Il caso di Livorno e della sua azienda di raccolta rifiuti fa accadere l’impensabile. A diventare “mito” per un giorno per il Movimento Cinque Stelle è stato infatti Enrico Zanetti, sottosegretario all’Economia del governo Renzi, segretario nazionale di Scelta Civica, che è quel che resta del partito che fu fondato da Mario Monti e che ora ogni sondaggio misura sotto l’uno per cento. Cos’ha fatto Zanetti? Interrogato sulla questione dell’immondizia nella città toscana a Omnibus, su La7, ha dichiarato: “Su quello che sta avvenendo a Livorno, dico francamente e con chiarezza che farei la stessa e identica cosa. Anzi: è da fare un monumento al sindaco Nogarin che mette in concordato preventivo una società che non ha palesemente la possibilità di funzionare per come è messa e che solo attraverso formule di questo tipo potrà prevedere una sua rimessa in discussione forte“. E così il blog di Beppe Grillo si è trovato a rilanciare le parole del deputato veneto, che tra le altre cose ha anche aggiunto che la scelta di Nogarin “porta anche qualche momento di disagio” – riferendosi probabilmente al rischio per alcuni dei 500 posti di lavoro e alle proteste che hanno portato all’emergenza rifiuti -, ma “si fa un vero e proprio cambiamento epocale“.
E così, con tono ironico ma non troppo, il blog di Grillo ha subito preso a prestito le parole del sottosegretario, non nuovo a polemiche all’interno del governo: “Monumento? E’ un’ottima idea. Davanti al Nazareno ci starebbe benissimo”. Su twitter gli attivisti hanno rilanciato per tutto il giorno l’hashtag #unmonumentoperNogarin, mentre su facebook ha commentato anche il deputato e membro del direttorio M5s, Alessandro Di Battista: “Ora come si mettono i mentitori seriali? – scrive – La verità è che il M5S è la sola forza politica capace di mettere un punto alle partecipate/municipalizzate ridotte a ‘tangentifici’ o ‘poltronifici’. Il tutto per salvaguardare i lavoratori, non quei dirigenti messi lì solo dalla partitocrazia”.
Il problema è che le parole di Zanetti non sono piaciute invece all’interno del Pd che da giorni – al pari dei Cinque Stelle – sta giocando su Livorno una partita politica nazionale. Parole “inaccettabili” secondo il vicesegretario regionale del partito Antonio Mazzeo. “Si arriva a ipotizzare di voler fare un monumento a chi sta giocando sulla pelle di 500 famiglie – dice Mazzeo – E lo si fa, oltre tutto, liquidando una questione assai complessa in maniera talmente semplicistica che, non l’avesse detto in tv, verrebbe quasi da pensare che non possa essere vero”.
“La strada del cambiamento – continua Mazzeo che firma una nota insieme al consigliere regionale Gianni Anselmi, ex sindaco di Piombino – non può certo passare da un giudice che avoca a sé ogni decisione sul destino di così tanti lavoratori. Il futuro, piuttosto, sta nelle politiche di aggregazione delle aziende dei servizi pubblici locali, unica strada realistica e concreta per avere maggiore efficienza e garantire un miglior servizio ai cittadini. Da esponente di un governo che su questo ha una linea molto chiara, Zanetti dovrebbe saperlo bene. Oppure chiarirsi le idee che, evidentemente, in questo momento sono un po’ confuse”.
Zanetti nelle settimane scorse si era già messo in evidenza per uno scontro frontale con la direttrice dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi che lamentava i tagli al proprio personale. Il sottosegretario in quei giorni chiese anche le dimissioni della Orlandi. Dopo un incontro a Palazzo Chigi tra Zanetti e il presidente del Consiglio Matteo Renzi le posizioni si erano chiarite. E la Orlandi è rimasta dov’era.
