Non si arresta il crollo del Monte dei Paschi di Siena, che dopo le pessime sedute di lunedì e martedì è ancora maglia nera a Piazza Affari arrivando a perdere il 22,2 per cento. E, insieme agli altri titoli bancari e ai petroliferi, ha affossato di nuovo il listino milanese che, in una giornata particolarmente negativa per tutte le principali piazze globali, ha perso quasi il 5 per cento. Nelle settimane in cui il braccio di ferro tra il capo del governo italiano e Bruxelles si è fatto più intenso, Rocca Salimbeni ha più che dimezzato il proprio valore: il titolo della banca senese da inizio anno ha infatti registrato un tracollo vicino al 60 per cento. Con pesanti ripercussioni anche per lo Stato, che dall’estate scorsa è azionista della banca e ha visto l’investimento svalutarsi di quasi il 73 per cento con le maggiori perdite che si sono verificate proprio quando per il Tesoro si era aperta la via di fuga dal capitale dell’istituto. E intanto l’amministratore delegato della banca, Fabrizio Viola, nel tentare di rassicurare il mercato, ha ammesso che è in corso una fuga dei depositi, anche se “contenuta”.
Se il Monte piange le altre banche certo non ridono: Carige è precipitata del 18,56%, il Banco Popolare ha registrato un crollo del 10,88%, Unicredit del 7,7%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna del 7,3%, la Popolare di Milano del 6,52%, Banca Mediolanum del 5,79%. Solo per citare alcuni esempi. A far recuperare terreno ai titoli italiani del credito non sono infatti bastate le rassicurazioni della Bce, che ha gettato acqua sul fuoco acceso dalla notizia degli esami avviati sulla consistenza e la gestione delle sofferenze di alcuni istituti. Continuano a pesare, invece, le tensioni tra Palazzo Chigi e la Commissione Ue, che sono anzi salite di tono con l’attacco del commissario agli Affari economici Pierre Moscovici che ha messo il dito nella piaga dei conti pubblici italiani. Inevitabile che lo scontro con l’Europa, con al centro il giudizio sulla manovra atteso la prossima primavera, influenzi il comparto bancario: il governo Renzi ha infatti bisogno del via libera di Bruxelles per varare la bad bank che dovrebbe aiutare gli istituti a sgravarsi di una parte dei 350 miliardi di crediti deteriorati che hanno in pancia.
Lo sa bene il presidente del Consiglio che martedì mattina ha incontrato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e il direttore generale Salvatore Rossi per discutere delle “recenti turbolenze finanziarie”. Fonti di governo riferiscono che c’è “consapevolezza della complessità della situazione, anche alla luce degli eventi internazionali”, ma anche “convinzione che le misure passate e future del legislatore aiuteranno alcune banche italiane nel processo di aggregazione quanto mai necessario e aiuteranno gli intermediari finanziari nella gestione più rapida ed adeguata dei crediti in sofferenza”.
Per il Tesoro perdita teorica del 75% – Non a caso i titoli più nel mirino restano quelli della mancata sposa partecipata dallo Stato. Rocca Salimbeni mercoledì è arrivata a perdere più del 22% a 0,51 euro. L’amministratore delegato Fabrizio Viola in mattinata ha dichiarato che l’andamento del titolo in questi giorni “non ha riscontro nei fondamentali della banca” di cui dalla scorsa estate è azionista anche lo Stato, che ha ricevuto una quota del 4% al posto dei 243 milioni di interessi dovuti sui Monti bond. Considerato che il Tesoro ha avuto le azioni a un controvalore di 2,05 euro, in sette mesi il suo investimento si è deprezzato del 75%, che significa una perdita teorica di circa 180 milioni. Non male se si pensa che dall’inizio dell’anno, essendo scaduto il periodo di divieto di vendita (lock up), via XX Settembre avrebbe potuto iniziare a vendere i titoli e monetizzare l’investimento.
