Petroceltic, chi è costei? Se uno legge la lista delle ditte che vogliono, vorrebbero o hanno già trivellato l’Italia, ci si accorgerà che molte di queste hanno nomi sconosciuti, sono piccole, con pochi capitali sociali, e che pensano di venire in Italia a fare il salto di qualità perché abbiamo “regimi fiscali favorevoli”. Lo dicono loro.
Fra queste la Petroceltic di Dublino, la ditta a cui il nostro governo ha deciso di affidare i mari attorno alle isole Tremiti con la concessione BR 274 EL.
A leggere i comunicati degli investitori emerge che questa Petroceltic è assolutamente piegata in due, da debiti, azionisti senza scrupoli, accuse di frode e corruzione, crollo dei prezzi del petrolio e non sanno più dove andare a parare. Hanno debiti per 200 milioni di dollari che non sono riusciti a ripagare. Basta solo dire che il 23 dicembre 2015, il giorno dopo la firma dei nostri decreti ministeriali, ha iniziato a cercare potenziali acquirenti. La liquidità finirà entro gennaio 2016. Cioè abbiamo dato il mare delle Tremiti a una ditta sul lastrico che sta quasi per fallire.
Le banche che si occupano della messa in vendita della Petroceltic sono la Bank of America Merrill Lynch e la Davy Corporate Finance. Stanno vagliando tutte le opzioni: la vendita in toto dei vari permessi di ricerca al miglior offerente, la fusione con altre ditte, o anche l’infusione di capitale con altri debiti e offerte pubbliche. Il valore delle azioni nel solo 2015 è crollato del 77%.

Ma come si è arrivati fin qui?
Il principale investitore della Petroceltic si chiama Worldview Capital Management ed è una ditta di hedge funds. Detiene il 29% di azioni della Petroceltic ed è guidata da Angelo Moskov. A febbraio 2015 la Petroceltic, a causa dei troppi debiti, decide di vendere obbligazioni per 175 milioni di dollari usando come collaterale Ain Tsila, un campo di gas in Algeria e forse il suo progetto più ambizioso.
Moskov si oppone: secondo la Worldview questo passo questo avrebbe lasciato gli azionisti con guadagni derisori. Disse:
As predicted by Worldview in its EGM circular issued in February 2015, Petroceltic appears to have now run out of money. As a result it is proposing to pledge the Company’s crown jewel, namely its participation in the Ain Tsila asset, as a security for a contemplated $175 million bond issuance. In our view, this will result in squandering shareholder value.
Given Company’s past history of very poor financial management and false claims, Worldview is extremely concerned that such bond issuance will be perilous to shareholders. Owing to the Company’s consistent inability to produce sufficient cash flows, proceeding with the bond issue on the announced terms would, in our view, likely result in bondholders eventually securing the world-class asset for a derisory sum.
[Come previsto dalla Worldview nella sua circolare Emg emessa nel febbraio 2015, Petroceltic sembra essere ora a corto di soldi. Di conseguenza si propone di impegnare il fiore all’occhiello della società, vale a dire la sua partecipazione all’attività Ain Tsila, per $ 175.000.000 emissioni obbligazionarie come garanzia. A nostro avviso, questo si tradurrà in un valore sperperato per gli azionisti.
Alla luce della storia passata della società fatta di gestione finanziaria molto scadente e false affermazioni, Worldview è estremamente preoccupata che tale emissione di obbligazioni sarà pericolosa per gli azionisti. A causa della costante incapacità della società di produrre flussi finanziari sufficienti, di procedere con l’emissione di obbligazioni nei termini annunciati sarebbe, a nostro avviso, probabilmente risultato in obbligazionisti infine garantire l’attività di classe mondiale per una somma irrisoria.]
La Petroceltic rinuncia. Le azioni crollano ancora. La Worldview denuncia la Petroceltic in tribunali d’Irlanda e d’Inghilterra per errori nelle revisioni interne. La causa è ancora aperta.
