Il prefetto è stato trasferito a sorpresa, il Viminale non ha ancora nominato il suo successore e il commissariamento di un’importante fondazione cittadina rischia quindi di finire archiviato. Succede a Enna, storico regno di Vladimiro Crisafulli, l’ex parlamentare del Pd cancellato dalle liste delle politiche 2013 perché ritenuto “impresentabile” dal comitato dei garanti dem. Ed è proprio dalla cittadina siciliana che il 23 dicembre scorso il Consiglio dei ministri ha richiamato il prefetto Fernando Guida, spostandolo a Isernia. Un trasferimento inatteso, dato che Guida era arrivato in Sicilia nel gennaio del 2014, meno di due anni prima, e cioè il termine minimo utilizzato normalmente prima di destinare ad altro incarico i prefetti. In più, il Cdm non solo ha spostato il prefetto a sorpresa alla vigilia di Natale, ma non ha ancora nominato il suo successore. Il rischio è che uno degli atti più delicati compiuti da Guida in Sicilia potrebbe presto finire in fumo.
Il 18 dicembre, cioè pochi giorni prima essere trasferito a Isernia, l’ormai ex prefetto ennese aveva avviato il procedimento di commissariamento della fondazione Kore, che designa il presidente dell’omonima università cittadina, fortissimamente voluta da Crisafulli in persona. L’iter per il commissariamento prevede 15 giorni per l’accesso agli atti, trenta per presentare le deduzioni della difesa, mentre dal trentunesimo giorno il prefetto può decidere se commissariare o meno la fondazione: il termine è quindi fissato per il prossimo 18 gennaio, ma ad Enna la poltrona più alta della prefettura è ancora vacante. È per questo motivo che il trasferimento di Guida e la mancata nomina del suo successore hanno fatto diventare rovente il clima nel capoluogo più alto d’Italia. Parallelamente al commissariamento, infatti, anche la procura ennese ha aperto un’inchiesta, indagando per malversazione lo stesso Crisafulli, l’ex presidente della fondazione Cataldo Salerno (che si è dimesso, sostituito dall’ex deputato di Forza Italia), e i membri del consiglio d’amministrazione.
La procura aveva anche sequestrato un milione di euro dal conto corrente della fondazione (atto annullato appena ieri dal tribunale del Riesame), mentre i vertici della Kore hanno reagito all’indagine, inviando un esposto al Csm, al ministero della Giustizia e alla procura generale della Cassazione contro Calogero Ferrotti, procuratore capo di Enna, andato in pensione nei giorni scorsi. Ed è proprio durante la cerimonia di commiato del magistrato che la polemica si è infiammata: Ferrotti, infatti, ha deciso di riservare una sedia in platea a Guida, che è rimasta ovviamente vuota visto che il prefetto era già stato trasferito. “Il suo allontanamento rappresenta un vero sfregio al tessuto vivo di questo territorio. Fin dal suo insediamento aveva dato l’immagine autorevole della presenza dello Stato, in una terra difficile. Al radicamento di questi principi basilari, alcune forze, da tempo, si dimostrano invece indifferenti, se non addirittura avverse”, ha detto il procuratore prima di andare in pensione. “Sono stati posti aperti tentativi di bloccare un’indagine della magistratura e di delegittimare con una denuncia fatti inesistenti contro chi stava conducendo quelle indagini nel pieno rispetto delle regole e senza alcun clamore mediatico”, è stata invece la denuncia Sergio Lari, procuratore generale di Caltanissetta.
In attesa del nuovo prefetto, quindi, a Enna la tensione è altissima, dato che la procura continua ad indagare anche sulla succursale dell’università rumena Dunarea De Jos di Galati aperta da Crisafulli in città. La guardia di Finanza aveva scoperto che la fondazione Proserpina, e cioè la creatura usata dall’ex parlamentare per gestire i corsi di medicina in rumeno, non era una vera fondazione, ma soltanto un’associazione (poi diventata srl). È per questo motivo che nel novembre scorso le fiamme gialle hanno sequestrato alcuni locali all’interno dell’ospedale Umberto I, utilizzati abusivamente per ospitare i corsi in lingua rumena, mentre lo stesso Crisafulli è finito indagato per abuso d’ufficio e invasione di edificio pubblico.“Se il problema sono i locali, ne troveremo subito altri”, aveva detto l’ex parlamentare del Pd, infischiandosene dello stop imposto dal ministero dell’Università. “Quei corsi non devono né possono partire”, diceva infatti il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone. E invece i corsi non solo sono partiti, ma – dopo il sequestro dei locali dell’ospedale – si sono anche trasferiti in un altro immobile, mentre a dicembre Crisafulli inaugurava il nuovo corso di laurea, omaggiato dalla presenza del segretario siciliano del Pd, Fausto Raciti, e dell’assessore regionale alla Formazione, Bruno Marziano. Da allora, ogni giorno, 54 ragazzi continuano a studiare medicina in lingua rumena a Enna, duemila chilometri da Bucarest e nessun test d’ingresso da superare.