La Svizzera come la Danimarca. Berna ha deciso di imporre ai rifugiati di consegnare fino a 1.000 franchi svizzeri (circa 900 euro) dei loro beni per pagare le spese di accoglienza. Lo riporta la radio svizzera Srf precisando che all’arrivo alla frontiera ai rifugiati viene consegnato un volantino nel quale è scritto a chiare lettere “di consegnare i propri beni in cambio di una ricevuta”.
Il programma 10 vor 10 ha mostrato la ricevuta di una rifugiata siriana, che la donna ha detto di aver ricevuto dalle autorità quando ha dovuto consegnare più della metà del denaro che la sua famiglia aveva ancora dopo aver pagato i trafficanti per raggiungere il Paese.
La donna ha anche mostrato il foglio informativo destinato ai profughi, su cui si legge: “Se avete proprietà di valore maggiore di mille franchi svizzeri quando arrivate in un centro di accoglienza dovete consegnare tali asset economici in cambio di una ricevuta”. L’emittente ha citato l’autorità per l’immigrazione Sem, che motiva la misura dicendo che la legge chiede ai richiedenti asilo e rifugiati di contribuire quando possibile ai costi per il processamento delle loro pratiche e all’assistenza sociale. “Se qualcuno se ne va volontariamente entro sette mesi, può riavere indietro il denaro e portarlo con sé. Altrimenti i soldi coprono i costi che genera”, ha dichiarato una portavoce. Inoltre, in Svizzera chi ottiene il diritto di restare e lavorare deve consegnare il 10% della paga per un periodo fino a 10 anni, sino a che avrà ripagato 15mila franchi, secondo quanto riportato.
Copenaghen, intanto, sta rivedendo la proposta di confiscare le proprietà dei rifugiati per pagare la loro permanenza, dopo le critiche dell’Agenzia per i Rifugiati dell’Onu. I cambiamenti introdotti nelle leggi danesi sull’asilo e l’immigrazione nonché la possibile confisca dei beni dei migranti sollevano questioni di conformità con la Convenzione Europea dei Diritti umani che la Danimarca è obbligata a rispettare. Questo il monito rivolto da Nils Muiznieks, commissario dei Diritti Umani del Consiglio d’Europa, a Inger Stojberg, ministro per l’Immigrazione, integrazione e alloggio in una lettera inviata lo scorso 12 gennaio e resa nota oggi.
Nella lettera il commissario, che si dice “profondamente preoccupato“, attacca alcuni cambiamenti apportati all’Aliens Act lo scorso novembre e il nuovo pacchetto di emendamenti in discussione in Parlamento esprimendo il suo “sgomento” per la proposta di confiscare i beni dei richiedenti asilo. “Ritengo che tale misura possa essere una violazione della dignità umana delle persone a cui viene applicata”, sottolinea Muiznieks, aggiungendo che potrebbe anche condurre a una violazione del diritto alla proprietà sancito nella convenzione europea dei diritti umani.
Il commissario critica anche le nuove norme introdotte lo scorso novembre che “aumentano la possibilità di detenere i richiedenti asilo sotto speciali circostanze come per esempio un loro arrivo massivo e allo stesso tempo indeboliscono importanti garanzie legali rispetto alla detenzione”. Questo, afferma Muiznieeks, “potrebbe portare a utilizzare la detenzione dei richiedenti asilo in maniera sproporzionata e indiscriminata, in contraddizione con quanto stabilito dall’articolo 5 della convenzione europea dei diritti umani (Cedu), che protegge il diritto alla libertà”. Il commissario evidenzia che per la Corte di Strasburgo la detenzione dei richiedenti asilo può essere usata solo come ultima alternativa.
Sul nuovo pacchetto di emendamenti il commissario esprime poi una “forte preoccupazione” pure per la proposta di aumentare da 1 a 3 anni il periodo che i beneficiari di protezione temporanea sussidiaria devono attendere per aver diritto alla riunificazione familiare“. Questa misura potrebbe essere incompatibile con quanto stabilito dall’articolo 8 della Cedu, sul rispetto della vita familiare, e con la convenzione dei diritti del bambino dell’Onu.
