Sì, no, forse è possibile. Questo lo strano balletto di risposte che stanno ricevendo gli italiani che in questi giorni stanno chiedendo a banche e Poste come si possano cambiare le banconote e le monete in lire che hanno ancora conservato in casa sparse tra cassetti e comò. Tutto nasce dalla sentenza della Corte Costituzionale che il 5 novembre scorso – accogliendo il ricorso di un gruppo di risparmiatori – ha bocciato la norma del Salva Italia del governo Monti (legge 201/2011 art. 26) che anticipava al 6 dicembre 2011 il termine ultimo per poter convertire le vecchie lire in euro, quando la legge del 2002 (introdotta per gestire l’introduzione dell’euro) fissava invece al 28 febbraio 2012 la fine del diritto di cambio.
In altre parole, la Consulta – proprio come è accaduto la scorsa estate con il blocco degli assegni previdenziali deciso sempre dal governo dei professori – ha dichiarato illegittimo un provvedimento nato come misura anticrisi. Anticipando, infatti, di tre mesi la prescrizione della lira, il provvedimento aveva fatto risparmiare allo Stato una cifra stimata tra 1,2 e 1,6 miliardi di euro che, invece di finire nelle tasche degli italiani in possesso delle lire, furono versate da Bankitalia in tre rate nella casse statali per concorrere alla riduzione del debito pubblico. “Ma il fatto che al momento di entrata in vigore del decreto Salva Italia – ha spiegato la Cassazione – fossero già trascorsi 9 anni e 9 mesi dalla cessazione del corso legale della lira non è idoneo a giustificare il sacrificio della posizione di coloro che, confidando nella pendenza del termine originariamente fissato dalla legge, non avevano ancora esercitato il diritto di conversione”.
A questo punto la sentenza ha un’immediata conseguenza: la riapertura di una nuova finestra di circa tre mesi durante i quali gli italiani possono tornare nelle filiali della Banca d’Italia e chiedere la conversione di una moneta che in pratica non valeva più nulla ed era considerata carta straccia fino alla scorsa settimana. Proprio come stanno spiegando quasi tutte le associazioni dei consumatori. Peccato, però, che tra il dire e il fare ci sia di mezzo lo stesso veto di Bankitalia che ha smentito questa possibilità, spiegando in un comunicato – e ribadendolo anche a ilfattoquotidiano.it – che “sono in corso approfondimenti per definire le modalità con le quali eseguire la sentenza”. Al momento, quindi, “eventuali richieste di conversione non possono essere accolte”. Come è possibile, quindi, che di circa 300 milioni di banconote ancora in circolazione (secondo gli ultimi dati forniti a fine agosto 2012 dalla Banca d’Italia) non si sappia ancora come e dove cambiarle anche se per il massimo organo di garanzia costituzionale andrebbe fatto subito?
La sentenza della Corte Costituzionale non fornisce una soluzione, ma si limita a cancellare la norma. E al momento tutte le opzioni sono aperte: dalla riapertura di una finestra, alla limitazione del cambio solo per coloro che possano dimostrare di aver cercato di cambiare i titoli durante il periodo in cui questo era ancora consentito dalle norme iniziali.
La risposta si trova, quindi, in un mix di problematiche che vanno dalla solita lungaggine burocratica all’impatto sui conti pubblici con la mancanza di soldi cash per finanziare questa restituzione. Del resto che la coperta sia troppo corta è evidente facendo due conti: nel 2012 Bankitalia spiegava che tra le banconote non ancora restituite mancavano all’appello 196 milioni di pezzi da mille lire, 12 milioni da 100mila lire, 300mila da 500mila lire, 40,6 milioni da diecimila lire, 30,9 milioni da cinquemila e 21,6 milioni per il taglio da duemila. Un gruzzoletto che, euro in più euro in meno – calcolando anche l’enorme quantità di vecchie monete rovinate, perse o andate distrutte – secondo alcuni esperti ammonta a circa 2.500 miliardi di lire, pari a un miliardo e 300 milioni di euro, che ora lo Stato – con una semplice partita di giro – dovrebbe dare a Bankitalia per consentirgli di convertire le monete.
