“E’ come un torneo di Risiko. Ma in alcuni casi riorganizzare il lavoro rispettando le nuove norme è materialmente impossibile, perché non c’è abbastanza personale. L’unica soluzione è lo sblocco del turnover: altrimenti non so come faremo ad andare avanti”. A parlare è Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici di Milano, e sul tavolo non c’è un gioco di strategia ma il funzionamento del sistema sanitario nazionale. Che dalla settimana scorsa è alle corde. Il 25 novembre è infatti entrata in vigore la legge che recepisce in Italia la direttiva europea del 2003 sui turni e i riposi obbligatori dei camici bianchi, degli infermieri e degli ostetrici. In base alla quale nessuno deve lavorare più di tredici ore di fila e tutti hanno diritto a uno stacco di almeno 11 ore tra un turno e l’altro e a 24 ore consecutive a settimana di riposo.
Peccato che nonostante i dodici anni di “riflessione” i governi che si sono avvicendati a Roma non siano riusciti a garantire le condizioni per rispettare la norma. Così, in attesa di scoprire se il tandem Renzi-Padoan troverà le coperture per il concorso straordinario per l’assunzione di medici e infermieri annunciato la settimana scorsa dal ministro alla Salute Beatrice Lorenzin, direttori sanitari e capisala cercano di risolvere il puzzle con le risorse disponibili. Tenendo ben presente che le assicurazioni non coprono più gli eventuali errori medici commessi fuori turno. La coperta però è troppo corta e il risultato, paradossalmente, è opposto rispetto all’obiettivo di avere personale più riposato e concentrato.
“Situazione al collasso: per coprire i buchi ci chiamano al lavoro nei giorni di riposo” -“La situazione è al collasso“, racconta a ilfattoquotidiano.it un’ostetrica del Centro-Nord. “La maggior parte di noi viene richiamata al lavoro durante i giorni di riposo per coprire i turni che all’improvviso rimangono senza personale. Potremmo rifiutarci e costringere l’azienda a un ordine di servizio: solo così dall’alto potrebbero rendersi conto dell’emergenza. Però siamo tutti nella stessa barca e per non mettere in difficoltà le colleghe finiamo per andare a dare una mano. Ma l’azienda è costretta a pagarci una marea di straordinari: probabilmente sarebbe più conveniente assumere nuove persone. Senza contare il fatto che i pagamenti avvengono in ritardo e temiamo che in molti casi non ci saranno”. Ci vanno di mezzo anche le ferie: “L’emergenza è tale che ci hanno chiesto di rinunciare, fatte salve due settimane d’estate. Durante l’anno non possiamo fare richieste di stacco. Anche chiedere un weekend libero non previsto diventa un problema: i colleghi sono già mobilitati fino al limite e non è possibile cambiare i turni”.
Il presidente dell’ordine dei medici di Milano: “Così aumenterà il precariato” – “Siamo soddisfatti della riforma, ma la sua applicazione è perversa: la toppa è peggiore del buco”, chiosa Rossi, presidente dell’ordine milanese. E il rischio è che per allungare una coperta troppo corta si ricorra in modo ancora più pesante al precariato. Ovvero a “giovani collaboratori con partite Iva pagati il 25 per cento in meno di un dipendente, che possono essere buttati fuori dall’ospedale da un momento all’altro. Basta una cattiva risposta data al primario”. E, per restare ai giovani, alcuni specializzandi riferiscono di essersi sentiti “consigliare” dai superiori di non pretendere il riposo previsto dalla legge. Con l’incognita della copertura assicurativa per i rischi professionali, non garantita fuori dagli orari imposti da Bruxelles.
