L’accordo sindacale che ha portato alla nascita della nuova Alitalia, sotto il segno di Etihad, è illegittimo. E illegittimi sono i licenziamenti previsti dall’intesa. Lo stabilisce un’ordinanza del Tribunale di Roma, che reintegra cinque dipendenti lasciati a casa nel passaggio dalla vecchia alla nuova società. Il tribunale ha spiegato che gli esuberi si basano su “un accordo sindacale contrario alla legge e al diritto dell’Unione europea“. Una decisione che può guastare i piani della compagnia aerea: ora quanti hanno impugnato i licenziamenti, spiegano gli addetti ai lavori, hanno un’importante arma in più per chiedere di tornare al lavoro. Secondo il sindacato Cub, si parla di circa 500 lavoratori che hanno fatto ricorso, mentre l’azienda, interpellata da ilfattoquotidiano.it, non ha saputo quantificare il numero di cause in corso.
Il caso riguarda cinque dipendenti di Cai, Compagnia aerea italiana, in parole povere la “vecchia” Alitalia. Come altre centinaia di colleghi, questi lavoratori sono stati licenziati in seguito agli accordi con la società emiratina Etihad, che nell’agosto del 2014 è intervenuta per salvare la compagnia di bandiera. L’intesa che inizialmente aveva previsto oltre 2.200 esuberi, ne aveva poi gestito una parte con ricollocazioni e incentivi all’esodo. Avevano firmato i sindacati Cisl, Uil e Ugl. Erano rimasti fuori circa mille dipendenti, licenziati a fine 2014. Il giudice ricostruisce così la trattativa di quei giorni dell’estate 2014: “Si evince con chiarezza che gli esuberi sono stati decisi nell’ambito sì di una situazione di grave difficoltà economica di Cai, ma che essi costituivano la premessa e la condizione della cessione aziendale; se non fosse stato licenziato un certo numero di lavoratori, Etihad Airways non avrebbe accettato la partnership, Sai non sarebbe stata costituita e la cessione non sarebbe avvenuta”.
Insomma, i licenziamenti erano la condizione per il via libera all’accordo. E proprio questo viene contestato dal tribunale: “Il trasferimento d’azienda non costituisce un’ipotesi di giustificato motivo oggettivo di licenziamento, in quanto non determina la soppressione dei posti di lavoro, ma la prosecuzione dell’attività lavorativa da parte di un altro datore di lavoro”. Il giudice motiva la sua decisione basandosi sulla normativa nazionale e su una sentenza della Corte di giustizia europea. Da qui, la conclusione: “Il licenziamento del ricorrente è illegittimo, in quanto fondato su un accordo sindacale contrario alla legge e al diritto dell’Unione europea”.
Ora restano da capire le conseguenze concrete che questa ordinanza potrà avere sui licenziati Alitalia. “Questa decisione può produrre un effetto imitazione a cascata”, spiega Umberto Romagnoli, professore emerito di diritto del Lavoro all’Università di Bologna. “Chi ha già impugnato il licenziamento può avere buone chance di successo”. Anche l’avvocato Giuseppe Marziale, che ha seguito la causa insieme alla collega Patrizia Totaro, parla di un “precedente importante”. Ma attenzione: non vale per tutti i licenziati nell’operazione Etihad. “L’ordinanza può essere significativa solo per quanti hanno già avviato un ricorso contro il licenziamento – precisa Marziale -. Per chi non l’ha fatto, ormai i termini sono scaduti”.
Ma di quanti dipendenti si parla? “A quanto ci risulta, circa 500 persone hanno fatto ricorso”, spiega Antonio Amoroso, sindacalista Cub Trasporti e anch’egli ricorrente. Contattata da ilfattoquotidiano.it, l’azienda non ha fornito cifre in merito. Ma ha spiegato che farà ricorso contro le cinque ordinanze di reintegro, aggiungendo che su 83 casi definiti (cioè arrivati a una prima sentenza) fino ad ora sono solo 16 i verdetti di reintegro. Una tendenza che, in vista dei procedimenti d’appello, ora rischia di essere invertita dalla novità del precedente di Roma. “Alitalia – prosegue l’azienda – sta sostenendo investimenti molto importanti per offrire nuovi servizi ai passeggeri, per il completo rinnovo della flotta di aerei e per lo sviluppo delle sue rotte internazionali. Dal 1 gennaio 2015, la compagnia ha assunto 600 persone con contratti a tempo indeterminato e ha riaperto la propria Scuola Piloti, dove 24 giovani stanno frequentando i corsi per diventare pilota e altre decine verranno selezionati nelle prossime settimane”. Ma questo non basta a tranquillizzare i lavoratori, anzi. “Tutto ciò è la prova provata che non esistevano nel 2014 così tanti esuberi – sostiene Amoroso -. L’azienda ha approfittato dell’accordo sindacale, contrario alla normativa europea, per avere ammortizzatori sociali con cui mandare a casa i lavoratori più costosi e assumere precari o personale con il Jobs act, con minori tutele”.