Quanto alla questione specifica di Livorno, resta da aspettare sabato prossimo quando è convocata l’assemblea decisiva della municipalizzata: lì il sindaco Filippo Nogarin chiederà il concordato preventivo, anche se il consiglio comunale gli ha dato mandato di percorrere ogni strada per imbastire un dialogo con le controparti, in particolare lavoratori dell’Aamps e ditte dell’indotto. Gran parte di queste, peraltro, hanno già annunciato il loro no al concordato preventivo, la strada scelta dall’amministrazione per intraprendere un piano di rientro. Questo rifiuto mette la strada in salita per la salvezza dell’azienda. Sotto il profilo politico, invece, i 3 consiglieri del M5s che hanno votato in difformità dal resto del gruppo consiliare, secondo l’agenzia AdnKronos, ora rischiano l’espulsione dal Movimento e quindi il sindaco potrebbe trovarsi con una maggioranza risicata (anche se ha detto che la squadra che lo sostiene è coesa), mentre l’assessore all’Ambiente – contrario al concordato – ha lasciato l’amministrazione con parole al veleno, raccontando il suo mancato coinvolgimento nelle scelte su Aamps (nonostante la delega), ma anche “l’invito” di Nogarin a non presentarsi in consiglio comunale (espresso alla presenza, nella stanza di Nogarin, di consiglieri regionali e parlamentari del M5s). Il sindaco non ha replicato anche perché ha spiegato di voler far “stemperare” i toni dopo un consiglio incandescente che non ha visto solo spaccarsi il M5s, ma anche la rottura del dialogo con le opposizioni, simboleggiate dalle dimissioni della presidente dell’assemblea, eletta con una lista di sinistra. I prossimi giorni, insomma, si riveleranno di nuovo decisivi.
Politica
Rifiuti Livorno, “monumento per Nogarin”: l’uscita di Zanetti fa arrabbiare il Pd
Il sottosegretario all'Economia: "Solo così si fa un vero e proprio cambiamento epocale, io farei lo stesso". E il blog di Grillo rilancia la sua dichiarazione: "Ottima idea la statua. Magari davanti al Nazareno"
Il caso di Livorno e della sua azienda di raccolta rifiuti fa accadere l’impensabile. A diventare “mito” per un giorno per il Movimento Cinque Stelle è stato infatti Enrico Zanetti, sottosegretario all’Economia del governo Renzi, segretario nazionale di Scelta Civica, che è quel che resta del partito che fu fondato da Mario Monti e che ora ogni sondaggio misura sotto l’uno per cento. Cos’ha fatto Zanetti? Interrogato sulla questione dell’immondizia nella città toscana a Omnibus, su La7, ha dichiarato: “Su quello che sta avvenendo a Livorno, dico francamente e con chiarezza che farei la stessa e identica cosa. Anzi: è da fare un monumento al sindaco Nogarin che mette in concordato preventivo una società che non ha palesemente la possibilità di funzionare per come è messa e che solo attraverso formule di questo tipo potrà prevedere una sua rimessa in discussione forte“. E così il blog di Beppe Grillo si è trovato a rilanciare le parole del deputato veneto, che tra le altre cose ha anche aggiunto che la scelta di Nogarin “porta anche qualche momento di disagio” – riferendosi probabilmente al rischio per alcuni dei 500 posti di lavoro e alle proteste che hanno portato all’emergenza rifiuti -, ma “si fa un vero e proprio cambiamento epocale“.
E così, con tono ironico ma non troppo, il blog di Grillo ha subito preso a prestito le parole del sottosegretario, non nuovo a polemiche all’interno del governo: “Monumento? E’ un’ottima idea. Davanti al Nazareno ci starebbe benissimo”. Su twitter gli attivisti hanno rilanciato per tutto il giorno l’hashtag #unmonumentoperNogarin, mentre su facebook ha commentato anche il deputato e membro del direttorio M5s, Alessandro Di Battista: “Ora come si mettono i mentitori seriali? – scrive – La verità è che il M5S è la sola forza politica capace di mettere un punto alle partecipate/municipalizzate ridotte a ‘tangentifici’ o ‘poltronifici’. Il tutto per salvaguardare i lavoratori, non quei dirigenti messi lì solo dalla partitocrazia”.
