Una lettera di rinuncia alla candidatura a Sedriano, primo comune lombardo sciolto per mafia. Dopo il caso sollevato da ilfattoquotidiano.it sul candidato M5S Gabriele Panetta in rapporti (lui dice “solo di conoscenza”) con la famiglia mafiosa dei Musitano di Bareggio, il Movimento ha chiesto e ottenuto una rinuncia ufficiosa al posto nel caso dovesse essere eletto. Panetta ha firmato un testo in cui annuncia il suo passo indietro (che però non ha valore legale visto che le liste sono già chiuse e lui non può ritirarsi) e ha assicurato di essere pronto a non occupare la poltrona nel caso fosse eletto. “Noi siamo antropologicamente diversi e lo dimostriamo con i fatti”. Chi parla è Stefano Buffagni, consigliere regionale M5S, che mercoledì 11 novembre si è precipitato da Milano a Sedriano dopo aver letto l’articolo. “Abbiamo chiesto e ottenuto il ritiro da parte di Panetta. Lo abbiamo fatto, anche se non è indagato e non è coinvolto in nessuna vicenda di mafia né lo è mai stato. Lui, tuttavia, ha immediatamente ritirato in maniera irrevocabile la sua candidatura, proprio perché vogliamo che non ci siano dubbi né ombre circa la nostra azione politica, improntata da sempre alla legalità e alla trasparenza”.
Il telefono di Buffagni suona di continuo: sono i parlamentari M5S che chiedono spiegazioni. “Hanno chiamato tutti, deputati e senatori lombardi e di altre regioni, siamo una comunità che lotta e si preoccupa. Quando viene sollevata una questione del genere, in casa nostra, scatta un allarme generale. Ha ragione Luigi Gaetti (vicepresidente “grillino” della commissione Antimafia al Senato, il primo a chiedere un passo indietro al candidato ingombrante, ndr): non bastano i certificati penali, su certe questioni non ci devono proprio essere zone buie. Abbiamo agito di conseguenza. Del resto – continua Buffagni – siamo la forza politica che in Lombardia, grazie a Silvana Carcano, ha ottenuto una legge antimafia. E siamo quelli che in Sicilia hanno convinto gli imprenditori a denunciare i boss”.
Una serata convulsa, quella di mercoledì 11 novembre. A Sedriano, ad accogliere Buffagni, ci sono tutti i candidati della lista. Con loro, il consigliere regionale vuole chiarire molte cose. La prima è presto risolta: la rinuncia scritta del candidato Panetta, “che ha accettato di fare un passo indietro senza protestare, anche se ha tenuto a precisare di essere estraneo a qualunque fatto di ‘ndrangheta, rinnegando e smentendo la vicinanza ad alcuna famiglia mafiosa; sta prendendo le dovute precauzioni legali al fine di tutelare la sua persona e la sua immagine”.
La seconda questione è invece la timidezza del ‘grillini’ di Sedriano nei confronti delle infiltrazioni mafiose in comune: “Il nostro gruppo ha chiesto le dimissioni dell’allora sindaco Alfredo Celeste e di tutta la sua giunta. Lasciando svolgere il proprio lavoro alla magistratura, abbiamo esternato tutto il dissenso verso coloro che infangano il paese essendo collusi con la mafia. Forse – ammette Buffagni – i toni usati sono stati prudenti e fin troppo bassi, ma questo è avvenuto per evitare di diffamare e prendere denunce da parte degli ex amministratori che le avevano minacciate. Alcuni dei quali, tra l’altro, sono ancora in lista con il centrodestra. Difficile accettare lezioni da loro, come pure dal Pd: Mafia Capitale ne è la prova”.
