“Il tradimento della fiducia operato da queste persone è oltraggioso, il livello di corruzione incalcolabile“. Così il Procuratore generale americano Loretta Lynch comincia la conferenza stampa seguita alla nuova tornata di arresti di dirigenti della Fifa di giovedì, prima di sganciare un’accusa pesantissima: “Alcuni imputati, tra cui Jack Warner e Jeffrey Webb, e i loro complici hanno addirittura colto l’opportunità di appropriarsi indebitamente di fondi destinati alla ricostruzione dopo i disastri naturali”.
Si tratta di circa 750mila dollari che i due, entrambi ex presidenti della Concacaf (la federcalcio del Nord e Centro America) ed ex vicepresidenti della Fifa, avrebbero prelevato dai fondi destinati alla ricostruzione di Haiti, dopo il terribile terremoto del 2010 che causò centinaia di migliaia di morti e altrettanti sfollati. I due, arrestati nella tornata del maggio scorso, devono rispondere a una decina di imputazioni a testa e sono accusati entrambi di avere intascato tangenti negli ultimi dieci anni nell’ordine di milioni di dollari, ecco perché questi ulteriori 750mila sottratti agli aiuti umanitari fanno ancora più impressione.
Giovedì invece, oltre ai due vicepresidenti della Fifa di cui è uscito subito il nome – il paraguayano Juan Angel Napout, presidente della Conmebol (federazione del Sud America), e l’honduregno Alfredo Hawit, presidente della Concacaf – sono state arrestate, o formalizzate precedenti accuse nei loro confronti, altre quattordici persone. Tra i nomi fatti dall’Fbi ci sono l’ex presidente della federcalcio brasiliana Ricardo Teixeira, il suo successore Marco Polo Del Nero (gli uomini dietro l’organizzazione dei Mondiali di Brasile 2014) e altri alti dirigenti del calcio sudamericano. Nelle carte dell’accusa, che ipotizza un giro di tangenti nella gestione e vendita dei diritti tv per le partite dei Mondiali di calcio del nuovo millennio, sono nominati addirittura Héctor Trujillo, giudice della Corte costituzionale del Guatemala, e Rafael Callejas, ex presidente dell’Honduras dal 1990 al 1994: a indicare come siano profonde e ben radicate le ramificazioni politiche dell’apparato di corruzione in seno alla Fifa.
Tutto questo giro di nomi eccellenti del calcio americano (dal Nord America dove operava Chuck Blazer, al Centro America di Webb e Warner, al Sud America di Teixeira) non deve far pensare che il marcio risieda solo all’estremo Occidente del pallone. Questi nomi fanno parte di inchieste che coinvolgono l’Europa e l’Asia nella loro quasi totalità. Se Jack Warner era il miglior alleato della federcalcio inglese, da cui riceveva soldi in quantità per costruire campi da calcio e organizzare amichevoli, una serie di bonifici a suo nome sarebbero le prove che inguaiano lo svizzero Sepp Blatter, l’ex caudillo della Fifa ora sospeso. Per non parlare di Teixeira, che con il suocero Joao Havelange (il padre padrone della Fifa nel ventennio precedente a Blatter) è accusato di avere intascato decine di milioni attraverso aziende con sedi in Svizzera, Francia e Germania facendo affari in tutta Europa. Sempre giovedì, l’Fbi ha perquisito a fondo la sede di Miami di Media World, un’affiliata di Imagina Group, società spagnola che è considerata un vettore per il transito e il riciclaggio dei soldi sporchi della Fifa.
Twitter: @ellepuntopi
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Scandalo Fifa, procuratore Lynch: “Imputati si appropriavano di fondi destinati alla ricostruzione di Haiti”
Secondo l'Fbi, Jack Warner e Jeffrey Webb hanno utilizzato per interessi personali 750mila dollari prelevati dalle donazioni per il post terremoto nell'isola: "Raggiunto livello di corruzione incalcolabile"
“Il tradimento della fiducia operato da queste persone è oltraggioso, il livello di corruzione incalcolabile“. Così il Procuratore generale americano Loretta Lynch comincia la conferenza stampa seguita alla nuova tornata di arresti di dirigenti della Fifa di giovedì, prima di sganciare un’accusa pesantissima: “Alcuni imputati, tra cui Jack Warner e Jeffrey Webb, e i loro complici hanno addirittura colto l’opportunità di appropriarsi indebitamente di fondi destinati alla ricostruzione dopo i disastri naturali”.
Si tratta di circa 750mila dollari che i due, entrambi ex presidenti della Concacaf (la federcalcio del Nord e Centro America) ed ex vicepresidenti della Fifa, avrebbero prelevato dai fondi destinati alla ricostruzione di Haiti, dopo il terribile terremoto del 2010 che causò centinaia di migliaia di morti e altrettanti sfollati. I due, arrestati nella tornata del maggio scorso, devono rispondere a una decina di imputazioni a testa e sono accusati entrambi di avere intascato tangenti negli ultimi dieci anni nell’ordine di milioni di dollari, ecco perché questi ulteriori 750mila sottratti agli aiuti umanitari fanno ancora più impressione.
