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Pivert, l’hanno ribattezzata ‘linea di abbigliamento fascista’. Il responsabile: “Non è così ma ai ragazzi di CasaPound piace”

Un’azienda come decine d’altre. L’unico fatto è che se si vuole contattare telefonicamente la Pivert si deve digitare lo stesso numero di telefono de Il Primato Nazionale, quotidiano online vicino a Casapound: "C’è lo stesso numero di telefono perché a questo ufficio si appoggiano più società - ha spiegato Francesco Polacchi che si è definito "uno che lavora nell'azienda" - Poi è chiaro facciamo un tipo d’abbigliamento che ha un aspetto casual e che a tantissimi ragazzi di CasaPound piace e da loro viene indossato. A noi questo non dispiace"

di Davide Turrini

Su diversi siti web l’hanno ribattezzata la linea di vestiti firmata Casapound, o addirittura il “marchio d’abbigliamento fascista”. Parliamo di Pivert, un’impresa di Roma che produce capi d’abbigliamento casual come polo, felpe, giacche e cappelli, nata circa un anno fa e che, oltre a ben sette punti vendita nel centro Italia – Roma, Viterbo, Pescara, Firenze – si è concentrata soprattutto nell’ambito dell’e-commerce. Un’azienda come decine d’altre. L’unico fatto è che se si vuole contattare telefonicamente la Pivert si deve digitare lo stesso numero di telefono de Il Primato Nazionale, quotidiano online vicino a Casapound.

“E allora che significa? Non c’è un’identificazione su Internet della linea d’abbigliamento con l’organizzazione di CasaPound. Non scriviamo nessun messaggio politico sui nostri capi d’abbigliamento e non ne vogliamo trasmettere alcuno”, spiega al FQMagazine, Francesco Polacchi che si definisce “uno che lavora nell’azienda Pivert”. “C’è lo stesso numero di telefono perché a questo ufficio si appoggiano più società. Poi è chiaro facciamo un tipo d’abbigliamento che ha un aspetto casual e che a tantissimi ragazzi di CasaPound piace e da loro viene indossato. A noi questo non dispiace”.

Sul sito web le foto con giovani modelli dalla testa rasata, o con capelli cortissimi, scorrono nelle loro sportive ma eleganti felpe e parka che mettono bene in mostra le robustezza dei corpi; poi c’è lo scatto con il lancio per gli sconti che ha come sfondo il Vittoriale, o Altare della Patria, di Roma; e una descrizione dell’Uomo Pivert: “Non è un uomo elitario. Non si ritira nei piani alti di un grattacielo per osservare dall’alto verso il basso. L’uomo Pivert si sporca le mani ma non sopporta la massa, gli standard, le cose di tutti e per tutti. Apprezza la buona compagnia dei pochi, l’arte, il design, il cibo, la bellezza, le discipline sportive. Combatte, sul ring o sulla vita, non ha differenza. Lui combatte: per le proprie idee, per realizzare i suoi sogni, per opporsi a ciò che non gli sta bene”. Sempre nella homepage, infatti, appare l’atleta Alessio Di Chirico, anche lui tra i visi noti che circa un anno fa hanno supportato il lancio di Pivert nella ‘capitale’, legato alla palestra Hung Mun che ha anch’essa lo stesso recapito telefonico de Il Primato Nazionale e della linea d’abbigliamento: “Pivert è stata sponsor di questa palestra e di un suo atleta, Di Chirico, che però dall’autunno 2015 non sponsorizziamo più. Questa non è una palestra dove si fa politica. Ci si va per allenarsi. Se poi le persone che stanno al suo interno hanno le loro idee è un altro discorso. Definirla legata a Casapound mi sembra una forzatura”.