E perché il Movimento 5 Stelle non era in piazza nell’ottobre 2013, quando il comune venne sciolto per mafia? “Se viene deciso di fare una manifestazione senza bandiere e simboli politici, i nostri attivisti rispettano quanto deciso. Sono altri che non lo hanno rispettano. Diversi nostri militanti e attuali candidati erano presenti, ma da cittadini liberi e senza simboli da esporre. La mafia è una montagna di merda, questo lo pensiamo tutti!” Buffagni non nega il problema, non sminuisce il caso e rivendica l’appartenenza a un Movimento che sa chiedere, dal caso Liguria a quello di Sedriano, un passo indietro ai propri candidati in qualunque momento. Proprio per questo chiosa: “Abbiamo candidato al ruolo di sindaco del primo comune lombardo sciolto per mafia un maresciallo della Guardia di finanza. Vogliamo vincere a Sedriano, vogliamo sgombrare il campo da qualsiasi equivoco. Attenzione però che questo non diventi un modo per cercare di depotenziare le nostre liste ogni volta che abbiamo possibilità di vittoria. In prospettiva mi spaventa molto cosa potrà avvenire per infangarci in vista delle amministrative di Roma, ad esempio”.
Venerdì 13 novembre, in piazza del seminatore, i ‘grillini’ chiuderanno la campagna elettorale con Luigi Di Maio. Chiosa Buffagni: “I nostri candidati, dal palco, ribadiranno con forza il loro impegno nella lotta alla mafia. Una lotta, diceva Paolo Borsellino, ‘che deve essere un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità’. E’ ciò che pensiamo: siamo noi i migliori anticorpi”. E’ l’una e cinquantasei minuti dell’11 novembre, quando Buffagni lascia Sedriano. E’ tardi. Ma da Roma attendo tutti sue notizie.
Mafie
Sedriano, M5S fa fare un passo indietro al candidato del Movimento amico di famiglia mafiosa
Dopo il caso sollevato da ilfattoquotidiano.it su Gabriele Panetta che ha ammesso rapporti di conoscenza con la famiglia mafiosa dei Musitano di Bareggio, il Movimento ha ottenuto la rinuncia ufficiosa alla sua candidatura in caso di elezione nel primo comune sciolto per condizionamento in Lombardia
Una lettera di rinuncia alla candidatura a Sedriano, primo comune lombardo sciolto per mafia. Dopo il caso sollevato da ilfattoquotidiano.it sul candidato M5S Gabriele Panetta in rapporti (lui dice “solo di conoscenza”) con la famiglia mafiosa dei Musitano di Bareggio, il Movimento ha chiesto e ottenuto una rinuncia ufficiosa al posto nel caso dovesse essere eletto. Panetta ha firmato un testo in cui annuncia il suo passo indietro (che però non ha valore legale visto che le liste sono già chiuse e lui non può ritirarsi) e ha assicurato di essere pronto a non occupare la poltrona nel caso fosse eletto. “Noi siamo antropologicamente diversi e lo dimostriamo con i fatti”. Chi parla è Stefano Buffagni, consigliere regionale M5S, che mercoledì 11 novembre si è precipitato da Milano a Sedriano dopo aver letto l’articolo. “Abbiamo chiesto e ottenuto il ritiro da parte di Panetta. Lo abbiamo fatto, anche se non è indagato e non è coinvolto in nessuna vicenda di mafia né lo è mai stato. Lui, tuttavia, ha immediatamente ritirato in maniera irrevocabile la sua candidatura, proprio perché vogliamo che non ci siano dubbi né ombre circa la nostra azione politica, improntata da sempre alla legalità e alla trasparenza”.
Una serata convulsa, quella di mercoledì 11 novembre. A Sedriano, ad accogliere Buffagni, ci sono tutti i candidati della lista. Con loro, il consigliere regionale vuole chiarire molte cose. La prima è presto risolta: la rinuncia scritta del candidato Panetta, “che ha accettato di fare un passo indietro senza protestare, anche se ha tenuto a precisare di essere estraneo a qualunque fatto di ‘ndrangheta, rinnegando e smentendo la vicinanza ad alcuna famiglia mafiosa; sta prendendo le dovute precauzioni legali al fine di tutelare la sua persona e la sua immagine”.
La seconda questione è invece la timidezza del ‘grillini’ di Sedriano nei confronti delle infiltrazioni mafiose in comune: “Il nostro gruppo ha chiesto le dimissioni dell’allora sindaco Alfredo Celeste e di tutta la sua giunta. Lasciando svolgere il proprio lavoro alla magistratura, abbiamo esternato tutto il dissenso verso coloro che infangano il paese essendo collusi con la mafia. Forse – ammette Buffagni – i toni usati sono stati prudenti e fin troppo bassi, ma questo è avvenuto per evitare di diffamare e prendere denunce da parte degli ex amministratori che le avevano minacciate. Alcuni dei quali, tra l’altro, sono ancora in lista con il centrodestra. Difficile accettare lezioni da loro, come pure dal Pd: Mafia Capitale ne è la prova”.