Giovedì invece, oltre ai due vicepresidenti della Fifa di cui è uscito subito il nome – il paraguayano Juan Angel Napout, presidente della Conmebol (federazione del Sud America), e l’honduregno Alfredo Hawit, presidente della Concacaf – sono state arrestate, o formalizzate precedenti accuse nei loro confronti, altre quattordici persone. Tra i nomi fatti dall’Fbi ci sono l’ex presidente della federcalcio brasiliana Ricardo Teixeira, il suo successore Marco Polo Del Nero (gli uomini dietro l’organizzazione dei Mondiali di Brasile 2014) e altri alti dirigenti del calcio sudamericano. Nelle carte dell’accusa, che ipotizza un giro di tangenti nella gestione e vendita dei diritti tv per le partite dei Mondiali di calcio del nuovo millennio, sono nominati addirittura Héctor Trujillo, giudice della Corte costituzionale del Guatemala, e Rafael Callejas, ex presidente dell’Honduras dal 1990 al 1994: a indicare come siano profonde e ben radicate le ramificazioni politiche dell’apparato di corruzione in seno alla Fifa.
Tutto questo giro di nomi eccellenti del calcio americano (dal Nord America dove operava Chuck Blazer, al Centro America di Webb e Warner, al Sud America di Teixeira) non deve far pensare che il marcio risieda solo all’estremo Occidente del pallone. Questi nomi fanno parte di inchieste che coinvolgono l’Europa e l’Asia nella loro quasi totalità. Se Jack Warner era il miglior alleato della federcalcio inglese, da cui riceveva soldi in quantità per costruire campi da calcio e organizzare amichevoli, una serie di bonifici a suo nome sarebbero le prove che inguaiano lo svizzero Sepp Blatter, l’ex caudillo della Fifa ora sospeso. Per non parlare di Teixeira, che con il suocero Joao Havelange (il padre padrone della Fifa nel ventennio precedente a Blatter) è accusato di avere intascato decine di milioni attraverso aziende con sedi in Svizzera, Francia e Germania facendo affari in tutta Europa. Sempre giovedì, l’Fbi ha perquisito a fondo la sede di Miami di Media World, un’affiliata di Imagina Group, società spagnola che è considerata un vettore per il transito e il riciclaggio dei soldi sporchi della Fifa.
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Roma, 23 dic (Adnkronos) - "Da bambini ci hanno insegnato che sbagliando si impara. Qui mi sembra che non si tenga conto nemmeno dei più basilari elementi". Lo dice il segretario di Demos Paolo Ciani commentando le conclusioni del vertice sui centri per i migranti in Albania a palazzo Chigi. Ciani, che è anche vice capogruppo Pd-Ibp alla Camera, ha anche visitato nei mesi scorsi i centri di Shengjin e Gjader.
"Si tratta di un monumento all'ideologia, totalmente inutile, fatto pagare con le tasse degli italiani. Altri centri come questi sono stati già costruiti, come quello di Pozzallo, e sono vuoti -spiega il parlamentare all'Adnkronos-. Perchè perseverare nell'esaltazione di questo monumento all'ideologia quando abbiamo visto che, al di là del pensiero rispetto alle migrazioni, si tratta di uno strumento inefficace e difficilmente utilizzabile? Pensiamo solo alla scelta dei migranti da portarci, che viene effettuata in alto mare".
Ciani prosegue: "Si dimentica sempre con troppa fretta che le richieste di asilo sono sempre richieste individuali e come tali vanno valutate. Mi ha colpito, a questo proposito, che anche per la Siria si sia subito detto 'basta asilo'. Avendo poi visitato il centro in Albania, il fatto che tra le pochissime persone che ci hanno portato diverse siano state riportate indietro è la dimostrazione dell'inefficacia del sistema, quando in Italia intanto sono arrivate molte più persone".
Copenaghen, 23 dic. (Adnkronos/Afp) - La Groenlandia ha dichiarato di non essere in vendita, dopo che Donald Trump ha nuovamente affermato di volere che gli Stati Uniti prendano il controllo dell'isola che ospita importanti riserve minerarie e petrolifere. Ma il tycoon, che si era offerto di acquistare il vasto territorio danese durante il suo primo mandato, ricevendo già allora un primo brusco rifiuto, ha ripreso a insistere nel fine settimana, nominando il suo ambasciatore a Copenaghen per la sua nuova amministrazione.
Il primo ministro della Groenlandia, Mute Egede, ha però stroncato immediatamente ogni possibilità di accordo. "La Groenlandia è nostra. Non siamo in vendita e non lo saremo mai. Non dobbiamo perdere la nostra lunga lotta per la libertà", ha affermato Mute Egede. La Groenlandia, l'isola più grande del mondo, è un territorio danese autonomo con un proprio parlamento, circa 55.000 abitanti e un piccolo movimento indipendentista.
