Roma, 1 gen. (Adnkronos) - Spes contra spem, la speranza contro ogni speranza. Potrebbe trovare sintesi nelle parole della lettera di San Paolo ai Romani il decimo messaggio di fine anno rivolto agli italiani dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato parla ancora una volta in piedi, dalla sala del Lucernaio, con sullo sfondo il suo studio privato, quasi a voler sottolineare anche visivamente la volontà di stabilire un filo diretto tra le Istituzioni, ed in particolare quella più alta, e i cittadini.
Quelle che segnano il passaggio dal vecchio al nuovo anno "sono ore di speranza nel futuro", e "tocca a noi saperla tradurre in realtà", perché, ricorda Mattarella "la speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà". Le nostre scelte". A partire dal "rispetto verso gli altri, primo passo per una società più accogliente, più rassicurante, più capace di umanità". Soprattutto "in un tempo segnato, oltre che dalle guerre, da squilibri, da conflitti".
Spes contra spem, parole scelte da Giorgio La Pira per ispirare e raccontare il suo impegno per la pace, mentre Aldo Moro considerava la speranza "la certezza delle cose future". Due punti di riferimento del Capo dello Stato, che di fronte "alle barbarie" che "non risparmiano neppure il Natale e le festività più sentite", sottolinea che "mai come adesso la pace grida la sua urgenza", ribadendo "che non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi".
E "in queste ore" in cui siamo accomunati dall'"angoscia per la detenzione di Cecilia Sala, in attesa di rivederla al più presto in Italia", dobbiamo ricordare "ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità".
Anche da questo emerge l'immagine di una realtà che "presenta contraddizioni che generano smarrimento, sgomento, talvolta senso di impotenza. Sembra che il mondo sia sottoposto a una allarmante forza centrifuga, capace di dividere, di allontanare, di radicalizzare le contrapposizioni".
Ad esempio, Mattarella sottolinea che "a livello globale aumenta in modo esponenziale la ricchezza di pochissimi mentre si espande la povertà di tanti". Denuncia "la crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina, che ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico. Una sconfortante sproporzione".
Ma "luci e ombre", evidenzia il Capo dello Stato "riguardano anche la nostra Italia. La scienza, la ricerca, le nuove tecnologie aprono possibilità inimmaginabili fino a poco tempo addietro per la cura di malattie ritenute inguaribili", ma "numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari".
"I dati dell’occupazione sono incoraggianti. Resistono tuttavia aree di precarietà, di salari bassi, di lavoratori in cassa integrazione. L’export italiano registra dati positivi, e così il turismo. Con questo aspetto confortante stride il fenomeno dei giovani che vanno a lavorare all’estero perché non trovano alternative, spesso dopo essersi laureati. Tra Nord e Sud c’è una disuguale disponibilità di servizi. Continua il pericolo dell’abbandono delle aree interne e montane. Colmare queste distanze. Assicurare un'effettiva pienezza di diritti è il nostro compito".
Il Presidente della Repubblica mette poi in risalto la preoccupazione per il "fenomeno della violenza" che "diviene ancor più allarmante quando coinvolge i nostri ragazzi. Bullismo, risse, uso di armi. Preoccupante diffondersi del consumo di alcool e di droghe, vecchie e nuove, anche tra i giovanissimi".
Le ombre lasciano però nuovamente spazio alle luci, perchè "i giovani sono la grande risorsa del nostro Paese. Possiamo contare sul loro entusiasmo, sulla loro forza creativa, sulla generosità che manifestano spesso. Abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio, di dare risposte concrete alle loro esigenze, alle loro aspirazioni. La precarietà e l’incertezza che avvertono le giovani generazioni vanno affrontate con grande impegno anche perché vi risiede una causa rilevante della crisi delle nascite che stiamo vivendo".
"Si intrecciano, quindi -è ancora la sintesi di Mattarella- straordinarie potenzialità e punti di debolezza da risolvere. Impegniamoci per una comune speranza che ci conduca con fiducia verso il futuro".
