Mancano gli uomini. E c’è chi si deve fare 250 chilometri a sirene spiegate. Mancano i mezzi. E capita di rompersi una costola operando in condizioni rischiose. Mancano i fondi per gli straordinari. E qualcuno aspetta i propri soldi da mesi. Sono le tante storie dei vigili del fuoco italiani, circa 30mila persone operative sul campo alle quali si aggiungono 5mila lavoratori come impiegati, ispettori, dirigenti. Fanno circa 730mila interventi all’anno, 2mila al giorno, ma durante le feste natalizie celebrate a suon di botti e fuochi di artificio le chiamate aumentano. In queste settimane, però, del corpo dei pompieri si è parlato anche perché molti di loro sono scesi in piazza in diverse città italiane per chiedere il rinnovo del contratto e l’estensione del bonus di 80 euro. Su quest’ultima rivendicazione hanno incassato il sì del governo (solo per il 2016, come gli altri corpi di polizia): un contentino che non modifica di una virgola le difficoltà che incontrano nel lavoro di ogni giorno. E a fronte delle quali l’incolumità dei cittadini risulta meno tutelata.
“MANCANO 3.500 UOMINI”. E IL TURN OVER È BLOCCATO – “Poche settimane fa, c’è stato un incendio in una palazzina di tre piani a Padova. Non c’erano abbastanza uomini in servizio e sono dovuti arrivare i rinforzi da Milano”. Circa 250 chilometri di distanza. A parlare è Antonio Jiritano, responsabile vigili del fuoco per il sindacato Usb. “Non c’è da stupirsi. In Italia abbiamo in media un pompiere in servizio ogni 15mila abitanti, ben al di sotto degli standard europei”. Personale insufficiente: un problema cronico per i vigili del fuoco italiani. Due decreti legge, datati 2013 e 2014, hanno previsto ciascuno l’assunzione di nuovi mille lavoratori. Ma non è bastato. Perché lo scorso 31 luglio un decreto del ministero dell’Interno ha stabilito la ripartizione del personale del corpo partendo dal presupposto che ci fossero 32.734 pompieri operativi. Peccato che un documento dello stesso ministero, pubblicato una settimana dopo, fotografasse un’effettiva presenza sul territorio molto meno consistente. “Mancavano 3.854 unità rispetto ai numeri indicati dal ministero – spiega Riccardo Boriassi, portavoce del sindacato Conapo – Ora, grazie all’ultima tranche di assunzioni, ne mancheranno circa 3.500. Non è ancora sufficiente”. Ad aggravare la situazione ci ha pensato il turn over limitato, che fino al 2015 si è fermato al 55%. In poche parole, per ogni 100 vigili del fuoco che sono andati in pensione se ne potevano assumere solo 55. E oltre a contenere la disponibilità di uomini, questo limite ha stoppato anche il ricambio generazionale. L’età media di un vigile del fuoco italiano, spiegano i sindacati, supera ormai i 50 anni.
Ogni 100 pompieri che vanno in pensione se ne possono assumere solo 55. L’età media supera i 50 anni
IL NODO STIPENDI: “PAGATI 300 EURO IN MENO DEGLI ALTRI CORPI” – Ma quanto guadagnano i pompieri italiani? Lo stipendio medio di un vigile del fuoco si aggira attorno ai 1.300 euro al mese, riportano i sindacati, arrivando a 1.500-1.700 euro a fine carriera. “Siamo retribuiti molto meno dei colleghi di altri corpi”, spiega Antonio Brizzi, segretario generale del sindacato Conapo. “Un divario che va dai 300 euro mensili, nelle qualifiche più basse, sino a circa 700 euro di differenza nei gradi più elevati. Il personale vive questa cosa come un’ingiustizia delle istituzioni, visto che il ministro Alfano continua a trattare diversamente i suoi due corpi preposti alla sicurezza dei cittadini, la polizia e i vigili del fuoco”. Insomma, i pompieri soffrono una disparità di trattamento rispetto alle altre forze dell’ordine. A questo si aggiunge una differenza anche a livello di pensioni. “Ogni cinque anni di servizio operativo, – aggiunge Riccardo Boriassi – ai dipendenti degli altri corpi ne sono conteggiati sei ai fini pensionistici. A noi invece non è riservato questo trattamento”. Va poi ricordato che anche i vigili del fuoco, in quanto dipendenti pubblici, hanno il contratto fermo dal 2009. E la legge di Stabilità ha previsto per il rinnovo uno stanziamento di 300 milioni di euro, che i sindacati ritengono insufficiente, in quanto pari a un aumento di circa 5 euro al mese per lavoratore.
