Nei prossimi mesi i cittadini lombardi inizieranno a prendere confidenza con nuove sigle. Le vecchie Asl saranno sostituite dalle nuove Agenzie di Tutela della Salute. E inizieranno a funzionare le Asst, Aziende Socio Sanitarie Territoriali, che ricomprenderanno in un’unica realtà le attività ospedaliere e i servizi sanitari e sociosanitari territoriali. Questi i primi e più evidenti frutti della riforma sociosanitaria che, dalla pubblicazione del cosiddetto “Libro bianco di Maroni” ha portato all’approvazione, nel mese di agosto, della legge regionale 23/2015. All’insieme dei soggetti che oggi assicurano le risposte ai bisogni sociali verrà richiesto un grande sforzo per interpretare e adeguarsi a quanto previsto da questa legge.
Le affermazioni coraggiose del Libro bianco di Maroni – Le affermazioni del “Libro Bianco” erano senz’altro coraggiose. L’obiettivo era riassunto nello slogan “Dalla cura al prendersi cura“, che intendeva superare la frammentazione degli interventi, promuovere la presa in carico delle persone con fragilità e definire una chiara azione di regia per rispondere ai bisogni delle persone, rendendo necessario il ruolo dei Comuni. Così il Forum Terzo Settore Lombardia ha letto la nuova legge regionale, andando a verificare in che misura essa promuova un welfare capace di rispondere al diritto alla salute dei cittadini lombardi, perseguendo inclusione e coesione sociale. Nel complesso la legge 23/2015 appare come una riforma che, nei principi promuove l’integrazione fra interventi sanitari, sociosanitari e sociale, ma che nei fatti rafforza la predominanza dell’approccio sanitario e del centralismo regionale a scapito del protagonismo dei territori e della libera iniziativa dei cittadini e delle loro organizzazioni.
Dalle parole ai fatti – La novità più rilevante è la trasformazione delle Asl in Ats e delle aziende ospedaliere in Asst. Questi cambiamenti organizzativi assorbiranno nei prossimi due anni molte energie e risorse, a scapito dell’attenzione alla qualità dei servizi offerti. Salta poi immediatamente all’occhio come i principi fondamentali del cosiddetto “modello di welfare lombardo” (libera scelta, parità pubblico-privato, concorrenza tra enti erogatori) vengano confermati e, in buona misura, estremizzati, attraverso una netta separazione tra le funzioni di “Programmazione, Acquisto e Controllo” (in capo alle nuove Ats) e quelle di erogazione (attribuite alle Asst e alle Unità di offerta sociosanitarie). La scelta dell’allargamento territoriale delle nuove Ats, 8 rispetto alle 15 precedenti Asl, renderà più distanti i luoghi della pianificazione degli interventi dai contesti di vita delle persone, quindi più complesso generare flussi di informazione e occasioni di confronto fra decisori e cittadini.
Al centro la Regione. Poco spazio ai Comuni – Viene confermato un forte centralismo regionale. Il confronto e l’integrazione tra l’azione sociale dei Comuni e quella sanitaria e sociosanitaria della Regione vengono previsti in modo specifico solo a livello territoriale. Quindi i Comuni giocheranno un ruolo di dipendenza dal livello regionale.
Scompare il terzo settore come interlocutore delle politica sociale regionale – L’impianto storico della politica sociosanitaria regionale prevedeva un forte investimento di energie e attenzione nel terzo settore, tanto nella fase di programmazione che in quella di erogazione. Il nuovo assetto non conferma questa scelta. Emblematico il passaggio che riguarda le funzioni della Regione per favorire la crescita dei soggetti erogatori “appartenenti anche al terzo settore”. Un approccio che guarda con interesse alle realtà di terzo settore solo quando queste si dimostrino efficienti nell’erogazione dei servizi e delle prestazioni (permettendo un risparmio di spesa) e non come espressione della società civile per costruire nuove forme di relazione e di intervento sociale. Una visione di cui si trova ampia conferma anche laddove si intenderebbe valorizzare il ruolo del volontariato, non certo come “espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo” (articolo 1 legge 266/1991) ma come semplice “funzione complementare e ausiliare al Servizi Sociosanitario Lombardo, finalizzata al raggiungimento e consolidamento della buona qualità dell’efficienza, dell’appropriatezza e dell’umanizzazione dei servizi sanitari e sociosanitari (…)”.
