Ma sono incostituzionali o no, quei rimborsi elettorali cui ieri l’ufficio di presidenza della Camera ha dato il via libera e che saranno pagati ai partiti entro le prossime 24 ore? Dopo tante polemiche, di quei 21 milioni liquidati senza alcun controllo in base alla cosiddetta sanatoria Boccadutri (e che sommati alla prima tranche di rimborsi già erogati portano il totale degli aiuti a oltre 45 milioni), si occuperà il tribunale di Venezia il prossimo 8 gennaio, quando in aula arriverà il ricorso presentato dal giornalista Giulietto Chiesa, ex europarlamentare e fondatore dei Riformatori per l’Ulivo, insieme a un altro piccolo movimento, i Democratici Solidali Liberali, contro la Presidenza del Consiglio, il ministero dell’Interno, la Camera dei Deputati e la Commissione di garanzia che avrebbe dovuto controllare i rendiconti dei partiti politici. E che non ha potuto controllare, ahilei, per colpa proprio della contestatissima legge approvata in tutta fretta dal Senato il 14 ottobre, tanto che ieri Montecitorio ha approvato l’erogazione dei contributi pur in assenza di qualsiasi controllo ai bilanci.
FUORI CONTROLLO Indebita, illegittima e incostituzionale. Secondo Chiesa e gli altri ricorrenti, l’erogazione dei rimborsi ai partiti, se fatta senza alcun controllo e sulla base di rendiconti non verificati e dunque potenzialmente ingannevoli, potrebbe alterare la par condicio elettorale favorendo i partiti che hanno possibilità di attingere ai fondi pubblici a scapito di quelli esclusi dai contributi. Un «inquinamento della arena politica» che finirebbe inevitabilmente per ledere i diritti politici e costituzionali dei cittadini che non fanno parte del cerchio magico dei partiti che in Parlamento decidono come e quando liquidare i rimborsi.
DIRITTI E ROVESCI «Laura Bolrini rischia di passare alla storia della Camera per avere legato il suo nome a un provvedimento che dileggia i diritti essenziali di partecipazione politica dei cittadini», spiega Francesco Paola, l’avvocato di Giulietto Chiesa, che inutilmente ha chiesto di essere ascoltato ieri dall’ufficio di presidenza di Montecitorio. «Si tratta chiaramente di un provvedimento che non solo si iscrive nel peggiore filone delle leggi personali, qui a favore di partiti che da soli si fanno la legge e da soli si autoliquidano rimborsi per milioni, ma che lascia addirittura sconcertati per la brutalità con cui si interviene sui principi di garanzia costituzionale». Cioè? «In questa legge ci sono elementi scandalosi come l’abrogazione retroattiva dei controlli su fondi che hanno un chiaro vincolo costituzionale di scopo, e sono cioè tesi a garantire l’esercizio di libertà costituzionali e diritti di partecipazione politica che stanno alla base della nostra stessa libertà di voto. Scandaloso è anche il dileggio ai magistrati della Commissione di garanzia che vengono beffati e scavalcati, dopo essere stati messi in condizione di non operare da parte degli stessi partiti che avrebbero dovuto da loro essere controllati. Ma ancora più brutale è il modo in cui vengono scherniti i cittadini e le formazioni politiche che pure hanno il diritto sacrosanto di non vedere alterata quell’arena politico-elettorale che è un bene costituzionale comune, e che viene minacciato dalla somministrazione di fondi pubblici al di fuori di ogni controllo».