Il 20 agosto 2015 la Worldview accusa la Petroceltic di frode e di corruzione in seguito alla creazione di schemi per defraudare la compagnia dall’interno, con fatture gonfiate a Ain Tsila in Algeria. La Petroceltic risponde accusando il suo principale investitore Worldview di una campagna di denigrazione e di sottrarsi al dialogo. Hanno paura che la Worldview possa accaparrarsi il 100% delle azioni e che questa sia una campagnia per l’acquisizione della Petroceltic a pochi spiccioli.
Il 17 settembre 2015 la Worldview accusa ancora la Petroceltic di irregolarità in Bulgaria: dirigenti di medio livello avrebbero creato anche qui canali per il trasferimento illegale di fondi della compagnia in mano di terzi, tramite sussidiarie egiziane, bulgare e lussembughesi. E poi il 23 dicembre 2015 finiscono i soldi e si mettono in vendita.
Ecco, questa è la Petroceltic d’Irlanda in questo momento. Perché le abbiamo affidato le isole Tremiti senza neanche indagare su che fondi avessero, che o chi fossero? Io non so chi abbia ragione in questa lotta fraticida fra la casa madre e Worldview, ma certo è che è assolutamente folle dare loro un pezzo del nostro mare.
Caro Matteo Renzi, veramente vogliamo una ditta squattrinata, guidata da gente senza scrupoli a trivellare in uno dei mari più belli d’Italia?
Qui immagini e approfondimenti sulla Petroceltic e sulla concessione alle Tremiti
Maria Rita D'Orsogna
Fisico, docente universitario, attivista ambientale
Ambiente & Veleni - 12 Gennaio 2016
Trivellazioni alle Tremiti: debiti e accuse di frode per la Petrolceltic. A chi diamo il nostro mare?
Petroceltic, chi è costei? Se uno legge la lista delle ditte che vogliono, vorrebbero o hanno già trivellato l’Italia, ci si accorgerà che molte di queste hanno nomi sconosciuti, sono piccole, con pochi capitali sociali, e che pensano di venire in Italia a fare il salto di qualità perché abbiamo “regimi fiscali favorevoli”. Lo dicono loro.
Fra queste la Petroceltic di Dublino, la ditta a cui il nostro governo ha deciso di affidare i mari attorno alle isole Tremiti con la concessione BR 274 EL.
A leggere i comunicati degli investitori emerge che questa Petroceltic è assolutamente piegata in due, da debiti, azionisti senza scrupoli, accuse di frode e corruzione, crollo dei prezzi del petrolio e non sanno più dove andare a parare. Hanno debiti per 200 milioni di dollari che non sono riusciti a ripagare. Basta solo dire che il 23 dicembre 2015, il giorno dopo la firma dei nostri decreti ministeriali, ha iniziato a cercare potenziali acquirenti. La liquidità finirà entro gennaio 2016. Cioè abbiamo dato il mare delle Tremiti a una ditta sul lastrico che sta quasi per fallire.
Le banche che si occupano della messa in vendita della Petroceltic sono la Bank of America Merrill Lynch e la Davy Corporate Finance. Stanno vagliando tutte le opzioni: la vendita in toto dei vari permessi di ricerca al miglior offerente, la fusione con altre ditte, o anche l’infusione di capitale con altri debiti e offerte pubbliche. Il valore delle azioni nel solo 2015 è crollato del 77%.
Ma come si è arrivati fin qui?
Il principale investitore della Petroceltic si chiama Worldview Capital Management ed è una ditta di hedge funds. Detiene il 29% di azioni della Petroceltic ed è guidata da Angelo Moskov. A febbraio 2015 la Petroceltic, a causa dei troppi debiti, decide di vendere obbligazioni per 175 milioni di dollari usando come collaterale Ain Tsila, un campo di gas in Algeria e forse il suo progetto più ambizioso.
