“Vergogna, Vergogna”. A urlarlo sono le decine di persone che hanno perso i loro risparmi dopo il fallimento della Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio. Il sit-in di protesta è stato organizzato a Civitavecchia (Roma), davanti alla sede dell’istituto, in pieno centro storico. Solo un mese fa nella cittadina laziale si è tolto la vita Luigino D’angelo, il pensionato che aveva perso 100mila euro (suddivisi tra obbligazioni, un lingotto d’oro e contanti) affidati allo stesso istituto.
Ad organizzare la manifestazione, due giorni dopo quella di Arezzo, è stato il Codacons che ha chiesto ai vertici della banca di visionare i documenti relativi ai risparmi dei suoi clienti. Il presidente Carlo Rienzi è entrato in banca e ha dichiarato: “Oggi parte un’azione radicale. Faremo ricorso al Tar contro i decreti di Bankitalia che hanno disposto l’attuazione della legge di bail-in, un provvedimento incostituzionale. Consiglio a tutti di fare ricorso – ha poi continuato – Se il Tar ritiene i decreti incostituzionali dovrebbe inviare la legge alla Corte costituzionale. Se la Corte annulla la legge allora i risparmiatori potrebbero riavere i propri soldi. È un percorso lungo, difficile e con esito incerto”.
Gli ex obbligazionisti che hanno perso i loro risparmi dopo il decreto salva-banche varato dal governo il 22 novembre scorso, hanno raccontato le loro vicende personali: “Ci siamo fidati e ora ci ritroviamo in mano carta straccia – spiega Tiziana – Con gli impiegati eravamo anche diventati amici. Per questo abbiamo firmato quelle carte senza preoccuparci troppo, mai pensavamo che stessero per truffarci. Io ho perso 10mila euro – continua Tiziana – e l’ho scoperto solo quando sono andata in banca per un versamento e l’impiegato mi ha detto ‘mi spiace, ma i suoi soldi non ci sono più’. Mi è caduto il mondo in testa. Non ci hanno mai avvertito né spiegato cosa fossero le obbligazioni subordinate“.