Cinquina secca sulla ruota di Napoli, primo in classifica e campione d’inverno: 12, le stagioni consecutive in cui chi è primo alla fine del girone d’andata vince poi a maggio; 18, i gol di Gonzalo Higuain, capocannoniere della Serie A; 26, gli anni dall’ultimo titolo di campione d’inverno; 41, i punti in classifica degli azzurri; 57, gli anni di Maurizio Sarri, vero artefice di questa impresa. A Napoli, città della Smorfia in cui ogni numero ha un significato, contano le ricorrenze e fanno gli scongiuri.
Il calcio non è una scienza matematica, ma i numeri dicono tanto del primato partenopeo. A ben vedere davanti a tutti c’è la squadra che finora ha fatto complessivamente meglio di tutti: miglior attacco (38 reti), (seconda) miglior difesa (alle spalle solo dei nerazzurri), miglior rendimento casalingo (sette vittorie e due pareggi), miglior differenza reti (+23, a testimonianza di vero dominio), miglior classifica avulsa negli scontri diretti (ha vinto contro tutte le tre rivali scudetto, Inter, Juve e Fiorentina, anche se sempre al San Paolo). E il miglior gioco. Presto per festeggiare, ma le statistiche non mentono.
Questione di numeri. E di scaramanzia. Quello che non assicurano le cifre, lo promette la cabala: era dalla stagione 1989-1990 che il Napoli non chiudeva in testa l’andata. E allora fu scudetto. Intanto sono passati 26 anni, è cambiato il nostro calcio e i suoi protagonisti: quella era la squadra di Maradona, gli avversari si chiamavano Van Basten, Baggio e Trapattoni. Adesso Napoli è soprattutto Gonzalo Higuain: anche contro il Frosinone, nella vittoria che è valsa il primato intermedio, ha segnato due gol e trascinato la squadra. Diego è un mito che probabilmente nessun altro potrà mai eguagliare. Ma l’impatto del Pipita sulla squadra e sul campionato, quest’anno, è ugualmente devastante: ha realizzato 18 delle 38 reti totali, sette in più del primo inseguitore (Eder, fermo a 11). Nessuno ha un giocatore come lui in Serie A, e questo sta facendo la differenza.
Higuain, però, c’era anche l’anno scorso, e due anni fa. E per segnare così tanto ci mise una stagione intera. Ad un certo punto sembrava essere diventato addirittura un problema. Per questo il vero artefice dell’impresa è chi siede in panchina: Maurizio Sarri ha trasformato il Napoli in una squadra da scudetto. E non solo per il lavoro fisico e mentale fatto sul suo campione: ha esaltato Insigne e domato le sue intemperanze, rigenerato Hamsik, convinto Albiol e Koulibaly di essere due difensori veri, sedotto tifosi e presidente. Una bella soddisfazione, per uno che è arrivato tardi al grande calcio e ieri ha festeggiato nel migliore dei modi il suo 57esimo compleanno.
Per lui la parola scudetto è “una bestemmia” e “una maratona non si vince dopo 21 chilometri”. Ha ragione: la strada è ancora lunga, l’ultima volta che il Napoli ha accarezzato la vetta è caduto rovinosamente subito dopo. Senza dimenticare le avversarie: per consegnare agli azzurri il titolo invernale c’è comunque voluto uno sfortunato scivolone dell’Inter col Sassuolo. E dietro, insieme ai nerazzurri, c’è la Juventus delle nove vittorie di fila che fa tanta paura: più solida, più attrezzata, più abituata a vincere. Ai piedi del Vesuvio, però, adesso non possono più nascondersi. Neanche il presidente De Laurentiis, chiamato a fare la sua parte sul mercato di gennaio per aggiungere legna a un fuoco che rischia di spegnersi con le fatiche di una stagione lunga e intensa (presto tornerà l’Europa League). Intanto i tifosi sognano e si godono questi numeri preziosi. Chissà se per vincere al lotto in settimana sulla ruota di Napoli. O magari per festeggiare a maggio qualcosa di ancora più prezioso…
Twitter: @lVendemiale
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Serie A, cinquina vincente sulla ruota di Napoli: 12, 18, 26, 41 e 57, i numeri dei campioni d’inverno (e degli scongiuri) – Video
FATTO FOOTBALL CLUB - 12, le stagioni consecutive in cui chi è primo alla fine del girone d’andata vince poi a maggio; 18, i gol di Gonzalo Higuain, capocannoniere della Serie A; 26, gli anni dall’ultimo titolo di campione d’inverno; 41, i punti in classifica degli azzurri; 57, gli anni di Maurizio Sarri, vero artefice di questa impresa
Cinquina secca sulla ruota di Napoli, primo in classifica e campione d’inverno: 12, le stagioni consecutive in cui chi è primo alla fine del girone d’andata vince poi a maggio; 18, i gol di Gonzalo Higuain, capocannoniere della Serie A; 26, gli anni dall’ultimo titolo di campione d’inverno; 41, i punti in classifica degli azzurri; 57, gli anni di Maurizio Sarri, vero artefice di questa impresa. A Napoli, città della Smorfia in cui ogni numero ha un significato, contano le ricorrenze e fanno gli scongiuri.
