“Il sindaco di Quarto deve dimettersi. Se non lo fa il #M5S aggiungerà una black star al suo simbolo”. A scriverlo, su Twitter, è lo scrittore Roberto Saviano. Saviano non è solo un simbolo della lotta alle mafie. E’ anche colui che dopo la vittoria dei grillini nel Comune campano scrisse, quella volta su facebook, che il Movimento Cinque Stelle vinceva a Quarto (come in Sicilia, a Gela o ad Augusta) “perché non si è rivolto al voto di scambio, perché è stato l’unica vera alternativa alla vecchia politica. Questo, anche chi non condivide le istanze del Movimento e il suo modo di agire, deve riconoscerlo”. Il post, all’epoca, fu ripreso anche dal blog di Beppe Grillo.
Intanto, dopo il presidio di ieri del Pd durante il consiglio comunale, lo stesso M5s annuncia un “flash mob per la legalità” davanti al municipio di Quarto. Lo stesso sindaco Rosa Capuozzo aveva fatto appello per fare una “rete anti-mafia”. “Chiediamo alla stampa tutta di ‘Sostenerci nella lotta contro la camorra’ da persone libere e senza nessun colore politico perché questa è una lotta che va affrontata insieme”, si legge in una nota.
Il primo e unico a rispondere, dopo diverse ore, è stato il vicecapogruppo alla Camera dei Cinque Stelle Michele Dell’Orco: “Rispettiamo l’opinione di Saviano, tanto che fin dall’inizio le dimissioni non sono state scartate come ipotesi nonostante siamo parte lesa e abbiamo cacciato via il consigliere indagato prima ancora che lo fosse”. Ma, aggiunge il parlamentare, “non prendiamo certo lezioni dal Pd e dai suoi oltre sessanta fra indagati e condannati, dal Governo nazionale fino al più piccolo paese”. Per il resto il M5S resta a proteggere il fortino di Quarto sempre più sotto assedio.
Ma a chiedere le sue dimissioni ormai non è solo il Pd, ma un coro trasversale: Ncd, Ala, Idv, Sel che appoggia la richiesta di scioglimento per mafia. Dalla Campania si leva anche la voce del governatore Vincenzo De Luca che invita Beppe Grillo a un confronto pubblico, anche con Saviano, sulla trasparenza e “correttezza amministrativa”. “Per gli amici del M5s il tempo del propagandismo e dell’infantilismo è finito. Non accetto da nessuno patenti di moralità” ma, dice il governatore, “non sono stato io a prendere voti da qualcuno che non è proprio ‘oxfordiano’. Evidentemente c’è qualcuno che ha portato voti inquinati”.
Ora però la faccenda si fa sempre più complicata per il sindaco Rosa Capuozzo, alle prese con un tentativo di rimpasto. Franco Pisano, assessore tecnico alla legalità, ha ritirato la disponibilità a entrare a far parte della nuova giunta, dopo le dimissioni degli assessori Raffaella Iovine e Umberto Masullo. “Non ho più la voglia di continuare – dice – ritirerò la disponibilità data”. Pisano, dopo le polemiche, aveva espresso perplessità a proseguire l’impegno amministrativo, ma era stato convinto ad andare avanti fino alla svolta di oggi. Per Pisano era stata ipotizzata la delega all’Urbanistica.
Mafie
Quarto, Saviano: “Il sindaco deve dimettersi. O M5s avrà una stella nera”
La presa di posizione dello scrittore dopo il caos nell'amministrazione campana. Intanto i Cinque Stelle annunciano un flash-mob
“Il sindaco di Quarto deve dimettersi. Se non lo fa il #M5S aggiungerà una black star al suo simbolo”. A scriverlo, su Twitter, è lo scrittore Roberto Saviano. Saviano non è solo un simbolo della lotta alle mafie. E’ anche colui che dopo la vittoria dei grillini nel Comune campano scrisse, quella volta su facebook, che il Movimento Cinque Stelle vinceva a Quarto (come in Sicilia, a Gela o ad Augusta) “perché non si è rivolto al voto di scambio, perché è stato l’unica vera alternativa alla vecchia politica. Questo, anche chi non condivide le istanze del Movimento e il suo modo di agire, deve riconoscerlo”. Il post, all’epoca, fu ripreso anche dal blog di Beppe Grillo.
Intanto, dopo il presidio di ieri del Pd durante il consiglio comunale, lo stesso M5s annuncia un “flash mob per la legalità” davanti al municipio di Quarto. Lo stesso sindaco Rosa Capuozzo aveva fatto appello per fare una “rete anti-mafia”. “Chiediamo alla stampa tutta di ‘Sostenerci nella lotta contro la camorra’ da persone libere e senza nessun colore politico perché questa è una lotta che va affrontata insieme”, si legge in una nota.
Il primo e unico a rispondere, dopo diverse ore, è stato il vicecapogruppo alla Camera dei Cinque Stelle Michele Dell’Orco: “Rispettiamo l’opinione di Saviano, tanto che fin dall’inizio le dimissioni non sono state scartate come ipotesi nonostante siamo parte lesa e abbiamo cacciato via il consigliere indagato prima ancora che lo fosse”. Ma, aggiunge il parlamentare, “non prendiamo certo lezioni dal Pd e dai suoi oltre sessanta fra indagati e condannati, dal Governo nazionale fino al più piccolo paese”. Per il resto il M5S resta a proteggere il fortino di Quarto sempre più sotto assedio.
