Un discorso lontano dal politichese e dai temi che riempiono quotidianamente le cronache del Palazzo. Nel suo primo messaggio di fine anno da presidente della Repubblica, Sergio Mattarella sceglie di affrontare tematiche che riguardano da vicino la vita degli italiani: il lavoro in primis, ma anche l’inquinamento delle città e il trasporto pubblico, la cura del territorio, l’evasione fiscale, la corruzione, l’immigrazione. “Questa sera non ripeterò le considerazioni che ho fatto, giorni fa, incontrando gli ambasciatori degli altri Paesi in Italia sulla politica internazionale, e neppure quelle svolte con i rappresentanti delle nostre istituzioni. Stasera vorrei dedicare questi minuti con voi alle principali difficoltà e alle principali speranze della vita di ogni giorno. Il lavoro anzitutto”, ha detto il capo dello Stato parlando dal salotto del suo appartamento al Quirinale.

“L’anno che sta per concludersi ha recato molte novità intorno a noi: alcune positive, altre di segno negativo – ha detto Mattarella – l’occupazione è tornata a crescere. Ma questo dato positivo, che pure dà fiducia, l’uscita dalla recessione economica e la ripresa non pongono ancora termine alle difficoltà quotidiane di tante persone e di tante famiglie. Il lavoro manca ancora a troppi dei nostri giovani. Sono giovani che si sono preparati, hanno studiato, posseggono talenti e capacità e vorrebbero contribuire alla crescita del nostro Paese. Ma non possono programmare il proprio futuro con la serenità necessaria”, sottolinea il presidente. “Accanto a loro penso a tante persone, quarantenni e cinquantenni, che il lavoro lo hanno perduto, che faticano a trovarne un altro e che vivono con la preoccupazione dell’avvenire della propria famiglia. Penso all’insufficiente occupazione femminile. Il lavoro manca soprattutto nel Mezzogiorno. Si tratta di una questione nazionale. Senza una crescita del Meridione, l’intero Paese resterà indietro”.

Un duro monito il presidente della Repubblica lo dedica all’evasione fiscale : “Gli evasori danneggiano la comunità nazionale e danneggiano i cittadini onesti. Le tasse e le imposte sarebbero decisamente più basse se tutti le pagassero”, afferma il capo dello Stato ricordando nel suo messaggio di fine anno che “un elemento che ostacola le prospettive di crescita è rappresentato dall’evasione fiscale”. Il presidente cita, quindi, uno studio di pochi giorni fa di Confindustria secondo il quale nel 2015 l’evasione fiscale e contributiva in Italia ammonta a “122 miliardi. Vuol dire 7 punti e mezzo di PIL”. “Soltanto dimezzando l’evasione si potrebbero creare oltre 300.000 posti di lavoro”, aggiunge.

Seduto in poltrona con in bella vista le tradizionali bandiere e sullo sfondo un presepe napoletano, Mattarella ha scelto questa volta di far entrare, almeno un pochino, gli italiani in casa del presidente. “Le diseguaglianze rendono più fragile l’economia e le discriminazioni aumentano le sofferenze di chi è in difficoltà – continua il capo dello Stato – come altrove, anche nel nostro Paese i giovani che provengono da alcuni ambienti sociali o da alcune regioni hanno più opportunità: dobbiamo diventare un Paese meno ingessato e con maggiore mobilità sociale“.

Mattarella tocca, quindi, uno dei temi che hanno riempito le cronache dei giorni natalizi: lo smog che avvolge e avvelena l’aria delle grandi città italiane. “In questi giorni avvertiamo allarme per l’inquinamento. Il problema dell’ambiente, che a molti e a lungo è apparso soltanto teorico, oggi si rivela concreto e centrale. “L’impegno delle istituzioni, nazionali e locali, deve essere sempre maggiore. Un esempio: si può chiedere ai cittadini di limitare l’uso delle auto private, ma, naturalmente, il trasporto pubblico deve essere efficiente. E purtroppo non dovunque è così”. Su questo tema “sono utili le diverse opinioni – e non si può certo comprimere il confronto politico – ma siamo di fronte anche alla natura, e ai suoi mutamenti, che contribuiscono a provocare siccità e alluvioni. In presenza di una sfida così grande, che coinvolge la salute, è necessario che prevalga lo spirito di collaborazione”. “L’Italia – ha detto ancora il capo dello Stato – è vista all’estero come il luogo privilegiato della cultura e dell’arte, e lo è davvero. Questo patrimonio costituisce una nostra ricchezza, anche economica. Abbiamo il dovere di farlo apprezzare in un ambiente adeguato per bellezza“.