Le buste paga sono più leggere rispetto a quelle dei poliziotti. E le pensioni più basse
LA CARENZA DI MEZZI: IL DISAGIO DI ROMA NELL’ANNO DEL GIUBILEO – Pochi uomini, pochi soldi. E anche pochi mezzi. L’esempio più lampante è la capitale. “Per il Giubileo, ci hanno appena assegnato sei autopompe nuove – spiega uno dei coordinatori di Fp Cgil Roma – Il problema era che già prima eravamo in carenza di mezzi. Ora, questa aggiunta ci permette di raggiungere solo il minimo indispensabile per operare in una situazione normale. E l’avvento del Giubileo ci lascia comunque in uno stato di crisi”. E i mezzi da soli non bastano, serve l’equipaggiamento adeguato. “Le nuove autopompe sono state consegnate senza allestimento – prosegue il sindacalista – Mancano cesoie, fiamme ossidriche, manichette, tubi, lance. Ogni volta dobbiamo recuperarle da altri mezzi”. Ma se per le autopompe la situazione sembra migliorata, il problema grosso rimane sugli altri mezzi. “A Roma la situazione delle autoscale è gravissima – incalza il vigile del fuoco – Hanno tutte più di dieci anni di anzianità, con picchi di 32 anni, non sono più idonee a garantire il soccorso. E sono poche: nel territorio del comando di Roma, ce ne sono solo cinque rispetto alle otto previste. Ci hanno promesso l’acquisto di nuovi mezzi, ma non abbiamo certezze sulle tempistiche”. Le conseguenze pratiche si fanno sentire. “Di recente, abbiamo registrato un infortunio legato a questo problema – conclude il sindacalista – Siamo intervenuti per salvare una persona che minacciava di buttarsi nel vuoto, che poi è stata presa al volo da un collega. Ma l’autoscala era priva del cestello di sicurezza. Così, lui si è aggrappato con una mano solo ai gradini, si è rotto una costola e ha riportato uno strappo muscolare”.
IL PRECARIATO NEI VIGILI DEL FUOCO: IL DRAMMA DEL PERSONALE DISCONTINUO – E anche tra i protetti di Santa Barbara non poteva mancare la piaga del precariato. In particolare, si tratta dei cosiddetti vigili del fuoco discontinui. Non ci sono cifre ufficiali, ma si parla di un esercito di 40-60mila persone. Più qualificati dei volontari, ma senza le garanzie dei colleghi permanenti. In una parola, appunto, precari. Fino all’anno scorso avevano contratti della durata massima di 20 giorni, dal 2015 accorciata a soli 14 giorni. Tra un richiamo e l’altro, vivono con il sussidio di disoccupazione. Per questa categoria è in arrivo una nuova stangata. A dare l’allarme è stato il deputato Pippo Civati, in un’interrogazione parlamentare: “Il governo sembra manifestare la volontà di superare la figura del vigile discontinuo, fatto che desta preoccupazione sul futuro in migliaia di volontari che hanno acquisito professionalità e competenze e hanno servito con abnegazione”. A spiegare meglio cosa sta accadendo ci pensa Antonio Jiritano: “Con i decreti attuativi della riforma Madia, il governo si appresta a eliminare la figura del vigile del fuoco discontinuo. Semplicemente, non potranno più essere richiamati al lavoro”. Per questo motivo, lo scorso 15 dicembre, circa cento pompieri aderenti al sindacato Usb si sono presentati alla sede del Pd al Nazareno. “Per fare l’esempio di Roma, – dice Jiritano – con l’avvento del Giubileo, un padre vigile del fuoco permanente lavorerà giorno e notte, seguendo turni straordinari. Il figlio, pompiere discontinuo, non lavorerà quasi mai”.