Moskov si oppone: secondo la Worldview questo passo questo avrebbe lasciato gli azionisti con guadagni derisori. Disse:
As predicted by Worldview in its EGM circular issued in February 2015, Petroceltic appears to have now run out of money. As a result it is proposing to pledge the Company’s crown jewel, namely its participation in the Ain Tsila asset, as a security for a contemplated $175 million bond issuance. In our view, this will result in squandering shareholder value.
Given Company’s past history of very poor financial management and false claims, Worldview is extremely concerned that such bond issuance will be perilous to shareholders. Owing to the Company’s consistent inability to produce sufficient cash flows, proceeding with the bond issue on the announced terms would, in our view, likely result in bondholders eventually securing the world-class asset for a derisory sum.
[Come previsto dalla Worldview nella sua circolare Emg emessa nel febbraio 2015, Petroceltic sembra essere ora a corto di soldi. Di conseguenza si propone di impegnare il fiore all’occhiello della società, vale a dire la sua partecipazione all’attività Ain Tsila, per $ 175.000.000 emissioni obbligazionarie come garanzia. A nostro avviso, questo si tradurrà in un valore sperperato per gli azionisti.
Alla luce della storia passata della società fatta di gestione finanziaria molto scadente e false affermazioni, Worldview è estremamente preoccupata che tale emissione di obbligazioni sarà pericolosa per gli azionisti. A causa della costante incapacità della società di produrre flussi finanziari sufficienti, di procedere con l’emissione di obbligazioni nei termini annunciati sarebbe, a nostro avviso, probabilmente risultato in obbligazionisti infine garantire l’attività di classe mondiale per una somma irrisoria.]
La Petroceltic rinuncia. Le azioni crollano ancora. La Worldview denuncia la Petroceltic in tribunali d’Irlanda e d’Inghilterra per errori nelle revisioni interne. La causa è ancora aperta.
Il 20 agosto 2015 la Worldview accusa la Petroceltic di frode e di corruzione in seguito alla creazione di schemi per defraudare la compagnia dall’interno, con fatture gonfiate a Ain Tsila in Algeria. La Petroceltic rispondeaccusando il suo principale investitore Worldview di una campagna di denigrazione e di sottrarsi al dialogo. Hanno paura che la Worldview possa accaparrarsi il 100% delle azioni e che questa sia una campagnia per l’acquisizione della Petroceltic a pochi spiccioli.
Il 17 settembre 2015 la Worldview accusa ancora la Petroceltic di irregolarità in Bulgaria: dirigenti di medio livello avrebbero creato anche qui canali per il trasferimento illegale di fondi della compagnia in mano di terzi, tramite sussidiarie egiziane, bulgare e lussembughesi. E poi il 23 dicembre 2015 finiscono i soldi e si mettono in vendita.
Ecco, questa è la Petroceltic d’Irlanda in questo momento. Perché le abbiamo affidato le isole Tremiti senza neanche indagare su che fondi avessero, che o chi fossero? Io non so chi abbia ragione in questa lotta fraticida fra la casa madre e Worldview, ma certo è che è assolutamente folle dare loro un pezzo del nostro mare.
Caro Matteo Renzi, veramente vogliamo una ditta squattrinata, guidata da gente senza scrupoli a trivellare in uno dei mari più belli d’Italia?
Qui immagini e approfondimenti sulla Petroceltic e sulla concessione alle Tremiti
Articolo Precedente
Terra dei fuochi, Istituto superiore sanità: “Qui più morti e più tumori”
Articolo Successivo
Spopolamento aree montane: ma sono davvero così marginali?