Per gli infermieri turni 7-21 con un’ora di stacco e incognita urgenze – Non se la passano meglio gli infermieri. “Fare il turno del pomeriggio e il giorno dopo quello della mattina, come era normale fino al 25 novembre, non è più possibile perché lo stacco tra uno e l’altro è troppo breve”, spiega un’infermiera assunta in un ospedale del Nordest. “L’unica possibilità è uscire un’ora prima, ma in quel modo in corsia restano solo tre colleghi: troppo pochi. In altri reparti, poi, le caposala hanno chiesto di rimanere al lavoro dalle 7 del mattino alle 21 con un’ora di pausa pranzo”. Così il turno è di 13 ore esatte e la legge è rispettata, ma la fatica si sente. “Chiedere un cambio, poi, prima era all’ordine del giorno mentre ora è quasi impossibile. Per chi ha famiglia è un problema”. Andrea Bottega, segretario nazionale del sindacato Nursind, rincara la dose: la strategia adottata dalla maggior parte delle strutture, racconta, “sono i turni da 12 ore consecutive al posto dei classici tre (mattino, pomeriggio e notte). In questo modo, considerando le 36 ore settimanali di lavoro, la risorsa ha un giorno di riposo in più in cui può essere contattata dall’ospedale in caso di assenze improvvise. Un escamotage per sopperire alla carenza di personale”. Resta poi irrisolto il nodo delle urgenze: “Quando l’infermiere è reperibile e il suo riposo viene interrotto o sospeso, le 11 ore devono essere ricalcolate da zero o sommate al riposo antecedente? Molte regioni hanno indicato la seconda opzione, ma aspettiamo chiarimenti dal ministero del Lavoro”. Terzo problema: le indennità. “Se l’infermiere lavora su due turni da 12 ore percepisce un compenso minore di chi invece è in servizio su tre turni diversi, mattino, pomeriggio e notte”.
Il sindacalista: “Per i pazienti liste di attesa più lunghe e operazioni rimandate” – Intanto i pazienti in alcuni casi hanno già iniziato a subire conseguenze: liste di attesa più lunghe e slittamento di operazioni già programmate. “Ogni azienda sta facendo il possibile per garantire le 11 ore di riposo al giorno, ma rimangono diversi nodi da sciogliere”, spiega a ilfattoquotidiano.it Fabio Florianello, presidente del Consiglio nazionale del sindacato dei medici dirigenti (Anaao) e segretario amministrativo Anaao Lombardia. “I nuovi orari di riposo hanno comportato subito rallentamenti negli interventi di chirurgia programmata e un allungamento delle liste di attesa per esami e visite in generale. Se il governo farà nuove assunzioni, dove andranno a finire? È importante saperlo, così l’amministrazione dell’ospedale è cosciente dei sacrifici che dovrà sostenere”.
In attesa del concorso straordinario le Regioni si muovono in ordine sparso – Ma sul fronte assunzioni tutto tace da quando, il 16 novembre, la Lorenzin ha detto in aula alla Camera che sarà avviata una “procedura concorsuale straordinaria per l’assunzione di personale medico e infermieristico con una quota di posti riservata alla stabilizzazione del personale precario”. “Ho dato indicazione ai miei uffici di elaborare, in collaborazione con la presidenza del Consiglio, il Mef e la Funzione pubblica, una proposta normativa in grado di scongiurare le criticità a livello di singole strutture sanitarie”, ha spiegato. Il portavoce del ministro si limita a far sapere che si lavora per inserire nella legge di Stabilità il via libera a 5-6mila assunzioni tra medici e infermieri. Ovviamente il nodo sono i soldi. E bisogna trovarli in fretta, perché entro l’inizio della prossima settimana l’esecutivo deve presentare alla Camera i propri emendamenti. Nel frattempo le Regioni si muovono in ordine sparso. Per esempio la Lombardia il 27 novembre ha approvato una determina che prevede entro fine 2016 la creazione 6.317 nuovi posti di lavoro in asl, aziende ospedaliere e Irccs, per un costo complessivo (tra vecchi e nuovi assunti) di oltre 5 miliardi di euro. Ma è un’eccezione: cifre del genere sono chiaramente insostenibili per i governatori alle prese con piani di rientro dal disavanzo sanitario.
