (ovvero in graduatoria), su quelle più sguarnite (materie scientifiche) rimarranno inevitabilmente dei buchi. Senza contare che chi ha già accettato una supplenza potrà rinviare di un anno l’immissione in ruolo. Così i numeri del piano di assunzioni potrebbero ridimensionarsi: dopo essere passati dai 150mila del manifesto di settembre 2014 ai 102.734 previsti dalla Legge 107, si scenderà ancora. Nelle prime tre fasi già ne sono andati persi circa 10mila, alla fine della giostra il piano straordinario potrebbe superare di poco le 80mila unità. Quasi la metà rispetto all’annuncio iniziale. In attesa del prossimo concorso, che metterà in palio altri 63mila posti.
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.