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Ambiente & Veleni
Crisi clima, paura in Toscana: Arno a rischio esondazione a Firenze e Pisa. Allagamenti a Scandicci e Sesto Fiorentino | le immagini
Mondo
“Cautamente ottimisti per la pace in Ucraina”: Mosca apre alla tregua. Ecco tutte le condizioni di Putin. Dugin a MillenniuM: ‘Meloni ci ha traditi? Ditelo voi’
Politica
Il sottosegretario Delmastro boccia la riforma Nordio: “Mi piace solo il sorteggio. I pm? Così divoreranno i giudici”. Pd-M5s: “Se ne vada”
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - In occasione della Giornata dell'Unità nazionale e del Tricolore, che ricorre lunedì prossimo, 17 marzo, sulla facciata di Montecitorio verrà proiettata la bandiera nazionale, dalla mezzanotte e nelle successive ore serali e notturne.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - "Per il loro concreto e costante sostegno nel percorso di avvicinamento delle comunità di Gorizia e Nova Gorica soprattutto nel contesto di Go 2025", il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e quello emerito della Slovenia, Borut Pahor, verranno insigniti domani, con una cerimonia in programma alle 11.30 al Teatro comunale Giuseppe Verdi, del Premio 'Santi Ilario e Taziano-Città di Gorizia'. Un nuovo riconoscimento per i due statisti ai quali nell'aprile scorso fu attribuita la laurea honoris causa in Giurisprudenza dall'Università di Trieste, a conferma di un impegno comune per rimarginare le ferite della storia e mantenere vivi un'amicizia e un legame tra due i popoli, saldando un rapporto anche sul piano personale.
Numerose le occasioni di incontro e i gesti simbolici. A partire dal 26 ottobre 2016, quando i due presidenti parteciparono alla cerimonia sul tema "L'Europa luogo di superamento dei conflitti", nel centenario dell'unione di Gorizia all'Italia. Fu quella l'occasione per la deposizione di due corone d'alloro sul monumento dedicato ai soldati sloveni caduti sul fronte dell'Isonzo 1915-1917 a Doberdò del Lago, mentre in precedenza il Capo dello Stato italiano, al Parco della Rimembranza di Gorizia, aveva reso omaggio al monumento ai caduti della Prima guerra mondiale e al lapidario che ricorda i deportati goriziani.
Ma fu soprattutto il bilaterale a Trieste il 13 luglio 2020 particolarmente denso di significati. Mattarella e Pahor resero omaggio, mano nella mano, alla Foiba di Basovizza e al Monumento ai caduti sloveni antifascisti Ferdo Bidovec, Fran Marusic, Zvonimir Milos e Alojzij Valencic, condannati a morte nel 1930. Quindi i due presidenti conferirono a Boris Pahor, scrittore sloveno naturalizzato italiano, rispettivamente l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e l’Ordine per Meriti eccezionali. Fu quindi firmato il protocollo di restituzione del Narodni Dom, l'edificio che ospitava le associazioni culturali slovene distrutto dalla violenza nazionalista dello squadrismo fascista nel 1920.
"La storia –disse Mattarella in quella occasione- non si cancella e le esperienze dolorose, sofferte dalle popolazioni di queste terre, non si dimenticano. Proprio per questa ragione il tempo presente e l’avvenire chiamano al senso di responsabilità, a compiere una scelta tra fare di quelle sofferenze patite, da una parte e dall’altra, l’unico oggetto dei nostri pensieri, coltivando risentimento e rancore, oppure, al contrario, farne patrimonio comune, nel ricordo e nel rispetto, sviluppando collaborazione, amicizia, condivisione del futuro".
"Al di qua e al di là della frontiera -il cui significato di separazione è ormai, per fortuna, superato per effetto della comune scelta di integrazione nell’Unione europea -sloveni e italiani sono decisamente per la seconda strada, rivolta al futuro, in nome dei valori oggi comuni: libertà, democrazia, pace. Oggi, qui a Trieste -con la presenza dell’amico presidente Borut Pahor- segniamo una tappa importante nel dialogo tra le culture che contrassegnano queste aree di confine e che rendono queste aree di confine preziose per la vita dell’Europa". Concetti ribaditi nell’incontro del 21 ottobre 2021, per celebrare la designazione congiunta di Gorizia e Nova Gorica 'Capitale europea della Cultura 2025 con il progetto 'Go! Borderless'. “Un meraviglioso esempio della costruzione di un futuro comune nell’Unione europea".
