“L’accordo sia ambizioso“. “Obiettivo è intesa vincolante contro riscaldamento globale”. “Nuovo Kyoto per le necessità della popolazione”. “Affrontare differenze economiche“. “E’ tardi ma possiamo invertire la tendenza”. Da Hollande a Putin, da Merkel a Obama, i grandi del mondo in ordine sparso hanno parlato di fiducia e obiettivi nobili alla conferenza Onu sul clima (Cop21) di Parigi. A parole, tutti i 150 capi di Stato presenti nella capitale francese hanno spinto per un’intesa virtuosa: una (mezza) buona notizia in attesa dei fatti, che saranno un po’ più chiari al termine del vertice. Ora, invece, è tempo di buoni propositi. Hollande e il segretario generale delle Nazioni Unite Ban ki-Moon hanno inaugurato a Le Bourget la conferenza, a cui ha preso parte anche il presidente americano, Barack Obama, che nella notte ha fatto una sosta fuori programma davanti alla sala concerti del Bataclan, uno dei luoghi delle stragi, dove sono morte 90 persone. Con lui Hollande e il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo. Obama si è fermato per alcuni minuti in silenzio davanti alle candele e ai fiori e ha lasciato una rosa bianca.

Obama: “Siamo l’ultima generazione in grado di far qualcosa”
“E’ quasi troppo tardi, ma possiamo invertire la tendenza” ha detto Obama all’indomani della visita al Bataclan prima di esortare i leader presenti “a dimostrare quello che possiamo fare se uniamo i nostri sforzi per un obiettivo comune”. “Siamo la prima generazione ad aver scatenato il cambiamento climatico, ma forse siamo anche l’ultima a poter fare qualcosa – ha aggiunto il presidente degli Stati Uniti – Come una delle prime economie del mondo sono pienamente consapevole che siamo alla fonte del problema”. Obama poi ha avuto un faccia a faccia a porte chiuse con Vladimir Putin. A sentire la Casa Bianca, nell’incontro i due hanno parlato di Siria (“Assad deve lasciare il potere” ha detto Obama) e Ucraina. Ma, ovviamente, anche di clima.

Putin: “Entro il 2030 ridurremo le emissioni del 30%”
Serve un “accordo globale, efficace, equilibrato” e “giuridicamente vincolante che permetta alle economie di svilupparsi” e limiti di “2 gradi” il riscaldamento climatico. Parola del presidente russo Vladimir Putin, che poi ha auspicato “un nuovo accordo nel prolungamento di Kyoto che risponda agli interessi delle nostre popolazioni”. Poi la promessa, ovvero una riduzione del 30% delle emissioni di gas serra entro il 2030. “Abbiamo oltrepassato le nostre responsabilità nel protocollo di Kyoto” ha sottolineato il leader del Cremlino, ricordando che tra il 1991 e il 2012 “la Russia non solo ha impedito la crescita dei gas serra ma li ha anche ridotti notevolmente e grazie a questo non è finito in atmosfera un equivalente di circa 40 miliardi di tonnellate di anidride carbonica”, di poco inferiore al totale dei gas serra (46 mld di tonnellate) emessi da tutti i paesi del mondo nel 2012. “Cioè possiamo dire che gli sforzi della Russia hanno consentito di frenare il riscaldamento globale di circa un anno”, ha aggiunto.

Ban Ki-moon: “Un’occasione che non potrebbe più tornare”
“Un’occasione politica come questa potrebbe non tornare”, ha detto Ban Ki-moon all’apertura dei lavori. “Abbiamo bisogno di un accordo significativo e forte qui a Parigi” sul clima per stare “sotto i due gradi” di aumento della temperatura, anche per garantire “la pace e la sicurezza internazionale”. Obiettivo del summit è infatti raggiungere un’intesa che permetta di limitare entro i due gradi l’aumento della temperatura globale, contrastando l’emissione di Co2. “Voi avete il potere di assicurare il benessere di questa e della prossima generazione”, trovando un accordo per arginare l’aumento delle temperature del pianeta causato dalle emissioni inquinanti, ha detto il segretario generale.

Merkel: “Accordo vincolante contro il riscaldamento globale”
“I colloqui sul clima di Parigi devono concordare un accordo vincolante per garantire un progresso per limitare il riscaldamento globale”. Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel alla Conferenza Onu sul clima in corso a Parigi. Per Merkel lo scopo del vertice di Parigi, dovrà essere “un accordo delle Nazioni Unite vincolante” e una revisione del meccanico per chiudere il divario tra l’impatto sul riscaldamento globale delle misure già promesse e il lavoro necessario per limitare l’aumento delle temperature. Poi l’annuncio: “La Germania entro 2020 raddoppierà suoi finanziamenti pubblici per le energie rinnovabili”.

Renzi: Accordo vincolante o sarà scritto sulla sabbia”
Sul clima serve “un accordo il più vincolante possibile, altrimenti rischia di essere scritto sulla sabbia” ha detto invece il premier italiano Matteo Renzi, secondo cui “l’Italia fa la sua parte ma il vero problema è che non tutti a livello mondiale si comportano allo stesso modo. Dobbiamo fare uno sforzo perché anche gli altri arrivino a questi risultati”. Sulla stessa linea d’onda il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz: “I leader oggi alla Conferenza del clima (Cop21) di Parigi hanno una responsabilità storica: dobbiamo trovare un accordo sul cambiamento climatico e lasciare un mondo migliore alle generazioni future“.

Hollande: “La sfida più importante di sempre”
Hollande ha affermato che “il mondo non ha mai affrontato una sfida così grande come quella sul futuro del pianeta, della vita. Per questo siamo qui a Parigi”. In un’intervista al quotidiano 20 minutes, il presidente aveva avvertito: “La storia giudicherà severamente i capi di Stato e di governo se avranno mancato l’appuntamento del dicembre 2015″. L’accordo sulle emissioni dovrà essere “vincolante” e prevedere un meccanismo di controllo per gli impegni assunti dai diversi Paesi “ogni cinque anni”. Il programma prevede il lancio dell’iniziativa “Missione innovazione”, con cui una ventina di Paesi, tra cui i cinque più popolosi e più inquinanti – Cina, Stati Uniti, India, Indonesia e Brasile – che si dovranno accordare per raddoppiare i propri investimenti in ricerca sull’energia pulita per affrontare il cambiamento climatico. Hollande e il primo ministro indiano, Narendra Modi, lanceranno la cosiddetta Alleanza solare, che ha lo scopo di riunire nazioni ricche di energia.

La cronaca: 317 fermati per gli scontri
Nel giorno in cui nella capitale francese prendono il via le due settimane di negoziati sulla lotta al cambiamento climatico e ai gas serra, sale a 317 il numero delle persone fermate in seguito agli scontri di domenica pomeriggio a Place de la République fra manifestanti ambientalisti e polizia. Sono state identificate in tutto 341 persone che, nonostante il divieto disposto dalle autorità francesi per motivi di sicurezza, hanno preso parte alla marcia contro la conferenza Cop21. Un gruppo di “tute nere” si è staccato dai militanti ambientalisti e ha marciato contro gli agenti prendendo di mira anche i fiori e i biglietti per le vittime degli attacchi del 13 novembre: “Incidenti scandalosi”, secondo il presidente francese François Hollande.

 

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