FRACCARO ALL’ATTACCO Tutte tesi che il giudice Paolo Talamo ha ritenuto degne di essere esaminate e che pertanto verranno discusse a gennaio davanti alla III sezione civile del tribunale di Venezia. Palazzo Chigi, Viminale, Camera e Commissione di garanzia hanno tempo fino al 4 gennaio per depositare le loro memorie. «Ma anche noi stiamo valutando l’ipotesi di presentare un ricorso contro la legge Boccadutri, visto che anche per noi presenta caratteri di palese incostituzionalità», assicura Riccardo Fraccaro, deputato M5S e membro dell’ufficio di presidenza. Che non nasconde le sue mille perplessità su questa erogazione incontrollata, a partire dai tempi super-rapidi: «Quanto tempo ci mette, in genere, la Pubblica Amministrazione a pagare i suoi fornitori? Mesi. Anni, perfino. E dopo un calvario burocratico di fatture, documenti, pezze d’appoggio, bilanci certificati, tanto che molti imprenditori, nell’attesa, finiscono per fallire», spiega. «Qui la Camera, per pagare 21 milioni di euro di rimborsi elettorali ai partiti, impiega appena 48 ore. E senza nemmeno dare un’occhiata ai rendiconti che giustificherebbero, o meno, le spese da rimborsare».
LEGA IN CASSA Fraccaro, in effetti, è furibondo. Insieme ai due colleghi del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio e Claudia Mannino, ieri ha perso la grande battaglia sui rimborsi elettorali cui la cosiddetta sanatoria Boccadutri ha dato via libera il 14 ottobre scorso, «abolendo retroattivamente i controlli preventivi sui bilanci». A mezzogiorno di ieri, infatti, l’ufficio di presidenza della Camera era convocato per decidere sulla contestatissima «erogazione dei contributi pubblici ai partiti politici per l’anno 2015». E all’una tutto era già finito: disco verde al pagamento di 21 milioni di euro come contributo per l’anno 2013, che assommati ai finanziamenti per il 2012 fanno in tutto 45,5 milioni di regalìe. Il tutto senza uno straccio di controllo su bilanci potenzialmente irregolari o addirittura falsi, come ha denunciato il blog ufficiale di Beppe Grillo prima della riunione e come hanno messo a verbale i tre membri Cinque Stelle dell’Ufficio di presidenza. «Ma ci siamo trovati davanti a un muro di gomma. Qualunque cosa noi dicessimo o obiettassimo, gli altri partiti facevano muro, insistendo per procedere al pagamento», denuncia Fraccaro. «Tutti, compresa la Lega, che pure al Senato aveva votato contro la sanatoria Boccadutri per far finta di stare all’opposizione. E questo è paradossale: vengono pagati i rimborsi a un partito che, secondo la Corte dei Conti, deve ancora restituire allo Stato i milioni rubati dall’ex tesoriere Belsito…».
GUERRA CONTINUA Paradossale o meno, a Montecitorio la battaglia è stata durissima. Perché a combattere non erano solo i Cinque Stelle da una parte e gli altri partiti sul fronte opposto: tra i due fronti c’era il convitato di pietra Giulietto Chiesa, ex europarlamentare della lista Di Pietro-Occhetto, poi fondatore dei Riformatori per l’Ulivo, che appunto insieme a un altro micromovimento, i Democratici Solidali Liberali, agli inizi di novembre ha formalmente diffidato la Camera dal procedere al pagamento dei suddetti contributi, non solo «indebiti o illegittimi» perché previsti da una legge «potenzialmente incostituzionale», ma anche perchè la sanatoria Boccadutri «violerebbe la normativa comunitaria in materia di affidamento di fondi pubblici». Inutilmente i tre membri Cinque Stelle ieri hanno proposto all’ufficio di presidenza di rimandare i pagamenti e di chiedere un parere legale agli avvocati della Camera: su 21 componenti dell’ufficio, ben 18 hanno votato contro. Cioè tutti, di tutti i partiti. «E’ chiaro che quei soldi servono in fretta ai tesorieri per chiudere i conti dell’annata», riflette Fraccaro, «ma qui bisogna sottolineare che chi ha votato quel pagamento corre un rischio penale personale: la Camera infatti agisce in quanto semplice organo pagatore e in questo ruolo non gode di immunità costituzionale». E la guerra continua.
