“La Ioniq è il frutto del nostro sforzo per diventare i leader del mercato globale green“. Parola di Woong-Chul Yang, capo del centro di ricerca e sviluppo del gruppo Hyundai, che con questa frase lancia la sfida a due colossi giapponesi. Alla Toyota, che è la regina dell’ibrido ma non propone auto elettriche, se non la Mirai a idrogeno. E alla Nissan, che ha il primato mondiale delle elettriche, con 200.000 Leaf vendute in 5 anni, ma non offre ibride. La coreana Hyundai, invece, ha progettato un’auto che sarà disponibile con ben tre motorizzazioni diverse: elettrica a batterie, ibrida (cioè con doppio motore termico-elettrico) e ibrida plug-in, ossia con una batteria più grande e ricaricabile anche attraverso la rete.
Si tratta di un primato “ultra ecologico” che la Casa spenderà prima in patria, a gennaio, e poi a marzo ai Saloni di Ginevra e New York, a conferma dell’aspirazione globale del modello. “La nostra visione della mobilità futura è focalizzata sulla scelta, con una varietà di motori per soddisfare le più diverse esigenze dei consumatori”, dice ancora Yang nel comunicato ufficiale di presentazione della Ioniq, accompagnato da un bozzetto (in alto). Per ora la Casa non ha diffuso informazioni tecniche, ma ha spiegato il significato del nome Ioniq: è la fusione delle parole “ione”, cioè atomo caricato elettricamente, e “unique”, unico.
Oggi, in Europa, il gruppo coreano è presente nel settore delle propulsioni alternative solo con la Kia Soul elettrica e con la Hyundai ix35 a fuel cell, ma si sta muovendo rapidamente verso l’ibrido. Il gruppo ha svelato un piano di sviluppo che prevede di allargare la gamma globale “green” a 22 modelli entro il 2020, fra cui anche un’interessante piccola Suv ibrida chiamata Kia Niro, in vendita verso la fine dell’anno prossimo. Il segreto di tanta fecondità è una nuova piattaforma specifica per le auto “multi-powertrain”, che permette di ospitare tutti i componenti necessari al funzionamento delle auto ibride ed elettriche, come batterie e convertitori.