Molte grandi città italiane come Roma, Milano, Torino, Bologna in questi giorni sembrano ricordare Pechino. Palazzi e monumenti perdono i piani alti, mentre un tenue lenzuolo monocromatico si stende su abitazioni e passanti. Nebbia e smog colorano di grigio i cieli di tanti centri urbani alla vigilia di Natale. E le previsioni degli esperti non promettono miglioramenti a breve. In attesa che le condizioni meteo mutino, e che magari pioggia e vento puliscano un po’ il cielo dagli inquinanti, l’unico provvedimento nell’immediato sembra essere la circolazione a targhe alterne. Ma quali sono le conseguenze sulla salute? Ilfattoquotidiano.it lo ha chiesto a Cristina Balzarotti, pneumologa del Centro diagnostico italiano di Milano, che quotidianamente si confronta con gli effetti dell’inquinamento.

Quali sono i rischi per chi vive in una grande città?
Il problema maggiore è rappresentato dalle famigerate polveri sottili, come i PM10 e i PM2,5 (Particulate Matter o materia particolata, cioè in piccole particelle, di 10 o 2,5 millesimi di millimetro, ndr), in grado di penetrare in profondità nell’apparato respiratorio. Nei giorni in cui la loro concentrazione è maggiore si registra, ad esempio, un aumento dell’accesso alle strutture di pronto soccorso. In zone particolarmente inquinate, come la Pianura padana, dove l’assenza di ventilazione non garantisce un ricambio d’aria adeguato, è come se ci si sottoponesse a un continuo aerosol, ma di sostanze inquinanti.

Perché queste molecole sono così pericolose?
Perché sono di piccole dimensioni. Come indica il loro stesso nome, si tratta di particelle dell’ordine dei micron, in grado di superare il sistema di filtri e il labirinto di concamerazioni del naso, che puliscono l’aria che respiriamo. Le polveri sottili riescono, infatti, a raggiungere le ultime propaggini delle vie aeree, gli alveoli polmonari, dove avvengono gli scambi gassosi di ossigeno e anidride carbonica con i capillari sanguigni.

Con quali conseguenze per l’organismo?
Una volta raggiunti gli alveoli, queste particelle inquinanti scatenano un’azione irritante e infiammatoria, che può estendersi a tutto l’organismo, in particolar modo all’apparato cardiocircolatorio. Un altro effetto che hanno nel corpo è l’aumento della produzione di radicali liberi, anch’essi irritanti. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente l’inquinamento dell’aria provoca ogni anno in Italia circa 84.400 morti premature, colpendo soprattutto i più piccoli. I bambini sono più esposti perché hanno difese immunitarie più deboli. Ma non sono i soli a rischio. Rispetto al passato, è possibile riscontrare più bronchiti croniche, broncopneumopatie e tumori polmonari anche in individui adulti che non sono fumatori. Che il tumore polmonare sia in continuo aumento è ormai un’evidenza. Non eravamo abituati a queste diagnosi in persone che non avevano fattori di rischio specifici. I dati dell’Aea dimostrano che, rispetto al passato, la sorveglianza è aumentata. Ma anche che sono cambiati i tipi di inquinanti, rispetto ad esempio a quando si adoperavano caldaie a carbone e a legna, o nel passaggio dal riscaldamento a gasolio al metano.

Quali precauzioni bisogna prendere per proteggersi?
Un valido aiuto è rappresentato da uno stile di vita sano. Quindi, niente fumo e un’alimentazione ricca di sostanze antiossidanti, come le vitamine A, C, E, o il resveratrolo contenuto nelle uve rosse. Ma cambiare le condizioni di vita, come ad esempio coprire le vie respiratorie con delle mascherine, possibilmente con filtri, può sì proteggerci, ma non essere sufficiente a curarci.

Nel lungo periodo, quindi, che cosa si può fare?
Molte cose utili sono state fatte nel corso degli ultimi anni per prevenire patologie polmonari, come l’introduzione del divieto di fumo negli edifici pubblici. Purtroppo, però, non abbiamo ancora marker tumorali di screening precoce. Occorrerebbe, per esempio, potenziare i mezzi pubblici, o migliorare ancora di più il parco auto a favore di quelle meno inquinanti, come le vetture ibride. Per far fronte all’emergenza, intanto, le amministrazioni locali ricorrono alle targhe alterne. Come medico posso solo limitarmi a dare dei consigli. Il problema delle polveri sottili è piuttosto complesso, e strettamente legato ad esempio alle condizioni climatiche sfavorevoli. Temo, purtroppo, che non esista una soluzione nell’immediato.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Smog uccide più del terrorismo, perché non passiamo a veicoli elettrici?

next
Articolo Successivo

Green economy, approvata la legge: dalle multe per chi getta mozziconi a terra ai fondi per la mobilità sostenibile

next