Una mail che cambia la vita: per circa 50mila insegnanti italiani la carriera da precari è finita il 10 novembre 2015 alle ore 16, minuto più, minuto meno. Sono circa 5mila in meno del previsto dei 55mila posti che metteva in palio la Fase C, quella del potenziamento dell’offerta formativa. Comunque 6-7 docenti in più ad istituto, per aumentare le ore di storia dell’arte, musica, lingue, offrire attività supplementari ma anche colmare le ore delle supplenze brevi. Se i nuovi assunti saranno davvero un valore aggiunto per la scuola italiana, o piuttosto dei tappabuchi di “Serie B” si capirà col tempo. Così come ancora non è chiara la percentuale di assunti che dovrà trasferirsi.
Intanto il governo può tirare una linea sotto il famoso piano straordinario della riforma che tanto ha fatto sperare, discutere e litigare: alla fine di tutte le varie fasi, gli assunti sono circa 87mila. Il ministro Stefania Giannini è soddisfatta: “Stiamo invertendo la rotta rispetto ad un passato recente fatto di tagli di risorse e di docenti. Stiamo restituendo alla scuola ciò che le è stato tolto”. Anche se non tutti i conti sembrano tornare: a settembre 2014 il manifesto de La Buona Scuola aveva messo nero su bianco l’iperbolica cifra di 150mila posti. La Legge 107 l’aveva rivista al ribasso, attestandosi a quota 102.734. Alla fine ne mancano all’appello altri 15mila. Perché nelle graduatorie non c’erano i tipi di docenti di cui la scuola aveva bisogno, certo. Ma anche perché il governo si è ostinato fino alla fine a non allargare i cordoni del piano anche agli altri abilitati fuori dalle GaE (Graduatorie ad Esaurimento), preferendo bruciare posti piuttosto che derogare al criterio stabilito in origine.
Le reazioni sul web – Le proposte di assunzione spedite nel pomeriggio del 10 novembre ai docenti di tutta Italia sono infatti 48.794, per la precisione. Fra queste, anche quella recapitata ad Agnese Landini, la moglie del premier Matteo Renzi. Un caso come gli altri dei docenti iscritti nelle Graduatorie ad Esaurimento, che ancora aspettavano il posto fisso dopo gli scorrimenti delle prime tre fasi. L’ansia della vigilia, il timore di essere fra i pochi (un piccolo margine di rischio c’era) esclusi, si scioglie allo scoccare dell’ora X. Anzi, qualche minuto prima, visto che sul portale Istanze online la nomina arriva in leggero anticipo. Qualche problemino con il server sovraccarico per la marea di accessi, qualche connessione caduta. “Niente email, è tutto intasato”, “Come al solito è tutto intasato, è la #buonasola”, si lamenta Roby. Ma, intoppi a parte, il sistema regge. Sul forum di Orizzonte Scuola – uno dei portali specializzati più frequentati dai docenti del Paese – e i social network, da Twitter a Facebook, sono tanti gli entusiasti. Tanti “sì” e “finalmente”: “È dal 2000 che aspetto questo momento, ancora non ci credo”, scrive Farfalla.
Quanti trasferimenti? – La gioia non è solo per la proposta di assunzione, ma anche per la provincia di assegnazione: in molti casi la prima indicata al momento della richiesta ad agosto. “Evvai, prima provincia”, dice Fox. “Anche io! Auguri a tutti”, risponde goccememory. La prima impressione è che la temuta mobilità forzata sia ridotta per la Fase C: in quella precedente, la Fase B, era stata molto alta, con 7mila docenti su 9mila costretti al trasferimento. Per avere conferme sul numero di docenti costretti al trasferimento bisognerà aspettare dati più precisi dal Miur. Per adesso è disponibile solo la ripartizione regionale delle nomine: in testa la Lombardia con 6.180, seguita da Campania (5.985), Sicilia (4.904) e Lazio (4.498). A qualcuno, comunque, toccherà spostarsi. Come ad esempio Salvatore: “Assunto con 24 punti sulla scuola primaria”. Punteggio abbastanza basso, infatti aggiunge: “Ovviamente non nella mia provincia: sono di Napoli, ma immesso in ruolo a Forlì, Cesena”. Inevitabile anche qualche dubbio sul meccanismo di assegnazione: “Possibile che ho preso il ruolo di musica al liceo con 18 punti, piuttosto che alle medie con 85?”, si chiede AntoPulv. Domanda destinata a rimanere senza risposta: il Miur non pare intenzionato a svelare i dettagli dell’algoritmo alla base della procedura. Ma una cattedra c’è quasi per tutti quelli che ad agosto avevano presentato richiesta.
Ora fari sul concorso – Adesso i docenti in questione avranno dieci giorni di tempo per accettare la proposta (in caso di rifiuto è prevista la cancellazione da tutte le liste): pochi diranno di no, nella Fase B solo in 244 su 9mila hanno rinunciato. Quindi gli uffici provvederanno ad assegnare la sede di insegnamento (presto ogni Regione pubblicherà i calendari di convocazione), a dicembre i neo-assunti entreranno in servizio. A quel punto il piano straordinario di assunzioni potrà dirsi concluso. E per entrare nel mondo nella scuola di qui al 2019 passerà solo un altro treno: il prossimo concorso da 63.700 posti, il cui bando sarà pubblicato entro la fine del mese.
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