Il calcio non è una scienza matematica, ma i numeri dicono tanto del primato partenopeo. A ben vedere davanti a tutti c’è la squadra che finora ha fatto complessivamente meglio di tutti: miglior attacco (38 reti), (seconda) miglior difesa (alle spalle solo dei nerazzurri), miglior rendimento casalingo (sette vittorie e due pareggi), miglior differenza reti (+23, a testimonianza di vero dominio), miglior classifica avulsa negli scontri diretti (ha vinto contro tutte le tre rivali scudetto, Inter, Juve e Fiorentina, anche se sempre al San Paolo). E il miglior gioco. Presto per festeggiare, ma le statistiche non mentono.
Questione di numeri. E di scaramanzia. Quello che non assicurano le cifre, lo promette la cabala: era dalla stagione 1989-1990 che il Napoli non chiudeva in testa l’andata. E allora fu scudetto. Intanto sono passati 26 anni, è cambiato il nostro calcio e i suoi protagonisti: quella era la squadra di Maradona, gli avversari si chiamavano Van Basten, Baggio e Trapattoni. Adesso Napoli è soprattutto Gonzalo Higuain: anche contro il Frosinone, nella vittoria che è valsa il primato intermedio, ha segnato due gol e trascinato la squadra. Diego è un mito che probabilmente nessun altro potrà mai eguagliare. Ma l’impatto del Pipita sulla squadra e sul campionato, quest’anno, è ugualmente devastante: ha realizzato 18 delle 38 reti totali, sette in più del primo inseguitore (Eder, fermo a 11). Nessuno ha un giocatore come lui in Serie A, e questo sta facendo la differenza.
Higuain, però, c’era anche l’anno scorso, e due anni fa. E per segnare così tanto ci mise una stagione intera. Ad un certo punto sembrava essere diventato addirittura un problema. Per questo il vero artefice dell’impresa è chi siede in panchina: Maurizio Sarri ha trasformato il Napoli in una squadra da scudetto. E non solo per il lavoro fisico e mentale fatto sul suo campione: ha esaltato Insigne e domato le sue intemperanze, rigenerato Hamsik, convinto Albiol e Koulibaly di essere due difensori veri, sedotto tifosi e presidente. Una bella soddisfazione, per uno che è arrivato tardi al grande calcio e ieri ha festeggiato nel migliore dei modi il suo 57esimo compleanno.
Per lui la parola scudetto è “una bestemmia” e “una maratona non si vince dopo 21 chilometri”. Ha ragione: la strada è ancora lunga, l’ultima volta che il Napoli ha accarezzato la vetta è caduto rovinosamente subito dopo. Senza dimenticare le avversarie: per consegnare agli azzurri il titolo invernale c’è comunque voluto uno sfortunato scivolone dell’Inter col Sassuolo. E dietro, insieme ai nerazzurri, c’è la Juventus delle nove vittorie di fila che fa tanta paura: più solida, più attrezzata, più abituata a vincere. Ai piedi del Vesuvio, però, adesso non possono più nascondersi. Neanche il presidente De Laurentiis, chiamato a fare la sua parte sul mercato di gennaio per aggiungere legna a un fuoco che rischia di spegnersi con le fatiche di una stagione lunga e intensa (presto tornerà l’Europa League). Intanto i tifosi sognano e si godono questi numeri preziosi. Chissà se per vincere al lotto in settimana sulla ruota di Napoli. O magari per festeggiare a maggio qualcosa di ancora più prezioso…
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“Ho beccato un biondo del Milan a baciarsi con due donne. Pensavo di essere in Paradiso”: Sodinha racconta i festini di Ronaldinho
Roma, 9 gen. (Adnkronos) - "Su George Soros nessuno ha fatto o fa la campagna antisemita, però si potrà giudicare quello che fa? Io sono libera di giudicare quello che fa e lo considero molto più ingerente di quanto lo sia Elon Musk e l'ho argomentato, quella è un'ingerenza seria". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella conferenza stampa di fine anno.
