Peshmerga curdi passano alla controffensiva per riconquistare la città di Sinjar, nel nord-ovest dell’Iraq, che nell’estate del 2014 fu teatro del massacro di migliaia di appartenenti alla minoranza degli Yazidi da parte degli uomini dello Stato Islamico. Diverse centinaia di donne vennero ridotte a schiave sessuali dei jihadisti.

All’alba di giovedì, con l’appoggio di intensi raid aerei della Coalizione internazionale a guida americana, 7.500 membri delle forze curde hanno cominciato ad avanzare da est, ovest e sud verso la città, che dista meno di 50 chilometri dalla frontiera siriana. E alcune ore dopo fonti del Consiglio per la sicurezza curdo iracheno hanno detto che i Peshmerga sono riusciti ad impadronirsi di un tratto dell’autostrada 47, che collega le due ‘capitali’ dello Stato islamico: Mosul in Iraq e Raqqa in Siria.

Un inviato dell’agenzia Ap ha riferito di avere visto anche una piccola unità di militari americani su una collina a ridosso del fronte, con il compito di segnalare gli obiettivi e riferire sui risultati dei raid aerei. L’offensiva è stata comunque preceduta e accompagnata da almeno 24 incursioni dei jet della Coalizione a guida americana, secondo fonti della stessa alleanza.

Non vi sono conferme di una notizia, diffusa dalla televisione di Stato Al Iraqiyya, secondo la quale alcuni Peshmerga sarebbero riusciti a raggiungere la sede del municipio di Sinjar. Le fonti militari curde hanno invece reso noto di avere ripreso il controllo di tre alture ad est della città, quelle di Kolat, Haji Fadhil e Tel Shoryan. Molti civili residenti nell’area di Ayadhiya, sempre ad est di Sinjar, sono fuggiti per mettersi al riparo dai combattimenti.

Decine di migliaia di Yazidi erano stati costretti a fuggire sul Monte Sinjar nell’agosto del 2014 per salvarsi dall’avanzata dell’Isis, che considera i membri di questa minoranza religiosa di etnia curda come eretici e adoratori del demonio. Impedire un “genocidio” degli Yazidi fu tra le ragioni addotte dal presidente americano Barack Obama per lanciare una campagna di bombardamenti contro lo Stato islamico in Iraq, che continua ancora oggi.

Intanto, secondo la Cnn turca, la Coalizione internazionale a guida Usa sta preparando un’offensiva aerea su vasta scala anche in Siria, da compiere probabilmente entro il mese prossimo contro postazioni dell’Isis, in particolare nelle zone di Jarabulus, Azaz e Marea nel nord del Paese. Resterebbe tuttavia esclusa al momento l’ipotesi di un’operazione di terra.

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