Era la sera del 29 giugno 2014 quando l’iracheno Abu Bakr al Baghdadi annunciò la nascita del Califfato, dello Stato islamico. Il mondo occidentale non capì subito cosa questo avrebbe potuto comportare, né che la sua nascita era stata favorita dalla scelta di alcuni paesi della comunità internazionale di alimentare e finanziare una opposizione al regime siriano di Bashar Al Assad, anche se radicale e integralista. Ma a differenza di Al Qaeda, il Daesh (nome arabo dell’organizzazione) si è subito presentato con una capacità di irradiare dal basso il mondo intero di azioni terroristiche. Ha saputo gestire a livello globale le iniziative dei lupi solitari.
Australia, 23 settembre 2014 – Il primo episodio che sicuramente va ascritto a questa strategia risale al 23 settembre 2014, quando due poliziotti australiani sono stati accoltellati a Melbourne, da un estremista islamico noto alle forze di polizia locale.
Il 20 ottobre 2014, in Canada, alla periferia di Montreal, un giovane convertito all’islam, Martin Rouleau, ha investito con la sua auto due militari canadesi, uccidendone uno e ferendo l’altro. Inseguito, è stato poi ucciso dalle forze di polizia. Il ragazzo sulla copertina della pagina di Twitter aveva messo il logo dello Stato Islamico.
Canada, 22 ottobre 2014 – Ad Ottawa, sempre in Canada, il 22 ottobre 2014, Michael Zehaf Bibeau, dopo aver assassinato un militare di guardia al National War Memorial, ha provato a entrare nel Parlamento dove, intercettato, è stato ucciso da un addetto alla sicurezza. I due episodi sono stati rivendicati dal portavoce dell’Is.
New York, 23 ottobre 2014 – Un salto a New York. Il 23 ottobre 2014 un convertito all’islam ha attaccato con un’ascia quattro poliziotti, ferendone due. Dall’altra parte del mondo, in Australia, il 16 dicembre 2014, a Sydney, un cittadino iraniano convertitosi alla fede sunnita ha preso in ostaggi i clienti e i dipendenti del Lindt Chocolate Café uccidendone due.
Francia, 20-21 dicembre 2014 – È il 20 dicembre 2014, in Francia, un uomo assalta con un coltello tre funzionari di polizia (ferendone due in modo grave) all’interno di un Commissariato di Polizia a Joué-les-Tours, gridando “Allahu Akbar”. L’assalitore è stato ucciso dagli stessi poliziotti aggrediti.
Il 21 dicembre 2014, sempre in Francia, un uomo alla guida di un’auto ha puntato sulla folla, a Dijon, ferendo 11 persone. Anch’egli è stato sentito gridare “Allahu Akbar”. Il giorno dopo, a Nantes, stessa scena. Un’auto a folle velocità contro la folla. Bilancio: un morto e nove feriti gravi. Il guidatore si è ucciso con un coltello.
Parigi, 7-9 gennaio 2015: Charlie Hebdo e l’Hypercasher – Arriviamo al 2015. È sempre Parigi sotto attacco. La mattina del 7 gennaio. I fratelli (ambedue nati a Parigi) Said e Cherif Kouachi, di 34 e 32 anni, armati di mitra, irrompono nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo, uccidendo il direttore, un agente di polizia posto a sua tutela, e diversi redattori e collaboratori della rivista. In tutto, 12 persone, tra cui due agenti di polizia. I feriti sono una ventina. La rivista Charlie Hebdo era già stata minacciata perchè negli anni passati aveva pubblicato vignette anti-islam e su Maometto.
Il 9 gennaio, alle 13,00, Amedy Coulibaly, che il giorno prima aveva ucciso una poliziotta municipale, fa irruzione in un supermercato Kosher a Vincennes, alla periferia della capitale, prendendo in ostaggio diversi clienti. Il bilancio dei morti: 4 clienti uccisi, morto il terrorista e con lui anche i fratelli Kouachi, uccisi dai gendarmi della GIGN una volta usciti dalla tipografia CTD, sita in Dammartin-en-Goele, dove si erano asserragliati.