“Nel fare chiarezza rispetto ad informazioni devianti e fuorvianti, secondo le quali la sentenza della Corte Costituzionale sarebbe un optional per i possessori di lire in banconote e monete”, Adusbef e Federconsumatori, a sentenza ancora calda, hanno invitato “i cittadini che volessero convertirle, a recarsi da oggi e per circa tre mesi, in uno sportello della Banca d’Italia e pretendere il cambio in euro. Molti se ne saranno disfatti o vogliono collezionarla, ma i valori in lire ancora non rientrati, si aggirano tra 1,2 ed 1,4 miliardi di euro”.
“Peccato che – sottolinea Massimiliano Dona, segretario dell’Unione Nazionale Consumatori – di questi soldi non ci sia traccia e che le autorità competenti, in un rimpallo di responsabilità tra Bankitalia e ministero dell’Economia, stiano nicchiando dietro la scusa di necessari approfondimenti. Con un evidente risultato: il tempo passa e così potrebbe sfuggire l’opportunità per i possessori della vecchia moneta di richiedere la conversione”.
La sentenza della Consulta va, infatti, interpretata e la Banca d’Italia non può darle seguito autonomamente senza l’intervento del ministero dell’Economia che con un decreto attuativo dovrebbe spiegare come e per chi sarà possibile convertire le vecchie lire. “Ma forse – spiega invece Fabio Picciolini, responsabile ufficio studi e progetti di Adiconsum – potrebbe addirittura servire una legge, proprio come avvenne nel 2012 quando si chiese a Bankitalia, che ha solo un ruolo esecutivo, di consegnare allo Stato il miliardo e trecento milioni. Quella legge è, infatti, ancora in vigore e non è stata toccata dalla sentenza della Consulta”.
C’è, infine, un altro punto da chiarire: quando far partire i tre mesi messi a disposizione dalla Consulta per presentarsi agli sportelli bancari per cambiare le lire? Se venisse confermato che il countdown parte dal giorno di pubblicazione della sentenza, giovedì 5 novembre 2015, le possibilità dello Stato di tenersi il tesoretto aumenterebbero a dismisura.
Usi & Consumi
Cambio lira-euro, riaperto senza spiegare come fare. E allo Stato conviene
La Consulta, dichiarando incostituzionali le norme previste dal governo Monti che prescrivevano le lire in circolazione nel 2011, ha aperto una finestra di tre mesi per convertire la vecchia moneta in euro. Ma tecnicamente non è possibile farlo: Bankitalia "sta definendo le modalità con le quali eseguire la sentenza" e il Mef dovrebbe preparare un decreto attuativo. In ballo c'è un miliardo e 300 milioni
Sì, no, forse è possibile. Questo lo strano balletto di risposte che stanno ricevendo gli italiani che in questi giorni stanno chiedendo a banche e Poste come si possano cambiare le banconote e le monete in lire che hanno ancora conservato in casa sparse tra cassetti e comò. Tutto nasce dalla sentenza della Corte Costituzionale che il 5 novembre scorso – accogliendo il ricorso di un gruppo di risparmiatori – ha bocciato la norma del Salva Italia del governo Monti (legge 201/2011 art. 26) che anticipava al 6 dicembre 2011 il termine ultimo per poter convertire le vecchie lire in euro, quando la legge del 2002 (introdotta per gestire l’introduzione dell’euro) fissava invece al 28 febbraio 2012 la fine del diritto di cambio.
In altre parole, la Consulta – proprio come è accaduto la scorsa estate con il blocco degli assegni previdenziali deciso sempre dal governo dei professori – ha dichiarato illegittimo un provvedimento nato come misura anticrisi. Anticipando, infatti, di tre mesi la prescrizione della lira, il provvedimento aveva fatto risparmiare allo Stato una cifra stimata tra 1,2 e 1,6 miliardi di euro che, invece di finire nelle tasche degli italiani in possesso delle lire, furono versate da Bankitalia in tre rate nella casse statali per concorrere alla riduzione del debito pubblico. “Ma il fatto che al momento di entrata in vigore del decreto Salva Italia – ha spiegato la Cassazione – fossero già trascorsi 9 anni e 9 mesi dalla cessazione del corso legale della lira non è idoneo a giustificare il sacrificio della posizione di coloro che, confidando nella pendenza del termine originariamente fissato dalla legge, non avevano ancora esercitato il diritto di conversione”.