Camera
Rimborsi elettorali incostituzionali: ricorso contro la legge Boccadutri, se ne occuperà il tribunale di Venezia
Appuntamento per l'8 gennaio. Quando verrà esaminato l'esposto di Giulietto Chiesa, fondatore dei Riformatori per l’Ulivo. Secondo il quale l’erogazione dei finanziamenti decisa dalla Camera sarebbe indebita e illegittima. Perché fatta senza alcun controllo e su rendiconti potenzialmente ingannevoli. Tanto da alterare la par condicio elettorale. L'avvocato Paola: "Un provvedimento che dileggia i diritti essenziali di partecipazione politica dei cittadini". Sul piede di guerra anche il M5S, che preannuncia altre iniziative legali. Fraccaro: "Palese incostituzionalità»
Ma sono incostituzionali o no, quei rimborsi elettorali cui ieri l’ufficio di presidenza della Camera ha dato il via libera e che saranno pagati ai partiti entro le prossime 24 ore? Dopo tante polemiche, di quei 21 milioni liquidati senza alcun controllo in base alla cosiddetta sanatoria Boccadutri (e che sommati alla prima tranche di rimborsi già erogati portano il totale degli aiuti a oltre 45 milioni), si occuperà il tribunale di Venezia il prossimo 8 gennaio, quando in aula arriverà il ricorso presentato dal giornalista Giulietto Chiesa, ex europarlamentare e fondatore dei Riformatori per l’Ulivo, insieme a un altro piccolo movimento, i Democratici Solidali Liberali, contro la Presidenza del Consiglio, il ministero dell’Interno, la Camera dei Deputati e la Commissione di garanzia che avrebbe dovuto controllare i rendiconti dei partiti politici. E che non ha potuto controllare, ahilei, per colpa proprio della contestatissima legge approvata in tutta fretta dal Senato il 14 ottobre, tanto che ieri Montecitorio ha approvato l’erogazione dei contributi pur in assenza di qualsiasi controllo ai bilanci.
FUORI CONTROLLO Indebita, illegittima e incostituzionale. Secondo Chiesa e gli altri ricorrenti, l’erogazione dei rimborsi ai partiti, se fatta senza alcun controllo e sulla base di rendiconti non verificati e dunque potenzialmente ingannevoli, potrebbe alterare la par condicio elettorale favorendo i partiti che hanno possibilità di attingere ai fondi pubblici a scapito di quelli esclusi dai contributi. Un «inquinamento della arena politica» che finirebbe inevitabilmente per ledere i diritti politici e costituzionali dei cittadini che non fanno parte del cerchio magico dei partiti che in Parlamento decidono come e quando liquidare i rimborsi.
DIRITTI E ROVESCI «Laura Bolrini rischia di passare alla storia della Camera per avere legato il suo nome a un provvedimento che dileggia i diritti essenziali di partecipazione politica dei cittadini», spiega Francesco Paola, l’avvocato di Giulietto Chiesa, che inutilmente ha chiesto di essere ascoltato ieri dall’ufficio di presidenza di Montecitorio. «Si tratta chiaramente di un provvedimento che non solo si iscrive nel peggiore filone delle leggi personali, qui a favore di partiti che da soli si fanno la legge e da soli si autoliquidano rimborsi per milioni, ma che lascia addirittura sconcertati per la brutalità con cui si interviene sui principi di garanzia costituzionale». Cioè? «In questa legge ci sono elementi scandalosi come l’abrogazione retroattiva dei controlli su fondi che hanno un chiaro vincolo costituzionale di scopo, e sono cioè tesi a garantire l’esercizio di libertà costituzionali e diritti di partecipazione politica che stanno alla base della nostra stessa libertà di voto. Scandaloso è anche il dileggio ai magistrati della Commissione di garanzia che vengono beffati e scavalcati, dopo essere stati messi in condizione di non operare da parte degli stessi partiti che avrebbero dovuto da loro essere controllati. Ma ancora più brutale è il modo in cui vengono scherniti i cittadini e le formazioni politiche che pure hanno il diritto sacrosanto di non vedere alterata quell’arena politico-elettorale che è un bene costituzionale comune, e che viene minacciato dalla somministrazione di fondi pubblici al di fuori di ogni controllo».
