“Mio padre è stato eletto nel consiglio di amministrazione di Banca Etruria nel maggio 2014″. La frase è del ministro Maria Elena Boschi ed è stata pronunciata a Montecitorio durante la difesa in occasione della mozione di sfiducia contro di lei (poi bocciata). In realtà però Pier Luigi Boschi, è diventato vicepresidente per otto mesi a maggio 2014, mentre era nel cda della banca già dal 2011 anche se senza deleghe.
Una semplice imprecisione o una bugia? Secondo le opposizioni si tratta di una “menzogna” molto grave pronunciata in Parlamento da una rappresentante dell’esecutivo. “Siamo esterrefatti”, ha commentato Giovanni Paglia, deputato di Sinistra Italiana (la nuova componente nata da alcuni parlamentari usciti dal Partito democratico). “Peccato che quello che ha detto la Boschi non sia vero”. All’attacco anche i 5 Stelle, primi firmatari della mozione respinta oggi da Montecitorio: “Lo sanno anche i sassi”, hanno detto i deputati Alessio Villarosa e Daniele Pesco all’Huffington post, “che è entrato nel cda nel 2011, la Boschi mente spudoratamente”.
Secondo le opposizioni, quella “svista” avrebbe grosse influenze nella difesa della rappresentante del governo. “Mio padre”, ha detto la Boschi, “è stato eletto membro nel consiglio di amministrazione di Banca Etruria nel maggio 2014, in quel momento i soci erano 69mila e 350. È poi stato nominato uno dei vicepresidenti senza deleghe. Ha accettato quell’incarico pensando di dare una mano in quella situazione di crisi. Ha perso il proprio incarico, come gli altri membri del Cda, con il commissariamento del nostro governo”. E ha concluso: “In tutta onesta voglio chiedere” a chi ha presentato la mozione di sfiducia “qual è il favoritismo nell’aver fatto perdere l’incarico a mio padre come agli altri membri del consiglio di amministrazioni? Dov’è il favoritismo nella sanzione di Bankitalia a mio padre per 140mila euro?”