La presa in carico e l’integrazione sociosanitaria – La principale novità in termini di contenuto è la chiara scelta di promuovere un sistema di welfare capace di meglio affiancarsi alle persone che necessitano, oltre che di interventi di sanità acuta, anche di servizi di carattere sociosanitario. Tuttavia appare evidente il rischio di poca chiarezza sui compiti e le responsabilità di ciascun attore e quello di un’inerzia del funzionamento degli operatori e dei servizi.
Assessorato unico… o forse no? – Come previsto la riforma ha istituito un unico assessorato al Welfare, che assume le deleghe dei precedenti assessorati (Salute e Famiglia). L’orizzonte dovrebbe essere quello di promuovere una rinnovata integrazione sanitaria, sociosanitaria e sociale. Colpisce invece il fatto che uno dei primi atti successivi all’approvazione della Riforma sia stata l’istituzione di un assessorato al reddito di autonomia e all’inclusione sociale, delegato al governo delle politiche strettamente sociali, con buona pace dei propositi di integrazione.
Il bello comincia ora – Se l’analisi è complessivamente critica, la reazione delle organizzazioni di terzo settore non è assolutamente rinunciataria né rassegnata. Il confronto continua in Consiglio Regionale, chiamato ad approvare la seconda parte della legge, ma soprattutto si apre nei territori, dove il processo di implementazione della riforma potrà essere concretamente verificato. In questa fase sarà possibile dimostrare quanto il sistema sociosanitario e sociale regionale non possa fare a meno dell’apporto di idee, risorse, competenze e visioni della società civile. Una sfida che chiama in causa anche i Comuni, che rischiano di essere il terminale ultimo su cui si potrebbero scaricare tutte quelle situazioni che il sistema sanitario non sarà più in grado di gestire.
Forum Terzo Settore Lombardia: Sergio Silvotti, Giambattista Armelloni, Lella Brambilla, Giovanni Merlo e Francesca Paini
Onlus & Dintorni
Sanità Lombardia, “riforma molto sanitaria e poco sociale. Il terzo settore non è più interlocutore privilegiato”
L'intervento del Forum terzo settore Lombardia sulla nuova legge che crea le Agenzie sociosanitarie territoriali e archivia le Asl. "Centralizza le decisioni e guarda con interesse alle onlus solo quando permettono un risparmio di spesa nell'erogazione delle prestazioni. Non come espressione della società civile per costruire nuove forme di relazione"
Nei prossimi mesi i cittadini lombardi inizieranno a prendere confidenza con nuove sigle. Le vecchie Asl saranno sostituite dalle nuove Agenzie di Tutela della Salute. E inizieranno a funzionare le Asst, Aziende Socio Sanitarie Territoriali, che ricomprenderanno in un’unica realtà le attività ospedaliere e i servizi sanitari e sociosanitari territoriali. Questi i primi e più evidenti frutti della riforma sociosanitaria che, dalla pubblicazione del cosiddetto “Libro bianco di Maroni” ha portato all’approvazione, nel mese di agosto, della legge regionale 23/2015. All’insieme dei soggetti che oggi assicurano le risposte ai bisogni sociali verrà richiesto un grande sforzo per interpretare e adeguarsi a quanto previsto da questa legge.
Le affermazioni coraggiose del Libro bianco di Maroni – Le affermazioni del “Libro Bianco” erano senz’altro coraggiose. L’obiettivo era riassunto nello slogan “Dalla cura al prendersi cura“, che intendeva superare la frammentazione degli interventi, promuovere la presa in carico delle persone con fragilità e definire una chiara azione di regia per rispondere ai bisogni delle persone, rendendo necessario il ruolo dei Comuni. Così il Forum Terzo Settore Lombardia ha letto la nuova legge regionale, andando a verificare in che misura essa promuova un welfare capace di rispondere al diritto alla salute dei cittadini lombardi, perseguendo inclusione e coesione sociale. Nel complesso la legge 23/2015 appare come una riforma che, nei principi promuove l’integrazione fra interventi sanitari, sociosanitari e sociale, ma che nei fatti rafforza la predominanza dell’approccio sanitario e del centralismo regionale a scapito del protagonismo dei territori e della libera iniziativa dei cittadini e delle loro organizzazioni.