FRACCARO ALL’ATTACCO Tutte tesi che il giudice Paolo Talamo ha ritenuto degne di essere esaminate e che pertanto verranno discusse a gennaio davanti alla III sezione civile del tribunale di Venezia. Palazzo Chigi, Viminale, Camera e Commissione di garanzia hanno tempo fino al 4 gennaio per depositare le loro memorie. «Ma anche noi stiamo valutando l’ipotesi di presentare un ricorso contro la legge Boccadutri, visto che anche per noi presenta caratteri di palese incostituzionalità», assicura Riccardo Fraccaro, deputato M5S e membro dell’ufficio di presidenza. Che non nasconde le sue mille perplessità su questa erogazione incontrollata, a partire dai tempi super-rapidi: «Quanto tempo ci mette, in genere, la Pubblica Amministrazione a pagare i suoi fornitori? Mesi. Anni, perfino. E dopo un calvario burocratico di fatture, documenti, pezze d’appoggio, bilanci certificati, tanto che molti imprenditori, nell’attesa, finiscono per fallire», spiega. «Qui la Camera, per pagare 21 milioni di euro di rimborsi elettorali ai partiti, impiega appena 48 ore. E senza nemmeno dare un’occhiata ai rendiconti che giustificherebbero, o meno, le spese da rimborsare».
LEGA IN CASSA Fraccaro, in effetti, è furibondo. Insieme ai due colleghi del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio e Claudia Mannino, ieri ha perso la grande battaglia sui rimborsi elettorali cui la cosiddetta sanatoria Boccadutri ha dato via libera il 14 ottobre scorso, «abolendo retroattivamente i controlli preventivi sui bilanci». A mezzogiorno di ieri, infatti, l’ufficio di presidenza della Camera era convocato per decidere sulla contestatissima «erogazione dei contributi pubblici ai partiti politici per l’anno 2015». E all’una tutto era già finito: disco verde al pagamento di 21 milioni di euro come contributo per l’anno 2013, che assommati ai finanziamenti per il 2012 fanno in tutto 45,5 milioni di regalìe. Il tutto senza uno straccio di controllo su bilanci potenzialmente irregolari o addirittura falsi, come ha denunciato il blog ufficiale di Beppe Grillo prima della riunione e come hanno messo a verbale i tre membri Cinque Stelle dell’Ufficio di presidenza. «Ma ci siamo trovati davanti a un muro di gomma. Qualunque cosa noi dicessimo o obiettassimo, gli altri partiti facevano muro, insistendo per procedere al pagamento», denuncia Fraccaro. «Tutti, compresa la Lega, che pure al Senato aveva votato contro la sanatoria Boccadutri per far finta di stare all’opposizione. E questo è paradossale: vengono pagati i rimborsi a un partito che, secondo la Corte dei Conti, deve ancora restituire allo Stato i milioni rubati dall’ex tesoriere Belsito…».
GUERRA CONTINUA Paradossale o meno, a Montecitorio la battaglia è stata durissima. Perché a combattere non erano solo i Cinque Stelle da una parte e gli altri partiti sul fronte opposto: tra i due fronti c’era il convitato di pietra Giulietto Chiesa, ex europarlamentare della lista Di Pietro-Occhetto, poi fondatore dei Riformatori per l’Ulivo, che appunto insieme a un altro micromovimento, i Democratici Solidali Liberali, agli inizi di novembre ha formalmente diffidato la Camera dal procedere al pagamento dei suddetti contributi, non solo «indebiti o illegittimi» perché previsti da una legge «potenzialmente incostituzionale», ma anche perchè la sanatoria Boccadutri «violerebbe la normativa comunitaria in materia di affidamento di fondi pubblici». Inutilmente i tre membri Cinque Stelle ieri hanno proposto all’ufficio di presidenza di rimandare i pagamenti e di chiedere un parere legale agli avvocati della Camera: su 21 componenti dell’ufficio, ben 18 hanno votato contro. Cioè tutti, di tutti i partiti. «E’ chiaro che quei soldi servono in fretta ai tesorieri per chiudere i conti dell’annata», riflette Fraccaro, «ma qui bisogna sottolineare che chi ha votato quel pagamento corre un rischio penale personale: la Camera infatti agisce in quanto semplice organo pagatore e in questo ruolo non gode di immunità costituzionale». E la guerra continua.
