Mentre in città sfilava la marcia di un comitato spontaneo di studenti e dell’associazione Libera “contro le mele marce”, allo stadio gli ultras definivano “pagliacci” e “malelingue” i concittadini scesi in piazza e difendevano l’ex vicesindaco, finito prima in carcere e poi ai domiciliari in un’indagine che lo scorso mese ha portato alla luce i legami tra Sacra corona unita e politica a Parabita, in provincia di Lecce. “Provenzano sempre presente”, il coro alzato dai tifosi organizzati della Gioventù Calcio Parabita, squadra del paese salentino scosso lo scorso 15 dicembre dall’operazione “Coltura” della Direzione distrettuale antimafia di Lecce. Ventidue gli arresti eseguiti dal Ros dei carabinieri che hanno decapitato il clan Giannelli, ritenuto dagli inquirenti al centro di svariati illeciti nel Basso Salento.

Droga, estorsioni, interessi nel ciclo dei rifiuti e agganci con la politica. Il ponte – stando all’accusa – era proprio quel Giuseppe Provenzano invocato dagli ultras, vicesindaco in carica fino alla conclusione dell’inchiesta. È indagato per concorso esterno nell’associazione mafiosa poiché, secondo la Dda, si sarebbe interessato per assumere alcuni presunti affiliati e loro famigliari come operatori ecologici nella ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti. E nel corso dell’investigazione sarebbero stati accertati anche versamenti periodici finalizzati al sostentamento dei detenuti affiliati al clan in cambio dei quali avrebbe ricevuto sostegno durante le elezioni amministrative dello scorso maggio.

Domenica oltre trecento cittadini hanno reagito partecipando alla manifestazione appoggiata da Libera al grido di “se non sei una mela marcia, marcia per la legalità”. Un no netto e forte della città con dei distinguo. Mentre tanti studenti sfilavano per le vie del centro, nella vicina Castrignano dei Greci, dove la squadra di calcio era impegnata in una partita del campionato di Seconda Categoria, gli ultras hanno intonato il loro sostegno all’ex vicesindaco – si è dimesso dopo l’arresto – e grande tifoso del Parabita nonché preparatore atletico dei portieri.

“Provenzano sempre presente”, il coro scandito più volte, ripreso con un cellulare e postato sulla pagina Facebook Ultras Parabita, ora non più raggiungibile. Con l’aggiunta di una frase inequivocabile: “Anche noi facciamo la nostra marcia contro le malelingue e i pagliacci”. Un chiaro riferimento allo slogan della manifestazione che nelle stesse ore ribadiva il “no” di Parabita alla mafia. “Un dato sconfortante e preoccupante”, lo ha definito il prefetto del capoluogo pugliese Carlo Palomba annunciando l’intenzione di segnalare la vicenda al Viminale e portare avanti il protocollo di legalità con Figc e Coni. La Procura di Lecce ha intanto acquisito le immagini postate sui social network per valutare eventuali profili penali della vicenda.

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