Immancabile un passaggio sulla minaccia costituita dallo Stato Islamico: “Il terrorismo fondamentalista cerca di portare la sua violenza nelle città d’Europa, dopo aver insanguinato le terre medio-orientali e quelle africane. Realizzare condizioni di pace e stabilità per i popoli di quei Paesi è la prima risposta necessaria, anche per difendere l’Europa e noi stessi”. “Il terrorismo ci vuole impaurire e condizionare. Non glielo permetteremo. Difenderemo le conquiste della nostra civiltà e la libertà delle nostre scelte. Con questo spirito abbiamo sentito, tutti, la sofferenza dei parenti delle vittime di Parigi e ci siamo stretti intorno alla famiglia Solesin (Valeria, 28enne di Venezia uccisa a Parigi durante gli attentati del 13 novembre, ndr)”. Un pericolo, quello del terrorismo, che riguarda anche gli italiani: “Le nostre Forze di polizia e i nostri servizi di sicurezza stanno agendo con serietà e con competenza per difendere la tranquillità della nostra vita. Il pericolo esiste ma si sta operando con grande impegno per prevenirlo. Agli altri Paesi della Ue abbiamo proposto di aumentare la collaborazione”.

Un pensiero il presidente lo rivolge anche al fenomeno dell’immigrazione, che “nasce da cause mondiali e durerà a lungo. Non ci si può illudere di rimuoverlo, ma si può governare. E si deve governare. Può farlo con maggiore efficacia l’Unione Europea e la stiamo sollecitando con insistenza”. “Larghissima parte degli immigrati rispetta le nostre leggi, lavora onestamente e con impegno, contribuisce al nostro benessere e contribuisce anche al nostro sistema previdenziale, versando alle casse dello Stato più di quanto ne riceva”. Quindi un esempio del contributo che gli immigrati danno al Paese: “Molte comunità straniere si sono insediate regolarmente nel nostro territorio, generalmente bene accolte dagli italiani. Tanto che affidiamo spesso a lavoratrici e a lavoratori stranieri quel che abbiamo di più caro: i nostri bambini, i nostri anziani, le nostre case”. Ma “quegli immigrati che commettono reati devono essere fermati e puniti, come del resto avviene per gli italiani che delinquono. Quelli che sono pericolosi vanno espulsi“.

Mattarella dedica un passaggio anche a uno dei temi che più ha dimostrare di avere a cuore in questo primo anno di mandato: la lotta alla corruzione. “Vi è, poi, l’illegalità di chi corrompe e di chi si fa corrompere. Di chi ruba, di chi inquina, di chi sfrutta”. E “la quasi totalità dei nostri concittadini crede nell’onestà. Pretende correttezza”, sottolinea il presidente spiegando che oggi “i più giovani esprimono il loro rifiuto per comportamenti contrari alla legge. Rispettare le regole vuol dire attuare la Costituzione, che non è soltanto un insieme di norme ma una realtà viva di principi e valori”.

In conclusione il capo dello Stato rivolge un “pensiero di riconoscenza a tutte le donne italiane”. “Fanno fronte – dice – a impegni molteplici e tanti compiti, e devono fare ancora i conti con pregiudizi e arretratezze. Con una parità di diritti enunciata ma non sempre assicurata; a volte persino con soprusi o violenze”. Le “esperienze positive” dell’Italia “sono ben rappresentate da alcune figure emblematiche. Ne cito soltanto tre: Fabiola Gianotti, che domani assumerà la direzione del Cern di Ginevra, Samantha Cristoforetti, che abbiamo seguito con affetto nello spazio, Nicole Orlando, l’atleta paralimpica che ha vinto quattro medaglie d’oro. Nominando loro rivolgo un pensiero di riconoscenza a tutte le donne italiane”.

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