E C’È CHI ASPETTA ANCORA GLI STRAORDINARI DI EXPO – E per un grande evento appena iniziato, ce n’è uno concluso da poche settimane, Expo 2015. L’esposizione universale ha richiesto un maggiore carico di lavoro per i vigili del fuoco, in questo caso quelli della Lombardia: ai pompieri è stato chiesto di effettuare turni straordinari. E così ogni provincia, per tutto il periodo di Expo, ha potuto contare su una squadra in più. Ma i problemi sono cominciati poco dopo l’inizio della manifestazione. “Fino a giugno, con i pagamenti andava tutto bene – spiega Massimo Ferrari, coordinatore vigili del fuoco per Fp Cgil Lombardia – Ma da luglio in poi non ci hanno più pagato gli straordinari”. All’inizio, i lavoratori non ci hanno fatto molto caso. “Purtroppo siamo abituati a questi ritardi”, aggiunge Ferrari. Ma poi la pazienza ha cominciato a venire meno. Fino alla comunicazione della direzione regionale, arrivata ai primi di novembre. “Ci hanno spiegato che il pagamento doveva essere autorizzato dal Mef e poi dalla Funzione pubblica – racconta il sindacalista – Poi, ci hanno comunicato che la situazione si è sbloccata. Ogni lavoratore attende una media di 1.500-1.800 euro. Ma i soldi non sono ancora arrivati”.
Lavoro & Precari
Vigili del fuoco, il corpo dimenticato: pochi uomini, scarsi mezzi, stipendi bassi. E ora il governo “rottama” i precari
L'età media dei pompieri supera i 50 anni e ne mancano 3.500 rispetto all'organico previsto. Nonostante i rischi del mestiere, rispetto alla polizia prendono fino a 700 euro mensili in meno (e 300 euro in media). Quanto agli straordinari, aspettano ancora di essere pagati per quelli fatti per l'Expo. I "discontinui", poi, non saranno più richiamati in servizio. L'equipaggiamento? "Per il Giubileo autopompe nuove, ma senza cesoie e fiamme ossidriche"
Mancano gli uomini. E c’è chi si deve fare 250 chilometri a sirene spiegate. Mancano i mezzi. E capita di rompersi una costola operando in condizioni rischiose. Mancano i fondi per gli straordinari. E qualcuno aspetta i propri soldi da mesi. Sono le tante storie dei vigili del fuoco italiani, circa 30mila persone operative sul campo alle quali si aggiungono 5mila lavoratori come impiegati, ispettori, dirigenti. Fanno circa 730mila interventi all’anno, 2mila al giorno, ma durante le feste natalizie celebrate a suon di botti e fuochi di artificio le chiamate aumentano. In queste settimane, però, del corpo dei pompieri si è parlato anche perché molti di loro sono scesi in piazza in diverse città italiane per chiedere il rinnovo del contratto e l’estensione del bonus di 80 euro. Su quest’ultima rivendicazione hanno incassato il sì del governo (solo per il 2016, come gli altri corpi di polizia): un contentino che non modifica di una virgola le difficoltà che incontrano nel lavoro di ogni giorno. E a fronte delle quali l’incolumità dei cittadini risulta meno tutelata.
“MANCANO 3.500 UOMINI”. E IL TURN OVER È BLOCCATO – “Poche settimane fa, c’è stato un incendio in una palazzina di tre piani a Padova. Non c’erano abbastanza uomini in servizio e sono dovuti arrivare i rinforzi da Milano”. Circa 250 chilometri di distanza. A parlare è Antonio Jiritano, responsabile vigili del fuoco per il sindacato Usb. “Non c’è da stupirsi. In Italia abbiamo in media un pompiere in servizio ogni 15mila abitanti, ben al di sotto degli standard europei”. Personale insufficiente: un problema cronico per i vigili del fuoco italiani. Due decreti legge, datati 2013 e 2014, hanno previsto ciascuno l’assunzione di nuovi mille lavoratori. Ma non è bastato. Perché lo scorso 31 luglio un decreto del ministero dell’Interno ha stabilito la ripartizione del personale del corpo partendo dal presupposto che ci fossero 32.734 pompieri operativi. Peccato che un documento dello stesso ministero, pubblicato una settimana dopo, fotografasse un’effettiva presenza sul territorio molto meno consistente. “Mancavano 3.854 unità rispetto ai numeri indicati dal ministero – spiega Riccardo Boriassi, portavoce del sindacato Conapo – Ora, grazie all’ultima tranche di assunzioni, ne mancheranno circa 3.500. Non è ancora sufficiente”. Ad aggravare la situazione ci ha pensato il turn over limitato, che fino al 2015 si è fermato al 55%. In poche parole, per ogni 100 vigili del fuoco che sono andati in pensione se ne potevano assumere solo 55. E oltre a contenere la disponibilità di uomini, questo limite ha stoppato anche il ricambio generazionale. L’età media di un vigile del fuoco italiano, spiegano i sindacati, supera ormai i 50 anni.