Il problema è che le parole di Zanetti non sono piaciute invece all’interno del Pd che da giorni – al pari dei Cinque Stelle – sta giocando su Livorno una partita politica nazionale. Parole “inaccettabili” secondo il vicesegretario regionale del partito Antonio Mazzeo. “Si arriva a ipotizzare di voler fare un monumento a chi sta giocando sulla pelle di 500 famiglie – dice Mazzeo – E lo si fa, oltre tutto, liquidando una questione assai complessa in maniera talmente semplicistica che, non l’avesse detto in tv, verrebbe quasi da pensare che non possa essere vero”.
“La strada del cambiamento – continua Mazzeo che firma una nota insieme al consigliere regionale Gianni Anselmi, ex sindaco di Piombino – non può certo passare da un giudice che avoca a sé ogni decisione sul destino di così tanti lavoratori. Il futuro, piuttosto, sta nelle politiche di aggregazione delle aziende dei servizi pubblici locali, unica strada realistica e concreta per avere maggiore efficienza e garantire un miglior servizio ai cittadini. Da esponente di un governo che su questo ha una linea molto chiara, Zanetti dovrebbe saperlo bene. Oppure chiarirsi le idee che, evidentemente, in questo momento sono un po’ confuse”.
Zanetti nelle settimane scorse si era già messo in evidenza per uno scontro frontale con la direttrice dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi che lamentava i tagli al proprio personale. Il sottosegretario in quei giorni chiese anche le dimissioni della Orlandi. Dopo un incontro a Palazzo Chigi tra Zanetti e il presidente del Consiglio Matteo Renzi le posizioni si erano chiarite. E la Orlandi è rimasta dov’era.
Quanto alla questione specifica di Livorno, resta da aspettare sabato prossimo quando è convocata l’assemblea decisiva della municipalizzata: lì il sindaco Filippo Nogarin chiederà il concordato preventivo, anche se il consiglio comunale gli ha dato mandato di percorrere ogni strada per imbastire un dialogo con le controparti, in particolare lavoratori dell’Aamps e ditte dell’indotto. Gran parte di queste, peraltro, hanno già annunciato il loro no al concordato preventivo, la strada scelta dall’amministrazione per intraprendere un piano di rientro. Questo rifiuto mette la strada in salita per la salvezza dell’azienda. Sotto il profilo politico, invece, i 3 consiglieri del M5s che hanno votato in difformità dal resto del gruppo consiliare, secondo l’agenzia AdnKronos, ora rischiano l’espulsione dal Movimento e quindi il sindaco potrebbe trovarsi con una maggioranza risicata (anche se ha detto che la squadra che lo sostiene è coesa), mentre l’assessore all’Ambiente – contrario al concordato – ha lasciato l’amministrazione con parole al veleno, raccontando il suo mancato coinvolgimento nelle scelte su Aamps (nonostante la delega), ma anche “l’invito” di Nogarin a non presentarsi in consiglio comunale (espresso alla presenza, nella stanza di Nogarin, di consiglieri regionali e parlamentari del M5s). Il sindaco non ha replicato anche perché ha spiegato di voler far “stemperare” i toni dopo un consiglio incandescente che non ha visto solo spaccarsi il M5s, ma anche la rottura del dialogo con le opposizioni, simboleggiate dalle dimissioni della presidente dell’assemblea, eletta con una lista di sinistra. I prossimi giorni, insomma, si riveleranno di nuovo decisivi.
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Genova, 18 mar. (Adnkronos) - Tragedia nella notte a Genova in via Galliano, nel quartiere di Sestri Ponente, dove un ragazzo di 29 anni è morto in un incendio nell'appartamento in cui abitava. L'incendio ha coinvolto 15 persone di cui quattro rimaste ferite, la più grave la madre del 29enne, ricoverata in codice rosso al San Martino. Altre tre persone sono state ricoverate in codice giallo all'ospedale di Villa Scassi. Sul posto la polizia che indaga sulla dinamica.
Dalle prime informazioni si sarebbe trattato di un gesto volontario del giovane che si sarebbe dato fuoco.
Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.