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Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “Il valore di Fondazione Bicocca è un atto di coraggio, ma anche di eredità, perché questo è il mio ultimo anno di mandato. Pertanto, l'ottica è mettere a disposizione le competenze, ma anche il coraggio, di un grande ateneo pubblico multidisciplinare, come Bicocca, a disposizione della società civile a 360 gradi”. Così Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’università degli studi di Milano-Bicocca, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
“Tutti noi sappiamo dell'incertezza economica, dei problemi relativi al mancato sviluppo delle competenze e dell'inverno demografico. Queste sfide non sono solo italiane, ma anche europee, rispetto a colossi come Stati Uniti e Cina e fanno riflettere sul gap di innovazione tecnologica che caratterizza tutta l'Europa e in particolare il nostro Paese. Pertanto - spiega la rettrice Iannantuoni - è motivo di orgoglio avere da un lato lo sviluppo delle competenze e dall’altro mettere a disposizione i nostri laboratori e le nostre migliori menti insieme alle imprese per fare sviluppo e crescita. Non c'è innovazione tecnologica se non c’è giustizia sociale, cioè se l’innovazione non è a favore di tutti. Un esempio sono le polemiche legate alle auto elettriche”.
“Quindi, il nostro approccio è multidisciplinare, innovativo e diverso, com’è diversa Bicocca, e si propone come una piattaforma di connessioni per il futuro, come abbiamo voluto chiamare la giornata di oggi e aspettiamo tutte le imprese del terzo settore, gli Irccs, gli istituti di cura, le scienze della vita, Tutti insieme per dare una speranza diversa al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il governo Meloni, in quasi due anni, non ha adottato alcuna misura efficace per contrastare l’aumento delle bollette, preferendo smantellare il mercato tutelato e aggravando così la situazione di famiglie e imprese". Lo afferma Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio alla Camera, sottolineando la necessità di un cambio di rotta immediato. Il Partito Democratico torna a chiedere interventi concreti, proponendo due soluzioni centrali: separare il costo dell’energia da quello del gas e istituire un ente pubblico che possa garantire prezzi più accessibili.
"Non possiamo accettare – aggiunge Pagano – che il nostro sistema energetico rimanga vincolato a un meccanismo che pesa enormemente sulle tasche di cittadini e aziende. Il gas è la fonte più costosa e instabile, e continuare a legare il prezzo dell’elettricità a questa risorsa è un errore che il governo deve correggere subito. Le bollette stanno raggiungendo livelli insostenibili proprio nei mesi di maggiore consumo: Meloni e la sua maggioranza si decidano ad agire, perché gli italiani non possono più aspettare", conclude Pagano.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Non è più procrastinabile un intervento del Governo per contenere i costi delle bollette, oramai insostenibili per milioni di italiani. Governo e maggioranza facciano proprie le proposte del Pd avanzate da Elly Schlein e tutte a costo zero. Proposte semplici, chiare ed efficaci. Approviamole con spirito bipartisan per il bene del Paese". Così in una nota il senatore del Pd Michele Fina.