E perché il Movimento 5 Stelle non era in piazza nell’ottobre 2013, quando il comune venne sciolto per mafia? “Se viene deciso di fare una manifestazione senza bandiere e simboli politici, i nostri attivisti rispettano quanto deciso. Sono altri che non lo hanno rispettano. Diversi nostri militanti e attuali candidati erano presenti, ma da cittadini liberi e senza simboli da esporre. La mafia è una montagna di merda, questo lo pensiamo tutti!” Buffagni non nega il problema, non sminuisce il caso e rivendica l’appartenenza a un Movimento che sa chiedere, dal caso Liguria a quello di Sedriano, un passo indietro ai propri candidati in qualunque momento. Proprio per questo chiosa: “Abbiamo candidato al ruolo di sindaco del primo comune lombardo sciolto per mafia un maresciallo della Guardia di finanza. Vogliamo vincere a Sedriano, vogliamo sgombrare il campo da qualsiasi equivoco. Attenzione però che questo non diventi un modo per cercare di depotenziare le nostre liste ogni volta che abbiamo possibilità di vittoria. In prospettiva mi spaventa molto cosa potrà avvenire per infangarci in vista delle amministrative di Roma, ad esempio”.
Venerdì 13 novembre, in piazza del seminatore, i ‘grillini’ chiuderanno la campagna elettorale con Luigi Di Maio. Chiosa Buffagni: “I nostri candidati, dal palco, ribadiranno con forza il loro impegno nella lotta alla mafia. Una lotta, diceva Paolo Borsellino, ‘che deve essere un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità’. E’ ciò che pensiamo: siamo noi i migliori anticorpi”. E’ l’una e cinquantasei minuti dell’11 novembre, quando Buffagni lascia Sedriano. E’ tardi. Ma da Roma attendo tutti sue notizie.
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Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "I continui rinvii del governo Meloni sembravano indirizzati a portare a compimento qualcosa di più della semplice propaganda, ma invece si va verso il nulla. Tre miliardi rispetto alla marea di aumenti sulle bollette sono davvero poca cosa, quasi una presa in giro. Milioni di cittadini stanno subendo rincari di quasi il 40%, migliaia di aziende rischiano la chiusura e altrettanti lavoratori il proprio posto. Ma d'altronde sbagliamo noi a stupirci. Per il governo Meloni il modello d'imprenditoria è quello della ministra Santanchè. Sbaglia chi si spacca la schiena come i cittadini che cercano di far quadrare i conti a fine mese o le imprese che fanno di tutto per stare sul mercato. Per Giorgia Meloni la cosa migliore è cercare qualche santo in paradiso o, meglio ancora, qualche amicizia che conti". Così in una nota Riccardo Ricciardi, capogruppo M5S alla Camera.
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "Ci sono modalità diverse con le quali ci si rapporta a Trump. Credo che la presidente Meloni senta la responsabilità di essere un ponte fra l'Europa e l'America dati i suoi buoni rapporti con Trump". Lo ha detto l'eurodeputata di Fi, Letizia Moratti, a Otto e mezzo su La7.
"Sul tema dei dazi, credo che Trump sia uno shock per l'Europa, uno stimolo positivo perché l'Ue può mettere in atto le riforme richieste nel rapporto Draghi e Letta che chiedono un'Europa più competitiva, più favorevole agli investimenti, con una transizione energetica sostenibile e quindi in grado di sostenere il welfare."
"Siamo alleati storici degli Usa - continua Moratti - e in questo momento dobbiamo avere la consapevolezza di dover comunque avere a che fare con un presidente eletto ed anche amato dai cittadini americani. L'Europa non può permettersi di non avere un dialogo con Trump. Sono moderata e liberale e il suo stile non mi appartiene ma nell'ambito del mio ruolo di parlamentare europea credo sia dovere rispondergli con fermezza e immediatezza ma cercando sempre il dialogo che porta vantaggi reciproci, come ha detto oggi la presidente Metsola."