Roma, 9 gen (Adnkronos) - Sui giudici della Consulta "non si è giunti al risultato perchè all'inizio c'era solo un giudice da eleggere, la maggioranza ha tentato di farlo e l'opposizione ha fatto Aventino. Ora ce ne sono 4 complessivamente, penso che questo renderà più facile trovare una soluzione con le opposizioni. Per quel che ci riguarda siamo consapevoli di quanto sia importante, cercheremo di procedere spediti. Non dipende solo da noi, abbiamo avviato le interlocuzioni con le opposizioni". Lo ha detto Giorgia Meloni.
Roma, 9 gen. (Adnkronos) - Le vicende dell'acquisto della sede di Acca Larenzia "non sono state condivise con me. È una storica sede del Movimento sociale italiano, ho letto che l'immobile era stato messo all'asta da Inps. Sono contenta che non sia diventato un fast food". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella conferenza stampa di fine anno.
Roma, 9 gen (Adnkronos) - "Penso che questo governo si debba concentrare sulle materie che ha nel suo programma, non metterei altra carne al fuco. Dopo di che sono convinta che quella che c'è sulla cittadinanza sia un'ottima legge". Lo ha detto Giorgia Meloni.
"L'Italia è una delle Nazioni che concede il maggior numero di cittadinanze ai minori" e "la soluzione o il tema da affrontare è il tempo per ottenere la cittadinanza una volta che hai il diritto per ottenerla", ha spiegato la presidente del Consiglio.
(Adnkronos) - Rizzi, ha ricordato quindi la premier, "è vicedirettore di Aisi, ha alle sue spalle una carriera estremamente prestigiosa nella Polizia di Stato, all'interno della quale ha raggiunto straordinari risultati operativi, apprezzati sia all'interno che al di fuori dei confini nazionali. Uno dei suoi incarichi è stato quello di vicedirettore generale del dipartimento di Pubblica sicurezza. Ricordo anche l'esperienza internazionale che in un ruolo come quello del Dis è importante: copresidente del Gruppo di lavoro dei 27 Paesi dell'Unione europea che devono prevenire il rischio di infiltrazione della criminalità organizzata nelle risorse del Next generation Eu; membro titolare dell'Italia nel management board di Europol; ha guidato per ben due volte la delegazione italiana nel G7 dei ministri degli Interni".
Roma, 9 gen. (Adnkronos) - "Credo" che di una riforma della responsabilità civile dei magistrati "si debba discutere all'interno della maggioranza, attualmente non ne stiamo discutendo". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella conferenza stampa di fine anno.
Roma, 9 gen (Adnkronos) - Il viaggio a Mar a lago da Donald Trump "era una idea nata durante l'incontro avuto a Parigi. Era occasione, è stata occasione, per confermare un rapporto che si annuncia molto solido, non so se dire privilegiato" e "l'accoglienza è stata al di là delle aspettative". Lo ha detto Giorgia Meloni.
"Italia e Stati Uniti hanno rapporti saldi, questo indipendentemente dal colore dei governi. Io ho avuto un ottimo rapporto con l'amministrazione democratica e con Biden, uno scenario in cui alla guida ci sono due leader conservatori può rafforzare la convergenza. Sarebbe anche un valore aggiunto non solo per l'Italia ma per l'Europa", ha spiegato la presidente del Consiglio.
"Dopo di che a Mar a lago abbiamo parlato del quadro generale senza entrare nello specifico dei singoli dossier, le regole degli Stati Uniti su questo sono rigide. Poi dopo il 20 entreremo nel merito dei vari dossier", ha detto ancora Meloni.