"Dopo che il taglio delle accise, promesso dalla presidente Meloni, era rimasto intrappolato nella distanza che c'è tra il dire e il fare e nulla è stato fatto è ora che maggioranza e governo prendano atto della gravità della situazione. Come si fa a non rendersi conto che questa emergenza bollette si aggiunge all’aumento di carburante, RC Auto e pedaggi, beni alimentari, materiale scolastico e affitti? Una situazione sconfortante che si va ad aggiungere ad una economia che arretra da 750 giorni, proprio mentre attendiamo gli effetti nefasti dei dazi di Trump".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Si riunirà domani pomeriggio il gruppo Pd della Camera e all'ordine del giorno c'è anche la questione della pdl Cisl sulla partecipazione dei lavoratori. Dopodomani infatti si riunirà in mattinata il Comitato dei 9 e quindi è atteso il provvedimento in aula. Provvedimento sul quale si sono registrate sensibilità diverse tra i dem. Con il disagio dell'area riformista, in particolare, a dire no all'iniziativa promossa dalla Cisl. Per un altro pezzo dei dem invece, come Arturo Scotto e Maria Cecilia Guerra, il testo base è stato stravolto dalla maggioranza ed è quindi insostenibile. Testo su cui, per altro, ha messo il cappello la stessa premier Giorgia Meloni parlando all'ultima assemblea Cisl.
I dem, per trovare una quadra, si erano già confrontati nelle settimane scorse in una riunione del gruppo a Montecitorio. Si era deciso di rinviare la decisione sul voto, in attesa di vedere se la maggioranza si fosse resa disponibile ad accogliere alcune modifiche, in aula, proposte dal Pd. "Attendiamo un segnale", si era detto. A quasi un mese di distanza però il 'segnale' non sembra arrivato. Dice Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro: "Noi abbiamo tenuto sempre come bussola il merito. E votare no al mandato al relatore, è stata un scelta di merito perchè il testo base Cisl è stato completamente stravolto e peggiorato. Tanto che viene da chiedersi come sia possibile che un grande sindacato come la Cisl possa riconoscere come proprio il provvedimento che arriva in aula...".
"Ma -aggiunge- abbiamo detto che eravamo disponibili a modificare il nostro no in commissione, se in aula la maggioranza avesse dato l'ok ad alcune significative modifiche. Al momento, però non abbiamo avuto alcun segnale in questa direzione". E quindi, va a finire che il Pd si divide? "Non credo proprio". Magari si va verso un'astensione? "Domani abbiamo il gruppo, discuteremo domani".
Roma, 24 feb. (Adnkronos Salute) - L'intervento e le cure per il tumore al seno possono avere un forte impatto sulla sfera emotiva e sessuale della donna; il bisogno di recuperare femminilità e intimità, così come il desiderio di maternità, sono molto sentiti dalle pazienti, che però non ne parlano. Lo confermano i dati di un'indagine condotta da Iqvia e promossa da Europa Donna Italia per comprendere l'impatto della malattia sull'identità femminile e la relazione di coppia. I risultati sono stati presentati nel corso del convegno scientifico 'Rəvolution in medicine', che si è tenuto sabato 22 febbraio all'università degli Studi di Milano.
Oltre il 90% delle donne riscontra problemi legati alla sfera sessuale in seguito a interventi e trattamenti per il tumore al seno, ma il 66% non ne parla con nessuno e il 42% rinuncia a gestirli, evidenzia la ricerca coordinata da Isabella Cecchini, responsabile del Centro studi Iqvia Italia, che ha coinvolto 382 donne con diagnosi di tumore al seno di diverse fasce di età e a diverso stadio di malattia. I risultati indicano che le tematiche relative a emozioni e sessualità sono percepite importanti per il 72% del campione, ma restano taciute non solo dalle donne stesse - principalmente per timore, vergogna, idea che siano aspetti secondari rispetto alle priorità dettate dalla malattia - ma anche dai medici.
