Nessuna società privata, ma l’eventuale facoltà di “avvalersi di consulenze tecniche“. E’ quanto ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi durante il question time alla Camera. All’ordine del giorno era fissata anche l’interrogazione di Sinistra Italiana – illustrata dal capogruppo di Montecitorio Arturo Scotto – sulla eventuale nomina di Marco Carrai per competenze in materia di cybersecurity. Ma il Copasir, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti che si è riunito nel pomeriggio, ha disposto un approfondimento sulla questione.
“Il governo – ha dichiarato la Boschi – ha la facoltà di avvalersi di consulenze tecniche: laddove decidesse di avvalersene il governo provvederà a rispondere celermente”. Secondo quanto spiega il ministro “non è prevista alcuna forma di partecipazione di strutture private” nella gestione della sicurezza informatica e cibernetica “e l’unica autorità politica preposta alla gestione di servizi di sicurezza è Marco Minniti (sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ndr) legato da un rapporto di piena stima e fiducia alla presidenza del Consiglio”. La Boschi ha spiegato che “la legge di Stabilità 2016 ha implementato con 150 milioni di euro per rafforzare la prevenzione e la sicurezza informatica e cibernetica, ma non è prevista nessuna modifica del quadro normativo di riferimento. Quindi non è prevista nessuna partecipazione di strutture private”. Una risposta che però non ha soddisfatto il vendoliano Scotto: “La ministra Boschi – ha replicato – ha evitato sistematicamente di rispondere alla domande – ha detto – Pensiamo che le istituzioni non possono essere sequestrate da un circolo ristretto di amici. Alla faccia del conflitto di interessi“.
Intanto anche per l’eventuale coinvolgimento di Carrai nelle questioni di sicurezza Forza Italia – cioè Renato Brunetta e Maurizio Gasparri – ha deciso di “occupare” pacificamente il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza. Da tempo i berlusconiani chiedono di essere rappresentati nella commissione bicamerale, dove al momento non siede alcun membro del partito. Brunetta e Gasparri hanno annunciato su Twitter di essere entrati alla riunione che si sta tenendo a San Macuto. “Sul caso Carrai, se il Governo non farà marcia indietro, siamo pronti a consultare il presidente della Repubblica. Ne va della sicurezza del Paese” ha spiegato Brunetta. “Riteniamo inimmaginabile – aggiungono Gasparri e Brunetta – affidare quell’incarico a Carrai. C’è uno sconcerto diffuso anche tra i membri del Copasir per la risposta data al question time dal ministro Boschi, una toppa peggio del buco. La Boschi, che ha i suoi problemi di conflitto di interessi, ha di fatto confermato le voci sulla consulenza per la cyber security affidata a Carrai. E’ stato temerario mandare la Boschi a rispondere su questo tema, è una cosa inaudita e se l’avesse fatto Berlusconi ci sarebbe stata la rivoluzione in piazza”.
Al termine della seduta, il Copasir ha deciso un approfondimento sull’ipotesi che a Carrai venga affidato un incarico di questo tipo. La prossima settimana verrà ascoltato il direttore del Dis, Giampiero Massolo. Nella riunione i componenti M5S e Ciccio Ferrara (Si) si sono espressi decisamente contro. M5S ha chiesto l’audizione del premier Matteo Renzi.
L’audizione di Massolo la settimana prossima, ha spiegato Ferrara, “sarà l’occasione per capire meglio, visto che oggi al question time la ministra Boschi ha lasciato inevase le nostre domande: “Create un’agenzia ad hoc da affidare a Marco Carrai? Tale struttura sarà controllata dal Parlamento attraverso il Copasir o risponderà alla Presidenza del Consiglio? Sarà un’agenzia privata? Come si relazionerà con le Agenzie esistenti? Quale sarà il suo campo d’azione? La cybersicurezza va dalla protezione delle banche dati e dei sistemi di comunicazione dello Stato al contrasto del terrorismo. Queste attività non sono già svolte dai nostri servizi?”. Inoltre, ha aggiunto, “è quanto meno inopportuno affidare un incarico simile ad un amico del premier”.
Più cauta la posizione di Rosa Calipari (Pd). “Io – ha rilevato – sto a quanto detto dalla ministra Boschi e cioè che il quadro normativo vigente non verrà modificato e che c’è un’ Autorità delegata, il sottosegretario Marco Minniti, che gode della piena stima del premier. La cabina di regia sulla cyber-security, come prevede il decreto Monti del gennaio 2013, è in capo al consigliere militare di Palazzo Chigi, posto in questo momento vacante”. Secondo il senatore Felice Casson (Pd) “è opportuno che il Copasir faccia un approfondimento. E’ un problema di rispetto della normativa”. Quanto alla figura di Carrai, amico di Renzi, Casson si è detto “contrario alle commistioni tra interessi privati e pubblici“.