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Migranti, Svizzera come Danimarca: “Confisca di 1.000 € a richiedenti asilo”
La radio Srf riporta che Berna ha deciso di imporre a chi chiede accoglienza di consegnare fino a 1.000 franchi svizzeri dei loro beni per pagare le spese. Su un provvedimento simile il governo di Copenaghen ha annunciato di aver trovato un accordo con l'opposizione. Nils Muiznieks, commissario dei Diritti Umani del Consiglio d’Europa, a Inger Stojberg, ministro danese per l’Immigrazione: "Violazione della dignità umana"
La Svizzera come la Danimarca. Berna ha deciso di imporre ai rifugiati di consegnare fino a 1.000 franchi svizzeri (circa 900 euro) dei loro beni per pagare le spese di accoglienza. Lo riporta la radio svizzera Srf precisando che all’arrivo alla frontiera ai rifugiati viene consegnato un volantino nel quale è scritto a chiare lettere “di consegnare i propri beni in cambio di una ricevuta”.
Il programma 10 vor 10 ha mostrato la ricevuta di una rifugiata siriana, che la donna ha detto di aver ricevuto dalle autorità quando ha dovuto consegnare più della metà del denaro che la sua famiglia aveva ancora dopo aver pagato i trafficanti per raggiungere il Paese.
La donna ha anche mostrato il foglio informativo destinato ai profughi, su cui si legge: “Se avete proprietà di valore maggiore di mille franchi svizzeri quando arrivate in un centro di accoglienza dovete consegnare tali asset economici in cambio di una ricevuta”. L’emittente ha citato l’autorità per l’immigrazione Sem, che motiva la misura dicendo che la legge chiede ai richiedenti asilo e rifugiati di contribuire quando possibile ai costi per il processamento delle loro pratiche e all’assistenza sociale. “Se qualcuno se ne va volontariamente entro sette mesi, può riavere indietro il denaro e portarlo con sé. Altrimenti i soldi coprono i costi che genera”, ha dichiarato una portavoce. Inoltre, in Svizzera chi ottiene il diritto di restare e lavorare deve consegnare il 10% della paga per un periodo fino a 10 anni, sino a che avrà ripagato 15mila franchi, secondo quanto riportato.
Copenaghen, intanto, sta rivedendo la proposta di confiscare le proprietà dei rifugiati per pagare la loro permanenza, dopo le critiche dell’Agenzia per i Rifugiati dell’Onu. I cambiamenti introdotti nelle leggi danesi sull’asilo e l’immigrazione nonché la possibile confisca dei beni dei migranti sollevano questioni di conformità con la Convenzione Europea dei Diritti umani che la Danimarca è obbligata a rispettare. Questo il monito rivolto da Nils Muiznieks, commissario dei Diritti Umani del Consiglio d’Europa, a Inger Stojberg, ministro per l’Immigrazione, integrazione e alloggio in una lettera inviata lo scorso 12 gennaio e resa nota oggi.
Nella lettera il commissario, che si dice “profondamente preoccupato“, attacca alcuni cambiamenti apportati all’Aliens Act lo scorso novembre e il nuovo pacchetto di emendamenti in discussione in Parlamento esprimendo il suo “sgomento” per la proposta di confiscare i beni dei richiedenti asilo. “Ritengo che tale misura possa essere una violazione della dignità umana delle persone a cui viene applicata”, sottolinea Muiznieks, aggiungendo che potrebbe anche condurre a una violazione del diritto alla proprietà sancito nella convenzione europea dei diritti umani.
Il commissario critica anche le nuove norme introdotte lo scorso novembre che “aumentano la possibilità di detenere i richiedenti asilo sotto speciali circostanze come per esempio un loro arrivo massivo e allo stesso tempo indeboliscono importanti garanzie legali rispetto alla detenzione”. Questo, afferma Muiznieeks, “potrebbe portare a utilizzare la detenzione dei richiedenti asilo in maniera sproporzionata e indiscriminata, in contraddizione con quanto stabilito dall’articolo 5 della convenzione europea dei diritti umani (Cedu), che protegge il diritto alla libertà”. Il commissario evidenzia che per la Corte di Strasburgo la detenzione dei richiedenti asilo può essere usata solo come ultima alternativa.