E il Capo dello Stato indica anche un possibile percorso da intraprendere: "L’Istituto della Enciclopedia italiana Treccani ha scelto, come parola dell’anno, 'rispetto'. Il rispetto verso gli altri rappresenta il primo passo per una società più accogliente, più rassicurante, più capace di umanità. Il primo passo sulla strada per il dialogo, la collaborazione, la solidarietà, elementi su cui poggia la nostra civiltà".
"Rispetto della vita, della sicurezza di chi lavora. Gli incidenti mortali -tutti- si possono e si devono prevenire. Rispetto della dignità per chi si trova in carcere. Il sovraffollamento contrasta" con la Costituzione "e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario. I detenuti devono potere respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine".
Intreccio tra luci ed ombre, fiducia nonostante squilibri e conflitti, guardare al futuro traendo linfa da quanto accaduto nell'anno che si chiude. "Ho incontrato -racconta Mattarella- valori e comportamenti positivi e incoraggianti nel volto, nei gesti, nelle testimonianze di tanti nostri concittadini. Li ho incontrati nel coraggio di chi ha saputo trasformare il suo dolore, causato da un evento della vita, in una missione per gli altri. Li ho letti nelle parole di Sammy Basso che insegnano a vivere una vita piena, oltre ogni difficoltà".
"Si trovano nel rumore delle ragazze e dei ragazzi che non intendono tacere di fronte allo scandalo dei femminicidi. Siamo stati drammaticamente coinvolti nell’orrore per l’inaccettabile sorte di Giulia Cecchettin e, come lei, di tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile e, in realtà, non rispettano neppure sé stessi. Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime. Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro, del loro essere protagoniste".
E qui torna il riferimento alla speranza. "Ho fatto riferimento -sottolinea il Capo dello Stato- ad alcuni esempi di persone che hanno scelto di operare per il bene comune perché è proprio questa trama di sentimenti, di valori, di tensione ideale quel che tiene assieme le nostre comunità e traduce in realtà quella speranza collettiva che insieme vogliamo costruire. È questa medesima trama che ci consentirà di evitare quelle divaricazioni che lacerano le nostre società producendo un deserto di relazioni, un mondo abitato da tante solitudini. Siamo tutti chiamati ad agire, rifuggendo da egoismo, rassegnazione o indifferenza".
Il Presidente della Repubblica invita allora a guardare al "patriottismo" che si manifesta "nella quotidiana esperienza di tanti nostri concittadini". Quello "degli allievi della nostra Marina militare, su nave Trieste, all’avvio del loro servizio per l’Italia e per i suoi valori costituzionali. Come stanno facendo in questo momento tanti nostri militari in diversi teatri operativi. Quello dei medici dei pronto soccorso, che svolgono il loro servizio in condizioni difficili e talvolta rischiose. Quello dei nostri insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani. Di chi fa impresa con responsabilità sociale e attenzione alla sicurezza. Di chi lavora con professionalità e coscienza. Di chi studia e si prepara alle responsabilità che avrà presto. Di chi si impegna nel volontariato. Degli anziani che assicurano sostegno alle loro famiglie".
"È patriottismo -sottolinea ancora Mattarella- quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità. È fondamentale creare percorsi di integrazione e di reciproca comprensione perché anche da questo dipende il futuro delle nostre società".
Approccio realistico ma non ansiogeno anche quando si parla di sicurezza, "una preoccupazione dei cittadini" che richiede "massimo sostegno alle vittime dei reati". Occorre ricordare che "dal Rapporto Censis, sulla base di dati del ministero dell’Interno, risulta che, dal 2013 al 2024, sono stati raggiunti risultati significativi sul fronte della prevenzione, con una forte riduzione degli omicidi volontari, delle rapine, dei furti nelle abitazioni". Tuttavia "si affacciano nuovi odiosi fenomeni, a partire dalle truffe agli anziani, alle aggressioni via web ai ragazzi, alla violenza di strada, crimini contro i quali le Forze dell’Ordine sono fortemente impegnate".
E guardando al futuro, Mattarella conclude ricordando che "nel 2025 celebreremo gli ottanta anni dalla Liberazione. È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità. Una ricorrenza importante. Reca con sé il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia".