Lavoro & Precari
Sanità, “con nuovi orari di lavoro ospedali al collasso”. Medici e infermieri: “Ci chiamano anche nei giorni di riposo”
Dal 25 novembre direttori sanitari e capisala sono alle prese con un Risiko impossibile da risolvere senza nuove assunzioni. Il ministro Lorenzin ha promesso un concorso straordinario, ma per ora tutto tace. Intanto i pazienti iniziano a subirne le conseguenze. E chi lavora quando non dovrebbe non ha copertura assicurativa. Intanto le liste d'attesa si allungano
“E’ come un torneo di Risiko. Ma in alcuni casi riorganizzare il lavoro rispettando le nuove norme è materialmente impossibile, perché non c’è abbastanza personale. L’unica soluzione è lo sblocco del turnover: altrimenti non so come faremo ad andare avanti”. A parlare è Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici di Milano, e sul tavolo non c’è un gioco di strategia ma il funzionamento del sistema sanitario nazionale. Che dalla settimana scorsa è alle corde. Il 25 novembre è infatti entrata in vigore la legge che recepisce in Italia la direttiva europea del 2003 sui turni e i riposi obbligatori dei camici bianchi, degli infermieri e degli ostetrici. In base alla quale nessuno deve lavorare più di tredici ore di fila e tutti hanno diritto a uno stacco di almeno 11 ore tra un turno e l’altro e a 24 ore consecutive a settimana di riposo.
Peccato che nonostante i dodici anni di “riflessione” i governi che si sono avvicendati a Roma non siano riusciti a garantire le condizioni per rispettare la norma. Così, in attesa di scoprire se il tandem Renzi-Padoan troverà le coperture per il concorso straordinario per l’assunzione di medici e infermieri annunciato la settimana scorsa dal ministro alla Salute Beatrice Lorenzin, direttori sanitari e capisala cercano di risolvere il puzzle con le risorse disponibili. Tenendo ben presente che le assicurazioni non coprono più gli eventuali errori medici commessi fuori turno. La coperta però è troppo corta e il risultato, paradossalmente, è opposto rispetto all’obiettivo di avere personale più riposato e concentrato.
“Situazione al collasso: per coprire i buchi ci chiamano al lavoro nei giorni di riposo” -“La situazione è al collasso“, racconta a ilfattoquotidiano.it un’ostetrica del Centro-Nord. “La maggior parte di noi viene richiamata al lavoro durante i giorni di riposo per coprire i turni che all’improvviso rimangono senza personale. Potremmo rifiutarci e costringere l’azienda a un ordine di servizio: solo così dall’alto potrebbero rendersi conto dell’emergenza. Però siamo tutti nella stessa barca e per non mettere in difficoltà le colleghe finiamo per andare a dare una mano. Ma l’azienda è costretta a pagarci una marea di straordinari: probabilmente sarebbe più conveniente assumere nuove persone. Senza contare il fatto che i pagamenti avvengono in ritardo e temiamo che in molti casi non ci saranno”. Ci vanno di mezzo anche le ferie: “L’emergenza è tale che ci hanno chiesto di rinunciare, fatte salve due settimane d’estate. Durante l’anno non possiamo fare richieste di stacco. Anche chiedere un weekend libero non previsto diventa un problema: i colleghi sono già mobilitati fino al limite e non è possibile cambiare i turni”.
Il presidente dell’ordine dei medici di Milano: “Così aumenterà il precariato” – “Siamo soddisfatti della riforma, ma la sua applicazione è perversa: la toppa è peggiore del buco”, chiosa Rossi, presidente dell’ordine milanese. E il rischio è che per allungare una coperta troppo corta si ricorra in modo ancora più pesante al precariato. Ovvero a “giovani collaboratori con partite Iva pagati il 25 per cento in meno di un dipendente, che possono essere buttati fuori dall’ospedale da un momento all’altro. Basta una cattiva risposta data al primario”. E, per restare ai giovani, alcuni specializzandi riferiscono di essersi sentiti “consigliare” dai superiori di non pretendere il riposo previsto dalla legge. Con l’incognita della copertura assicurativa per i rischi professionali, non garantita fuori dagli orari imposti da Bruxelles.
