A Napoli crolla l’Università. Due palazzine del complesso del Dipartimento di Veterinaria della “Federico II” sono venute giù come castelli di carta davanti alle telecamere, dopo che questa mattina erano apparse crepe sulle mura della struttura. La prima ipotesi è che il cedimento sia stato provocato da una voragine che si è aperta nel sottosuolo. Al momento del crollo, l’intero edificio in via Santa Maria degli Angeli era già stato evacuato e la strada chiusa al transito di pedoni e auto dai Vigili del Fuoco e dalla Polizia municipale.
I primi scricchiolii sono stati avvertiti dal custode del dipartimento verso le 5 del mattino. Ai rumori è seguita l’apertura di diverse crepe sulle ali delle palazzine adiacenti che hanno poi portato al crollo, avvenuto verso le 13.30. A cedere è stata una parte in disuso che ha poi trascinato con sé un’area dell’edificio dove vengono svolte le lezioni e le attività di ricerca. Secondo i primi accertamenti, le spaccature sono state provocate da una voragine nel sottosuolo alle spalle di via Foria e dell’Orto Botanico, zona in cui si trova l’Università.
Immediatamente studenti, docenti e animali presenti nel Dipartimento e negli uffici della struttura sono stati fatti evacuare per permettere ai Vigili del fuoco di eseguire i controlli. Sul sito internet della facoltà di Veterinaria è stato pubblicato un avviso per comunicare che le attività didattiche per il corso di laurea in Medicina veterinaria sono state sospese da oggi 9 dicembre a venerdì 11.
Secondo il coordinatore dell’associazione studentesca Link Napoli, Mattia Papa, “ciò che è successo oggi nella nostra Università non dovrebbe per alcuna ragione mai accadere. Il diritto allo studio passa anche, e soprattutto, attraverso la garanzia di poter studiare e fare ricerca in edifici solidi e sicuri, senza dover per questo rischiare la vita. Chiediamo al Rettore una revisione di tutti gli stabili del nostro ateneo, per capire quali sono pericolanti e in che modo intervenire per metterli al sicuro”.
“Questo fatto – attacca Domenico Cristiano, responsabile dell’organizzazione degli studenti – è paradigmatico dello stato di emergenza in cui versa l’università italiana. Il definanziamento e la marginalità con cui viene affrontato il tema della formazione porta anche a queste conseguenze. In particolar modo, il governo Renzi, continua a rafforzare gravemente la difficile situazione che l’edilizia universitaria sconta nel nostro Paese: la legge di Stabilità, all’art.33, impone agli atenei la restituzione nelle casse dello Stato dei fondi destinati alla ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici che non siano stati completamente spesi entro il 2014, anche qualora gli atenei abbiano provveduto alla definizione degli interventi da realizzare. Inoltre – conclude – l’assenza di investimenti su piani di manutenzione urbana aggrava la difficile situazione idrogeologica di città come Napoli, che meriterebbero maggiore attenzione e più risorse”.