“Ma le sembrano così tante queste tessere?”. Francesco Spina, sindaco di Bisceglie, sembra persino stranito dal polverone che si è sollevato dopo l’iscrizione di massa al Partito democratico. A dicembre, infatti, sono state 363 le persone che nella città della provincia Bat (Barletta-Andria-Trani) hanno compilato on line la domanda per entrare nel Pd. Primo cittadino, assessori, consiglieri comunali, dipendenti dell’Ente, amici, parenti e conoscenti: ci sono tutti nella lunga lista degli aspiranti democratici che ora stanno dando qualche grattacapo ai dirigenti del partito pugliese. “Il dato aumenta in tutti i Comuni” dicono telegraficamente le fonti ufficiali. “Ma guardi che gli iscritti potevano essere anche più di 400, perché c’è chi ha aderito e chi no” spiega il vice sindaco di Bisceglie Vittorio Fata, anch’egli parte del gruppo che ha compilato la richiesta on line. E che aggiunge: “Ci siamo sentiti tra di noi sulla linea comune da adottare, poi ognuno ne ha parlato con i propri sostenitori. Qualcuno l’ha condivisa e qualcuno no. Ognuno ha scelto liberamente”.
Spina, contattato da ilfattoquotidiano.it, fa spallucce: “A me non sembrano tante le tessere – insiste -, potrebbero arrivarne molte di più perché quelli che si sono iscritti sono i candidati nelle mie liste”. Nulla di strano, insomma? “Alle primarie del Pd del 2013, quando si è candidato l’onorevole Boccia – continua il primo cittadino – a Bisceglie erano circa 1300/1400 le tessere. Ed era solo un consigliere. Oggi entra un sindaco con 15 consiglieri, si iscrivono 400 persone, quindi il 10% e ci si stranisce. Siamo una minoranza. Perché non posso avere un seguito consistente nella città? Se le tessere del Pd cittadino fossero 1600, dovremmo chiedere scusa a Spina perché ne ha portate troppo poche. Poi che io non vada d’accordo con un personaggio del Pd (il riferimento è al deputato Francesco Boccia, ndr) e che non debba entrare per logiche politiche va bene, ma che questa diventi una vicenda giuridica lo trovo assurdo. Dove dovevo andare? Non ho tessere da due anni – sottolinea Spina – sto con Emiliano dalle regionali, secondo lei dove dovrei andare?”.
Il problema, per l’onorevole Francesco Boccia, è il curriculum politico del sindaco nonché i suoi trascorsi. Che, è il parere di Boccia, non sono proprio democratici: “Se uno che faceva il saluto fascista e che è stato 10 anni in Forza Italia o nel Movimento Sociale, oggi si iscrive al Pd, può immaginare quanto io possa ritenerlo con i requisiti politici necessari. Voglio proprio vedere chi nel mio partito possa giustificare profili politici di questo tipo. Le regole sono chiare – spiega ancora l’onorevole biscegliese – Io ho l’idea di un partito sempre aperto, ma aperto al civismo vero. Questo mi sembra un assalto ad una diligenza che non c’è. Mi auguro che il Pd si esprima presto”.
Che Spina e Boccia non siano propriamente amici è cosa nota e questo aspetto sarebbe uno dei motivi alla base dell’iscrizione di massa. L’altro è la stagione congressuale alle porte. “Temo di sì” confida Boccia. “In centri piccoli come Bisceglie si predilige il contatto personale con il circolo, quando c’è un tesseramento on line di massa c’è qualcosa che non va. Soprattutto in un partito che gli iscritti via internet li contava sulle dita di una mano. Io penso che sia un tema che va indagato meglio, sia dal Pd con gli organi di garanzia che dalla Procura“. Ai magistrati, avverte intanto Spina, si rivolgeranno alcuni degli iscritti i cui nomi sono stati pubblicati.
Ma Michele Emiliano, che è ancora segretario regionale, cosa pensa del caso Bisceglie? Per Boccia, che lo ha chiamato di buon mattino, “sapeva solo di una ventina di tessere, non di una cosa così”. Il governatore regionale, però, in collegamento nella trasmissione Tagadà, esprime concetti ben diversi: “E’ un diritto del sindaco Spina fare istanza nel Partito Democratico – spiega – Il Pd a Bisceglie è insignificante, era al 4%. Dopo di ché il primo cittadino va avanti in questa sperimentazione politica civica che non ha niente a che vedere con il centrodestra. Approfitta delle regole del Pd – aggiunge – che sono basate sul tesseramento on line e ha fatto richiesta di entrare nel partito. E’ una balla che siano di centrodestra, anzi è un’amministrazione civica frutto di una guerra terribile con il centrodestra”.