Lavoro & Precari
Alitalia, “illegittimi i licenziamenti dell’operazione Etihad”. Ora strada spianata per 500 ricorsi
Il Tribunale di Roma ha disposto il reintegro di cinque dipendenti lasciati a casa nel passaggio dalla vecchia alla nuova società. Secondo il giudice gli esuberi si basano su "un accordo sindacale contrario alla legge e al diritto della Ue". Il giuslavorista Romagnoli: "Più chance di successo per chi ha già impugnato il licenziamento". L'azienda si opporrà
L’accordo sindacale che ha portato alla nascita della nuova Alitalia, sotto il segno di Etihad, è illegittimo. E illegittimi sono i licenziamenti previsti dall’intesa. Lo stabilisce un’ordinanza del Tribunale di Roma, che reintegra cinque dipendenti lasciati a casa nel passaggio dalla vecchia alla nuova società. Il tribunale ha spiegato che gli esuberi si basano su “un accordo sindacale contrario alla legge e al diritto dell’Unione europea“. Una decisione che può guastare i piani della compagnia aerea: ora quanti hanno impugnato i licenziamenti, spiegano gli addetti ai lavori, hanno un’importante arma in più per chiedere di tornare al lavoro. Secondo il sindacato Cub, si parla di circa 500 lavoratori che hanno fatto ricorso, mentre l’azienda, interpellata da ilfattoquotidiano.it, non ha saputo quantificare il numero di cause in corso.
Il caso riguarda cinque dipendenti di Cai, Compagnia aerea italiana, in parole povere la “vecchia” Alitalia. Come altre centinaia di colleghi, questi lavoratori sono stati licenziati in seguito agli accordi con la società emiratina Etihad, che nell’agosto del 2014 è intervenuta per salvare la compagnia di bandiera. L’intesa che inizialmente aveva previsto oltre 2.200 esuberi, ne aveva poi gestito una parte con ricollocazioni e incentivi all’esodo. Avevano firmato i sindacati Cisl, Uil e Ugl. Erano rimasti fuori circa mille dipendenti, licenziati a fine 2014. Il giudice ricostruisce così la trattativa di quei giorni dell’estate 2014: “Si evince con chiarezza che gli esuberi sono stati decisi nell’ambito sì di una situazione di grave difficoltà economica di Cai, ma che essi costituivano la premessa e la condizione della cessione aziendale; se non fosse stato licenziato un certo numero di lavoratori, Etihad Airways non avrebbe accettato la partnership, Sai non sarebbe stata costituita e la cessione non sarebbe avvenuta”.
Insomma, i licenziamenti erano la condizione per il via libera all’accordo. E proprio questo viene contestato dal tribunale: “Il trasferimento d’azienda non costituisce un’ipotesi di giustificato motivo oggettivo di licenziamento, in quanto non determina la soppressione dei posti di lavoro, ma la prosecuzione dell’attività lavorativa da parte di un altro datore di lavoro”. Il giudice motiva la sua decisione basandosi sulla normativa nazionale e su una sentenza della Corte di giustizia europea. Da qui, la conclusione: “Il licenziamento del ricorrente è illegittimo, in quanto fondato su un accordo sindacale contrario alla legge e al diritto dell’Unione europea”.
Ora restano da capire le conseguenze concrete che questa ordinanza potrà avere sui licenziati Alitalia. “Questa decisione può produrre un effetto imitazione a cascata”, spiega Umberto Romagnoli, professore emerito di diritto del Lavoro all’Università di Bologna. “Chi ha già impugnato il licenziamento può avere buone chance di successo”. Anche l’avvocato Giuseppe Marziale, che ha seguito la causa insieme alla collega Patrizia Totaro, parla di un “precedente importante”. Ma attenzione: non vale per tutti i licenziati nell’operazione Etihad. “L’ordinanza può essere significativa solo per quanti hanno già avviato un ricorso contro il licenziamento – precisa Marziale -. Per chi non l’ha fatto, ormai i termini sono scaduti”.
Ma di quanti dipendenti si parla? “A quanto ci risulta, circa 500 persone hanno fatto ricorso”, spiega Antonio Amoroso, sindacalista Cub Trasporti e anch’egli ricorrente. Contattata da ilfattoquotidiano.it, l’azienda non ha fornito cifre in merito. Ma ha spiegato che farà ricorso contro le cinque ordinanze di reintegro, aggiungendo che su 83 casi definiti (cioè arrivati a una prima sentenza) fino ad ora sono solo 16 i verdetti di reintegro. Una tendenza che, in vista dei procedimenti d’appello, ora rischia di essere invertita dalla novità del precedente di Roma. “Alitalia – prosegue l’azienda – sta sostenendo investimenti molto importanti per offrire nuovi servizi ai passeggeri, per il completo rinnovo della flotta di aerei e per lo sviluppo delle sue rotte internazionali. Dal 1 gennaio 2015, la compagnia ha assunto 600 persone con contratti a tempo indeterminato e ha riaperto la propria Scuola Piloti, dove 24 giovani stanno frequentando i corsi per diventare pilota e altre decine verranno selezionati nelle prossime settimane”. Ma questo non basta a tranquillizzare i lavoratori, anzi. “Tutto ciò è la prova provata che non esistevano nel 2014 così tanti esuberi – sostiene Amoroso -. L’azienda ha approfittato dell’accordo sindacale, contrario alla normativa europea, per avere ammortizzatori sociali con cui mandare a casa i lavoratori più costosi e assumere precari o personale con il Jobs act, con minori tutele”.
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.