"Sono valori che animano la vita del nostro Paese, le attese delle persone, le nostre comunità. Si esprimono e si ricompongono attraverso l’ampia partecipazione dei cittadini al voto, che rafforza la democrazia; attraverso la positiva mediazione delle istituzioni verso il bene comune, il bene della Repubblica: è questo il compito alto che compete alla politica. Siamo chiamati a consolidare e sviluppare le ragioni poste dalla Costituzione alla base della comunità nazionale. È un’impresa che si trasmette da una generazione all’altra". (di Sergio Amici)
Mondo
Elezioni Francia, effetto Isis trascina il Front National. Ma non a Parigi. Le Pen: “E’ la rivolta contro le élite”
1 /10 Lille, conferenza stampa di Marine Le Pen
Secondo i sondaggisti gli attacchi del 13 novembre scorso hanno regalato tra i 2 e i 3 punti all'estrema destra, ma non nella capitale dove il partito non supera il 10 per cento. In base a una stima realizzata da France Info, la leader nazionalista è quella che ha ottenuto più successo tra gli elettori under 25. Intanto i socialisti hanno annunciato il ritiro in tre regioni per fare fronte comune al secondo turno, ma in Alsazia il candidato ha rifiutato di obbedire e al tempo stesso l'ex presidente ha rifiutato il soccorso del partito di Hollande. Tweet antisemita di Jean-Marie Le Pen
Un’ondata “blu Marine” travolge la Francia al primo turno delle elezioni Regionali e lo fa anche grazie all’effetto degli attentati di Parigi. Ma non a Parigi. Secondo i sondaggisti, gli attacchi dell’Isis del 13 novembre scorso hanno regalato tra i 2 e i 3 punti all’estrema destra facendola volare al 28 per cento. Nella capitale invece si è fermata al 9,65 per cento e nel quartiere dove hanno colpito i terroristi (11esimo arrondisement) addirittura al 7,49 per cento. “Parigi”, ha commentato il sindaco socialista Anne Hidalgo, “è e resterà una città dove i valori di libertà, uguaglianza e fraternità sono lingua corrente. Il popolo ha sfidato la paura rispondendo nelle urne con una dignità che ha smontato la strategia dei terroristi e che mi ispira un immenso orgoglio”.
Le Pen: “E’ la rivolta del popolo contro le élite” – La cartina della Francia il giorno dopo il primo turno mostra 6 regioni su 13 dove il Front National è in testa (27,96 per cento), mentre Les Republicains arrivano al 26,89 e il Partito socialista al 23,33 per cento. Il partito della Le Pen, secondo una stima realizzata dalla radio pubblica France Info, è stato il più votato dai giovani tra i 18 e i 24 anni. L’affluenza alle urne è stata del 50,38%, quattro punti sopra a quella delle scorse consultazioni regionali. “E’ la rivolta del popolo contro le élite“, ha detto alla radio Rtl la presidente. “I cittadini non sopportano più il disprezzo di una classe politica che per anni ha difeso i suoi interessi e non quelli del popolo”. E’ un risultato storico quello dell’estrema destra che in sei anni ha triplicato i suoi successi: domenica 6 dicembre ha ottenuto poco più di 6 milioni di voti, mentre alle Regionali del 2010 si era fermata al 11,4 per cento, alle Europee del 2014 aveva raggiunto il 24,9 per cento e alle dipartimentali di marzo scorso il 25,2 per cento. “Questo risultato”, ha concluso Le Pen, “è stato ottenuto nonostante le ingiurie contro il mio partito e non è una sorpresa, ma è il frutto di una lunga ascesa”. La leader nazionalista ha anche ricevuto i complimenti di vari politici europei (compreso il segretario della Lega Nord Matteo Salvini). Tra i primi c’è stato Geert Wilders, il leader del partito di estrema destra islamofobo olandese: “Superbe”, ha scritto in francese su Twitter.