"Rispetto agli esordi del mio essere oncologa - dichiara Manuelita Mazza, oncologa della Senologia medica dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano e responsabile scientifica di 'Rəvolution in medicine' - la vita delle pazienti è cambiata. In poco più di vent'anni ho assistito a grandi passi avanti nella capacità di curare il tumore al seno, anche nelle forme metastatiche; tuttavia, se si guarisce sempre di più e l'aspettativa di vita è più lunga, non sono certa sia anche più larga, più piena, più densa di vita stessa. La salute sessuale è un aspetto puntualmente trascurato del benessere di chi ha una diagnosi impegnativa come il tumore al seno, specie se metastatico, ma è parte integrante del benessere di ciascuna donna e non può essere un argomento omesso a fronte di una diagnosi di tumore al seno".
"Fornire alla paziente informazioni chiare sugli effetti collaterali sessuali dei trattamenti e, se desiderato, includere il partner nelle discussioni cliniche può fare una grande differenza - prosegue Mazza - Questa apertura non solo supporta meglio la paziente, ma le permette di sentirsi compresa in una delle sfere più intime e vulnerabili della sua vita".
I dati presentati confermano quanto un cambio di passo sia necessario: appena il 22% delle donne intervistate ha un alto livello di consapevolezza dell'impatto delle terapie sulla propria sessualità, l'11% ha interrotto la relazione con il proprio partner dopo la diagnosi di tumore al seno e 2 coppie su 3 hanno interrotto i rapporti sessuali. Anche sul fronte della maternità emergono dati significativi: solo 3 pazienti su 4 parlano del desiderio di diventare madri con il proprio medico di riferimento, e la comunicazione risulta chiara e rassicurante appena per la metà di esse, con il risultato che troppo spesso si rinuncia al proprio progetto di vita perché non si sono ricevute informazioni adeguate.
"E' il momento di promuovere un cambiamento - commenta Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia - e far sì che i problemi riscontrati dalle pazienti nella sfera emotiva e sessuale escano dal cono d’ombra del tabù. Le donne chiedono un supporto specifico da parte dei medici e vorrebbero essere affiancate anche dagli psiconcologi. L'impegno di Europa Donna in queste direzioni non mancherà. Già dal 2022 abbiamo avviato il progetto 'Come Prima', dedicato al recupero della femminilità e al desiderio di maternità delle donne con tumore del seno, coinvolgendo le pazienti, i loro partner e i medici con materiale informativo e appuntamenti dedicati, e proseguono i nostri sforzi per promuovere e normalizzare il dialogo tra pazienti e professionisti sanitari, medici in primis, anche su questi aspetti. Non dimentichiamo che la presa in carico delle pazienti deve prendere in considerazione non solo la malattia di per sé, ma la donna nella sua interezza, con i suoi bisogni fisici e psicologici".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "La vicenda di attivisti e giornalisti spiati sta assumendo tratti sempre più inquietanti. Anche Don Mattia Ferrari, prete attivo con Mediterranea, è stato spiato con un software installato sul suo telefono". Lo dice la segretaria del Pd Elly Schlein.
"È urgente e necessario che il governo, e in particolare Giorgia Meloni, smetta di scappare e si impegni a chiarire al Paese chi sta spiando attivisti e giornalisti, perché qui sono a rischio le fondamenta dello stato di diritto. Abbiamo chiesto al governo di dirci quali entità statali hanno autorizzato l’installazione dei software di Paragon sui cellulari spiati, e il governo non sta dando queste risposte".
"Che cosa sta coprendo? Perché la Presidente del Consiglio trova il tempo di partecipare a ogni convention sovranista, ma non lo trova per fare chiarezza su questi fatti gravissimi e renderne conto al Parlamento? Le italiane e gli italiani meritano risposte ed è suo dovere fornirle. Da parte mia e di tutto il Partito democratico piena solidarietà e sostegno a Don Mattia Ferrari".