L'avvicendamento alla guida della Slovenia, con l'elezione della presidente Nataša Pirc Musar, ha visto proseguire le iniziative di collaborazione e dialogo tra i vertici istituzionali dei due Paesi. Mattarella nell'aprile dello scorso anno partecipò alle celebrazioni per il ventennale dell'adesione della Slovenia all'Ue e con l'omologa Pirc Musar ha inaugurato a febbraio di quest'anno Go 2025, Prima Capitale europea della cultura transfrontaliera.
Roma, 14 mar. (Adnkronos Salute) - Il lupus eritematoso sistemico (Les) è una malattia autoimmune che può colpire vari organi e apparati del nostro organismo. Da qui la difficoltà nella diagnosi e nel trattamento. "Negli ultimi 10 anni, per la malattia, è cambiato il paradigma terapeutico" ed è possibile "raggiungere la remissione, spegnere una delle sue complicanze, quale la nefrite lupica, e ridurre al minimo", fino "anche a sospendere, il cortisone". Protagonisti di questa rivoluzione sono, "in particolare, i Jak inibitori, famiglia di nuovi farmaci già disponibili in Italia da dicembre 2017 per l'artrite reumatoide". Così Fabrizio Conti, professore di Reumatologia Università Sapienza e direttore della Uoc di Reumatologia del Policlinico Umberto I di Roma, riassume all'Adnkronos Salute l'evoluzione nella gestione di questa patologia cronica che è caratterizzata da manifestazioni eritematose cutanee e mucose con sensibilità alla luce del sole, ma che può coinvolgere altri organi come rene, articolazioni e sistema nervoso centrale.
"Il Les si presenta in modo variabile da persona a persona", sottolinea Rosa Pelissero, presidente Gruppo Les Odv, ma colpisce "soprattutto donne giovani in età fertile". Il rapporto di incidenza tra femmine e maschi è di 9 a 1. "Dopo la diagnosi ci si trova da un giorno all'altro malati di una malattia cronica. Si deve imparare a convivere con una nuova normalità. La ricerca è importante: 40-50 anni fa l'obiettivo era la sopravvivenza. C'era solo il cortisone ad alti dosaggi", come cura. "L'avvento di nuovi farmaci - chiarisce - apre alla possibilità di sospenderlo e quindi anche di ridurre gli effetti collaterali e i danni" del farmaco. "La gravidanza", allora, era "assolutamente" inimmaginabile. "Oggi invece, grazie ai progressi fatti, le donne affette da lupus sanno di poter affrontare un gravidanza. La nostra aspettativa è sempre di avere nuovi farmaci, il più efficaci possibili, con meno effetti collaterali e che possano essere somministrati su larga scala".
Il decorso della patologia, spesso, "è di tipo relapsing-remitting in cui, a fasi di attività di malattia, si alternano fasi di quiescenza - spiega Gian Domenico Sebastiani, direttore Uoc di Reumatologia dell'Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma - I Jak inibitori, piccole molecole sintetizzate chimicamente, assunte per via orale, inibiscono l'attività di diverse citochine, che sono molecole pro infiammatorie. I Jak inibitori differiscono dai farmaci usati fino ad oggi perché - precisa - vanno a colpire meccanismi mirati della patologia", ma anche perché, essendo orali, hanno più "facilità di somministrazione", cosa importante per "l'aderenza" al trattamento. Inoltre, "per la rapidità di azione", se devono essere sospesi "smettono velocemente di agire".
Questa "nuova classe di immunomodulatori per via orale bloccano uno specifico enzima", janus chinasi, "che attiva diversi recettori cellulari - rimarca Gianluca Moroncini, professore di Medicina interna, direttore Dipartimento Scienze cliniche e molecolari, Università Politecnica delle Marche e direttore Clinica medica, Aou delle Marche - Pur riconoscendo un bersaglio molecolare specifico, in realtà, sono antinfiammatori modulatori ad ampio spettro. Il mio centro è impegnato in un trial clinico multicentrico per verificare se abbiano, nel Lupus eritematoso sistemico, un'efficacia pari a quella che hanno già dimostrato in altre malattie per le quali sono autorizzate, come l'artrite reumatoide o l'artrite psoriasica. Attendiamo con ansia l'esito delle sperimentazioni".