L’Humanité e Le Figarò: “Choc”. Le Monde: “Risultato storico” – I quotidiani francesi L’Humanité (comunista) e Le Figarò (destra) titolano entrambi con la parola “choc”, ma la Francia da mesi aveva segnali della crescita del Front National. “Il salto storico“, è invece il titolo in prima pagina del quotidiano Le Monde. “Come si è potuti arrivare a questo punto?”, si legge, “Come un partito reazionario e xenofobo, mosso, nonostante tutto ciò che viene detto, da un’ideologia contraria ai valori della repubblica e con proposte demagogiche e pericolose, può oggi apparire come una soluzione per oltre un elettore su quattro? Come concepire che sia in grado di presiedere, da solo, il destino di quasi un quarto della popolazione francese?”. Per il quotidiano “gli attentati jihadisti del 13 novembre a Parigi hanno consentito (al Fronte, ndr.) di fare il collegamento tra l’immigrazione di sempre, la crisi migratoria attuale, la presenza in Francia della più forte comunità musulmana d’Europa e la minaccia terroristica. In un Paese scombussolato e ansioso, con i nervi a fior di pelle, quest’equazione della paura ha devastato tutto”.
Male la destra di Sarkozy, la sinistra cerca il fronte comune per i ballottaggi – Il partito di Sarkozy non ottiene il risultato sperato e perde ancora voti rispetto alle elezioni della primavera scorsa (in quel caso aveva registrato un 29,5 per cento). Sarkozy nel suo discorso ha fatto appello agli astenuti per il ballottaggio di domenica 13 dicembre e rifiutato qualsiasi alleanza a sinistra. Ma potrebbe non bastare. Il segretario del Partito socialista Jean-Christophe Cambadelis ha annunciato il ritiro delle liste nelle tre regioni dove sono arrivati terzi, anche se nel Grande Est (Alsazia-Lorena-Champagne-Ardenne), il candidato locale Jean-Pierre Masseret detto di non voler accettare la direttiva. Chi è pronto a fare accordi con i socialisti sono i Verdi (3,87%) e il Front de gauche (2,52%). “Il Partito Socialista”, ha commentato la Le Pen, “come la setta del tempio solare, ha deciso un suicidio collettivo. Questo ritiro è forse l’inizio della sparizione pura e semplice. Votate Fn per far sparire i socialisti. Gli elettori sono liberi e non amano i giochi politici“. Il leader dei Repubblicani ed ex presidente francese ha invece imposto la sua linea “né ritiro né fusione”. Uniche voci discordanti sono stati l’ex primo ministro Jean Pierre Raffarin e l’ex ministro dell’Ecologia Nathalie Kosciusko-Morizet, numero due del partito. Sarkozy ha affrontato le elezioni spingendo il suo partito verso destra per battere la concorrenza del Front National. E non intende derogare da questa scelta, stringendo accordi con i socialisti pur di sconfiggere al secondo turno l’estrema destra.
Le strategie in vista del secondo turno però sono appena cominciate. Nel primo sondaggio sui ballottaggi di domenica prossima, si nota che il 59% dei francesi voterebbe per le liste della destra dei Republicains alleata con il centro UDI-MoDem se si trovasse opposta al Front National (che raccoglierebbe il 41%). Nel caso di triangolari, secondo l’istituto Odoxa, il centrodestra sarebbe al 35%, la sinistra al 34% e il Fn al 31%.
A Calais (“Lampedusa del nord”) Front National al 50 per cento – Tra i risultati da segnalare c’è sicuramente la città di Calais. Nel porto francese affacciato sulla Manica dove sostano migliaia di esiliati nella speranza di raggiungere la Gran Bretagna, sbanca la retorica anti-migranti del Front National. Qui, nel primo turno delle elezioni regionali, il partito di estrema destra ha raccolto il 49,10% delle preferenze. E mentre l’ex-bastione comunista da 72.000 abitanti – anche noto come la ‘Lampedusa del Nord’– si trasforma in una delle roccaforti del Fronte, nella sua tendopoli ribattezzata ‘la giungla’ oltre seimila rifugiati continuano a vivere in condizioni disperate.