Sul nuovo pacchetto di emendamenti il commissario esprime poi una “forte preoccupazione” pure per la proposta di aumentare da 1 a 3 anni il periodo che i beneficiari di protezione temporanea sussidiaria devono attendere per aver diritto alla riunificazione familiare“. Questa misura potrebbe essere incompatibile con quanto stabilito dall’articolo 8 della Cedu, sul rispetto della vita familiare, e con la convenzione dei diritti del bambino dell’Onu.
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Mosca ribadisce: “Putin pronto a incontrare Trump”. Ma Shoigu attacca: “Aumenta il rischio di una guerra tra potenze nucleari”
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L’Italia nucleare nella ‘legge Pichetto’: nuovi impianti, riconversione, fusione e rimozione di ogni ostacolo (referendum compreso). L’incognita sull’ok di Meloni
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Australian Open 2025, semifinale Sinner-Shelton 1-0: l’azzurro avanti di 4 game nel secondo set – Live
Roma, 24 gen (Adnkronos) - "I socialisti italiani non molleranno. Solleciteremo, a più riprese, il premier Meloni perché possa trovare il coraggio di condannare Trump sulla pena di morte. Lo faremo non per cercare lo scontro con un Paese amico ma per sollecitare un dibattito alto circa una grande questione". Lo dice Enzo Maraio, segretario del Psi.
"Capiamo il silenzio sulla grazia ai 1.500 assalitori di Capitol Hill, è questione interna, capiamo l’imbarazzo sui dazi, capiamo la difficoltà sulla strategia europea ma non possiamo consentire che il premier italiano scodinzoli con chi decide di rilanciare sulla pena di morte -prosegue Maraio-. L’Italia ha il dovere di condannare queste scelte, in ogni parte del Mondo e, soprattutto, quando entrano nell’agenda di governo di una grande democrazia. Ha il dovere di farlo quando qualcuno immagina di avviare una nuova stagione di morte nel nome di Dio".
"La Meloni convochi l’ambasciatore Usa in Italia per manifestare il disappunto sulla pena di morte", conclude il segretario del Psi.
Roma, 24 gen. (Adnkronos/Labitalia) - E' Marcella Mallen il presidente Prioritalia, la Fondazione di Manageritalia e Cida, nata nel 2017 per promuovere con ancor più forza l’impegno civile e sociale della comunità manageriale. A disegnarla per il secondo mandato consecutivo per gli anni 2025-28, il collegio dei soci fondatori espressione di Manageritalia, la Federazione dei dirigenti del terziario e Cida Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato.
Si rinnova per 2/5 anche il collegio dei fondatori di Prioritalia che vede tra i suoi componenti l’ingresso di Marco Ballarè presidente di Manageritalia e di Giancarla Bonetta nominata Vicepresidente Prioritalia. Confermati componenti del collegio oltre alla stessa Mallen anche Guido Carella (designazione Manageritalia) e Stefano Cuzzilla attuale presidente Cida.
“Sono orgogliosa - commenta Marcella Mallen, presidente Prioritalia - di essere stata designata da Manageritalia per continuare a guidare questa Fondazione, con la missione ambiziosa di costruire nuovi assetti e nuove alleanze, consolidando la nostra value proposition di civismo e sostenibilità integrata, perseguita in questi in anni e da cui ritengo non si può assolutamente tornare indietro. La transizione verso un mondo più sostenibile deve continuare e deve essere innanzitutto partecipata e dunque affermarsi come una priorità per tutti: governi, pubbliche amministrazioni, imprese, associazioni, scuole, università, centri di ricerca, cittadini. Per questo Prioritalia continuerà ad operare anche da attore protagonista all’interno dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), contribuendo a far crescere in Italia la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 e la conoscenza dei suoi 17 goals.
Marcella Mallen laureata in giurisprudenza, già presidente di Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria e di Cfmt- Centro di formazione manageriale del terziario - e docente di Diversity management e cambiamento organizzativo presso l’Università Lumsa di Roma, è presidente dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), già presidente di Prioritalia, la Fondazione delle organizzazioni dei manager Cida e Manageritalia, consigliera del Cnel e componente di Value@Work gruppo promosso dall’Istituto di Studi superiore sulla donna dell’ateneo pontificio Regina Apostolorum.