L’ad ammette il deflusso dei depositi, ma “contenuto” – Eventualità che a questi prezzi si allontana sempre di più. E il serpente finisce col mordersi la coda se si considera che mentre il Tesoro tratta con Bruxelles per la bad bank che ripulisca i conti delle banche italiane dai prestiti che difficilmente verranno restituiti, la Bce si appresta a passare al lentino i 45 miliardi di sofferenze lorde del Monte con esiti al momento non prevedibili. Viola in una nota ammette che “ovviamente i clienti che oggi si rivolgono alle nostre filiali sono preoccupati per tutte le cose che si leggono” e che è in corso una fuga dei depositi, anche se “contenuta: al momento la dimensione della raccolta di quei clienti che hanno deciso di spostare parte dei loro risparmi è contenuta e comunque inferiore a quella riscontrata nella precedente crisi che la banca ha vissuto nel febbraio 2013 che è stata brillantemente superata. Per questo motivo, anche alla luce dei fondamentali decisamente migliori oggi rispetto a due anni fa, sono convinto che la banca saprà superare, come accaduto nel passato, anche questa fase non facile”. E’ chiaro, però, che le attese del mercato non sono positive né su un fronte né sull’altro.
Le “assicurazioni contro il default” della banca – Lo si vede guardando i drammatici corsi di Borsa dell’istituto, ma anche l’andamento dei credit default swap, una sorta di assicurazione contro il rischio di fallimento di un’emittente, e dei bond subordinati, i titoli che con l’entrata in vigore del bail in sono percepiti come maggiormente a rischio dopo le azioni. I cds sul debito senior della banca a cinque anni solo saliti a 573 punti base dai 280 di inizio anno. Per fare un confronto, si consideri che quelli sul debito sovrano dell’Italia sempre a 5 anni sono a 108, contro i 98 di inizio 2016. I cds sulle obbligazioni subordinate di Rocca Salimbeni sono poi schizzati a 1315 punti contro i 600 di due settimane fa. Chi sicuramente non crede alla possibilità di un fallimento, ma anzi spera di guadagnare dall’andamento dei titoli di queste settimane, è il finanziere vicino al premier Davide Serra, a capo del fondo londinese Algebris. “Per la prima volta stiamo guardando e iniziando a investire sul debito di Montepaschi, proprio noi che pubblicamente per anni siamo stati ribassisti: guardiamo sia ai bond senior che i subordinati. Dopo l’esito della verifica degli attivi da parte della Bce hanno preso misure e i numeri mi dicono che sono ben patrimonializzati”, ha detto Serra a margine del forum di Davos. Il crollo dei titoli? “Una reazione eccessiva dei mercati che deriva in parte dall’instabilità globale, ma anche dal panico a livello dei piccoli investitori dopo l’intervento sulle quattro piccole banche a novembre”, ma rispetto ad allora “c’è una differenza dal giorno alla notte: adesso il mercato pensa che tutte le banche in Italia possono fare la fine di queste quattro banche. E’ follia, non succederà. Nemmeno a Mps”.
La Bce getta acqua sul fuoco – Se Mps soffre, non va meglio del resto agli altri istituti da tempo in bilico come la Popolare di Vicenza e Carige. E a poco servono affermazioni come quelle del governatore della banca centrale austriaca ed esponente della Bce, Ewald Nowotny, che alla domanda se ci sia “un caso Italia in Europa” ha risposto: “No, credo che questa sarebbe del tutto in esagerazione. C’è una discussione su alcune banche italiane ma nel complesso anche per l’Italia vediamo un andamento positivo e nessun segnale di crisi”.
Il petrolio in caduta libera affossa anche il resto d’Europa – Fuori dai confini della Penisola, in ogni caso, la situazione non è molto migliore: la giornata è stata molto negativa sia per tutte le principali piazze europee, da Parigi (-3,45%) a Francoforte (-2,82%), sia per Wall Street che a metà seduta perde oltre il 3 per cento. Colpa ancora una volta del petrolio che ha aggiornato i minimi: il Wti è ormai sotto i 27 dollari al barile e il Brent poco sopra. L’Agenzia internazionale dell’energia ha lanciato un allarme, spiegando che con il ritorno sul mercato dell’oro nero dell’Iran il mondo rischia di “affogare nel petrolio” e il barile potrebbe scendere ancora. E il comparto petrolifero paga anche le indicazioni preliminari di Shell che per il quarto trimestre 2015 prevede un utile in forte calo tra 1,6 e 1,9 miliardi di dollari, dai 3,3 miliardi del quarto trimestre 2014. I listini scontano anche la revisione delle stime di crescita mondiali resa nota martedì dal Fondo monetario internazionale. Il Fmi ha tagliato di 0,2 punti, rispettivamente a +3,4 e +3,6%, le previsioni per il 2016 e il 2017. Quanto alla Cina, gli economisti di Washington hanno confermato che quest’anno crescerà del 6,3% e il prossimo del 6%, contro il 6,9% del 2015 che già è stato il dato peggiore dal 1990.