Roma, 23 dic (Adnkronos) - ''La Sentenza n.14533/2024 del 4/12/2024 non è stata ben letta dalla premier e stupisce che nell’imponente ufficio legislativo della Cassazione, a disposizione di Palazzo Chigi, non ci sia nessuno che Le abbia fatto presente che i giudici possono disapplicare le decisioni del governo caso per caso quando il migrante proviene da un paese che non è sicuro: proprio quello che hanno fatto i giudici italiani". Lo dice Angelo Bonelli.
"Dire che la Cassazione ha dato ragione al governo non solo è una bugia ma è analfabetismo giuridico. La Cassazione, nel caso di specie, ha dato infatti ragione ai giudici del tribunale Roma sulla domanda di protezione internazionale di una persona migrante affermando che il giudice può disapplicare il decreto del governo per rispettare le norme europee e nazionali", ha aggiunto il parlamentare AVS e co-portavoce di Europa Verde.
''Una volta era Giorgia Meloni a fare campagna contro lo Stato perché dava 30 euro al giorno ai migranti: ora che al governo c'è lei per i centri in Albania vengono dati più di 85 mila euro per migrante. Un miliardo di euro: ecco quanto è costata fino a oggi l’operazione Albania, lo “strumento innovativo” – come definito dalla premier Giorgia Meloni – per 'contrastare l’immigrazione clandestina'", ha concluso Bonelli.
Londra, 23 dic. (Adnkronos) - Re Carlo rompe la tradizione: quest'anno pronuncerà il tradizionale messaggio di Natale dall'ex cappella di un ospedale. Lo ha reso noto Buckingham Palace. Il discorso del sovrano è stato registrato nella Cappella Fitzrovia, nel centro di Londra, dopo che il re aveva personalmente richiesto una location diversa dalla tenuta reale.
La sede è un piccolo edificio, originariamente destinato al personale e ai pazienti del Middlesex Hospital, ora demolito. Dato il contesto e la malattia del re, si prevede che Carlo si concentrerà sugli sforzi degli operatori sanitari, ma loderà anche la coesione della comunità in seguito alle rivolte seguite agli accoltellamenti di Southport.
Roma, 23 dic (Adnkronos) - "Sull'immigrazione abbiamo visto il più grande fallimento di Giorgia Meloni. Ha identificato per mesi nei giudici il problema dell'Albania, ma vediamola oggi: un miliardo di euro buttati nel cesso sottratti ad esempio alla sanità pubblica, centinaia di poliziotti piazzati lì che non sono a lavorare nelle nostre stazioni". Lo ha detto Chiara Appendino, del M5s, a L'aria che tira, su La7.
"Meloni dice che il centro funzionerà, ma oggi non funziona e se anche dovesse funzionare parleremmo comunque di tremila migranti, che sicuramente non possono risolvere il problema di tutti quelli che arrivano. Solo a novembre ne sono arrivati ottomila. Superiamo il regolamento di Dublino, cosa che ha iniziato a fare il Presidente Conte, per distribuire i migranti. Invece cosa fa questo governo? Vende l'esternalizzazione delle frontiere che è una bandierina sovranista inutile mentre in Europa ha accettato un nuovo patto di asilo che ha fatto sì che il periodo in cui l'Italia si deve occupare dei migranti passi da 12 a 20 mesi, quindi più oneri per lo Stato", ha aggiunto.
Roma, 23 dic (Adnkronos) - "E’ surreale: invece che dichiarare il fallimento dell’operazione, in un vertice di governo Meloni ha deciso di andare avanti con la sciagurata strada dei centri in Albania. Con un gioco delle tre carte, l’esecutivo ha scelto di travisare volontariamente la pronuncia della Corte di Cassazione sul decreto flussi, nella parte che riguarda i Paesi sicuri”. Lo dichiara il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
"Un tragico gioco dell’oca, dove l’esecutivo fa finta di niente e ritorna alla casella di partenza, ignorando le sentenze dei tribunali sui migranti deportati illegalmente in Albania dal governo e subito “rimpatriati” in Italia, facendo spallucce sullo spreco di risorse per queste sadiche cattedrali nel deserto, e piegando a suo favore la pronuncia della Corte, che sui Paesi sicuri - spiega Magi - ha affermato sì che il governo può modificare la lista, ma ha anche ribadito che resta in capo ai giudici la discrezionalità giurisdizionale".
"In sostanza, il governo può anche dichiarare che l’Egitto è un Paese sicuro perché quando Salvini ci è stato in vacanza non gli è successo nulla, ma ai tribunali resta il potere/dovere di valutare se un Paese è effettivamente sicuro per i singoli cittadini che arrivano in Italia a richiedere l’asilo e se quindi può essere loro applicata la procedura accelerata con trattenimento in Albania”, conclude Magi.
Tel Aviv, 23 dic. (Adnkronos) - L'aeronautica militare israeliana ha intercettato stamattina un drone partito dallo Yemen e diretto verso il territorio israeliano. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che il velivolo senza pilota è stato intercettato prima che entrasse nello spazio aereo israeliano e, in linea con la politica israeliana, non sono state attivate le sirene.