Rinnovato, per suoi 2/5, anche il consiglio direttivo con i nuovi ingressi di Luisa Quarta (designazione Manageritalia) e di Gian Angelo Bellati componente (designazione Cida) che andranno a cooperare con le stesse Mallen, Giancarla Bonetta e Paolo Bandiera (designazione Manageritalia).
"Le dirompenti crisi - si legge in una nota - che stiamo vivendo – innanzitutto geopolitiche, ambientali e demografiche – possono essere foriere di profonde trasformazioni economiche, sociali e culturali. Fondazione Prioritalia continuerà a lavorare per disegnare la mappa delle priorità e dei bisogni, per portare con il ruolo determinante della comunità manageriale e con essa tutto il Paese verso un nuovo modello di sviluppo, inclusivo equo e sostenibile".
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - "Sono lieto di poter ribadire insieme a lei i legami che legano Panama e Italia e la volontà di intensificare la nostra collaborazione in diversi campi. Quest'anno si attiverà il meccanismo di dialogo che è uno strumento di grande utilità per accompagnare l'aumento della nostra collaborazione". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale l'omologo di Panama José Raúl Mulino Quintero.
"È un onore essere qui in Italia poichè è la terra di mio nonno -ha sottolineato Mulino Quintero- Sono molto lieto di poter condividere questo momento con lei, è un'opportunità estremamente importante per il mio Paese. Ribadisco anch'io l'intenzione di intensificare i nostri legami di lavoro, di amicizia, a livello commerciale con l'Italia, un Paese amico che ci può aiutare anche nei rapporti con l'Unione europea".
Milano, 24 feb. (Adnkronos) - Il primo treno a idrogeno italiano è arrivato nel nuovo impianto di manutenzione e di rifornimento di idrogeno di Rovato. Il convoglio - che fa parte dei 14 acquistati da Fnm grazie ai finanziamenti di Regione Lombardia, anche tramite risorse Pnrr – è arrivato nel bresciano dal circuito di prova di Salzgitter (Germania) del costruttore Alstom. Lo fa sapere in una nota Fnm, in cui sottolinea che "l’impianto di Rovato, realizzato da Ferrovienord e dotato di attrezzature all'avanguardia, sarà, in Italia, il primo deposito specificatamente progettato e realizzato per la manutenzione dei treni a idrogeno nonché il primo impianto per il rifornimento di idrogeno per i treni". (FOTOGALLERY)
Nei prossimi giorni verranno effettuate, da parte del costruttore e fornitore dell’idrogeno Sapio, attività di collaudo dell’impianto stesso e test di rifornimento del treno. Nella giornata del 13 febbraio si terrà un evento di presentazione alla stampa, nel corso del quale sarà possibile visitare il sito di Rovato e il convoglio.
L’entrata in servizio commerciale dei treni a idrogeno in Valcamonica, lungo la linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo di FerrovieNord su cui il servizio è gestito da Trenord, fa parte del progetto H2iseO, che mira a realizzare la prima Hydrogen Valley italiana nel territorio bresciano. Promosso da Fnm, FerrovieNord e Trenord, il progetto H2iseO - viene ricordato nella nota - "ha l’obiettivo di sviluppare in Valcamonica una filiera economica e industriale dell’idrogeno, a partire dal settore della mobilità, avviare la conversione energetica del territorio, contribuire alla decarbonizzazione di una parte significativa del trasporto pubblico locale. Si tratta di un progetto altamente innovativo, che prevede, tra le altre cose, la realizzazione di 3 impianti di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno (a Brescia, Iseo e Edolo), oltre all’impianto di manutenzione e rifornimento dei treni di Rovato".