A questo punto la sentenza ha un’immediata conseguenza: la riapertura di una nuova finestra di circa tre mesi durante i quali gli italiani possono tornare nelle filiali della Banca d’Italia e chiedere la conversione di una moneta che in pratica non valeva più nulla ed era considerata carta straccia fino alla scorsa settimana. Proprio come stanno spiegando quasi tutte le associazioni dei consumatori. Peccato, però, che tra il dire e il fare ci sia di mezzo lo stesso veto di Bankitalia che ha smentito questa possibilità, spiegando in un comunicato – e ribadendolo anche a ilfattoquotidiano.it – che “sono in corso approfondimenti per definire le modalità con le quali eseguire la sentenza”. Al momento, quindi, “eventuali richieste di conversione non possono essere accolte”. Come è possibile, quindi, che di circa 300 milioni di banconote ancora in circolazione (secondo gli ultimi dati forniti a fine agosto 2012 dalla Banca d’Italia) non si sappia ancora come e dove cambiarle anche se per il massimo organo di garanzia costituzionale andrebbe fatto subito?
La sentenza della Corte Costituzionale non fornisce una soluzione, ma si limita a cancellare la norma. E al momento tutte le opzioni sono aperte: dalla riapertura di una finestra, alla limitazione del cambio solo per coloro che possano dimostrare di aver cercato di cambiare i titoli durante il periodo in cui questo era ancora consentito dalle norme iniziali.
La risposta si trova, quindi, in un mix di problematiche che vanno dalla solita lungaggine burocratica all’impatto sui conti pubblici con la mancanza di soldi cash per finanziare questa restituzione. Del resto che la coperta sia troppo corta è evidente facendo due conti: nel 2012 Bankitalia spiegava che tra le banconote non ancora restituite mancavano all’appello 196 milioni di pezzi da mille lire, 12 milioni da 100mila lire, 300mila da 500mila lire, 40,6 milioni da diecimila lire, 30,9 milioni da cinquemila e 21,6 milioni per il taglio da duemila. Un gruzzoletto che, euro in più euro in meno – calcolando anche l’enorme quantità di vecchie monete rovinate, perse o andate distrutte – secondo alcuni esperti ammonta a circa 2.500 miliardi di lire, pari a un miliardo e 300 milioni di euro, che ora lo Stato – con una semplice partita di giro – dovrebbe dare a Bankitalia per consentirgli di convertire le monete.
“Nel fare chiarezza rispetto ad informazioni devianti e fuorvianti, secondo le quali la sentenza della Corte Costituzionale sarebbe un optional per i possessori di lire in banconote e monete”, Adusbef e Federconsumatori, a sentenza ancora calda, hanno invitato “i cittadini che volessero convertirle, a recarsi da oggi e per circa tre mesi, in uno sportello della Banca d’Italia e pretendere il cambio in euro. Molti se ne saranno disfatti o vogliono collezionarla, ma i valori in lire ancora non rientrati, si aggirano tra 1,2 ed 1,4 miliardi di euro”.
“Peccato che – sottolinea Massimiliano Dona, segretario dell’Unione Nazionale Consumatori – di questi soldi non ci sia traccia e che le autorità competenti, in un rimpallo di responsabilità tra Bankitalia e ministero dell’Economia, stiano nicchiando dietro la scusa di necessari approfondimenti. Con un evidente risultato: il tempo passa e così potrebbe sfuggire l’opportunità per i possessori della vecchia moneta di richiedere la conversione”.
La sentenza della Consulta va, infatti, interpretata e la Banca d’Italia non può darle seguito autonomamente senza l’intervento del ministero dell’Economia che con un decreto attuativo dovrebbe spiegare come e per chi sarà possibile convertire le vecchie lire. “Ma forse – spiega invece Fabio Picciolini, responsabile ufficio studi e progetti di Adiconsum – potrebbe addirittura servire una legge, proprio come avvenne nel 2012 quando si chiese a Bankitalia, che ha solo un ruolo esecutivo, di consegnare allo Stato il miliardo e trecento milioni. Quella legge è, infatti, ancora in vigore e non è stata toccata dalla sentenza della Consulta”.