Copenaghen, 14 e 15 febbraio – Dalla Francia alla Danimarca. Siamo al 14 e 15 febbraio, un giovane danese di origine araba scorso si registrano i due attentati compiuti a Copenaghen ad opera di un 22enne danese di origine araba, Omar Abdel Hamif El Hussein. Il giovane ha aperto il fuoco sulla platea di cittadini che partecipavano alla commemorazione dei morti di Charlie Hebdo. Poi, ha sparato nei pressi di una sinagoga del centro di Copenaghen. Bilancio 2 morti e cinque feriti. El Hussein alla fine è stato ucciso.
Texas, 3 maggio – Il 3 maggio, a Garland, in Texas (USA), due uomini armati di fucile d’assalto si presentano a una mostra di vignette sul Profeta Maometto e aprono il fuoco. I due attentatori sono stati uccisi dalla polizia. Uno dei due, Elton Simpson, poche ore prima dell’azione aveva postato on line il suo giuramento di fedeltà allo Stato Islamico.
Isere, 26 giugno – Torniamo alla Francia. Il 26 giugno, ad Isere, Yassin Salhi, francese, entra nella fabbrica che produce gas industriale, dove lavorava, ed ha prima ucciso e decapitato il titolare dell’azienda, lanciandosi poi alla guida del proprio furgone contro alcuni serbatoi di gas con l’intento, fallito, di farli esplodere. Il terrorista è stato subito arrestato e nella perquisizione a casa sono state trovate schede sim, computer e supporti elettronici. Yassin Salhi non era un perfetto sconosciuto, ritenuto dalle autorità francesi già nel 2011 simpatizzante del movimento radicale islamico Forsane Alizza, ed era finito anche sotto osservazione nel 2014, per aver avuto contatti telefonici con un francese trasferitosi lo scorso anno, insieme alla moglie, in Siria, nella capitale dell’Is, Raqqa.
Tennessee, 16 luglio – Episodi di terrorismo individuale abbiamo visto anche negli Stati Uniti. Il 16 luglio, un uomo ha esploso alcuni colpi di arma da fuoco nel parcheggio del Naval Reserve Center di Chattanooga, nello Stato del Tennesse, centro riservisti della Marina e di addestramento militare. Bilancio della sparatoria: 4 marines uccisi , 3 feriti. L’attentatore, Mohammod Youssuf Abdulazeez, originario del Kuwait, è stato abbattuto dalle forze di sicurezza americane. Era ritenuto dagli investigatori come “affascinato dall’IS”. Nelle ore successive all’attacco il Site, organizzazione che monitora l’attività jihadista sul web, ha rilevato che lo Stato Islamico, tramite il suo account Twitter, ha celebrato l’episodio postando minacce ed immagini, ma nessuna rivendicazione ufficiale.
Treno Amsterdam-Parigi, 21 agosto – A bordo del treno “Thalys” che collega Amsterdam a Parigi, via Bruxelles, alcuni passeggeri sono riusciti a bloccare il 26enne cittadino marocchino Ayoub El Khazzani armato di kalasnikhov, con nove caricatori, e di una pistola, che stava per fare una strage. Anche lui, in passato, era stato segnalato: nel 2014, dall’Antiterrorismo spagnolo perché faceva parte della mouvance jihadista attiva ad Algeciras.
Berlino, 17 settembre – Anche in Germania, il lupo solitario ha colpito. A Berlino. Il 17 settembre scorso, il 41enne cittadino iracheno Rafik Mohamed Yousef ha aggredito, armato di coltello, una poliziotta ferendola con un fendente alla gola rimanendo poi ucciso da un altro operatore di polizia che, intervenuto per proteggere la collega, ha esploso alcuni colpi di arma da fuoco.
Parigi, 13 novembre: 129 morti – L’acmè del terrore firmato Islamic State è storia di questi giorni: il 13 novembre l’organizzazione ha dato prova della propria capacità di colpire l’Occidente con la strage perpetrata nel cuore di Parigi dal gruppo organizzato attorno alla figura di Abdelhamid Abaaoud.
Marsiglia, 18 novembre – Mercoledì, poi, l’ultimo episodio riconducibile al marchio Isis. Un insegnante di una scuola ebraica di Marsiglia è stato ferito da tre uomini: prima di accoltellarlo a un braccio e a una gamba ed essere messi in fuga da un’auto della polizia, i tre hanno insultato la vittima con frasi antisemite e affermando di essere sostenitori dello Stato Islamico.
Mondo
Attentati Parigi, azioni organizzate e lupi solitari: un anno di attacchi firmati Isis – LA CRONOLOGIA
La prima azione ascrivibile allo Stato Islamico è l'accoltellamento di 2 poliziotti a Melbourne del 23 settembre 2014. Erano passati pochi mesi dal 29 giugno, giorno in cui Abu Bakr al Baghdadi annunciò la nascita del Califfato. Da allora una serie continua di assalti dal Canada all'Europa, dall'Australia agli Stati Uniti. Fino all'apice del terrore: le stragi di Parigi del 13 novembre
Era la sera del 29 giugno 2014 quando l’iracheno Abu Bakr al Baghdadi annunciò la nascita del Califfato, dello Stato islamico. Il mondo occidentale non capì subito cosa questo avrebbe potuto comportare, né che la sua nascita era stata favorita dalla scelta di alcuni paesi della comunità internazionale di alimentare e finanziare una opposizione al regime siriano di Bashar Al Assad, anche se radicale e integralista. Ma a differenza di Al Qaeda, il Daesh (nome arabo dell’organizzazione) si è subito presentato con una capacità di irradiare dal basso il mondo intero di azioni terroristiche. Ha saputo gestire a livello globale le iniziative dei lupi solitari.
Australia, 23 settembre 2014 – Il primo episodio che sicuramente va ascritto a questa strategia risale al 23 settembre 2014, quando due poliziotti australiani sono stati accoltellati a Melbourne, da un estremista islamico noto alle forze di polizia locale.
Il 20 ottobre 2014, in Canada, alla periferia di Montreal, un giovane convertito all’islam, Martin Rouleau, ha investito con la sua auto due militari canadesi, uccidendone uno e ferendo l’altro. Inseguito, è stato poi ucciso dalle forze di polizia. Il ragazzo sulla copertina della pagina di Twitter aveva messo il logo dello Stato Islamico.
Canada, 22 ottobre 2014 – Ad Ottawa, sempre in Canada, il 22 ottobre 2014, Michael Zehaf Bibeau, dopo aver assassinato un militare di guardia al National War Memorial, ha provato a entrare nel Parlamento dove, intercettato, è stato ucciso da un addetto alla sicurezza. I due episodi sono stati rivendicati dal portavoce dell’Is.
New York, 23 ottobre 2014 – Un salto a New York. Il 23 ottobre 2014 un convertito all’islam ha attaccato con un’ascia quattro poliziotti, ferendone due. Dall’altra parte del mondo, in Australia, il 16 dicembre 2014, a Sydney, un cittadino iraniano convertitosi alla fede sunnita ha preso in ostaggi i clienti e i dipendenti del Lindt Chocolate Café uccidendone due.
Francia, 20-21 dicembre 2014 – È il 20 dicembre 2014, in Francia, un uomo assalta con un coltello tre funzionari di polizia (ferendone due in modo grave) all’interno di un Commissariato di Polizia a Joué-les-Tours, gridando “Allahu Akbar”. L’assalitore è stato ucciso dagli stessi poliziotti aggrediti.
Il 21 dicembre 2014, sempre in Francia, un uomo alla guida di un’auto ha puntato sulla folla, a Dijon, ferendo 11 persone. Anch’egli è stato sentito gridare “Allahu Akbar”. Il giorno dopo, a Nantes, stessa scena. Un’auto a folle velocità contro la folla. Bilancio: un morto e nove feriti gravi. Il guidatore si è ucciso con un coltello.
Parigi, 7-9 gennaio 2015: Charlie Hebdo e l’Hypercasher – Arriviamo al 2015. È sempre Parigi sotto attacco. La mattina del 7 gennaio. I fratelli (ambedue nati a Parigi) Said e Cherif Kouachi, di 34 e 32 anni, armati di mitra, irrompono nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo, uccidendo il direttore, un agente di polizia posto a sua tutela, e diversi redattori e collaboratori della rivista. In tutto, 12 persone, tra cui due agenti di polizia. I feriti sono una ventina. La rivista Charlie Hebdo era già stata minacciata perchè negli anni passati aveva pubblicato vignette anti-islam e su Maometto.
Il 9 gennaio, alle 13,00, Amedy Coulibaly, che il giorno prima aveva ucciso una poliziotta municipale, fa irruzione in un supermercato Kosher a Vincennes, alla periferia della capitale, prendendo in ostaggio diversi clienti. Il bilancio dei morti: 4 clienti uccisi, morto il terrorista e con lui anche i fratelli Kouachi, uccisi dai gendarmi della GIGN una volta usciti dalla tipografia CTD, sita in Dammartin-en-Goele, dove si erano asserragliati.
Copenaghen, 14 e 15 febbraio – Dalla Francia alla Danimarca. Siamo al 14 e 15 febbraio, un giovane danese di origine araba scorso si registrano i due attentati compiuti a Copenaghen ad opera di un 22enne danese di origine araba, Omar Abdel Hamif El Hussein. Il giovane ha aperto il fuoco sulla platea di cittadini che partecipavano alla commemorazione dei morti di Charlie Hebdo. Poi, ha sparato nei pressi di una sinagoga del centro di Copenaghen. Bilancio 2 morti e cinque feriti. El Hussein alla fine è stato ucciso.
Texas, 3 maggio – Il 3 maggio, a Garland, in Texas (USA), due uomini armati di fucile d’assalto si presentano a una mostra di vignette sul Profeta Maometto e aprono il fuoco. I due attentatori sono stati uccisi dalla polizia. Uno dei due, Elton Simpson, poche ore prima dell’azione aveva postato on line il suo giuramento di fedeltà allo Stato Islamico.
Isere, 26 giugno – Torniamo alla Francia. Il 26 giugno, ad Isere, Yassin Salhi, francese, entra nella fabbrica che produce gas industriale, dove lavorava, ed ha prima ucciso e decapitato il titolare dell’azienda, lanciandosi poi alla guida del proprio furgone contro alcuni serbatoi di gas con l’intento, fallito, di farli esplodere. Il terrorista è stato subito arrestato e nella perquisizione a casa sono state trovate schede sim, computer e supporti elettronici. Yassin Salhi non era un perfetto sconosciuto, ritenuto dalle autorità francesi già nel 2011 simpatizzante del movimento radicale islamico Forsane Alizza, ed era finito anche sotto osservazione nel 2014, per aver avuto contatti telefonici con un francese trasferitosi lo scorso anno, insieme alla moglie, in Siria, nella capitale dell’Is, Raqqa.
Tennessee, 16 luglio – Episodi di terrorismo individuale abbiamo visto anche negli Stati Uniti. Il 16 luglio, un uomo ha esploso alcuni colpi di arma da fuoco nel parcheggio del Naval Reserve Center di Chattanooga, nello Stato del Tennesse, centro riservisti della Marina e di addestramento militare. Bilancio della sparatoria: 4 marines uccisi , 3 feriti. L’attentatore, Mohammod Youssuf Abdulazeez, originario del Kuwait, è stato abbattuto dalle forze di sicurezza americane. Era ritenuto dagli investigatori come “affascinato dall’IS”. Nelle ore successive all’attacco il Site, organizzazione che monitora l’attività jihadista sul web, ha rilevato che lo Stato Islamico, tramite il suo account Twitter, ha celebrato l’episodio postando minacce ed immagini, ma nessuna rivendicazione ufficiale.
Treno Amsterdam-Parigi, 21 agosto – A bordo del treno “Thalys” che collega Amsterdam a Parigi, via Bruxelles, alcuni passeggeri sono riusciti a bloccare il 26enne cittadino marocchino Ayoub El Khazzani armato di kalasnikhov, con nove caricatori, e di una pistola, che stava per fare una strage. Anche lui, in passato, era stato segnalato: nel 2014, dall’Antiterrorismo spagnolo perché faceva parte della mouvance jihadista attiva ad Algeciras.
Berlino, 17 settembre – Anche in Germania, il lupo solitario ha colpito. A Berlino. Il 17 settembre scorso, il 41enne cittadino iracheno Rafik Mohamed Yousef ha aggredito, armato di coltello, una poliziotta ferendola con un fendente alla gola rimanendo poi ucciso da un altro operatore di polizia che, intervenuto per proteggere la collega, ha esploso alcuni colpi di arma da fuoco.
