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Rifiuti Reggio Calabria, tre anni dopo l’avventura in Leonia

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Ad esempio a me piace il sud. Tre anni fa iniziava l’avventura di Reggio Calabria, venivo nominato dalla Magistratura ad di una azienda di gestione rifiuti sequestrata alla ‘ndrangheta. Il nome della società era una incredibile citazione di Calvino, si chiamava Leonia come nelle Città invisibili. Pur con tutte le difficoltà abbiamo ripulito la città dai cumuli di rifiuti, abbiamo risolto gravi problemi con il personale, come la puntualità degli stipendi e insieme agli avvocati di Libera ci siamo costituiti parte civile contro gli accusati di essere mafiosiChe impressione sentire gli accusati durante il processo, nell’aula bunker di Reggio Calabria farmi i complimenti per come gestivo bene la “loro azienda”. In realtà era una azienda mista a maggioranza pubblica ma la missione di gestire un bene comune era stata smarrita.

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Ancora oggi sento alcuni lavoratori e sindacalisti che lavorarono con me. Sento ancora gli operatori dello Stato e forze di sicurezza che mi stettero vicini e che mi rassicurarono quando in piena notte sorpresi un atto vandalico in corso sulla mia auto. Durò due anni di cui uno, intenso, di gestione operativa in cui facemmo molto. Poi il Prefetto e i commissari antimafia decisero di sciogliere la società ed affidare a privati. Poi ancora, incredibilmente, ho letto sui giornali che le accuse di mafia contro il proprietario della quota privata sarebbero state smentite dal processo in cui è stato poi assolto. Qui il post con cui annuncio la travagliata decisione di accettare l’incarico di ad.

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