C’è, infine, un altro punto da chiarire: quando far partire i tre mesi messi a disposizione dalla Consulta per presentarsi agli sportelli bancari per cambiare le lire? Se venisse confermato che il countdown parte dal giorno di pubblicazione della sentenza, giovedì 5 novembre 2015, le possibilità dello Stato di tenersi il tesoretto aumenterebbero a dismisura.
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No del Mef all’emendamento (di maggioranza) sui fondi contro il tumore al seno. M5s: “Propaganda”
Palermo, 19 mar. (Adnkronos) - Sono riprese all'alba di oggi le ricerche, con le motovedette della Guardia costiera e Guardia di Finanza, delle decine di dispersi del naufragio avvenuto ieri nel Canale di Sicilia. Si parla di circa 40 persone. Martedì sera le motovedette hanno portato a Lampedusa i 10 superstiti e i sei cadaveri recuperati al largo dell'isolotto di Lampione.
Sono stati i naufraghi a raccontare che erano partiti in 56 dalla Tunisia, da Sfax, a bordo di un gommone. Ma mentre erano in acque internazionali decine di loro sarebbero caduti in acqua a causa del maltermpo.
I 10 superstiti in queste ore vengono sentiti dalla Polizia. Si tratta di uomini, tutti giovanissimi. Sono stati portati all'hotspot di Lampedusa.
Oggi, a causa delle condizioni meteomarine particolarmente avverse, le operazioni di ricerca proseguono con il supporto di mezzi aerei, tra cui l'aereo Manta della Guardia costiera e velivoli di Frontex, di forze armate e polizia. Sono stati inoltre allertati i Centri di coordinamento del soccorso marittimo di Malta e della Tunisia per le ricerche nelle rispettive aree Sar di competenza.
"Ieri abbiamo accolto in hotspot i 10 superstiti del naufragio. L'imbarcazione era partita dalla Tunisia e si tratta di persone provenienti dall'Africa subsahariana. Hanno riposato tutta la notte, sono tutti in buone condizioni di salute e dopo le procedure di identificazione forniremo loro un ulteriore supporto psicologico con la nostra equipe multidisciplinare". A dirlo è Cristina Palma, vice direttore dell'hotspot di Lampedusa gestito dalla Croce Rossa italiana.
Il naufragio è avvenuto ieri sera a largo dell'isola. Secondo i primi racconti sull'imbarcazione ci sarebbero state 56 persone: 10 sono sopravvissute, sei i corpi senza vita portati a Lampedusa e sono ancora in corso le ricerche di 40 dispersi. I migranti erano partiti da Sfax, in Tunisia.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "La compattezza del Governo non è data dalla presenza dei ministri in Aula, ho detto spesso ai ministri che quando sono impegnati in altre vicende fanno bene a fare il loro lavoro, penso che la possibilità per loro di dare risposta agli italiani sia molto più importante che fare compagnia a me mentre sono nell'Aula, me la posso grandemente cavare da sola". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella sua replica alla Camera sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.
Parigi, 19 mar. (Adnkronos/Afp) - La ripresa degli attacchi israeliani contro la Striscia di Gaza costituisce "un passo estremamente pericoloso" che aggiunge "nuova desolazione a una situazione umanitaria già disastrosa". Lo ha detto re Abdallah II di Giordania al suo arrivo all'Eliseo.
Il re giordano ha invitato la comunità internazionale ad agire “immediatamente” per “un ritorno al cessate il fuoco” e la ripresa degli aiuti internazionali, denunciando “il blocco” da parte di Israele della fornitura di acqua ed elettricità che “mette in pericolo la vita di una popolazione estremamente vulnerabile”.
Roma, 19 mar. (Adnkronos Salute) - E' ai nastri di partenza il terzo Congresso nazionale 'Infermiere³ - innovazione, sfide e soluzioni' della Fnopi, Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche. Dal dal 20 al 22 marzo sono attesi al Palacongressi di Rimini 5mila infermieri provenienti da tutta Italia.