IL NODO STIPENDI: “PAGATI 300 EURO IN MENO DEGLI ALTRI CORPI” – Ma quanto guadagnano i pompieri italiani? Lo stipendio medio di un vigile del fuoco si aggira attorno ai 1.300 euro al mese, riportano i sindacati, arrivando a 1.500-1.700 euro a fine carriera. “Siamo retribuiti molto meno dei colleghi di altri corpi”, spiega Antonio Brizzi, segretario generale del sindacato Conapo. “Un divario che va dai 300 euro mensili, nelle qualifiche più basse, sino a circa 700 euro di differenza nei gradi più elevati. Il personale vive questa cosa come un’ingiustizia delle istituzioni, visto che il ministro Alfano continua a trattare diversamente i suoi due corpi preposti alla sicurezza dei cittadini, la polizia e i vigili del fuoco”. Insomma, i pompieri soffrono una disparità di trattamento rispetto alle altre forze dell’ordine. A questo si aggiunge una differenza anche a livello di pensioni. “Ogni cinque anni di servizio operativo, – aggiunge Riccardo Boriassi – ai dipendenti degli altri corpi ne sono conteggiati sei ai fini pensionistici. A noi invece non è riservato questo trattamento”. Va poi ricordato che anche i vigili del fuoco, in quanto dipendenti pubblici, hanno il contratto fermo dal 2009. E la legge di Stabilità ha previsto per il rinnovo uno stanziamento di 300 milioni di euro, che i sindacati ritengono insufficiente, in quanto pari a un aumento di circa 5 euro al mese per lavoratore.
LA CARENZA DI MEZZI: IL DISAGIO DI ROMA NELL’ANNO DEL GIUBILEO – Pochi uomini, pochi soldi. E anche pochi mezzi. L’esempio più lampante è la capitale. “Per il Giubileo, ci hanno appena assegnato sei autopompe nuove – spiega uno dei coordinatori di Fp Cgil Roma – Il problema era che già prima eravamo in carenza di mezzi. Ora, questa aggiunta ci permette di raggiungere solo il minimo indispensabile per operare in una situazione normale. E l’avvento del Giubileo ci lascia comunque in uno stato di crisi”. E i mezzi da soli non bastano, serve l’equipaggiamento adeguato. “Le nuove autopompe sono state consegnate senza allestimento – prosegue il sindacalista – Mancano cesoie, fiamme ossidriche, manichette, tubi, lance. Ogni volta dobbiamo recuperarle da altri mezzi”. Ma se per le autopompe la situazione sembra migliorata, il problema grosso rimane sugli altri mezzi. “A Roma la situazione delle autoscale è gravissima – incalza il vigile del fuoco – Hanno tutte più di dieci anni di anzianità, con picchi di 32 anni, non sono più idonee a garantire il soccorso. E sono poche: nel territorio del comando di Roma, ce ne sono solo cinque rispetto alle otto previste. Ci hanno promesso l’acquisto di nuovi mezzi, ma non abbiamo certezze sulle tempistiche”. Le conseguenze pratiche si fanno sentire. “Di recente, abbiamo registrato un infortunio legato a questo problema – conclude il sindacalista – Siamo intervenuti per salvare una persona che minacciava di buttarsi nel vuoto, che poi è stata presa al volo da un collega. Ma l’autoscala era priva del cestello di sicurezza. Così, lui si è aggrappato con una mano solo ai gradini, si è rotto una costola e ha riportato uno strappo muscolare”.
IL PRECARIATO NEI VIGILI DEL FUOCO: IL DRAMMA DEL PERSONALE DISCONTINUO – E anche tra i protetti di Santa Barbara non poteva mancare la piaga del precariato. In particolare, si tratta dei cosiddetti vigili del fuoco discontinui. Non ci sono cifre ufficiali, ma si parla di un esercito di 40-60mila persone. Più qualificati dei volontari, ma senza le garanzie dei colleghi permanenti. In una parola, appunto, precari. Fino all’anno scorso avevano contratti della durata massima di 20 giorni, dal 2015 accorciata a soli 14 giorni. Tra un richiamo e l’altro, vivono con il sussidio di disoccupazione. Per questa categoria è in arrivo una nuova stangata. A dare l’allarme è stato il deputato Pippo Civati, in un’interrogazione parlamentare: “Il governo sembra manifestare la volontà di superare la figura del vigile discontinuo, fatto che desta preoccupazione sul futuro in migliaia di volontari che hanno acquisito professionalità e competenze e hanno servito con abnegazione”. A spiegare meglio cosa sta accadendo ci pensa Antonio Jiritano: “Con i decreti attuativi della riforma Madia, il governo si appresta a eliminare la figura del vigile del fuoco discontinuo. Semplicemente, non potranno più essere richiamati al lavoro”. Per questo motivo, lo scorso 15 dicembre, circa cento pompieri aderenti al sindacato Usb si sono presentati alla sede del Pd al Nazareno. “Per fare l’esempio di Roma, – dice Jiritano – con l’avvento del Giubileo, un padre vigile del fuoco permanente lavorerà giorno e notte, seguendo turni straordinari. Il figlio, pompiere discontinuo, non lavorerà quasi mai”.