Il Tweet antisemita di Jean-Marie Le Pen – Nel clima di trionfo del Front National non è mancato l’inconveniente di famiglia. Jean-Marie Le Pen ha guastato la festa a Marine e Marion-Maréchal Le Pen. Il fondatore del Front National, sconfessato dalla figlia per le sue provocazioni di connotazione xenofoba e razzista, ha pubblicato nella serata di domenica 6 dicembre su Twitter un video che incendia gli spiriti dei social network. Per molti non ci sono dubbi: si tratta di una nuova provocazione di natura “antisemita”. Nel filmato postato dal patriarca ormai espulso dal Front National, si vede Christian Estrosi, il candidato neogollista nella regione Provence-Alpes-Cote-d’Azur – arrivato questa sera al secondo posto dietro alla nipotina Marion Maréchal Le Pen – mentre balla con un gruppo di ebrei e rabbini. “Contre mauvaise fortune bon coeur” (Buon viso a cattivo gioco), commenta il fondatore Fn. Una nuova provocazione che si aggiunge alla lunga serie di uscite sugli ebrei e le camere a gas naziste dell’ex leader nazionalista.
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Roma 1 gen. (Adnkronos) - Sono stati 10 milioni 725 mila 454 gli spettatori che ieri sera hanno assistito in tv al messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in aumento di circa 100mila rispetto allo scorso anno, quando erano stati 10 milioni 647 mila 140. Cresce anche lo share, che passa dal 65,13 per cento al 68,36. Nel dato non sono comprese le visioni tramite web in diretta o differita.
Rimane il record di ascolti per un messaggio di fine anno di Mattarella e in generale di un Capo dello Stato registrato nel 2020, quando con 15 milioni 272 mila 170 spettatori risultò il più visto dal 1986, anno in cui sono iniziate le rilevazioni dell'Auditel.
Cifra superiore ai 15 milioni 15 mila registrati da Oscar Luigi Scalfaro nel 1993; ai 14 milioni 825 mila spettatori di Francesco Cossiga del 1991; e ai 14 milioni 364 mila sempre di Scalfaro del 1992.
Tornando ai raffronti con gli anni precedenti, nel 2015, per il primo messaggio di Mattarella, i telespettatori furono 10 milioni 75 mila 487, con uno share del 56 per cento; nel 2016 10 milioni 60 mila 189 (58,63); nel 2017 9 milioni 700 mila 277 (55,58); nel 2018 10 milioni 525 mila 49 (62,13), nel 2019 10 milioni 121 mila 552 (59,51). Nel 2020 come detto il record di 15 milioni 272 mila 170 (64,95), mentre nel 2021 gli spettatori furono 13 milioni, 541 mila 758, con uno share del 65,94. Infine nel 2022 erano stati 10 milioni 643 mila 452.
Per quanto riguarda il messaggio di ieri sera 5 milioni 41mila 931 telespettatori hanno seguito il messaggio su Raiuno; 470mila 497 su Raidue; 785mila 339 su Raitre; 43mila 412 su Rainews 24, per complessivi 6 milioni 341mila 179 sui canali della tv pubblica.
Per quanto riguarda le emittenti private, 2 milioni 998mila 325 i telespettatori su Canale 5; 328mila 655 su Retequattro; 25mila 310 su Tgcom 24; 860mila 691 su La7; 44mila 987 su Tv2000; 103mila 665 su Sky Tg 24 e 22mila 642 sempre su Sky Tg24 ma digitale, per complessivi 4 milioni 384 mila 275.
Roma, 1 gen. (Adnkronos) - “Al presidente Mattarella il nostro ringraziamento per aver sottolineato nel suo messaggio di ieri il patriottismo di tanti italiani che si sono distinti. Dai nostri militari alle forze dell'ordine che, sia in Italia che all’estero, proteggono la libertà e la sicurezza. I medici, gli insegnanti, i lavoratori, gli studenti, gli anziani, i volontari, di chiunque, in qualsiasi ruolo, rispetti i principi costituzionali". Lo afferma il presidente dei senatori di Fi, Maurizio Gasparri.