Ma a chiedere le sue dimissioni ormai non è solo il Pd, ma un coro trasversale: Ncd, Ala, Idv, Sel che appoggia la richiesta di scioglimento per mafia. Dalla Campania si leva anche la voce del governatore Vincenzo De Luca che invita Beppe Grillo a un confronto pubblico, anche con Saviano, sulla trasparenza e “correttezza amministrativa”. “Per gli amici del M5s il tempo del propagandismo e dell’infantilismo è finito. Non accetto da nessuno patenti di moralità” ma, dice il governatore, “non sono stato io a prendere voti da qualcuno che non è proprio ‘oxfordiano’. Evidentemente c’è qualcuno che ha portato voti inquinati”.
Ora però la faccenda si fa sempre più complicata per il sindaco Rosa Capuozzo, alle prese con un tentativo di rimpasto. Franco Pisano, assessore tecnico alla legalità, ha ritirato la disponibilità a entrare a far parte della nuova giunta, dopo le dimissioni degli assessori Raffaella Iovine e Umberto Masullo. “Non ho più la voglia di continuare – dice – ritirerò la disponibilità data”. Pisano, dopo le polemiche, aveva espresso perplessità a proseguire l’impegno amministrativo, ma era stato convinto ad andare avanti fino alla svolta di oggi. Per Pisano era stata ipotizzata la delega all’Urbanistica.
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Il libro bianco per la difesa Ue e i paletti agli acquisti con i prestiti finanziati da eurobond
Roma, 19 mar. -(Adnkronos) - "Il costo della batteria ad oggi rappresenta fino al 45% del costo totale di un veicolo elettrico. Oggi sono attive 263 Gigafactory in tutto il mondo: 214 sono localizzate in Cina, solo 13 in Europa. Le aziende cinesi hanno il primato del mercato, non solo in termini di produzione ma soprattutto di tecnologia". Lo sottolinea il presidente di Stellantis John Elkann, nell'audizione informale presso le Commissioni riunite Attività produttive di Camera e Senato, facendo il punto sui problemi del mercato automobilistico.
"I produttori automobilistici europei - ricorda - stanno affrontando uno svantaggio strutturale rispetto ai loro concorrenti cinesi, pari al 40% del costo manifatturiero complessivo. In particolare, i prezzi dell'energia di paesi produttori di auto europei risultano 5 volte più alti di quelli cinesi. Bisogna inoltre rammentare che per quanto riguarda una Gigafactory, il consumo di energia necessario è 10 volte superiore a quello di uno stabilimento produttivo di autovetture". "Per questa ragione - auspica - l’Europa dovrebbe far scendere i prezzi dell’energia a valori competitivi globali e di mantenerli a livelli costanti e prevedibili".
Palermo, 19 mar. (Adnkronos) - "A proposito delle ultime piogge che, per fortuna, hanno risparmiato Firenze, non solo per l'utilizzo dello scolmatore, ma anche per la scarsa piovosità al Nord del capoluogo nel Val d'Arno e Alto casentino, il governo si permette di suggerire alla Regione e al comune di Pisa l'opportunità di procedere al completamento dello scolmatore e consentirgli la portata stabilita nel progetto originario. D'intesa con Regione e Comune di Pisa si valuterebbe la possibilità di uno specifico finanziamento". Così il ministro per la Protezione civile nel corso del Question time alla Camera dei deputati.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Spinelli, scusala. Ai tempi sarebbe stata dalla parte di chi ti ha mandato al confino". Lo scrive l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran, postando una foto di Altiero Spinelli.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "La lettura del manifesto di Ventotene da parte di Giorgia Meloni oggi è stata una provocazione, quando utilizza certe modalità si dimentica di essere la presidente del Consiglio e torna ad essere militante del suo partito". Così a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, l'ex presidente Pd e ministra Rosy Bindi, intervistata da Giorgio Lauro e Marisa Laurito.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Voler delegittimare gli autori, unanimemente riconosciuti come i fondatori morali dell’Europa, grazie ai quali Giorgia Meloni può sedere in Parlamento come presidente del consiglio, è stata un’operazione inaccettabile. Va ben oltre ogni dialettica possibile è per questo che le opposizioni si sono ribellate". Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs in un’intervista a Radio Radicale dopo la sospensione dell’Aula di Montecitorio.
"Ricordo poi alla destra - aggiunge infine il leader di SI - che ci sarà ben una ragione per cui un edificio dei Palazzi della Ue a Bruxelles è dedicato proprio ad Altiero Spinelli".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - “Il Manifesto di Ventotene è stato scritto durante la dittatura fascista. È un documento simbolo di libertà e democrazia, che ha espresso una visione per sconfiggere l'oppressione e indicato un percorso federale europeista come risposta ai sovranismi devastanti". Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Politiche europee della Camera.
"Quel progetto coraggioso degli Stati Uniti d'Europa, la cui ambizione ha consentito di avere oltre 70 finora di pace nel nostro Continente e di garantire diritti fondamentali. Meloni dovrebbe vergognarsi di una vera e propria apologia di fascismo che offende gravemente la nostra storia, la nostra memoria, il fondamento della nostra Costituzione democratica. Un'inaccettabile arma di distrazione di massa per distogliere l'attenzione dalla totale ambiguità della risoluzione di maggioranza sulla difesa europea che non dà nessun mandato chiaro alla Premier in vista del prossimo Consiglio Ue”.
Roma, 19 mar (Adnkronos) - "Meloni come Trump. Ha deciso di prendere a pugni i fondamentali della Repubblica e dell’Europa. Attorno ai fondamentali è ora di organizzare una risposta politica, democratica e civile". Lo scrive sui sociale Pierluigi Bersani.