Milano, 24 feb. (Adnkronos) - Supportare e valorizzare le attività di alta formazione, ricerca e trasferimento tecnologico, attraverso iniziative di promozione e sostegno finanziario e strategie di cooperazione nazionale e internazionale, per contribuire alla crescita economica del Paese, mettendo in stretta connessione mondo accademico e produttivo. E' la mission della Fondazione Bicocca, il nuovo ente costituito dall'università di Milano-Bicocca presentato oggi nell’Aula Magna dell’ateneo, durante l’evento 'Connessioni per il futuro', alla presenza della rettrice Giovanna Iannantuoni, del presidente della Fondazione e prorettore vicario dell’ateneo Marco Orlandi, del sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri Alessandro Morelli, dell’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia Guido Guidesi e dell’assessora allo Sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano Alessia Cappello.
La Fondazione Bicocca è una fondazione di partecipazione, senza scopo di lucro, e nasce per favorire la partnership tra ateneo e soggetti esterni, la collaborazione tra pubblico e privato. Sue finalità principali sono il sostegno all’imprenditorialità accademica e alla valorizzazione della proprietà intellettuale, il supporto ai servizi per gli studenti e alle iniziative di orientamento e la partecipazione a progetti internazionali, europei e nazionali per attrarre finanziamenti a sostegno della ricerca e dell’innovazione.
Fondazione Bicocca avrà il suo quartier generale nella sede principale dell'università, nell'edificio U6 Agorà. A poca distanza, in Bim, il grande progetto di rigenerazione urbana promosso da Aermont Capital e Kervis Sgr che sta trasformando un iconico edificio di Vittorio Gregotti in una work destination all’avanguardia, troverà casa il Bicocca Pavilion, il nuovo innovation hub della Fondazione Bicocca, che mette in relazione le eccellenze dell'ateneo con il mondo delle imprese. Il pavilion, progettato da Piuarch e costruito al centro della piazza, immerso nel verde, è uno spazio polifunzionale dal design distintivo e flessibile, pensato per ospitare un ecosistema evoluto di imprese e professionisti, favorendo il dialogo e le sinergie. L’inaugurazione del Bicocca Pavilion avverrà il 14 aprile.
Nello specifico, la Fondazione opera nei seguenti ambiti: alta formazione, con la gestione e la promozione di tutti i master di I e II livello, corsi professionalizzanti, summer e winter school e convegni accademici, con l’obiettivo di aumentare del 10 per cento l’offerta formativa a partire dall’anno accademico 2025-2026; ricerca e trasferimento tecnologico, con la promozione e la valorizzazione dei risultati della ricerca universitaria attraverso il supporto alla brevettazione e alla partnership con imprese ed enti pubblici, con lo scopo di incrementare del 10 per cento i proventi da collaborazioni con aziende; eventi e public engagement, con il coordinamento e l'organizzazione di hackathon, workshop e conferenze per promuovere la ricerca, condividerne la conoscenza con il pubblico e attrarre sponsorizzazioni private.
E' prevista l’organizzazione di almeno 10 eventi sponsorizzati all’anno. "La creazione della Fondazione Bicocca rappresenta un passo strategico per il nostro ateneo -afferma la rettrice dell’Università di Milano-Bicocca Giovanna Iannantuoni- introducendo una serie di vantaggi operativi, gestionali e strategici che integrano e potenziano le attività già svolte. La Fondazione potenzia e amplifica l’impatto dell’Università sul territorio e nel panorama accademico nazionale e internazionale. Milano-Bicocca si pone all’avanguardia nella creazione di un ecosistema accademico-innovativo, in grado di rispondere alle sfide del futuro con strumenti più efficaci e competitivi".
"Grazie alla Fondazione -dichiara il presidente della Fondazione e prorettore vicario dell’ateneo, Marco Orlandi- potremo ottimizzare la gestione di iniziative chiave per la formazione, il trasferimento tecnologico e la valorizzazione della ricerca, consolidando il ruolo dell'università di Milano-Bicocca come polo di eccellenza. Vogliamo che la Fondazione diventi un punto di riferimento per la valorizzazione della conoscenza e dell’innovazione tecnologica, promuovendo sinergie con il mondo imprenditoriale e con le istituzioni pubbliche".