E C’È CHI ASPETTA ANCORA GLI STRAORDINARI DI EXPO – E per un grande evento appena iniziato, ce n’è uno concluso da poche settimane, Expo 2015. L’esposizione universale ha richiesto un maggiore carico di lavoro per i vigili del fuoco, in questo caso quelli della Lombardia: ai pompieri è stato chiesto di effettuare turni straordinari. E così ogni provincia, per tutto il periodo di Expo, ha potuto contare su una squadra in più. Ma i problemi sono cominciati poco dopo l’inizio della manifestazione. “Fino a giugno, con i pagamenti andava tutto bene – spiega Massimo Ferrari, coordinatore vigili del fuoco per Fp Cgil Lombardia – Ma da luglio in poi non ci hanno più pagato gli straordinari”. All’inizio, i lavoratori non ci hanno fatto molto caso. “Purtroppo siamo abituati a questi ritardi”, aggiunge Ferrari. Ma poi la pazienza ha cominciato a venire meno. Fino alla comunicazione della direzione regionale, arrivata ai primi di novembre. “Ci hanno spiegato che il pagamento doveva essere autorizzato dal Mef e poi dalla Funzione pubblica – racconta il sindacalista – Poi, ci hanno comunicato che la situazione si è sbloccata. Ogni lavoratore attende una media di 1.500-1.800 euro. Ma i soldi non sono ancora arrivati”.
Articolo Precedente
Il 2015 dell’occupazione
Articolo Successivo
Carceri, è importante preparare i detenuti al lavoro 2.0
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Cronaca
Il Papa in lieve miglioramento: “Prognosi resta riservata, reni non preoccupano”. In piazza san Pietro fedeli da tutto il mondo per il Rosario
Mondo
Onu, Usa contro la risoluzione per “l’integrità” di Kiev. Trump riceve Macron: “Forza Ue per la pace”. E Putin: “L’Europa può partecipare ai colloqui per la tregua”
Economia & Lobby
Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Io sono un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente". Così Simone Cristicchi, ospite a 'Maschio Selvaggio' su Rai Radio 2, risponde alla conduttrice Nunzia De Girolamo quando fa notare al cantautore romano come la canzone sanremese 'Quando sarai piccola' sia piaciuta tanto a Elly Schlein quanto a Giorgia Meloni.
"Si tende sempre a identificare gli artisti politicamente, la musica invece non ha fazioni, non ha colori. Devo dire che tu hai messo insieme la destra e la sinistra", ha detto De Girolamo al cantautore arrivato quinto nella classifica finale. "Questo mi fa sorridere - ha confessato Cristicchi - sono molto contento di questo apprezzamento bipartisan, o anche super partes, che ha generato la mia canzone. Io sono sempre stato un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente, proprio perché volevo che la mia musica e la mia arte potesse arrivare a tutti ed è giusto che sia così".
"Ovviamente ho le mie idee, come tutti, non le rinnego e non mi vergogno di esternarle quando è il momento e quando ho voglia, però - ha concluso il cantautore - sono veramente contento di aver fatto questa canzone che sia piaciuta più o meno a tutti".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il caro bollette è un problema sempre più grave, che non possiamo più far finta di non vedere. Paghiamo le bollette più care d’Europa, che a sua volta paga le bollette più alte tra i competitor internazionali. Siamo i più tartassati tra i tartassati, con un evidente danno alla competitività delle imprese e al potere di acquisto delle famiglie. I lavoratori, in particolare, pagano questi aumenti tre volte: la prima in casa quando arriva la bolletta, la seconda perché le aziende devono metterli in cassa integrazione poiché con l’energia alle stelle perdono produttività, la terza perché l’energia spinge a rialzo l’inflazione e i prodotti nel carrello della spesa costano di più". Lo dice Annalisa Corrado della segreteria del Partito Democratico.