Parigi, 13 novembre: 129 morti – L’acmè del terrore firmato Islamic State è storia di questi giorni: il 13 novembre l’organizzazione ha dato prova della propria capacità di colpire l’Occidente con la strage perpetrata nel cuore di Parigi dal gruppo organizzato attorno alla figura di Abdelhamid Abaaoud.
Marsiglia, 18 novembre – Mercoledì, poi, l’ultimo episodio riconducibile al marchio Isis. Un insegnante di una scuola ebraica di Marsiglia è stato ferito da tre uomini: prima di accoltellarlo a un braccio e a una gamba ed essere messi in fuga da un’auto della polizia, i tre hanno insultato la vittima con frasi antisemite e affermando di essere sostenitori dello Stato Islamico.
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Roma, 14 mar. (Adnkronos) - In occasione della Giornata dell'Unità nazionale e del Tricolore, che ricorre lunedì prossimo, 17 marzo, sulla facciata di Montecitorio verrà proiettata la bandiera nazionale, dalla mezzanotte e nelle successive ore serali e notturne.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - "Per il loro concreto e costante sostegno nel percorso di avvicinamento delle comunità di Gorizia e Nova Gorica soprattutto nel contesto di Go 2025", il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e quello emerito della Slovenia, Borut Pahor, verranno insigniti domani, con una cerimonia in programma alle 11.30 al Teatro comunale Giuseppe Verdi, del Premio 'Santi Ilario e Taziano-Città di Gorizia'. Un nuovo riconoscimento per i due statisti ai quali nell'aprile scorso fu attribuita la laurea honoris causa in Giurisprudenza dall'Università di Trieste, a conferma di un impegno comune per rimarginare le ferite della storia e mantenere vivi un'amicizia e un legame tra due i popoli, saldando un rapporto anche sul piano personale.
Numerose le occasioni di incontro e i gesti simbolici. A partire dal 26 ottobre 2016, quando i due presidenti parteciparono alla cerimonia sul tema "L'Europa luogo di superamento dei conflitti", nel centenario dell'unione di Gorizia all'Italia. Fu quella l'occasione per la deposizione di due corone d'alloro sul monumento dedicato ai soldati sloveni caduti sul fronte dell'Isonzo 1915-1917 a Doberdò del Lago, mentre in precedenza il Capo dello Stato italiano, al Parco della Rimembranza di Gorizia, aveva reso omaggio al monumento ai caduti della Prima guerra mondiale e al lapidario che ricorda i deportati goriziani.
Ma fu soprattutto il bilaterale a Trieste il 13 luglio 2020 particolarmente denso di significati. Mattarella e Pahor resero omaggio, mano nella mano, alla Foiba di Basovizza e al Monumento ai caduti sloveni antifascisti Ferdo Bidovec, Fran Marusic, Zvonimir Milos e Alojzij Valencic, condannati a morte nel 1930. Quindi i due presidenti conferirono a Boris Pahor, scrittore sloveno naturalizzato italiano, rispettivamente l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e l’Ordine per Meriti eccezionali. Fu quindi firmato il protocollo di restituzione del Narodni Dom, l'edificio che ospitava le associazioni culturali slovene distrutto dalla violenza nazionalista dello squadrismo fascista nel 1920.
"La storia –disse Mattarella in quella occasione- non si cancella e le esperienze dolorose, sofferte dalle popolazioni di queste terre, non si dimenticano. Proprio per questa ragione il tempo presente e l’avvenire chiamano al senso di responsabilità, a compiere una scelta tra fare di quelle sofferenze patite, da una parte e dall’altra, l’unico oggetto dei nostri pensieri, coltivando risentimento e rancore, oppure, al contrario, farne patrimonio comune, nel ricordo e nel rispetto, sviluppando collaborazione, amicizia, condivisione del futuro".