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Borse, Piazza Affari ancora maglia nera d’Europa. Mps tracolla. L’ad: “Clienti stanno spostando risparmi”
Il numero uno dell'istituto, Fabrizio Viola, ha ammesso che è in corso un deflusso di depositi, ma "contenuto" e "inferiore a quello riscontrato nella precedente crisi". Riunione di Renzi con Padoan e i vertici di Bankitalia. Il Tesoro, che di Rocca Salimbeni è azionista, registra una perdita teorica del 75%, pari a circa 180 milioni. Salgono i credit default swap, contratti di assicurazione dall'eventuale fallimento della banca. Quelli sui bond subordinati sono schizzati a 1315 punti contro i 600 di due settimane fa
Non si arresta il crollo del Monte dei Paschi di Siena, che dopo le pessime sedute di lunedì e martedì è ancora maglia nera a Piazza Affari arrivando a perdere il 22,2 per cento. E, insieme agli altri titoli bancari e ai petroliferi, ha affossato di nuovo il listino milanese che, in una giornata particolarmente negativa per tutte le principali piazze globali, ha perso quasi il 5 per cento. Nelle settimane in cui il braccio di ferro tra il capo del governo italiano e Bruxelles si è fatto più intenso, Rocca Salimbeni ha più che dimezzato il proprio valore: il titolo della banca senese da inizio anno ha infatti registrato un tracollo vicino al 60 per cento. Con pesanti ripercussioni anche per lo Stato, che dall’estate scorsa è azionista della banca e ha visto l’investimento svalutarsi di quasi il 73 per cento con le maggiori perdite che si sono verificate proprio quando per il Tesoro si era aperta la via di fuga dal capitale dell’istituto. E intanto l’amministratore delegato della banca, Fabrizio Viola, nel tentare di rassicurare il mercato, ha ammesso che è in corso una fuga dei depositi, anche se “contenuta”.
Se il Monte piange le altre banche certo non ridono: Carige è precipitata del 18,56%, il Banco Popolare ha registrato un crollo del 10,88%, Unicredit del 7,7%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna del 7,3%, la Popolare di Milano del 6,52%, Banca Mediolanum del 5,79%. Solo per citare alcuni esempi. A far recuperare terreno ai titoli italiani del credito non sono infatti bastate le rassicurazioni della Bce, che ha gettato acqua sul fuoco acceso dalla notizia degli esami avviati sulla consistenza e la gestione delle sofferenze di alcuni istituti. Continuano a pesare, invece, le tensioni tra Palazzo Chigi e la Commissione Ue, che sono anzi salite di tono con l’attacco del commissario agli Affari economici Pierre Moscovici che ha messo il dito nella piaga dei conti pubblici italiani. Inevitabile che lo scontro con l’Europa, con al centro il giudizio sulla manovra atteso la prossima primavera, influenzi il comparto bancario: il governo Renzi ha infatti bisogno del via libera di Bruxelles per varare la bad bank che dovrebbe aiutare gli istituti a sgravarsi di una parte dei 350 miliardi di crediti deteriorati che hanno in pancia.
Lo sa bene il presidente del Consiglio che martedì mattina ha incontrato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e il direttore generale Salvatore Rossi per discutere delle “recenti turbolenze finanziarie”. Fonti di governo riferiscono che c’è “consapevolezza della complessità della situazione, anche alla luce degli eventi internazionali”, ma anche “convinzione che le misure passate e future del legislatore aiuteranno alcune banche italiane nel processo di aggregazione quanto mai necessario e aiuteranno gli intermediari finanziari nella gestione più rapida ed adeguata dei crediti in sofferenza”.