Dalle parole ai fatti – La novità più rilevante è la trasformazione delle Asl in Ats e delle aziende ospedaliere in Asst. Questi cambiamenti organizzativi assorbiranno nei prossimi due anni molte energie e risorse, a scapito dell’attenzione alla qualità dei servizi offerti. Salta poi immediatamente all’occhio come i principi fondamentali del cosiddetto “modello di welfare lombardo” (libera scelta, parità pubblico-privato, concorrenza tra enti erogatori) vengano confermati e, in buona misura, estremizzati, attraverso una netta separazione tra le funzioni di “Programmazione, Acquisto e Controllo” (in capo alle nuove Ats) e quelle di erogazione (attribuite alle Asst e alle Unità di offerta sociosanitarie). La scelta dell’allargamento territoriale delle nuove Ats, 8 rispetto alle 15 precedenti Asl, renderà più distanti i luoghi della pianificazione degli interventi dai contesti di vita delle persone, quindi più complesso generare flussi di informazione e occasioni di confronto fra decisori e cittadini.
Al centro la Regione. Poco spazio ai Comuni – Viene confermato un forte centralismo regionale. Il confronto e l’integrazione tra l’azione sociale dei Comuni e quella sanitaria e sociosanitaria della Regione vengono previsti in modo specifico solo a livello territoriale. Quindi i Comuni giocheranno un ruolo di dipendenza dal livello regionale.
Scompare il terzo settore come interlocutore delle politica sociale regionale – L’impianto storico della politica sociosanitaria regionale prevedeva un forte investimento di energie e attenzione nel terzo settore, tanto nella fase di programmazione che in quella di erogazione. Il nuovo assetto non conferma questa scelta. Emblematico il passaggio che riguarda le funzioni della Regione per favorire la crescita dei soggetti erogatori “appartenenti anche al terzo settore”. Un approccio che guarda con interesse alle realtà di terzo settore solo quando queste si dimostrino efficienti nell’erogazione dei servizi e delle prestazioni (permettendo un risparmio di spesa) e non come espressione della società civile per costruire nuove forme di relazione e di intervento sociale. Una visione di cui si trova ampia conferma anche laddove si intenderebbe valorizzare il ruolo del volontariato, non certo come “espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo” (articolo 1 legge 266/1991) ma come semplice “funzione complementare e ausiliare al Servizi Sociosanitario Lombardo, finalizzata al raggiungimento e consolidamento della buona qualità dell’efficienza, dell’appropriatezza e dell’umanizzazione dei servizi sanitari e sociosanitari (…)”.
La presa in carico e l’integrazione sociosanitaria – La principale novità in termini di contenuto è la chiara scelta di promuovere un sistema di welfare capace di meglio affiancarsi alle persone che necessitano, oltre che di interventi di sanità acuta, anche di servizi di carattere sociosanitario. Tuttavia appare evidente il rischio di poca chiarezza sui compiti e le responsabilità di ciascun attore e quello di un’inerzia del funzionamento degli operatori e dei servizi.
Assessorato unico… o forse no? – Come previsto la riforma ha istituito un unico assessorato al Welfare, che assume le deleghe dei precedenti assessorati (Salute e Famiglia). L’orizzonte dovrebbe essere quello di promuovere una rinnovata integrazione sanitaria, sociosanitaria e sociale. Colpisce invece il fatto che uno dei primi atti successivi all’approvazione della Riforma sia stata l’istituzione di un assessorato al reddito di autonomia e all’inclusione sociale, delegato al governo delle politiche strettamente sociali, con buona pace dei propositi di integrazione.
Il bello comincia ora – Se l’analisi è complessivamente critica, la reazione delle organizzazioni di terzo settore non è assolutamente rinunciataria né rassegnata. Il confronto continua in Consiglio Regionale, chiamato ad approvare la seconda parte della legge, ma soprattutto si apre nei territori, dove il processo di implementazione della riforma potrà essere concretamente verificato. In questa fase sarà possibile dimostrare quanto il sistema sociosanitario e sociale regionale non possa fare a meno dell’apporto di idee, risorse, competenze e visioni della società civile. Una sfida che chiama in causa anche i Comuni, che rischiano di essere il terminale ultimo su cui si potrebbero scaricare tutte quelle situazioni che il sistema sanitario non sarà più in grado di gestire.