"La crescita dell’occupazione, dell’export e del turismo sono chiari segnali della crescente ‘forza attrattiva’ dell’Italia. È importante poi essere vigili sui rischi del web, sulla violenza che si diffonde attraverso la rete, ma anche dare fiducia ai giovani, tutelandoli però dalla cultura del divertimento a tutti i costi e dalle droghe, sia quelle vecchie che le nuove. L’impegno per la pace, la solidarietà per Cecilia Sala perseguitata in Iran, per gli israeliani rapiti da Hamas, il ruolo della ricerca, le sofferenze derivanti dalle troppe violenze, ma anche il crescente protagonismo delle donne, l’emergenza nelle carceri e molti altri temi sui quali Mattarella invita a riflettere e agire per il bene comune. E tutto questo, sotto il segno del ‘rispetto’, tema dell’anno che il presidente propone come impegno per l’intera Nazione.”
Roma, 1 gen. (Adnkronos) - È durato 17 minuti il messaggio di fine anno di ieri sera del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alzando di poco la media degli anni scorsi, che arriva ai 16 minuti rispetto ai precedenti 15 minuti e 44 secondi, anche se naturalmente con minutaggi diversi.
Il discorso più lungo resta il primo, il 31 dicembre 2015, 20 minuti e 15 secondi, il più breve, 10 minuti e 13 secondi, quello del 2017, seguito dai 13 minuti e 58 secondi del 2020. Nel 2018 si superarono di poco, 21 secondi, i 14 minuti, mentre nel 2019 e nel 2016 ci si fermò, rispettivamente, a 16 minuti e 11 secondi e a 16 minuti e 16 secondi, poco di più rispetto ai 16 minuti del 2022.
Questo il dettaglio: 2015, 20 minuti e 15 secondi; 2016, 16 minuti e 16 secondi; 2017, 10 minuti e 13 secondi; 2018, 14 minuti e 21 secondi; 2019, 16 minuti e 11 secondi; 2020, 13 minuti e 58 secondi; 2021, 15 minuti e 15 secondi, 2022, 16 minuti; 2023, 17 minuti e 49 secondi; 2024, 17 minuti; con una media di 16 minuti.
Roma, 1 gen. (Adnkronos) - "Ho fatto l'assessore con Gianni Alemanno e per me rimane una persona perbene. Provo dolore per quanto gli è accaduto e spero che possa presto chiudere questa vicenda. Gli sono umanamente vicino anche se non ho elementi per giudicare. Ma ritengo importante manifestare agli amici la propria solidarietà nei momenti difficili. Ed è una vicinanza del tutto personale che non ha alcun significato politico". Lo afferma il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera Alfredo Antoniozzi.
Roma, 1 gen. (Adnkronos) - "Grazie al Presidente Mattarella per aver lodato il patriottismo del popolo in divisa, del personale della sanità, della scuola e di tante categorie che si sacrificano per il bene comune. Giusto il richiamo all’emergenza carceri e al rispetto come valore centrale della vita umana”. Lo ha detto Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, ai Tg Rai.
Roma, 1 gen. (Adnkronos) - Spes contra spem, la speranza contro ogni speranza. Potrebbe trovare sintesi nelle parole della lettera di San Paolo ai Romani il decimo messaggio di fine anno rivolto agli italiani dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato parla ancora una volta in piedi, dalla sala del Lucernaio, con sullo sfondo il suo studio privato, quasi a voler sottolineare anche visivamente la volontà di stabilire un filo diretto tra le Istituzioni, ed in particolare quella più alta, e i cittadini.
Quelle che segnano il passaggio dal vecchio al nuovo anno "sono ore di speranza nel futuro", e "tocca a noi saperla tradurre in realtà", perché, ricorda Mattarella "la speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà". Le nostre scelte". A partire dal "rispetto verso gli altri, primo passo per una società più accogliente, più rassicurante, più capace di umanità". Soprattutto "in un tempo segnato, oltre che dalle guerre, da squilibri, da conflitti".