"Al di qua e al di là della frontiera -il cui significato di separazione è ormai, per fortuna, superato per effetto della comune scelta di integrazione nell’Unione europea -sloveni e italiani sono decisamente per la seconda strada, rivolta al futuro, in nome dei valori oggi comuni: libertà, democrazia, pace. Oggi, qui a Trieste -con la presenza dell’amico presidente Borut Pahor- segniamo una tappa importante nel dialogo tra le culture che contrassegnano queste aree di confine e che rendono queste aree di confine preziose per la vita dell’Europa". Concetti ribaditi nell’incontro del 21 ottobre 2021, per celebrare la designazione congiunta di Gorizia e Nova Gorica 'Capitale europea della Cultura 2025 con il progetto 'Go! Borderless'. “Un meraviglioso esempio della costruzione di un futuro comune nell’Unione europea".
L'avvicendamento alla guida della Slovenia, con l'elezione della presidente Nataša Pirc Musar, ha visto proseguire le iniziative di collaborazione e dialogo tra i vertici istituzionali dei due Paesi. Mattarella nell'aprile dello scorso anno partecipò alle celebrazioni per il ventennale dell'adesione della Slovenia all'Ue e con l'omologa Pirc Musar ha inaugurato a febbraio di quest'anno Go 2025, Prima Capitale europea della cultura transfrontaliera.
Roma, 14 mar. (Adnkronos Salute) - Il lupus eritematoso sistemico (Les) è una malattia autoimmune che può colpire vari organi e apparati del nostro organismo. Da qui la difficoltà nella diagnosi e nel trattamento. "Negli ultimi 10 anni, per la malattia, è cambiato il paradigma terapeutico" ed è possibile "raggiungere la remissione, spegnere una delle sue complicanze, quale la nefrite lupica, e ridurre al minimo", fino "anche a sospendere, il cortisone". Protagonisti di questa rivoluzione sono, "in particolare, i Jak inibitori, famiglia di nuovi farmaci già disponibili in Italia da dicembre 2017 per l'artrite reumatoide". Così Fabrizio Conti, professore di Reumatologia Università Sapienza e direttore della Uoc di Reumatologia del Policlinico Umberto I di Roma, riassume all'Adnkronos Salute l'evoluzione nella gestione di questa patologia cronica che è caratterizzata da manifestazioni eritematose cutanee e mucose con sensibilità alla luce del sole, ma che può coinvolgere altri organi come rene, articolazioni e sistema nervoso centrale.
"Il Les si presenta in modo variabile da persona a persona", sottolinea Rosa Pelissero, presidente Gruppo Les Odv, ma colpisce "soprattutto donne giovani in età fertile". Il rapporto di incidenza tra femmine e maschi è di 9 a 1. "Dopo la diagnosi ci si trova da un giorno all'altro malati di una malattia cronica. Si deve imparare a convivere con una nuova normalità. La ricerca è importante: 40-50 anni fa l'obiettivo era la sopravvivenza. C'era solo il cortisone ad alti dosaggi", come cura. "L'avvento di nuovi farmaci - chiarisce - apre alla possibilità di sospenderlo e quindi anche di ridurre gli effetti collaterali e i danni" del farmaco. "La gravidanza", allora, era "assolutamente" inimmaginabile. "Oggi invece, grazie ai progressi fatti, le donne affette da lupus sanno di poter affrontare un gravidanza. La nostra aspettativa è sempre di avere nuovi farmaci, il più efficaci possibili, con meno effetti collaterali e che possano essere somministrati su larga scala".
Il decorso della patologia, spesso, "è di tipo relapsing-remitting in cui, a fasi di attività di malattia, si alternano fasi di quiescenza - spiega Gian Domenico Sebastiani, direttore Uoc di Reumatologia dell'Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma - I Jak inibitori, piccole molecole sintetizzate chimicamente, assunte per via orale, inibiscono l'attività di diverse citochine, che sono molecole pro infiammatorie. I Jak inibitori differiscono dai farmaci usati fino ad oggi perché - precisa - vanno a colpire meccanismi mirati della patologia", ma anche perché, essendo orali, hanno più "facilità di somministrazione", cosa importante per "l'aderenza" al trattamento. Inoltre, "per la rapidità di azione", se devono essere sospesi "smettono velocemente di agire".