Per il Tesoro perdita teorica del 75% – Non a caso i titoli più nel mirino restano quelli della mancata sposa partecipata dallo Stato. Rocca Salimbeni mercoledì è arrivata a perdere più del 22% a 0,51 euro. L’amministratore delegato Fabrizio Viola in mattinata ha dichiarato che l’andamento del titolo in questi giorni “non ha riscontro nei fondamentali della banca” di cui dalla scorsa estate è azionista anche lo Stato, che ha ricevuto una quota del 4% al posto dei 243 milioni di interessi dovuti sui Monti bond. Considerato che il Tesoro ha avuto le azioni a un controvalore di 2,05 euro, in sette mesi il suo investimento si è deprezzato del 75%, che significa una perdita teorica di circa 180 milioni. Non male se si pensa che dall’inizio dell’anno, essendo scaduto il periodo di divieto di vendita (lock up), via XX Settembre avrebbe potuto iniziare a vendere i titoli e monetizzare l’investimento.
L’ad ammette il deflusso dei depositi, ma “contenuto” – Eventualità che a questi prezzi si allontana sempre di più. E il serpente finisce col mordersi la coda se si considera che mentre il Tesoro tratta con Bruxelles per la bad bank che ripulisca i conti delle banche italiane dai prestiti che difficilmente verranno restituiti, la Bce si appresta a passare al lentino i 45 miliardi di sofferenze lorde del Monte con esiti al momento non prevedibili. Viola in una nota ammette che “ovviamente i clienti che oggi si rivolgono alle nostre filiali sono preoccupati per tutte le cose che si leggono” e che è in corso una fuga dei depositi, anche se “contenuta: al momento la dimensione della raccolta di quei clienti che hanno deciso di spostare parte dei loro risparmi è contenuta e comunque inferiore a quella riscontrata nella precedente crisi che la banca ha vissuto nel febbraio 2013 che è stata brillantemente superata. Per questo motivo, anche alla luce dei fondamentali decisamente migliori oggi rispetto a due anni fa, sono convinto che la banca saprà superare, come accaduto nel passato, anche questa fase non facile”. E’ chiaro, però, che le attese del mercato non sono positive né su un fronte né sull’altro.
Le “assicurazioni contro il default” della banca – Lo si vede guardando i drammatici corsi di Borsa dell’istituto, ma anche l’andamento dei credit default swap, una sorta di assicurazione contro il rischio di fallimento di un’emittente, e dei bond subordinati, i titoli che con l’entrata in vigore del bail in sono percepiti come maggiormente a rischio dopo le azioni. I cds sul debito senior della banca a cinque anni solo saliti a 573 punti base dai 280 di inizio anno. Per fare un confronto, si consideri che quelli sul debito sovrano dell’Italia sempre a 5 anni sono a 108, contro i 98 di inizio 2016. I cds sulle obbligazioni subordinate di Rocca Salimbeni sono poi schizzati a 1315 punti contro i 600 di due settimane fa. Chi sicuramente non crede alla possibilità di un fallimento, ma anzi spera di guadagnare dall’andamento dei titoli di queste settimane, è il finanziere vicino al premier Davide Serra, a capo del fondo londinese Algebris. “Per la prima volta stiamo guardando e iniziando a investire sul debito di Montepaschi, proprio noi che pubblicamente per anni siamo stati ribassisti: guardiamo sia ai bond senior che i subordinati. Dopo l’esito della verifica degli attivi da parte della Bce hanno preso misure e i numeri mi dicono che sono ben patrimonializzati”, ha detto Serra a margine del forum di Davos. Il crollo dei titoli? “Una reazione eccessiva dei mercati che deriva in parte dall’instabilità globale, ma anche dal panico a livello dei piccoli investitori dopo l’intervento sulle quattro piccole banche a novembre”, ma rispetto ad allora “c’è una differenza dal giorno alla notte: adesso il mercato pensa che tutte le banche in Italia possono fare la fine di queste quattro banche. E’ follia, non succederà. Nemmeno a Mps”.
La Bce getta acqua sul fuoco – Se Mps soffre, non va meglio del resto agli altri istituti da tempo in bilico come la Popolare di Vicenza e Carige. E a poco servono affermazioni come quelle del governatore della banca centrale austriaca ed esponente della Bce, Ewald Nowotny, che alla domanda se ci sia “un caso Italia in Europa” ha risposto: “No, credo che questa sarebbe del tutto in esagerazione. C’è una discussione su alcune banche italiane ma nel complesso anche per l’Italia vediamo un andamento positivo e nessun segnale di crisi”.