Spes contra spem, parole scelte da Giorgio La Pira per ispirare e raccontare il suo impegno per la pace, mentre Aldo Moro considerava la speranza "la certezza delle cose future". Due punti di riferimento del Capo dello Stato, che di fronte "alle barbarie" che "non risparmiano neppure il Natale e le festività più sentite", sottolinea che "mai come adesso la pace grida la sua urgenza", ribadendo "che non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi".
E "in queste ore" in cui siamo accomunati dall'"angoscia per la detenzione di Cecilia Sala, in attesa di rivederla al più presto in Italia", dobbiamo ricordare "ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità".
Anche da questo emerge l'immagine di una realtà che "presenta contraddizioni che generano smarrimento, sgomento, talvolta senso di impotenza. Sembra che il mondo sia sottoposto a una allarmante forza centrifuga, capace di dividere, di allontanare, di radicalizzare le contrapposizioni".
Ad esempio, Mattarella sottolinea che "a livello globale aumenta in modo esponenziale la ricchezza di pochissimi mentre si espande la povertà di tanti". Denuncia "la crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina, che ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico. Una sconfortante sproporzione".
Ma "luci e ombre", evidenzia il Capo dello Stato "riguardano anche la nostra Italia. La scienza, la ricerca, le nuove tecnologie aprono possibilità inimmaginabili fino a poco tempo addietro per la cura di malattie ritenute inguaribili", ma "numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari".
"I dati dell’occupazione sono incoraggianti. Resistono tuttavia aree di precarietà, di salari bassi, di lavoratori in cassa integrazione. L’export italiano registra dati positivi, e così il turismo. Con questo aspetto confortante stride il fenomeno dei giovani che vanno a lavorare all’estero perché non trovano alternative, spesso dopo essersi laureati. Tra Nord e Sud c’è una disuguale disponibilità di servizi. Continua il pericolo dell’abbandono delle aree interne e montane. Colmare queste distanze. Assicurare un'effettiva pienezza di diritti è il nostro compito".
Il Presidente della Repubblica mette poi in risalto la preoccupazione per il "fenomeno della violenza" che "diviene ancor più allarmante quando coinvolge i nostri ragazzi. Bullismo, risse, uso di armi. Preoccupante diffondersi del consumo di alcool e di droghe, vecchie e nuove, anche tra i giovanissimi".
Le ombre lasciano però nuovamente spazio alle luci, perchè "i giovani sono la grande risorsa del nostro Paese. Possiamo contare sul loro entusiasmo, sulla loro forza creativa, sulla generosità che manifestano spesso. Abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio, di dare risposte concrete alle loro esigenze, alle loro aspirazioni. La precarietà e l’incertezza che avvertono le giovani generazioni vanno affrontate con grande impegno anche perché vi risiede una causa rilevante della crisi delle nascite che stiamo vivendo".
"Si intrecciano, quindi -è ancora la sintesi di Mattarella- straordinarie potenzialità e punti di debolezza da risolvere. Impegniamoci per una comune speranza che ci conduca con fiducia verso il futuro".
E il Capo dello Stato indica anche un possibile percorso da intraprendere: "L’Istituto della Enciclopedia italiana Treccani ha scelto, come parola dell’anno, 'rispetto'. Il rispetto verso gli altri rappresenta il primo passo per una società più accogliente, più rassicurante, più capace di umanità. Il primo passo sulla strada per il dialogo, la collaborazione, la solidarietà, elementi su cui poggia la nostra civiltà".
"Rispetto della vita, della sicurezza di chi lavora. Gli incidenti mortali -tutti- si possono e si devono prevenire. Rispetto della dignità per chi si trova in carcere. Il sovraffollamento contrasta" con la Costituzione "e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario. I detenuti devono potere respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine".
Intreccio tra luci ed ombre, fiducia nonostante squilibri e conflitti, guardare al futuro traendo linfa da quanto accaduto nell'anno che si chiude. "Ho incontrato -racconta Mattarella- valori e comportamenti positivi e incoraggianti nel volto, nei gesti, nelle testimonianze di tanti nostri concittadini. Li ho incontrati nel coraggio di chi ha saputo trasformare il suo dolore, causato da un evento della vita, in una missione per gli altri. Li ho letti nelle parole di Sammy Basso che insegnano a vivere una vita piena, oltre ogni difficoltà".
