Un passo in avanti, ma non la soluzione al problema. “Mi congratulo con il popolo libico e il Consiglio presidenziale per la formazione del governo di accordo nazionale. Esorto l’HoR”, il parlamento insediato a Tobruk, “a riunirsi prontamente” e “ad approvare il governo”. E’ il tweet con il quale l’inviato speciale dell’Onu per la Libia, Martin Kobler, ha annunciato il raggiungimento di un’intesa sulla formazione dell’esecutivo che dovrebbe traghettare il Paese fuori dalla guerra civile che lo dilania dalla caduta di Muammar Gheddafi. “Un passo avanti in una situazione ancora fragile – ha commentato su Twitter il ministro degli esteri Paolo Gentiloni – ora serve ok del parlamento”. Ora spetta alla Camera dei deputati di Tobruk approvare la composizione del nuovo esecutivo entro dieci giorni, ovvero entro il 29 gennaio, in base a quanto prevede l’accordo mediato dall’Onu e firmato dalle parti il 17 dicembre in Marocco.

Il Consiglio di presidenza riunito a Tunisi aveva respinto il termine di nominare il governo in 48 ore, dopo le notizie di controversie sulla distribuzione degli incarichi ministeriali. Solo 7 dei 9 membri del Consiglio hanno firmato il documento per il nuovo governo, formato da un totale di 32 ministri, nel quadro dell’accordo promosso dalle Nazioni Unite.

Con il decreto n. 3 del 2016, il Consiglio presidenziale ha deliberato “la formazione del governo di accordo nazionale” presieduto dal primo ministro Fayez Mustafa Al Sarray. Suoi vice, come si legge nell’articolo 2 del decreto, saranno Fathi Abdel Hafiz Al Mujbiri, Ahmad Omar Mitiiq, Mousa Al Kuni Belkani e Abdelsalam Saad Husayn Kajman. Il decreto, si legge ancora nell’articolo 2, entra in vigore dalla data di approvazione da parte del Parlamento e dopo che avrà posto la fiducia, ed esorta “le parti interessate ad attuarlo”.

Fonti di Tripoli fanno sapere che per il ministero degli esteri la scelta è caduta su un nome che tiene in equilibrio gli interessi dell’est e dell’ovest del Paese; per Difesa e Petrolio si è andati incontro a Tobruk, il dicastero dell’Interno è stato affidato a Tripoli. La lista dei ministri, pubblicata in un comunicato del Consiglio presidenziale e rilanciato da tweet dalla tv Libya Channel, indica per il ministero degli Affari esteri Marwan Abusrewil. Secondo la fonte, “proviene da una famiglia molto nota, divisa fra est e ovest”.

Ministro della Difesa è stato nominato Al Mehdi Al Barghathi, “dell’esercito libico, della zona di Bengasi, per accontentare” Tobruk che preme per avere il generale Khalifa Haftar in una posizione di rilievo. “Dovrebbe essere dell’est” anche Khalifa Abdessadeq, il ministro designato al Petrolio e gas, ha detto la fonte ricordando analoghe pressioni di Tobruk per avere influenza anche in questo settore fondamentale dell’economia libica.

“Un ufficiale della polizia di Tripoli” è invece Al Aref Al Khuja, designato per il ministero dell’Interno: “E’ laureato in criminologia, è un rivoluzionario” dell’insurrezione anti-Gheddafi del 2011, ha sostenuto al fonte sottolineando che si tratta di un esponente “senza condizionamenti ideologici”. Solo una donna tra i ministri: Asma Mustafa Al Usta guiderà il dicastero della Cultura, tra i pochi scelti da Sarraj in persona.

E’ un “salto” in avanti ma ora “abbiamo davanti un duro lavoro”, ha spiegato Kobler, commentando il risultato in un comunicato dell’Unsmil. Kobler, aggiunge la nota, sottolinea la necessità di muoversi immediatamente verso il prossimo passo che è l’avallo del Governo di accordo nazionale da parte della “Camera dei rappresentanti (HoR)”: “Faccio appello ai componenti dell’HoR e alla sua presidenza a porre gli interessi nazionali del Paese al di sopra di ogni altra considerazione e di riunirsi prontamente per discutere e approvare il proposto gabinetto” ministeriale, ha dichiarato in conclusione del comunicato il mediatore Onu.

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