Roma, 14 mar (Adnkronos) - "Ho apprezzato molto la posizione di Elly Schlein quando ha detto no al piano di riarmo. Una buona premessa per impostare un progetto di alternativa a questo governo". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
"Se ci dobbiamo ritrovare con una alternativa che segue la Meloni e sottoscrive la politica estera disastrosa della Meloni è un disastro, che alternativa puoi presentare agli italiani se ti trovi a votare con la Meloni per l'escalation militare? Per non parlare di Gaza", ha spiegato il leader del M5s.
Roma, 14 mar (Adnkronos) - "Il problema è che il Pd ha dimostrato di essere un partito troppo plurale, lo dico con una battuta. Ci sono dei momenti di sintesi e quando il tuo leader prende una posizione così chiara, qualche chiarimento adesso andrebbe operato. Ma il problema non riguarda me ma un'altra forza politica". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
Roma, 14 mag (Adnkronos) - "Oggi scopriamo che ci sono i proprietari delle reti che vogliono dettare le condizioni, vogliono utilizzare gli algoritmi per condizionare il dibattito, usare gli algoritmi per condizionare le elezioni. Ci dobbiamo svegliare". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
"Il problema vero è che sono monopolisti, come Starlink per i satelliti a bassa quota. Che garanzia di sicurezza abbiamo che domani, come per l'Ucraina, Musk non si svegli e dica chiudo l'interruttore? L'Europa è l'unico contesto sovranazionale che cerca di dettare regole su questo fronte. E' un problema serio da affrontare", ha spiegato il leader del M5s.
Roma, 14 mar. (Adnkronos Salute) - Con un'esperienza "ultraventennale in reumatologia" con l'obiettivo di "migliorare gli standard di cura e migliorare i risultati clinici per i pazienti che soffrono di queste malattie", oggi "AbbVie è impegnata a sviluppare un possibile strumento ulteriore per rispondere alle esigenze dei pazienti che soffrono di lupus eritematoso sistemico. Il Les è una malattia autoimmune estremamente complessa, caratterizzata dalla produzione di autoanticorpi che possono colpire in maniera variegata ed eterogenea diversi organi e sistemi: il sistema polmonare, il muscolo-scheletrico, la cute e il sistema nervoso centrale. Chiaramente i sintomi variano a seconda del tipo di organo distretto coinvolto, ma ha un decorso cronico estremamente elevato e un'evoluzione estremamente imprevedibile". Lo ha detto Caterina Golotta, direttore medico AbbVie Italia, all'Adnkronos Salute, sottolineando che, "per rispondere ai bisogni insoddisfatti", la farmaceutica sta lavorando su un "inibitore di Jak, upadacitinib. Frutto dello sforzo in ricerca e sviluppo interno, è al momento in corso di sperimentazione clinica in questo contesto".
Si tratta di "un inibitore selettivo e reversibile della janus chinasi - spiega Golotta - ed è attualmente approvato e rimborsato in una serie di patologie immunologiche: l'artrite reumatoide, la spondilite anchilosante, l'artrite psoriasica, la colite ulcerosa e la dermatite atopica. Rimaniamo fiduciosi in attesa dei risultati della molecola nel programma di sviluppo del lupus eritematoso sistemico. Tra l'altro, l'upadacitinib è attualmente in studio anche in altre 2 patologie dell'ambito immunologico: la vitiligine e l'alopecia areata".
AbbVie, evidenzia il direttore medico, "è un'azienda fortemente votata alla ricerca e sviluppo. In Italia siamo presenti con 78 studi clinici che coinvolgono circa 400 centri sperimentali. A livello globale, l'impegno in ricerca nel 2024 è stato pari a circa 13 miliardi di dollari, che rappresenta un incremento del 66,66% rispetto all'impegno del 2023".