"Si trovano nel rumore delle ragazze e dei ragazzi che non intendono tacere di fronte allo scandalo dei femminicidi. Siamo stati drammaticamente coinvolti nell’orrore per l’inaccettabile sorte di Giulia Cecchettin e, come lei, di tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile e, in realtà, non rispettano neppure sé stessi. Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime. Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro, del loro essere protagoniste".
E qui torna il riferimento alla speranza. "Ho fatto riferimento -sottolinea il Capo dello Stato- ad alcuni esempi di persone che hanno scelto di operare per il bene comune perché è proprio questa trama di sentimenti, di valori, di tensione ideale quel che tiene assieme le nostre comunità e traduce in realtà quella speranza collettiva che insieme vogliamo costruire. È questa medesima trama che ci consentirà di evitare quelle divaricazioni che lacerano le nostre società producendo un deserto di relazioni, un mondo abitato da tante solitudini. Siamo tutti chiamati ad agire, rifuggendo da egoismo, rassegnazione o indifferenza".
Il Presidente della Repubblica invita allora a guardare al "patriottismo" che si manifesta "nella quotidiana esperienza di tanti nostri concittadini". Quello "degli allievi della nostra Marina militare, su nave Trieste, all’avvio del loro servizio per l’Italia e per i suoi valori costituzionali. Come stanno facendo in questo momento tanti nostri militari in diversi teatri operativi. Quello dei medici dei pronto soccorso, che svolgono il loro servizio in condizioni difficili e talvolta rischiose. Quello dei nostri insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani. Di chi fa impresa con responsabilità sociale e attenzione alla sicurezza. Di chi lavora con professionalità e coscienza. Di chi studia e si prepara alle responsabilità che avrà presto. Di chi si impegna nel volontariato. Degli anziani che assicurano sostegno alle loro famiglie".
"È patriottismo -sottolinea ancora Mattarella- quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità. È fondamentale creare percorsi di integrazione e di reciproca comprensione perché anche da questo dipende il futuro delle nostre società".
Approccio realistico ma non ansiogeno anche quando si parla di sicurezza, "una preoccupazione dei cittadini" che richiede "massimo sostegno alle vittime dei reati". Occorre ricordare che "dal Rapporto Censis, sulla base di dati del ministero dell’Interno, risulta che, dal 2013 al 2024, sono stati raggiunti risultati significativi sul fronte della prevenzione, con una forte riduzione degli omicidi volontari, delle rapine, dei furti nelle abitazioni". Tuttavia "si affacciano nuovi odiosi fenomeni, a partire dalle truffe agli anziani, alle aggressioni via web ai ragazzi, alla violenza di strada, crimini contro i quali le Forze dell’Ordine sono fortemente impegnate".
E guardando al futuro, Mattarella conclude ricordando che "nel 2025 celebreremo gli ottanta anni dalla Liberazione. È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità. Una ricorrenza importante. Reca con sé il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia".
"Sono valori che animano la vita del nostro Paese, le attese delle persone, le nostre comunità. Si esprimono e si ricompongono attraverso l’ampia partecipazione dei cittadini al voto, che rafforza la democrazia; attraverso la positiva mediazione delle istituzioni verso il bene comune, il bene della Repubblica: è questo il compito alto che compete alla politica. Siamo chiamati a consolidare e sviluppare le ragioni poste dalla Costituzione alla base della comunità nazionale. È un’impresa che si trasmette da una generazione all’altra". (di Sergio Amici)
Roma, 1 gen. (Adnkronos) - "Secondo Pagella Politica, nel 2024 delle dichiarazioni dei partiti sono risultate poco o per nulla attendibili in queste percentuali: Azione 25%; Pd 34%; FdI 39%; M5S, Avs, +Europa, Lega 50%; Iv 54%; Fi 57%. Non ritengo il 25% accettabile. Ma comunque sono contento che Azione abbia fatto meglio di tutti gli altri partiti. Ci impegneremo per migliorare". Lo scrive Carlo Calenda sui social.