Per gli infermieri turni 7-21 con un’ora di stacco e incognita urgenze – Non se la passano meglio gli infermieri. “Fare il turno del pomeriggio e il giorno dopo quello della mattina, come era normale fino al 25 novembre, non è più possibile perché lo stacco tra uno e l’altro è troppo breve”, spiega un’infermiera assunta in un ospedale del Nordest. “L’unica possibilità è uscire un’ora prima, ma in quel modo in corsia restano solo tre colleghi: troppo pochi. In altri reparti, poi, le caposala hanno chiesto di rimanere al lavoro dalle 7 del mattino alle 21 con un’ora di pausa pranzo”. Così il turno è di 13 ore esatte e la legge è rispettata, ma la fatica si sente. “Chiedere un cambio, poi, prima era all’ordine del giorno mentre ora è quasi impossibile. Per chi ha famiglia è un problema”. Andrea Bottega, segretario nazionale del sindacato Nursind, rincara la dose: la strategia adottata dalla maggior parte delle strutture, racconta, “sono i turni da 12 ore consecutive al posto dei classici tre (mattino, pomeriggio e notte). In questo modo, considerando le 36 ore settimanali di lavoro, la risorsa ha un giorno di riposo in più in cui può essere contattata dall’ospedale in caso di assenze improvvise. Un escamotage per sopperire alla carenza di personale”. Resta poi irrisolto il nodo delle urgenze: “Quando l’infermiere è reperibile e il suo riposo viene interrotto o sospeso, le 11 ore devono essere ricalcolate da zero o sommate al riposo antecedente? Molte regioni hanno indicato la seconda opzione, ma aspettiamo chiarimenti dal ministero del Lavoro”. Terzo problema: le indennità. “Se l’infermiere lavora su due turni da 12 ore percepisce un compenso minore di chi invece è in servizio su tre turni diversi, mattino, pomeriggio e notte”.
Il sindacalista: “Per i pazienti liste di attesa più lunghe e operazioni rimandate” – Intanto i pazienti in alcuni casi hanno già iniziato a subire conseguenze: liste di attesa più lunghe e slittamento di operazioni già programmate. “Ogni azienda sta facendo il possibile per garantire le 11 ore di riposo al giorno, ma rimangono diversi nodi da sciogliere”, spiega a ilfattoquotidiano.it Fabio Florianello, presidente del Consiglio nazionale del sindacato dei medici dirigenti (Anaao) e segretario amministrativo Anaao Lombardia. “I nuovi orari di riposo hanno comportato subito rallentamenti negli interventi di chirurgia programmata e un allungamento delle liste di attesa per esami e visite in generale. Se il governo farà nuove assunzioni, dove andranno a finire? È importante saperlo, così l’amministrazione dell’ospedale è cosciente dei sacrifici che dovrà sostenere”.
In attesa del concorso straordinario le Regioni si muovono in ordine sparso – Ma sul fronte assunzioni tutto tace da quando, il 16 novembre, la Lorenzin ha detto in aula alla Camera che sarà avviata una “procedura concorsuale straordinaria per l’assunzione di personale medico e infermieristico con una quota di posti riservata alla stabilizzazione del personale precario”. “Ho dato indicazione ai miei uffici di elaborare, in collaborazione con la presidenza del Consiglio, il Mef e la Funzione pubblica, una proposta normativa in grado di scongiurare le criticità a livello di singole strutture sanitarie”, ha spiegato. Il portavoce del ministro si limita a far sapere che si lavora per inserire nella legge di Stabilità il via libera a 5-6mila assunzioni tra medici e infermieri. Ovviamente il nodo sono i soldi. E bisogna trovarli in fretta, perché entro l’inizio della prossima settimana l’esecutivo deve presentare alla Camera i propri emendamenti. Nel frattempo le Regioni si muovono in ordine sparso. Per esempio la Lombardia il 27 novembre ha approvato una determina che prevede entro fine 2016 la creazione 6.317 nuovi posti di lavoro in asl, aziende ospedaliere e Irccs, per un costo complessivo (tra vecchi e nuovi assunti) di oltre 5 miliardi di euro. Ma è un’eccezione: cifre del genere sono chiaramente insostenibili per i governatori alle prese con piani di rientro dal disavanzo sanitario.
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.