Non c’è quindi nemmeno più bisogno di scomodare il brano di Giorgio Gaber, o ricordare il luogo comune sulla polo Fred Perry con colletto tirato su che è di destra. Pivert è oramai una realtà commerciale che investe più di mille euro al mese su Google, vende molto all’estero, ma soprattutto “tra i ragazzi che vanno allo stadio”: “Non credo che l’identità politica si possa creare attraverso i vestiti. La moda può essere seguita o non seguita. La moda è moda, punto”. “Comunque questa cosa di CasaPound mi fa sorridere – conclude Polacchi – Chiaro, se devo scegliere tra CasaPound e altri partiti politici scelgo Casapound. E poi Primato Nazionale non è il giornale di CasaPound. E’ un sito web indipendente, di area e d’opinione, di destra non moderata, non conservatrice, né liberale né estrema; ma di una destra sovranista, che è il concetto alla base del primato nazionale. Per questo Pivert fa pubblicità lì. Si chiama targetizzazione del pubblico. Non c’è nulla di male”. In attesa della nuova collezione primavera/estate: “Oramai nel 2016 il mercato ha abbattuto gli steccati ideologici”.

Riceviamo e pubblichiamo

Sono qui a richiedere la rettifica di quanto apparso sul pezzo in questione in riferimento al coinvolgimento della palestra Hung Mun con il marchio Pivert e il quotidiano on line Primato Nazionale. Nel pezzo viene scritto che la palestra ha lo stesso recapito de Il Primato Nazionale e ciò non corrisponde a verità, oltre ad essere una informazione errata essa caratterizza la nostra attività in modo errato. La nostra attività come quella dell’atleta Alessio Di Chirico si limita all’attività agonistica ed è del tutto avulsa da logiche o dinamiche di tipo politico.

Non esiste alcun legame tra l’Hung Mun e Pivert e tra l’Hung Mun e il Primato Nazionale.

La sponsorizzazione di Pivert dell’atleta di punta del nostro team, Alessio Di Chirico (Hung Mun) è terminata l’autunno scorso quando il contratto semestrale è scaduto. Nessun legame commerciale attualmente lega il marchio Pivert, il Primato Nazionale e l’attività della palestra.
Pertanto chiediamo immediata rettifica,
Maria Vittoria Colonna
responsabile stampa Hung Mun

Abbiamo verificato che il numero di telefono 066245523 oltre ad appartenere a Pivert e a Il Primato Nazionale risulta corrispondente alle società Videogame Mania, Eyetech Video Digital Solution e anche al sito web MMA Europa, pagina d’informazione sulle arti marziali/full combat coordinato da Maria Vittoria Colonna, importante atleta della palestra Hung Mun. MMA Europe ha fatto parte delle sponsorizzazioni Pivert fino all’autunno 2015 (da qui l’identico numero di centralino/segreteria), ma da quel momento non è più legata al marchio di abbigliamento. Quindi il link (http://www.mma-europa.com/contatti/) nel sito di MMA Europa, nonostante continui ad apparire online e sugli elenchi telefonici, non è più valido. MMA Europa è da quel giorno rintracciabile al recapito telefonico di Hung Mun Studio. Hung Mun Studio viene ringraziato in questo video (https://www.youtube.com/watch?v=-qXZo3MiwUs) dove viene mostrata una sintesi dei combattimenti dell’edizione 2014 della Tana delle Tigri, una manifestazione organizzata da CasaPound Italia. Hung Mun ha fornito diversi suoi atleti per gli incontri di questa iniziativa nell’edizione 2014 e uno nell’edizione giugno 2015 (http://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/tana-delle-tigri-2015-al-via-la-settima-edizione-25694/), ma non intende ufficialmente fornirli più.

Abbiamo accertato che Francesco Polacchi è responsabile nazionale di Blocco Studentesco, associazione studentesca definita dalla pagina di Wikipedia “emanazione di CasaPound”. (https://it.wikipedia.org/wiki/Blocco_studentesco); ed è stato candidato per CasaPound come presidente del Municipio XIII a Roma nel 2013 (http://www.casapounditalia.org/2013/05/tutti-i-candidati-di-casapound-roma-nei.html). Nelle foto sul sito web Pivert appare come testimonial Roberto Ruffini, boxeur professionista, ultrà della Sambenedettese, leader di CasaPound San Benedetto del Tronto (AP). I capi d’abbigliamento Pivert sono in vendita a Novara dalla locale sede di CasaPound (https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1025080560865434&id=174280745945424). (D.T)

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