Il petrolio in caduta libera affossa anche il resto d’Europa – Fuori dai confini della Penisola, in ogni caso, la situazione non è molto migliore: la giornata è stata molto negativa sia per tutte le principali piazze europee, da Parigi (-3,45%) a Francoforte (-2,82%), sia per Wall Street che a metà seduta perde oltre il 3 per cento. Colpa ancora una volta del petrolio che ha aggiornato i minimi: il Wti è ormai sotto i 27 dollari al barile e il Brent poco sopra. L’Agenzia internazionale dell’energia ha lanciato un allarme, spiegando che con il ritorno sul mercato dell’oro nero dell’Iran il mondo rischia di “affogare nel petrolio” e il barile potrebbe scendere ancora. E il comparto petrolifero paga anche le indicazioni preliminari di Shell che per il quarto trimestre 2015 prevede un utile in forte calo tra 1,6 e 1,9 miliardi di dollari, dai 3,3 miliardi del quarto trimestre 2014. I listini scontano anche la revisione delle stime di crescita mondiali resa nota martedì dal Fondo monetario internazionale. Il Fmi ha tagliato di 0,2 punti, rispettivamente a +3,4 e +3,6%, le previsioni per il 2016 e il 2017. Quanto alla Cina, gli economisti di Washington hanno confermato che quest’anno crescerà del 6,3% e il prossimo del 6%, contro il 6,9% del 2015 che già è stato il dato peggiore dal 1990.
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Roma, 23 feb. - (Adnkronos) - Resterà per sempre il cantante di "Bandiera gialla", canzone simbolo della musica leggera degli anni '60: Gianni Pettenati è morto nella sua casa di Albenga (Savona) all'età di 79 anni. L'annuncio della scomparsa, avvenuta nella notte, è stato dato con un post sui social dalla figlia Maria Laura: "Nella propria casa, come voleva lui, con i suoi affetti vicino, con l'amore dei suoi figli Maria Laura, Samuela e Gianlorenzo e l'adorato gatto Cipria, dopo una lunga ed estenuante malattia, ci ha lasciato papà. Non abbiamo mai smesso di amarti. Ti abbracciamo forte. Le esequie si terranno in forma strettamente riservata".
Nato a Piacenza il 29 ottobre 1945, Gianni Pettenati debutta nel 1965, vincendo il Festival di Bellaria ed entra a far parte del gruppo degli Juniors e nel 1966, accompagnato dallo stesso gruppo, incide il suo primo 45 giri, una cover di "Like a Rolling Stone" di Bob Dylan intitolata "Come una pietra che rotola", seguita da quello che rimane il suo maggiore successo "Bandiera gialla", versione italiana di "The pied piper" incisa lo stesso anno da Patty Pravo (in lingua originale, come lato B del singolo "Ragazzo Triste" per la promozione del locale Piper Club di Roma, diventando il brano simbolo della famosa discoteca), diventata un evergreen, immancabile quando si gioca al karaoke o nelle serate revival nelle discoteche e nelle feste. Il 45 giri successivo, nuovamente con gli Juniors, è "Il superuomo" (cover di "Sunshine superman" di Donovan), mentre sul lato B del disco compare "Puoi farmi piangere" (cover di "I put a spell on you" di Screamin' Jay Hawkins, incisa con l'arrangiamento della versione di Alan Price), con il testo italiano di Mogol. Sempre nel 1967 Pettenati partecipa al Festival di Sanremo con "La rivoluzione", a Un disco per l'estate con "Io credo in te", al Cantagiro con "Un cavallo e una testa" (scritta da Paolo Conte) e a Scala Reale sul Canale Nazionale della Rai in squadra con il vincitore di quell'anno, Claudio Villa, e con Iva Zanicchi, battendo Gianni Morandi, Sandie Shaw e Dino.
Nel 1968 insieme ad Antoine entra in finale al festival di Sanremo con "La tramontana", brano molto fortunato che il cantante piacentino ha sempre riproposto nei suoi concerti. Seguono altri successi come "Caldo caldo", "Cin cin", "I tuoi capricci" e collaborazioni artistiche con diversi autori della canzone italiana. Critico musicale, Pettenati è autore di diversi libri sulla storia della musica leggera italiana tra cui "Quelli eran giorni - 30 anni di canzoni italiane" (Ricordi, con Red Ronnie); "Gli anni '60 in America" (Edizioni Virgilio); "Mina come sono" (Edizioni Virgilio); "Io Renato Zero" (Edizioni Virgilio); "Alice se ne va" (Edizioni Asefi). Nel 2018 era stata concessa a Pettenati la legge Bacchelli che prevede un assegno vitalizio di 24mila euro annui a favore di cittadini illustri, con meriti in diversi campi, che versino in stato di particolare necessità. (di Paolo Martini)
Parigi, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Tre persone, oltre al presunto autore, sono state arrestate per l'attacco mortale di ieri a Mulhouse, nell'est della Francia. Lo ha reso noto la Procura nazionale antiterrorismo. Il principale sospettato, nato in Algeria 37 anni fa, è stato arrestato poco dopo l'aggressione con coltello che ha ucciso un portoghese di 69 anni e ferito almeno tre agenti della polizia municipale.