Il 20 marzo a inaugurare il Congresso saranno i saluti istituzionali del ministro della Salute Orazio Schillaci, del ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, del presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. Le conclusioni della prima giornata saranno affidate al sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. Per tutta la durata del congresso interverranno i rappresentanti del Governo, i presidenti delle Commissioni Affari sociali di Camera e Senato, Ugo Cappellacci e Francesco Zaffini, e molti esperti. La seconda giornata sarà aperta dal vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto. A seguire, lo scrittore ed ex magistrato Gianrico Carofiglio terrà uno speech sul valore delle professioni di cura. Nella stessa giornata, alle 14, l'attore comico Paolo Cevoli si esibirà nello spettacolo 'I fatti mi cosano', e dalle 18.30 alle 20 la cantante Tosca terrà il suo in 'Conversa-Concerto'. Il 22 marzo, prima della cerimonia di chiusura, con la proclamazione della mozione congressuale, uno spazio sarà dedicato all'intervento a cura della Fondazione Gimbe e a un approfondimento sulla dimensione internazionale della professione, grazie alla partecipazione dellìEuropean Nursing Council che riunisce gli organismi di regolamentazione europei della professione infermieristica. Nella stessa mattinata verrà presentato l'aggiornamento del Codice deontologico delle professioni infermieristiche con una lettura a cura dell'attore Paolo Romano.
Per tutta la durata del congresso, al programma della sala plenaria si affiancheranno numerose attività a disposizione dei congressisti: il Villaggio della formazione in simulazione, allestito al primo piano del Palacongressi, con 10 simulation room a disposizione dei congressisti dalle 12.30 del 20 marzo alle 13.30 del 22 marzo; 'evento formativo Simmed; la Giornata della libera professione e l'evento formativo Cives. Al piano terra del Palacongressi sarà attiva una experience area, dove sarà possibile navigare in esclusiva il sito del progetto 'Infermieri oggi e domani', visitare alcune sezioni del Museo internazionale dell'arte filatelica infermieristica e del Mosai, Mostra storica dell'assistenza infermieristica. Una sala sarà invece dedicata ai professionisti e ai ricercatori che hanno presentato lavori incentrati sul tema dell'innovazione in sanità e dell'uso della tecnologia. Inoltre, grazie a una convenzione con il Comune di Rimini, tutti gli infermieri iscritti al congresso avranno la possibilità di visitare gratuitamente 3 poli museali della città: Museo della Città, Domus del Chirurgo e Fellini Museum.
Gaza, 19 mar. (Adnkronos/Afp) - Il ministero della Salute della Striscia di Gaza, controllato da Hamas, ha dichiarato che un dipendente straniero delle Nazioni Unite è stato ucciso e altri cinque sono rimasti gravemente feriti in un attacco israeliano al loro quartier generale. I feriti sono stati trasportati nell'ospedale dei martiri di Al Aqsa.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - Quando arte, design e tecnologia si incontrano, nasce una nuova e straordinaria dimensione. glo, brand di punta di Bat Italia per i dispositivi scalda stick per consumatori adulti, consolida il suo ruolo di mecenate e nell’ambito del progetto “glo for art” presenta Hyper Portal in occasione della Milano Design Week 2025: un’esperienza sensoriale unica, dove arte, tecnologia e creatività si intrecciano in un viaggio straordinario. Firmata dall’artista Michela Picchi, nota per il suo approccio surrealista e pop, Hyper Portal, interpreta perfettamente il tema del Fuorisalone 2025 “Mondi Connessi”, integrando la filosofia del brand che promuove la positività attraverso la condivisione e la convivialità. L’opera è una sinfonia di luci, colori e forme che abbatte le barriere tra spettatore e arte, invitando il pubblico a partecipare attivamente. Dal 7 al 13 aprile, Hyper Portal sarà il cuore pulsante del glo Creative Hub, situato in Palazzo Moscova 18, nel Brera District, uno degli spazi più iconici e frequentati del Fuorisalone.
La Milano Design Week sarà inoltre l’occasione per raccontare un nuovo e inedito incontro: quello di glo con il mondo della moda. Nel segno dell’innovazione, glo presenterà una collezione in collaborazione con Suns, il brand che ha rivoluzionato il concetto di daywear tecnico e sporty-chic. In un'era in cui tecnologia e lifestyle si intrecciano sempre di più, glo e Suns danno vita a una collaborazione innovativa, capace di fondere insieme moda e design hi-tech.
