La cronaca porta a dire che si tratta di un tonfo storico della Roma. Ma a volerla raccontare in maniera romantica c’è da celebrare lo Spezia, che all’Olimpico batte i giallorossi ai calci di rigore e torna nei quarti di finale della Coppa Italia dove mancava dal ‘40/41. Una vita fa. Dal dischetto sbagliano Pjanic e Dzeko mentre i carneadi (o quasi) Terzi, Nené, Juande e Acampora battono De Sanctis e regalano un sogno ai tremila tifosi liguri arrivati nella Capitale. E non è finita qui, perché l’upset – come nello sport americano vengono definiti i risultati a sorpresa – metterà di fronte nei quarti Spezia e Alessandria, squadra di Lega Pro che martedì sera aveva eliminato il Genoa riportando una squadra di terza serie tra le migliori otto della Coppa Italia a oltre trent’anni di distanza dal Bari. Lo scontro tra gli spezzini e i piemontesi regala una certezza: in semifinale ci sarà certamente una squadra di B o Lega Pro.
Raccontato dello Spezia, che continua la cavalcata e si regala una serata di festa a completamento di un buon periodo di forma (è reduce da 3 vittorie e un pareggio) ma galleggia ancora a metà classifica nella serie cadetta, c’è da analizzare una Roma totalmente allo sbando. Abbandonata dai tifosi – appena 3mila all’Olimpico e pronti a fischiarla a ogni errore – e ormai senza una guida, la squadra appare incapace di affrontare qualsiasi avversario e vive attanagliata dalle paure. Basti rivedere, senza ritornare ai 120 minuti di gioco nei quali non è stata capace di battere la difesa ligure, i primi due rigori. Garcia spedisce sul dischetto Pjanic e Dzeko: specialisti in missione per cercare di metterla sui binari giusti. Invece i bosniaci calciano sulla traversa (il primo) e in curva (il secondo) consegnando allo Spezia il passaggio del turno sigillato dal rigore di Gennaro Acampora, classe 1994, 21 presenze in carriera in serie B e mai sceso in campo contro una squadra di A. Alla prima apparizione in un teatro importante come l’Olimpico, dal suo piede potrebbe essere partito il calcio decisivo per allontanare Garcia da Roma.
Anche perché lo Spezia non ha raccolto i quarti di finale per puro caso. La qualificazione arriva dopo 120 minuti giocati a viso aperto, alternato prudenza e attacchi con una disposizione tattica che ha imbambolato l’undici giallorosso, infarcito di titolari con il passare dei minuti. L’unico dubbio riguarda il fuorigioco fischiato sul gol di Dzeko nel primo tempo, ma resta anche l’unico vero tiro in porta della Roma prima dell’intervallo. Quindi troppo poco per poter recriminare. Tanto per avere un termine di paragone: lo Spezia punta De Sanctis due volte con Brezovec, poi Castan salva tutto su Nené, il cui contropiede era stato fermato ingiustamente per fuorigioco poche azioni prima (tanto per fare il paio con l’offside dell’attaccante bosniaco). È l’atteggiamento della Roma a impressionare: lenta, svogliata, improponibile. Non bastano gli inserimenti dei romani Florenzi e De Rossi a smuovere le acque. Anzi nel finale dei tempi regolamentari è più pericoloso lo Spezia. Nei supplementari non accade praticamente nulla. Dal dischetto Trezzi, Nené, Juande e Acampora sono freddi e trasformano lo Spezia nel più grande incubo di Garcia. I giallorossi non vincono dal derby, hanno smarrito la via del gol e sono totalmente implosi dopo i sei schiaffi di Barcellona. Dopo il Camp Nou il tecnico francese disse: “Ci può stare”. Chissà cosa si inventerà questa volta.
Fiorentina-Carpi 0-1: 76′ Di Gaudio
Non va meglio alla Fiorentina che cede in casa al Carpi, completando (forse) il quadro delle sorprese. I viola cedono alla penultima della classe in A: il gol qualificazione lo firma Di Gaudio, regalando lo storico traguardo agli emiliani dopo aver partecipato alle promozioni in Prima Divisione, Serie B e Serie A. Innescato da Mbakogu, il centrocampista biancorosso segna al termine di una grande azione a un quarto d’ora dal termine. Prima c’era stato anche il palo di Gagliolo, mentre la squadra di Paulo Sousa aveva tentato l’assalto a Brkic con Kalibnic, Bernardeschi e Badelj (traversa). Nel finale disperato della Fiorentina, Ilicic e Astori sfiorano due volte il pareggio: niente di fatto e prima partita stagionale della Viola senza reti realizzate. Nei quarti ci va quindi il Carpi. Affronterà la vincente di Sampdoria-Milan, in campo domani 17 dicembre con la consapevolezza che il cammino della qualificata verso la finale sarà in discesa (il tabellone propone la vincente di Spezia-Alessandria come semifinalista). Ma in questa pazza Coppa Italia le sorprese sono dietro l’angolo.