Questa "nuova classe di immunomodulatori per via orale bloccano uno specifico enzima", janus chinasi, "che attiva diversi recettori cellulari - rimarca Gianluca Moroncini, professore di Medicina interna, direttore Dipartimento Scienze cliniche e molecolari, Università Politecnica delle Marche e direttore Clinica medica, Aou delle Marche - Pur riconoscendo un bersaglio molecolare specifico, in realtà, sono antinfiammatori modulatori ad ampio spettro. Il mio centro è impegnato in un trial clinico multicentrico per verificare se abbiano, nel Lupus eritematoso sistemico, un'efficacia pari a quella che hanno già dimostrato in altre malattie per le quali sono autorizzate, come l'artrite reumatoide o l'artrite psoriasica. Attendiamo con ansia l'esito delle sperimentazioni".
Roma, 14 mar (Adnkronos) - "Ho apprezzato molto la posizione di Elly Schlein quando ha detto no al piano di riarmo. Una buona premessa per impostare un progetto di alternativa a questo governo". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
"Se ci dobbiamo ritrovare con una alternativa che segue la Meloni e sottoscrive la politica estera disastrosa della Meloni è un disastro, che alternativa puoi presentare agli italiani se ti trovi a votare con la Meloni per l'escalation militare? Per non parlare di Gaza", ha spiegato il leader del M5s.
Roma, 14 mar (Adnkronos) - "Il problema è che il Pd ha dimostrato di essere un partito troppo plurale, lo dico con una battuta. Ci sono dei momenti di sintesi e quando il tuo leader prende una posizione così chiara, qualche chiarimento adesso andrebbe operato. Ma il problema non riguarda me ma un'altra forza politica". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
Roma, 14 mag (Adnkronos) - "Oggi scopriamo che ci sono i proprietari delle reti che vogliono dettare le condizioni, vogliono utilizzare gli algoritmi per condizionare il dibattito, usare gli algoritmi per condizionare le elezioni. Ci dobbiamo svegliare". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
"Il problema vero è che sono monopolisti, come Starlink per i satelliti a bassa quota. Che garanzia di sicurezza abbiamo che domani, come per l'Ucraina, Musk non si svegli e dica chiudo l'interruttore? L'Europa è l'unico contesto sovranazionale che cerca di dettare regole su questo fronte. E' un problema serio da affrontare", ha spiegato il leader del M5s.
Roma, 14 mar. (Adnkronos Salute) - Con un'esperienza "ultraventennale in reumatologia" con l'obiettivo di "migliorare gli standard di cura e migliorare i risultati clinici per i pazienti che soffrono di queste malattie", oggi "AbbVie è impegnata a sviluppare un possibile strumento ulteriore per rispondere alle esigenze dei pazienti che soffrono di lupus eritematoso sistemico. Il Les è una malattia autoimmune estremamente complessa, caratterizzata dalla produzione di autoanticorpi che possono colpire in maniera variegata ed eterogenea diversi organi e sistemi: il sistema polmonare, il muscolo-scheletrico, la cute e il sistema nervoso centrale. Chiaramente i sintomi variano a seconda del tipo di organo distretto coinvolto, ma ha un decorso cronico estremamente elevato e un'evoluzione estremamente imprevedibile". Lo ha detto Caterina Golotta, direttore medico AbbVie Italia, all'Adnkronos Salute, sottolineando che, "per rispondere ai bisogni insoddisfatti", la farmaceutica sta lavorando su un "inibitore di Jak, upadacitinib. Frutto dello sforzo in ricerca e sviluppo interno, è al momento in corso di sperimentazione clinica in questo contesto".
Si tratta di "un inibitore selettivo e reversibile della janus chinasi - spiega Golotta - ed è attualmente approvato e rimborsato in una serie di patologie immunologiche: l'artrite reumatoide, la spondilite anchilosante, l'artrite psoriasica, la colite ulcerosa e la dermatite atopica. Rimaniamo fiduciosi in attesa dei risultati della molecola nel programma di sviluppo del lupus eritematoso sistemico. Tra l'altro, l'upadacitinib è attualmente in studio anche in altre 2 patologie dell'ambito immunologico: la vitiligine e l'alopecia areata".
AbbVie, evidenzia il direttore medico, "è un'azienda fortemente votata alla ricerca e sviluppo. In Italia siamo presenti con 78 studi clinici che coinvolgono circa 400 centri sperimentali. A livello globale, l'impegno in ricerca nel 2024 è stato pari a circa 13 miliardi di dollari, che rappresenta un incremento del 66,66% rispetto all'impegno del 2023".