Hyper portal di glo è un’esperienza sensoriale che sfida i confini tra arte e tecnologia. Creata da Michela Picchi, l'installazione esplora l'idea di un futuro connesso, un universo in continua evoluzione, dove ogni gesto, ogni movimento, contribuisce a trasformare e plasmare lo spazio. Il portale d’ingresso, simbolo di apertura e connessione, diventa il punto di partenza di un viaggio immersivo che invita lo spettatore a vivere l'arte come co-creatore attivo dell’opera stessa. Con il suo approccio surrealista e pop, Picchi esplora la fluidità dei mondi che si intrecciano attraverso forme dinamiche e colori vibranti, che evolvono in tempo reale, dando vita a un paesaggio in costante mutamento. Ogni interazione, tocco dopo tocco, fa crescere l’opera, trasformandola in un'entità viva, che si modella al ritmo delle azioni del pubblico. Le forme iconiche dei dispositivi glo Hyper pro si riflettono nell'ambiente circostante, richiamando l’incontro tra arte e innovazione tecnologica.
(segue)
Il viaggio proposto da Hyper portal è anche un'esplorazione dell'interconnessione tra l'individuo e la collettività, tra l'io e il noi e invita a riflettere sul nostro ruolo nel creare connessioni, dove ogni movimento e decisione, pur nascendo dall’individualità, plasmano l’esperienza collettiva. Il risultato è un'esperienza che non solo stimola i sensi, ma invita anche alla condivisione, incarnando perfettamente la visione positiva e inclusiva di glo.
"Con Hyper portal e Michela Picchi, Bat Italia unisce arte, design e tecnologia per creare un'esperienza immersiva che va oltre l'intrattenimento, rendendo l'arte più accessibile e interattiva, in linea con il nostro progetto artistico itinerante “glo for art” - commenta Fabio de Petris, Presidente e Amministratore Delegato di Bat Italia. Questo riflette il nostro impegno per un domani migliore, dove la nostra vision A Better Tomorrow™ si realizza attraverso la sinergia di sostenibilità, innovazione e accessibilità. Una promessa concreta che ci spinge a implementare costantemente le nostre pratiche aziendali, a investire in nuove tecnologie e a esplorare soluzioni che possano ridurre l'impatto ambientale. Essere pionieri nell'offrire un portafoglio completo di nuove categorie ci permette di anticipare le sfide future, contribuendo così a un cambiamento positivo e sostenibile per le generazioni a venire”.
“Un’esplosione di colori, linee sinuose e un’esperienza pop e surrealista insieme a tecnologia e design: Hyper portal, è un viaggio immersivo in cui lo spettatore, tocco dopo tocco, crea mondi interconnessi e diventa co-protagonista dell’opera attraverso la condivisione e la positività, perfettamente in sinergia con lo spirito di glo", commenta l’artista Michela Picchi. glo debutta nel mondo del fashion con una collaborazione inedita con Suns. Da questa sinergia nasce una collezione esclusiva che anticipa l’estate e che si nutre dei valori condivisi tra i due brand: innovazione, self-expression, funzionalità, ottimismo e uno stile distintivo. La collezione in edizione limitata, sarà svelata in occasione della Milano Design Week 2025.
18+ Only. Prodotto destinato esclusivamente a consumatori adulti. Questo prodotto contiene nicotina, che crea dipendenza.
Palermo, 19 mar. (Adnkronos) - "Sul caso Paragon non posso esprimere un giudizio troppo preciso perché gli elementi non sono stati ancora resi noti: ritengo che la libertà di stampa sia qualcosa di assolutamente fondamentale, che va rispettato nella sua pluralità, anche perché attraverso essa si garantiscono le libertà dei cittadini". Così il Procuratore generale militare della Corte di Cassazione Maurizio Block a margine del quinto forum internazionale 'Pace, prosperità e sicurezza' a Palermo. "Qualunque iniziativa dovesse porsi in contrasto o in ostilità alla libertà di stampa la vedo in senso negativo, ma sul caso specifico non ho elementi sufficienti per esprimere una valutazione - dice Block- Siamo in un contesto politico complesso, ci vuole molto equilibrio nel trarre conseguenze e conclusioni: io sono molto prudente in questo senso, dunque invito alla prudenza e ad attenersi agli oggettivi riscontri dei fatti, cercando di essere quanto più aderenti alla realtà. La priorità rimane comunque che i cittadini conoscano la verità e sussista un pluralismo di idee".