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - Nel momento in cui Donald Trump "fa saltare l'ordine internazionale basato sul multilateralismo" e "mette a rischio l'unità europea", è importante non far mancare "il nostro sostegno all'Ucraina" parallelamente ai negoziati che "non potranno coinvolgere Europa e Ucraina". Così Alessandro Alfieri, coordinatore di Energia Popolare, alla Direzione del Pd.
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - “Il giorno in cui Eni annuncia un utile di 14,3 miliardi di euro, la maggioranza presenta un decreto truffa che non affronta la vera questione di come ridurre il peso delle bollette. Il Governo Meloni per aiutare veramente le famiglie italiane avrebbe dovuto tassare gli extraprofitti, rivedere la decisione di trasferire 4,5 milioni di famiglie dal mercato tutelato a quello libero, e puntare sulle rinnovabili invece che sul gas". Così Angelo Bonelli, Co-Portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra.
"La realtà dei fatti resta una sola: il governo di Giorgia Meloni ha favorito i grandi colossi energetici, che hanno accumulato extraprofitti per oltre 60 miliardi di euro, mentre le famiglie italiane hanno visto raddoppiare le bollette e molte sono costrette a non riscaldarsi per paura di non poterle pagare".
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - “Benissimo il governo sulle bollette: previsti tre miliardi che andranno a sostegno di imprese e almeno 8 milioni di famiglie. Dalle parole ai fatti”. Così Armando Siri, Consigliere per le politiche economiche del Vicepremier Matteo Salvini e coordinatore dipartimenti Lega.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - "Alcune veloci considerazioni a partire dalle cose che credo vadano meglio precisate. La prima: non siamo stati e non siamo di fronte a postura bellicista dell’Europa. Non è mai stata l’Ue a voler fare o a voler continuare la guerra e non è nemmeno vero che la mancanza di iniziative di pace siano dipese da una mancanza di volontà politica della ue. È stato Putin a rifiutare sempre ogni dialogo, quel dialogo che oggi riconosce a Trump perché lo legittima come suo alleato", Lo ha detto la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, alla Direzione del Pd.
"Occorre spingere con forza per un’autonomia strategica e politica dell’Europa, iniziando subito il percorso di cooperazione sulla difesa perché non saranno le buone intenzioni a rendere forte l’Unione Europea ma la capacità di imporsi e esercitare deterrenza, non escludendo nessuna opzione che sarà necessario adottare e che sarà stabilita in quadro di solidarietà europea".
"Per noi, democratici e europei, è il tempo di decidere - aggiunge Picierno- se essere solo un pezzetto di un Risiko in cui altri tirano i dadi o se essere un continente libero e forte. E va chiarito tanto ai nemici della democrazia quanto ai nostri alleati, senza perdere altro tempo e senza cincischiare noi: l’unica lotta che definisce il nostro tempo e il campo della politica, oggi, è quella dell’europeismo e in difesa delle democrazie liberali e delle libertà dei popoli".
"Siamo noi tutti in questo campo? Pensiamo ad un'alternativa alla destra che parta da questo campo? A me onestamente non è ancora chiaro. Sarei felice di essere smentita, ovviamente. Ma servono parole chiare che vanno pronunciate senza più giocare a nascondino. Crediamo tutti in un’Europa competitiva, con attori strategici del mercato più grandi e forti, un’Europa pronta ad affrontare le crisi internazionali sul piano politico e militare? Perchè questa è l’Europa che serve al mondo e agli europei. Non domani, oggi".
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - Giorgia Meloni, "nell’incontro di Parigi c’era in ritardo e di malavoglia. Intanto partecipa con trasporto e passione agli incontri della destra mondiale che considera l’Europa un incidente della storia. A Kyiv alle celebrazioni per il terzo anno della resistenza, non c’era proprio. A dir il vero ero sola proprio come italiana, ma con tanti colleghi progressisti e socialisti, c’era il mondo libero, i leader e parlamentari progressisti consapevoli della sfida che abbiamo di fronte e che il tempo di agire è ora". Lo ha detto la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, alla Direzione del Pd.