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Coppa Italia, impresa all’Olimpico dello Spezia: Roma battuta ai rigori per 4 a 2
Dopo lo 0 a 0 nei tempi supplementari decisi gli errori dal dischetto di Dzeko e Pjanic. Giallorossi disorientati e abbandonati dal pubblico amico. Grande festa, invece, per i liguri che nei quarti affronteranno l'Alessandria, squadra di Lega Pro. Cade anche la Fiorentina, piegata dal Carpi
La cronaca porta a dire che si tratta di un tonfo storico della Roma. Ma a volerla raccontare in maniera romantica c’è da celebrare lo Spezia, che all’Olimpico batte i giallorossi ai calci di rigore e torna nei quarti di finale della Coppa Italia dove mancava dal ‘40/41. Una vita fa. Dal dischetto sbagliano Pjanic e Dzeko mentre i carneadi (o quasi) Terzi, Nené, Juande e Acampora battono De Sanctis e regalano un sogno ai tremila tifosi liguri arrivati nella Capitale. E non è finita qui, perché l’upset – come nello sport americano vengono definiti i risultati a sorpresa – metterà di fronte nei quarti Spezia e Alessandria, squadra di Lega Pro che martedì sera aveva eliminato il Genoa riportando una squadra di terza serie tra le migliori otto della Coppa Italia a oltre trent’anni di distanza dal Bari. Lo scontro tra gli spezzini e i piemontesi regala una certezza: in semifinale ci sarà certamente una squadra di B o Lega Pro.
Raccontato dello Spezia, che continua la cavalcata e si regala una serata di festa a completamento di un buon periodo di forma (è reduce da 3 vittorie e un pareggio) ma galleggia ancora a metà classifica nella serie cadetta, c’è da analizzare una Roma totalmente allo sbando. Abbandonata dai tifosi – appena 3mila all’Olimpico e pronti a fischiarla a ogni errore – e ormai senza una guida, la squadra appare incapace di affrontare qualsiasi avversario e vive attanagliata dalle paure. Basti rivedere, senza ritornare ai 120 minuti di gioco nei quali non è stata capace di battere la difesa ligure, i primi due rigori. Garcia spedisce sul dischetto Pjanic e Dzeko: specialisti in missione per cercare di metterla sui binari giusti. Invece i bosniaci calciano sulla traversa (il primo) e in curva (il secondo) consegnando allo Spezia il passaggio del turno sigillato dal rigore di Gennaro Acampora, classe 1994, 21 presenze in carriera in serie B e mai sceso in campo contro una squadra di A. Alla prima apparizione in un teatro importante come l’Olimpico, dal suo piede potrebbe essere partito il calcio decisivo per allontanare Garcia da Roma.
Anche perché lo Spezia non ha raccolto i quarti di finale per puro caso. La qualificazione arriva dopo 120 minuti giocati a viso aperto, alternato prudenza e attacchi con una disposizione tattica che ha imbambolato l’undici giallorosso, infarcito di titolari con il passare dei minuti. L’unico dubbio riguarda il fuorigioco fischiato sul gol di Dzeko nel primo tempo, ma resta anche l’unico vero tiro in porta della Roma prima dell’intervallo. Quindi troppo poco per poter recriminare. Tanto per avere un termine di paragone: lo Spezia punta De Sanctis due volte con Brezovec, poi Castan salva tutto su Nené, il cui contropiede era stato fermato ingiustamente per fuorigioco poche azioni prima (tanto per fare il paio con l’offside dell’attaccante bosniaco). È l’atteggiamento della Roma a impressionare: lenta, svogliata, improponibile. Non bastano gli inserimenti dei romani Florenzi e De Rossi a smuovere le acque. Anzi nel finale dei tempi regolamentari è più pericoloso lo Spezia. Nei supplementari non accade praticamente nulla. Dal dischetto Trezzi, Nené, Juande e Acampora sono freddi e trasformano lo Spezia nel più grande incubo di Garcia. I giallorossi non vincono dal derby, hanno smarrito la via del gol e sono totalmente implosi dopo i sei schiaffi di Barcellona. Dopo il Camp Nou il tecnico francese disse: “Ci può stare”. Chissà cosa si inventerà questa volta.