Forum Terzo Settore Lombardia: Sergio Silvotti, Giambattista Armelloni, Lella Brambilla, Giovanni Merlo e Francesca Paini
IL DISOBBEDIENTE
di Andrea Franzoso 12€ AcquistaArticolo Precedente
Riforma terzo settore, più riconoscimenti al volontariato. Ma quello organizzato è in crisi: “Difficile fidelizzare i giovani”
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Politica
La Camera respinge la sfiducia a Santanchè: “Sulle dimissioni rifletterò”. Conte: “Siete responsabili di un disastro morale”. Schlein: “Meloni ancora in fuga”
Economia & Lobby
A Milano indagine per evasione fiscale su Twitter-X. Mancati pagamenti Iva per 12,5 milioni
Cronaca
Francesco, condizioni critiche ma stazionarie: “Nuova tac di controllo”. Ha visto il cardinale Parolin. Buenos Aires in ansia per il ‘suo’ Papa
Tel Aviv, 25 feb. (Adnkronos) - Ofri Bibas, sorella dell'ostaggio liberato Yarden Bibas, ha criticato duramente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nonché i notiziari, gli utenti dei social media e i diplomatici pubblici, per aver descritto in dettaglio, contro la volontà della famiglia, gli omicidi avvenuti durante la prigionia della moglie di Yarden, Shiri, e dei suoi figli piccoli Ariel e Kfir. Pubblicare tali informazioni nonostante le ripetute richieste della famiglia è stato "un abuso fine a se stesso nei confronti di una famiglia che ha attraversato 16 mesi di inferno e che deve ancora affrontare il peggio", ha sritto Ofri Bibas su Facebook.
Netanyahu ha descritto l'omicidio dei ragazzi in modo molto dettagliato in un discorso tenuto davanti all'America Israel Public Action Committee e, mentre teneva in mano una foto delle vittime, durante una cerimonia militare tenutasi ieri, in seguito alla quale, la famiglia Bibas ha inviato una lettera di diffida a Netanyahu e ad altri uffici governativi, chiedendo loro di smettere di pubblicare dettagli non approvati sugli omicidi, riporta il sito di notizie Ynet.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - "Questa decisione lacera l'indipendenza di una stampa libera negli Stati Uniti". Lo ha detto il presidente della White House Correspondents' Association Eugene Daniels, criticando l'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver affermato che d'ora in poi sarà lei stessa a decidere quali giornalisti potranno seguire gli eventi della Casa Bianca. "In un paese libero, i leader non devono scegliere le testate" da accreditare, ha aggiunto.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato durante il briefing di oggi che l'amministrazione determinerà quali organi di stampa faranno parte del pool stampa della Casa Bianca. Attualmente la White House Correspondents Association aiuta a coordinare la copertura del pool.
La Leavitt ha affermato che alle "testate tradizionali" sarà comunque consentito di unirsi al pool, ma ha osservato che l'amministrazione consentirà l'adesione anche ad altri siti. "Sono orgogliosa di annunciare che restituiremo il potere alle persone che leggono i vostri giornali, che guardano i vostri programmi televisivi e che ascoltano le vostre stazioni radio", ha aggiunto.
(Adnkronos) - L'indagine su Twitter International Uk vede due indagati - si tratta di due ex amministratori (un irlandese e un indiano) - che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del social poi rilevato da Elon Musk a fine 2022. L'indagine nasce da un controllo fiscale della Gdf, concluso ad aprile 2024, proprio sulla piattaforma americana, che oggi si chiama 'X', sulla scia delle stesse verifiche fatte su Meta. Il fascicolo è affidato dal pm Giovanni Polizzi, già protagonista di altre indagini sui colossi del web.
Il punto centrale del fascicolo affidato a Polizzi, lo stesso che si è occupato dell'inchiesta su Meta, è l'idea che debbano essere tassate come transazioni commerciali le iscrizioni gratuite alle piattaforme online in cambio della cessione dei propri dati personali, che hanno un valore economico, visto che consentono la profilazione degli utenti.
Solo lo scorso dicembre la procura di Milano ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei rappresentanti legali della società di diritto irlandese Meta, titolare dei social Facebook e Instagram. L'inchiesta - ancora aperta - ipotizza per il colosso l'omessa dichiarazione e mancato pagamento - tra il 2015 e il 2021 - dell'Iva per un totale di oltre 877 milioni di euro.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La Casa Bianca attribuisce il grosso livido sulla mano destra di Donald Trump, che era visibile durante l'incontro di ieri con il presidente francese Emmanuel Macron, alle strette di mano del presidente americano.
"Il presidente Trump è un uomo del popolo", ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, aggiungendo: "Il suo impegno è incrollabile e lo dimostra ogni singolo giorno. Il presidente Trump ha lividi sulla mano perché lavora costantemente e stringe mani tutto il giorno, tutti i giorni".