Palermo, 24 gen. (Adnkronos) - Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, appreso dalla stampa della mancata attivazione delle pompe di sollevamento nel fiume Verdura, ha dato mandato all'assessore regionale all'Agricoltura Salvatore Barbagallo e al dirigente generale della Protezione civile Salvatore Cocina - che coordina anche la cabina di regia per l'emergenza idrica in Sicilia - di "avviare immediatamente tutte le iniziative necessarie per rimuovere questa situazione che ha definito «scandalosa». Un intervento che il governatore chiede, quindi, con la massima celerità perché non è accettabile che l'acqua possa continuare a essere dispersa in mare mentre cittadini, agricoltori e imprese della zona patiscono le conseguenze della siccità".
Palermo, 24 gen. (Adnkronos) - "Cambio di gestione all’Hotel delle Palme con l’ingresso del gruppo Mangia, che ha acquistato la struttura a cinque stelle di via Roma lo scorso aprile. Il passaggio della società Mare Resort dei Corvaja in liquidazione al gruppo proprietario della catena alberghiera Mangia’s, era attesa dopo le feste di fine anno. Nel frattempo l’attività non si è mai fermata. La curatela fallimentare nominata dal Tribunale esce quindi di scena con la consegna dell’’immobile al gruppo Mangia, che sarà operativo da febbraio". Così in una nota. "Nei prossimi giorni I sindacati incontreranno la nuova società per discutere del trasferimento dei lavoratori"
“Espleteremo l’esame congiunto per il passaggio di ramo d’azienda, per garantire il transito di tutti i 76 lavoratori, nel rispetto delle tutele necessarie – dichiarano il segretario generale Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello e la segretaria Alessia Gatto – Si tratta di un gruppo solido e affermato nel panorama siciliano alberghiero di fascia alta. Per le lavoratrici e i lavoratori che provengono dalla chiusura per ristrutturazione dell’albergo ex Acqua Marcia, poi coinvolti nel passaggio al fondo Algebris e nelle vicissitudini e controversie dell’ultima gestione, culminata con la procedura di concordato preventivo, questa occasione rappresenta un orizzonte di stabilità occupazionale. L’hotel ha potuto continuare la sua attività in questi mesi con la curatela anche grazie alla presenza di lavoratori che, con le loro professionalità e competenze, hanno contribuito a dare lustro all’Hotel delle Palme e ad affermare la sua presenza sul territorio palermitano, attendendo la risoluzione delle varie controversie”.
“Il trasferimento comporterà il passaggio dalla vecchia proprietà, ma soprattutto dalla Mare Resort alla Grand Hotel Et Des Palmes gestita dal gruppo Mangia, con tutte le garanzie occupazionali – continuano Aiello e Gatto - La curatela è stata precisa e puntuale, l’albergo ha lavorato bene. È stato possibile proseguire un’attività che ha dato grandi risultati e riteniamo che il gruppo Mangia possa ulteriormente sviluppare e rilanciare uno degli alberghi più importanti e ricchi di storia di Palermo, con l'auspicio che possa dare un contributo per la crescita di un turismo sostenibile della città di Palermo e a tutto il settore ma anche al risveglio commerciale ed economico di via Roma e della città di Palermo".
Palermo, 24 gen. (Adnkronos) - I carabinieri di Palermo hanno denunciato 7 ragazzi, uno dei quali ancora minorenne, gli altri invece di età compresa tra i 18 e il 23 anni, tutti palermitani e sospettati di essere alcuni dei protagonisti di una violenta rissa il primo dicembre scorso nei pressi della discoteca Shazam in via Ammiraglio Rizzo a Palermo. Secondo la ricostruzione dei carabinieri della stazione di Falde, che hanno ascoltato i testimoni e acquisito le immagini riprese dalle telecamere presenti nella zona, i sette avrebbero scatenato la rissa che ha coinvolto una trentina di ragazzi. La violenta lite sarebbe scoppiata dopo che una ballerina della discoteca era stata molestata. Gli addetti alla sicurezza che hanno cercato di riportare la calma sono stati aggrediti dagli indagati che hanno danneggiato diversi arredi del locale, strumenti per le luci, la consolle e altre attrezzature tecniche. Le indagini dei carabinieri, non ancora concluse, hanno permesso di identificare i primi sette giovani che sono stati denunciati alla procura per violenza sessuale, rissa, lesioni personali, invasione di terreno e danneggiamento.