Ashley Olsen è stata strangolata con un cavo, forse con una catenina. Sicuramente con un oggetto sottile. Non a mani nude. E’ quanto emerge dai primi esiti dell’autopsia (non ancora conclusa) sul cadavere della 35enne trovata morta sabato 9 gennaio nel suo monolocale in via Santa Monica, nel quartiere Santo Spirito a Firenze. Durante le perquisizioni nella casa della vittima, la polizia ha sequestrato anche un cavo usb e una catenina, oggetti che, vista la loro forma, potrebbero essere stati usati per l’omicidio. Al momento, però, si tratta di un’ipotesi, anche se appare più verosimile dell’uso di un laccio o di una corda. Dagli esami non ci sono elementi che fanno pensare a una lotta con il killer. L’autopsia è durata fino alla sera di lunedì 11 gennaio e stamani è ripresa all’istituto di medicina legale all’ospedale di Careggi. Dall’esame è risultato che l’ora della morte oscillerebbe fra la notte di giovedì e il primo mattino di venerdì. Il cadavere è stato trovato intorno alle ore 14. Ma non è ancora possibile cristallizzare l’orario preciso.
Ora si attendono i risultati degli esami sui campioni genetici e tossicologici estratti dal cadavere. Bisogna capire se c’è stato un rapporto sessuale prima dell’omicidio e se la Olsen era ubriaca o drogata. Campionature che serviranno anche per estrarre possibili tracce di Dna, che potrebbero appartenere all’assassino. Per ora la Procura diretta dal procuratore Giuseppe Creazzo non ha dato il nulla osta alla sepoltura. Gli investigatori della squadra mobile guidata da Giacinto Profazio continuando a battere ogni pista e in particolare a visionare le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti vicino al monolocale in via Santa Monica. In base a quanto emerge dalle indagini, però, non ci sono fotogrammi che riguardino il portone della casa, ma il lavoro si concentra su una grande quantità di video. La Scientifica analizzerà anche un reggiseno trovato a cinquanta metri dall’abitazione. Al vaglio anche il pc sequestrato, che risulterebbe rimasto acceso fino alla mattina di venerdì. Resta poi il mistero del cellulare che risulta introvabile e spento da venerdì mattina. Si tratta di capire se è stato perso dalla proprietaria o se è stato rubato dall’assassino, che Ashley Olsen di sicuro conosceva.
Intanto gli inquirenti continuano a ricostruire le sue ultime ore di vita. La lente è puntata sugli incontri fatti nella notte tra giovedì e venerdì, quando in compagnia di due amiche ha trascorso le sue ultime ore di vita al night club Montecarla. Il locale è un punto di ritrovo “alternativo” nell’Oltrarno, zona molto amata dagli studenti stranieri che abitano a Firenze. In passato è stato chiuso temporaneamente per motivi di droga. Dalle testimonianze delle amiche emerge che Ashley ha lasciato da sola il locale intorno alle 3-4 del mattino.
Il cadavere è stato trovato alle 14 di sabato dal fidanzato Federico Fiorentini. I due non si vedevano da tre giorni. Avevano litigato, come capitava spesso. Fiorentini ha chiamato più volte la fidanzata non ottenendo mai risposta. Per questo è andato nell’appartamento accompagnato dalla padrona di casa. Ha spostato il corpo dal letto al piccolo salotto. E ha cercato di rianimare la Olsen pensando fosse ancora in vita. Per gli inquirenti non è un sospetto. Il suo alibi regge. “Vedo sempre quel corpo nudo, in una posizione innaturale, chi l’ha ucciso ha violato il nostro amore, non mi perdono di essere stata lontana da lei, forse sarebbe ancora viva”. Per ora nel registro degli indagati non c’è nessun nome.