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Sono due i momenti della replica di Daniela Santanchè sottolineati dalle opposizioni, che oggi hanno votato compatte la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo. Il primo quello sull''intemerata' del tacco 12 e il glamour, della sinistra che odia la ricchezza. Un tentativo di 'buttarla in caciara' e uscire dal merito, grave, della vicenda, dicono le opposizioni. L'altro passaggio è meno di colore e più inquietante, sostengono, ed è quando la ministra ha detto che alla prossima udienza valuterà le dimissioni "ma lo farò da sola - ha scandito- con me stessa, senza nessuna costrizione e forzatura". Una sottolineatura che, secondo le opposizioni, è un chiaro messaggio a Giorgia Meloni. E fa crescere l'interrogativo: perché la premier Meloni si fa trattare in questo modo? E' la domanda dei parlamentari di minoranza in Transatlantico.
Giuseppe Conte intervenendo in aula nelle dichiarazioni di voto ha dato una sua versione: "Ci sono solo due plausibili spiegazioni. La prima è che lei, Santanchè, ricatta Meloni. Può darsi che all'opposizione abbiate condiviso segreti che oggi mettono in imbarazzo la presidente del Consiglio e allora comprenderemmo perché ogni giorno Meloni dice che non è ricattabile... La seconda è che Fdi dopo aver avuto come motto 'legge e ordine', oggi che siete al potere si sentite casta intoccabile. Il caso Delmastro è l'esempio di questa vostra convinzione di essere al di sopra della legge".
Anche Elly Schlein si rivolge alla premier Meloni: "Cosa le impedisce di far dimettere Santanchè? Come è possibile accettare in silenzio, dopo che Santanchè ha detto che del pressing di Fdi se ne frega, che lei e solo lei decide se dimettersi come se non esistesse una presidente del Consiglio?". E insiste: "Meloni è stata campionessa mondiale di richieste di dimissioni e oggi ha disertato quest'aula, come fa non vergognarsi della sua incoerenza, come fa a non rendersi conto di quanto sia vigliacco il suo atteggiamento di continua fuga da quest'aula e dalla realtà? Dove si è nascosta la premier? Forse sta registrando un altro video, un contributo da inviare a una convention fra motoseghe e saluti nazisti?".
Conte ribatte anche al passaggio 'tacco 12' della ministra: "Lei ha detto che odiamo la ricchezza, ma non dica baggianate, siete voi che avete fatto la guerra ai poveri, che odiate i poveri. Noi odiamo o meglio ancora contrastiamo, la disonestà". Una questione, quella dei tacchi e delle borsette, che fa sbottare Schlein: "Lei viene qui a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalla bollette? Noi non siamo qui per fare un processo ma per porre una gigantesca questione di opportunità politica: davanti ad accuse così gravi, per non ledere le istituzioni, avrebbe dovuto dimettersi".
La segretaria del Pd si rivolge quindi alla maggioranza: "Speriamo in un sussulto della maggioranza e dei singoli parlamentari. Se oggi salvate Santanchè dimostrate che a voi interessa difendere i vostri più che difendere l'onore delle istituzioni. Questa non è difesa nazionale, è difesa tribale". Per Elisabetta Piccolotti che interviene a nome di Avs, "il problema non è la ricchezza della ministra, il problema è che quando si è ricchi e non si pagano" gli stipendi ai lavoratori e si umiliano "le persone più povere".
Anche Iv, Più Europa e Azione che non avevano sottoscritto la mozione di sfiducia, hanno comunque dichiarato il voto a favore in aula. "Noi sappiamo che la mozione di sfiducia non sarà approvata, ma chiunque si è accorto che la ministra Santanchè non è sfiduciata da coloro che hanno presentato questa mozione ma dalla sua stessa maggioranza, dalla premier Meloni", dice Davide Faraone di Iv. Per Azione Antonio D'Alessio spiega: "Le mozioni di sfiducia non ci piacciono" e "la ministra non è colpevole fino a prova contraria" ma "è il quadro complessivo che finisce con il restituirci una politica rispetto alla quale scivolano via situazioni che non consentono una azione della ministra libera di condizionamenti". Linea simile a Riccardo Magi di Più Europa: "Per noi Santanché dovrebbe dimettersi" non per le questioni giudiziarie, ma "perché ha inanellato una serie di fallimenti da ministro". Intanto in serata l'aula ha respinto la sfiducia con 206 voti.
Londra, 25 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha confermato che ospiterà colloqui sull'Ucraina con gli alleati nel fine settimana, dopo essere tornato dall'incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. "Ospiterò diversi paesi questo fine settimana per continuare a discutere di come procedere insieme come alleati alla luce della situazione che ci troviamo ad affrontare", ha detto ai giornalisti.