Dopo un anno e mezzo la Corte Costituzionale potrebbe avere di nuovo l’organico completo di 15 giudici. La scelta dei tre magistrati che mancano compete infatti al Parlamento in seduta comune, ma i partiti non riescono a trovare un accordo. Fiaccato da 26 “fumate nere“, il dibattito potrebbe ora finalmente terminare con un’intesa: la seduta comune di Camera e Senato è stata convocata per mercoledì 25 alle 13. Per capire se è davvero un’intesa o si tratterà di un’altra occasione persa, bisognerà aspettare. Intanto si conoscono i nomi dei candidati dalle tre aree principali rappresentate in Parlamento: il Pd punta sul giurista Augusto Barbera, Forza Italia candida l’avvocato Francesco Paolo Sisto, mentre il Movimento 5 Stelle – dopo un’assemblea congiunta dei parlamentari – propone il docente di diritto costituzionale Franco Modugno. I giudici da sostituire sono Luigi Mazzella, Sergio Mattarella e Paolo Maria Napolitano, il primo e il terzo all’epoca indicati dal centrodestra, il secondo dal centrosinistra.
Tra i candidati – tutti esperti di diritto – ci sono anche due parlamentari ed ex parlamentari: Sisto è attualmente deputato di Forza Italia, Barbera è stato deputato dal 1976 al 1994 per Pci e Pds. I Cinque Stelle hanno così escluso Felice Besostri (oltre alla professoressa di diritto Silvia Niccolai). Besostri, infatti, è tra i legali che hanno vinto la battaglia “anti Porcellum” alla Consulta e per questo poteva essere ritenuto “divisivo”, anche perché ha appena intrapreso un’altra sfida, quella per dimostrare l’incostituzionalità dell’Italicum. E invece l’accordo globale (Pd-Fi-M5s) è essenziale. Per arrivare all’elezione dei giudizi costituzionali, infatti, si devono raggiungere i tre quinti dei voti, 571 voti. Da qui la necessità di un accordo tra i partiti per poter superare il quorum. Sul nome di Barbera, il M5s si esprimerà nella giornata di martedì 24, spiega il deputato Danilo Toninelli, componente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio. Lo stesso avverrà per la “ratifica” della scelta di Modugno. “Stiamo valutando, visti i tempi ristretti, come far valutare il nome di Modugno agli iscritti – afferma Toninelli – Vista l’unanimità espressa dall’assemblea congiunta dei parlamentari potremmo decidere di far passare sul blog un voto di ratifica dopo aver illustrato il suo curriculum e le ragioni della scelta con un post”.
Augusto Barbera, 77 anni, siciliano, professore emerito di diritto costituzionale a Bologna, oltre ad aver fatto il parlamentare è stato anche ministro per i Rapporti con il Parlamento nel governo Ciampi (1993). Giurista di lunghissima carriera, accademico, ha sostenuto molti dei referendum sulla legge elettorale negli anni Novanta: in particolare fu protagonista con Mario Segni della campagna che portò alla nascita del sistema maggioritario. In coerenza con quella scelta, ha fatto parte del comitato promotore per l’abrogazione del Porcellum. Favorevole all’introduzione del presidenzialismo, era stato indicato tra i 35 saggi incaricati dal governo di Enrico Letta per l’elaborazione delle linee che avrebbero dovuto portare alle riforme istituzionali. Due anni fa è stato coinvolto, insieme ad altri professori, all’ex ministro Anna Maria Bernini e all’ex garante della privacy Francesco Pizzetti, in un’inchiesta della Procura di Bari su presunti concorsi pilotati tra il 2006 e il 2011 in nove facoltà di giurisprudenza in Italia (da Aosta a Bari, da Trento a Sassari). E’ già presidente dell’organismo che fa da “Corte Costituzionale” della Repubblica di San Marino.
Francesco Paolo Sisto, 60 anni, barese, oltre a lavorare come avvocato, è docente al Politecnico di Bari. E’ stato eletto per la prima volta in Parlamento nel 2009. Nel 2013 è stato eletto presidente della commissione Affari costituzionali e ha ricoperto anche il ruolo di relatore dei disegni di legge per la riforma elettorale e per le riforme istituzionali che poi Forza Italia ha sconfessato dopo la rottura del Patto del Nazareno. Proprio questo “strappo” ha poi provocato la sua sostituzione alla guida della commissione (con un deputato di Scelta Civica). Nel corso della sua carriera da avvocato ha difeso, tra gli altri, Raffaele Fitto e Silvio Berlusconi.
Meno noto il nome di Franco Modugno. Romano, 77 anni, insegna alla Sapienza dal 1984, ma anche alla Luiss. Una vita spesa per gli studi sul diritto, anche pubblico. Ha avuto contratti a tempo in diverse altre università italiane. Tra le numerose pubblicazioni ha collaborato tra l’altro con Gustavo Zagrebelsky.