L’Isis è pronto per colpire l’Europa. Ancora una volta. E ancora una volta l’obiettivo principale è la Francia. L’allarme viene lanciato dall’Europol, che in occasione dell’inaugurazione del Centro europeo anti-terrorismo pubblica un report sullo Stato islamico nel quale viene anche tracciato un profilo di chi si arruola nelle milizie jihadiste impegnate in Siria, Iraq o in Libia: il 20 per cento di loro soffre di problemi psichici, e ben l’80 per cento ha avuto problemi con la legge. Contemporaneamente l’Isis ha diffuso quello che viene considerato il “testamento” degli otto attentatori di Parigi (guarda).
“Attacchi su larga scala in Europa”
“L’Isis sta programmando attacchi su larga scala in Europa”, spiega il direttore dell’Agenzia anticrimine europea Rob Wainwright durante la conferenza stampa nell’ambito della riunione dei ministri dell’Interno Ue ad Amsterdam, dove i rappresentanti dei 28 Stati cercano un accordo per un coordinamento tra le singole intelligence nazionali per evitare le falle investigative affiorate dopo le stragi del 13 novembre e per la caccia a Salah Abdeslam. Poi Wainwright precisa: “Sappiamo che hanno una forte capacità di mettere a segno attentati su larga scala – dice – Tutti i Paesi Ue lavorano per prevenire”.
“Francia ancora la più rischio”
Le informazioni in mano all’Europol dicono che a correre il rischio maggiore per possibili attentati è la Francia. “Ci sono tutte le ragioni per aspettarsi che l’Isis, o terroristi che si ispirano all’Isis o un altro gruppo terroristico ispirato da motivi religiosi – si legge nel report – possa condurre di nuovo un attacco in Europa, in particolare in Francia, con lo scopo di provocare morti di massa tra la popolazione civile. Gli attacchi di Parigi e le indagini – ragionano gli investigatori – sembrano indicare un passaggio verso una strategia più ampia di globalizzazione dell’Isis”. Per l’intelligence, inoltre, lo Stato islamico è riuscito a compiere un salto di qualità nella sua preparazione militare. Riuscendo addirittura a costituire “un commando di azione esterna addestrato per attacchi stile forze speciali nello scenario internazionale”.
Alfano: “Nessuna minaccia specifica per l’Italia”
Al termine della riunione ad Amsterdam, il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha assicurato: “Abbiamo fatto un lavoro di prevenzione che fino ad ora ha funzionato. Non c’è una minaccia specifica e concreta per l’Italia”. Proprio in queste ore in provincia di Cosenza è stato arrestato un 25enne marocchino, Hamil Mehdi, sospettato di essere un foreign fighter.
“Molti foreign fighters hanno disturbi mentali”
Ma qual è il profilo sociale di chi si arruola nell’Isis o ne subisce il fascino? Secondo il documento dell’Europol sono per lo più persone che vivono ai margini della società europea. “A una significativa proporzione di foreign fighter – il 20% secondo una fonte, anche di più secondo altre – sono stati diagnosticati problemi mentali prima di entrare nell’Isis”. Non solo. “Una larga porzione di persone reclutate – le stime parlano dell’80% – hanno precedenti penali“. E spesso il carcere è il terreno di propaganda e indottrinamento dei predicatori integralisti. Proprio per arginare il fenomeno, la Francia ha avviato un piano per combattere la “radicalizzazione” dei detenuti.
“Campi di addestramento in Europa”
Ma dal rapporto emerge anche un altro elemento inquietante: l’Isis è riuscito a radicarsi sul territorio europeo anche sul piano logistico. Scrivono gli analisti: “Oltre ai campi di addestramento in Siria esistono anche campi di addestramento più piccoli in Paesi Ue e dei Balcani“. Campi che servirebbero a preparare gli aspiranti combattenti da spedire nelle zone di guerra dove è impegnato lo Stato islamico. “L’addestramento alla sopravvivenza – si legge – permette di testare la forma fisica e la determinazione di membri che aspirano ad entrare nell’Isis. Le attività sportive sono state utilizzate per addestramento al combattimento e a resistere agli interrogatori“.