Fiorentina-Carpi 0-1: 76′ Di Gaudio
Non va meglio alla Fiorentina che cede in casa al Carpi, completando (forse) il quadro delle sorprese. I viola cedono alla penultima della classe in A: il gol qualificazione lo firma Di Gaudio, regalando lo storico traguardo agli emiliani dopo aver partecipato alle promozioni in Prima Divisione, Serie B e Serie A. Innescato da Mbakogu, il centrocampista biancorosso segna al termine di una grande azione a un quarto d’ora dal termine. Prima c’era stato anche il palo di Gagliolo, mentre la squadra di Paulo Sousa aveva tentato l’assalto a Brkic con Kalibnic, Bernardeschi e Badelj (traversa). Nel finale disperato della Fiorentina, Ilicic e Astori sfiorano due volte il pareggio: niente di fatto e prima partita stagionale della Viola senza reti realizzate. Nei quarti ci va quindi il Carpi. Affronterà la vincente di Sampdoria-Milan, in campo domani 17 dicembre con la consapevolezza che il cammino della qualificata verso la finale sarà in discesa (il tabellone propone la vincente di Spezia-Alessandria come semifinalista). Ma in questa pazza Coppa Italia le sorprese sono dietro l’angolo.
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Roma, 19 mar. (Adnkronos) - E' stato ricordato oggi nell'aula della Camera l'ex-deputato Mimmo Lucà, parlamentare per cinque legislatura, scomparso il 13 febbraio scorso, all'età di 71 anni. Esponente dei cristiano sociali e dei Ds, è stato anche dirigente delle Acli. L'aula ha osservato un minuto di silenzio per commemorare Lucà.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "La balla della privacy con cui la maggioranza e il governo giustificano la loro lotta senza quartiere alle intercettazioni, oltre ad essere una motivazione del tutto falsa e smentita dai fatti, ormai non regge più nemmeno rispetto alle azioni dello stesso centrodestra. Infatti, mentre alla Camera demoliscono le intercettazioni, al Senato portano avanti l'articolo 31 del Ddl Sicurezza che consentirà ai Servizi segreti la schedatura di massa dei cittadini". Lo afferma la deputata M5S Valentina D'Orso, capogruppo in commissione Giustizia.
"Non sono più credibili nemmeno quando accampano motivazioni di comodo, si smentiscono con i loro stessi provvedimenti che in realtà rispondono a un disegno ormai chiaro: indebolire gli strumenti di indagine della magistratura che possono dar fastidio ai colletti bianchi e allo stesso tempo creare un brutale sistema di repressione del dissenso e controllo sui cittadini comuni".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - La Camera è riunita in seduta notturna per finire l'esame degli emendamenti al ddl intercettazioni, quindi le dichiarazioni di voto e il voto finale che dovrebbe arrivare nella serata. I lavori sono previsti fino alle 24.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "L'Italia ha ribadito che continueremo a sostenere l'Ucraina anche nel documento approvato oggi alla Camera e ieri al Senato. E' un impegno che noi manteniamo, continueremo a fare la nostra parte. Noi non siamo mai stati in guerra con la Russia e non abbiamo mai autorizzato l'uso di nostre armi da parte degli ucraini in territorio russo". Lo ha detto Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Mi pare che la telefonata Trump-Putin sia un segnale positivo così come quella tra Trump e Zelensky. Noi abbiamo chiesto che l'Ucraina fosse coinvolta e questo è accaduto. Noi incoraggiamo tutte le iniziative che portano alla pace. Non è facile ma qualche speranza c'è". Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Si tratta di garantire la sicurezza dell'intera Unione europea. C'è bisogno di rafforzare la sicurezza europea ma questo non significa essere guerrafondai. Per garantire la pace serve un equilibrio delle forze in campo per garantire la sicurezza dell'Europa e dell'Italia. Stiamo lavorando in questa direzione come un buon padre di famiglia che mette le finestre blindate perchè la sua famiglia sia al sicuro". Lo dice il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno. "Bisogna avere il coraggio di andare avanti: l'Europa è l'unico modo per essere sicuri".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Meloni non ha attaccato Altiero Spinelli. Mi sembra una tempesta in un bicchier d'acqua. Spinelli è un personaggio illustre della storia europea, lo rispetto e la presidente Meloni non lo ha mai offeso". Lo dice il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.