Negli sportelli delle banche italiane è arrivata finalmente in distribuzione la brochure informativa prodotta dall’Abi, l’associazione dei banchieri italiani, che dovrebbe servire a spiegare ai correntisti come funziona il bail–in. Un compito non facile di divulgazione: spiegare ai risparmiatori italiani perché grazie alla nuova normativa europea dal 1° gennaio 2016 possono partecipare con i loro risparmi al salvataggio del loro istituto in caso di dissesto. Qualcosa di non bello e facile da spiegare perché a tutti gli effetti si tratta di un prelievo forzoso dove un risparmiatore può essere chiamato a pagare con i propri risparmi il dissesto provocato dai manager della banca a cui ha dato fiducia.
I creativi dell’Abi però si sono superati nel far capire ai correntisti e titolari di obbligazioni delle banche italiane come questo evento non vada considerato come una iattura ma un evento a cui partecipare forse con gioia e sprezzo per il pericolo con questo opuscolo con un titolo che potrebbe ricordare il celebre motto dannunziano “me ne frego”. “Tu e il tuo bail-in” si intitola infatti la guida in dieci domande e dieci risposte che l’Abi ha messo a punto insieme a 12 associazioni dei consumatori per far conoscere a clienti e risparmiatori i principali cambiamenti introdotti dalle nuove regole europee sulle crisi bancarie. Ora che spiegare in modo comprensibile una normativa così complicata e spinosa come quella del bail-in siamo d’accordo che non è facile ma addirittura farla passare quasi come una festa per il risparmiatore come sembra suggerire lo slogan (“Tu e il tuo bail-in”) ci sembra un tantino esagerato. A essere un po’ pignoli la festa viene fatta, infatti, al risparmiatore!
Nessun creativo pubblicitario statunitense proverebbe a convincere un tacchino che la festa del Ringraziamento (giorno nel quale è tradizione negli Stati Uniti riunirsi con tutta la famiglia per mangiare la carne di questo volatile) è una fantastica cosa. Ma all’Abi devono aver pensato che sia giunta l’ora di cercare di rendere simpatica questa cosa del bail-in in una sorta di controffensiva mediatica contro i “gufi” che lo evocano chissà perché come una sorta di spettro o Apocalisse.
Al termine della lettura il bail in potrebbe invece ora apparire bello, giusto, rapido ed efficace. Si tratta in fin dei conti solo di un “Piano di Risanamento che prevede cosa una banca deve fare qualora si realizzino eventi avversi, evitando così di prendere decisioni affrettate in emergenza”. Che ha infatti così responsabilizzato molti risparmiatori italiani da avviare in poche settimane un vero e proprio fuggi fuggi in Borsa e allo sportello dalle banche potenzialmente più problematiche e a rischio (si guardi quello che sta accadendo a Mps e Carige in particolare), inguaiando tutto il sistema bancario italiano a vedere quello che sta succedendo a Piazza Affari con un bell’effetto domino.
Nell’opuscolo vengono elencati correttamente gli strumenti finanziari che sono coinvolti in caso di salvataggio secondo un ordine di priorità ma si rassicura: “L’eventuale perdita per i creditori della banca non sarà superiore a quella che si avrebbe nel caso di liquidazione (chiusura) della stessa”. Affermazione che potrebbe ora apparire discutibile per chi possedeva le obbligazioni subordinate di banche come Etruria o Marche e ha sperimentato la prima forma italica di “pre” bail-in. Il tipo di informazione fornita è rassicurante e si utilizzano immagini e fumetti al fine di trattare l’argomento con la maggiore leggerezza possibile.
Il tono utilizzato è che “tutto è sotto controllo” e si spiega che saranno soprattutto gli azionisti delle banche coinvolte a pagare il conto: solo nei casi più gravi (“e se il contributo degli azionisti non fosse sufficiente”) altri creditori potrebbero essere coinvolti come i titolari di obbligazioni subordinate, poi di quelle ordinarie non garantite e nel caso più disgraziato ci si potrebbe rivalere anche sugli stessi correntisti con depositi sopra i 100.000 euro. Per i depositanti con conti sotto i 100.000 euro l’opuscolo evidenzia che non c’è nessun pericolo e “non potrà accadere assolutamente nulla” perché tutelati dai fondi di Garanzia dei depositi ai quali aderiscono tutte le banche operanti in Italia. Punto.
Ci sono poi Regioni come la Liguria dove il titolo di questo opuscolo “Tu e il tuo bail-in” hanno un effetto comico ulteriore (molto apprezzato dai banchieri e dai bancari genovesi di questo periodo per stemperare l’atmosfera di tensione) visto che pronunciato belìn ha lo stesso significato nella lingua ligure di un tipico intercalare che serve a indicare sorpresa, apprezzamento o stupore e che ha come significato l’organo genitale maschile. Geniale accostamento. Tu e il tuo belìn, appunto, come il titolo della guida dell’Abi magnificamente sintetizza fuori dal solito linguaggio paludato e specialistico dei banchieri. Caro risparmiatore, ora sono tutti belìn… tuoi. Evviva!
Di Salvatore Gaziano
Dal Fatto Quotidiano del 20/01/2016