Mosca, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - "Il destino ha voluto così, Dio ha voluto così, se così posso dire. Una missione tanto difficile quanto onorevole - difendere la Russia - è stata posta sulle nostre e vostre spalle unite". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin ai soldati che hanno combattuto in Ucraina, durante una cerimonia organizzata al Cremlino in occasione della Giornata dei Difensori della Patria.
Kiev, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invocato l'unità degli Stati Uniti e dell'Europa per giungere a una "pace duratura", alla vigilia del terzo anniversario dell'invasione russa e sulla scia della svolta favorevole a Mosca presa da Donald Trump.
"Dobbiamo fare del nostro meglio per una pace duratura e giusta per l'Ucraina. Ciò è possibile con l'unità di tutti i partner: ci vuole la forza di tutta l'Europa, la forza dell'America, la forza di tutti coloro che vogliono una pace duratura", ha scritto Zelensky su Telegram.
Parigi, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Tre persone, oltre al presunto autore, sono state arrestate per l'attacco mortale di ieri a Mulhouse, nell'est della Francia. Lo ha reso noto la Procura nazionale antiterrorismo. Il principale sospettato, nato in Algeria 37 anni fa, è stato arrestato poco dopo l'aggressione con coltello che ha ucciso un portoghese di 69 anni e ferito almeno tre agenti di polizia municipale.
Beirut, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Decine di migliaia di persone si sono radunate per partecipare ai funerali di Hassan Nasrallah, in uno stadio alla periferia di Beirut. Molte le bandiere di Hezbollah e i ritratti del leader assassinato che ha guidato il movimento libanese, sostenuto dall'Iran, per oltre tre decenni. Uomini, donne e bambini provenienti dal Libano e da altri luoghi hanno camminato a piedi nel freddo pungente per raggiungere il luogo della cerimonia, ritardata per motivi di sicurezza dopo la morte di Nasrallah avvenuta in un massiccio attacco israeliano al bastione di Hezbollah a Beirut sud a settembre.
Mentre la folla si radunava, i media statali libanesi hanno riferito di attacchi israeliani in alcune zone del Libano meridionale, tra cui una località a circa 20 chilometri dal confine. L'esercito israeliano ha affermato di aver colpito nel Libano meridionale "diversi lanciarazzi che rappresentavano una minaccia imminente per i civili israeliani". Ritratti giganti di Nasrallah e di Hashem Safieddine (il successore designato di Nasrallah, ucciso in un altro attacco aereo israeliano prima che potesse assumere l'incarico) sono stati affissi sui muri e sui ponti nella parte sud di Beirut. Uno è stata appeso anche sopra un palco eretto sul campo del gremito Camille Chamoun Sports City Stadium, alla periferia della capitale, dove si svolgeranno i funerali dei due leader.
Lo stadio ha una capienza di circa 50mila persone, ma gli organizzatori di Hezbollah hanno installato decine di migliaia di posti a sedere extra sul campo e all'esterno, dove i partecipanti potranno seguire la cerimonia su uno schermo gigante. Hezbollah ha invitato alla cerimonia alti funzionari libanesi, alla presenza del presidente del parlamento iraniano, Mohammad Bagher Ghalibaf, e del ministro degli Esteri Abbas Araghchi. Quest'ultimo, in un discorso da Beirut, ha descritto i leader assassinati come "due eroi della resistenza" e ha giurato che "il cammino della resistenza continuerà".
Beirut, 23 feb. (Adnkronos) - La rete libanese affiliata a Hezbollah Al-Mayadeen ha riferito che Israele ha effettuato un attacco aereo nell'area di Al-Hermel, nella regione della Bekaa, nel Libano orientale.