"Agire è possibile e doveroso. Possiamo farlo subito, a partire dalla protezione dei soggetti vulnerabili, oltre 3 milioni e mezzo di utenti, per il quali il governo vuole bandire aste che sarebbero una iattura. Bisogna fermarle immediatamente e riformare piuttosto l’acquirente unico, che al momento gestisce il servizio di tutela della vulnerabilità, perché possa tornare a stipulare i contratti pluriennali di acquisto, agendo come vero e proprio gruppo d’acquisto".
"È necessario inoltre agire ad ogni livello possibile per disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas: occorre lavorare ad una riforma europea dei mercati, scenario non immediato, agendo però contemporaneamente ed immediatamente per un “disaccoppiamento di fatto”, come quello che si potrebbe attuare supportando i contratti pluriennali con i produttori di energia da fonti rinnovabili (PPA, Power purchase agreement). Dovremmo prendere esempio dalla Spagna di Sanchez, inoltre, che ha imposto un tetto al prezzo del gas, ottenendo risultati brillanti che hanno trainato la ripresa d’industria ed economia. Dobbiamo fare di più e meglio per la transizione energetica per liberarci dalla dipendenza del gas: oltre ad insistere su sufficienza energetica ed elettrificazione dei consumi, dobbiamo agire ad ogni livello perché la quota di energia da fonti rinnovabili nel nostro mix di produzione cresca: questo è l’unico modo strutturale di far penetrare il beneficio in bolletta del basso costo delle energie pulite".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - “Allarmano e inquietano gli atti violenti rivolti in questi giorni contro le Forze dell’Ordine, a loro va la nostra piena solidarietà”. Lo dichiara la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi dopo gli incendi dolosi che hanno coinvolto questa mattina il commissariato e la Polstrada di Albano Laziale e nei giorni scorsi il comando della Compagnia dei carabinieri di Castel Gandolfo.
“Auguriamo agli agenti intossicati una pronta guarigione. Nell’attesa che sia fatta chiarezza sulle dinamiche e che i responsabili siano consegnati alla giustizia, non possiamo che schierarci senza indugio al fianco di chi ogni giorno si impegna per la sicurezza delle cittadine e dei cittadini”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Le bollette energetiche di famiglie e imprese sono alle stelle. Meloni ha fischiettato per mesi, ignorando anche le nostre proposte. E oggi annuncia il rinvio di un Cdm promesso ormai due settimane fa. Non avevano detto di essere 'pronti'?". Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Tutto quello che ha a che fare con le emergenze vere di cittadini, famiglie, imprese passa in secondo piano nell’agenda del governo Meloni. Così è stato ed è per le liste d’attesa e per il diritto alla salute negato a milioni di concittadini, così è per il caro-bollette che da troppi mesi penalizza le aziende italiane e mette in ginocchio le fasce sociali più disagiate". Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità nella segreteria del Partito Democratico.
"Oggi la segretaria del Pd Elly Schlein ha presentato proposte molto chiare e concrete, che raccolgono peraltro l’interesse di imprenditori e associazioni degli utenti. Il Cdm sul problema del caro energia pare invece che slitti a venerdì. La presidente Meloni ne approfitti per raccogliere le nostre proposte sul disaccoppiamento del prezzo dell’energia da quello del gas e sull’Acquirente unico".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - La lotta alle mafie andrebbe portata avanti "in maniera trasversale. Ma non stiamo vedendo disponibilità all'ascolto e al lavoro comune da parte di questa destra". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno. "Noi continueremo a fare da pungolo costante, il messaggio che deve arrivare chiaro alle nuove generazioni è che la mafia è un male, e un freno al nostro Paese. Il Pd oggi più che mai è intenzionato a portare avanti questo lavoro con determinazione, mano nella mano con le realtà che affrontano il problema ogni giorno e ne sanno certamente più di noi".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Nel contrasto alle mafie "il ruolo delle forze dell'ordine e della magistratura è fondamentale. Noi riconosciamo e sosteniamo il lavoro quotidiano delle forze dell'ordine. Vanno sostenute le forze dell'ordine, come la magistratura, che invece vediamo attaccata tutti i giorni da chi governa". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno.