Se non bastavano le mezze verità sull’architetto che ha lavorato per Expo e per la sua villa al mare, ora Giuseppe Sala casca su una bugia vera e propria. “Non ci sono altri casi di aziende, persone e professionisti che hanno lavorato per Expo e per me”, ha detto l’aspirante sindaco di Milano lunedì scorso a Palazzo Marino, mentre nel corso dell’audizione sui conti di Expo rispondeva a una domanda del consigliere comunale Manfredi Palmeri. “Aziende, persone e professionisti”, ha scandito l’amministratore delegato di Expo. Ma le cose non stanno così. Oltre all’architetto Michele De Lucchi, ad avere lavorato sia per l’esposizione che per il Sala privato ci sono un professionista, ovvero un notaio e un’azienda, la Sec, società di comunicazione vicina a Cl, guidata da Fiorenzo Tagliabue, un tempo portavoce di Roberto Formigoni.

Partiamo dal professionista. Filippo Zabban è il notaio davanti al quale il 23 dicembre 2015 Sala ha firmato l’atto di costituzione di una nuova società di consulenza, la Finalter spa, di cui è socio al 20% con un versamento di capitale di 10mila euro. L’atto è stato scritto sulla carta intestata dello studio Zabban-Notari-Rampolla, lo stesso studio che, come ha notato Altreconomia, ha avuto in affidamento da Expo una serie di incarichi per servizi notarili il cui valore complessivo supera i 120mila euro. Alcuni di tali incarichi, per di più, sono stati firmati dallo stesso Sala. Ma i motivi di imbarazzo non finiscono qui. Perché l’atto di costituzione di Finalter è stato siglato in via Rovello 2 a Milano, proprio dove ha sede Expo. Un nuovo caso dunque di utilizzo degli spazi della società, che è pubblica, per fini privati. Come accaduto con la riunione elettorale che si è svolta qualche giorno fa in quegli stessi uffici, alla presenza di rappresentanti della comunità ebraica milanese e dell’ex vice sindaco Ada Lucia De Cesaris, con tanto di foto pubblicata su Facebook dal consigliere comunale Ruggero Gabbai e ripresa poi dalla stampa. E non basta. Perché tra i soci e i consiglieri di amministrazione di Finalter c’è Pietro Galli, non una figura qualsiasi all’interno di Expo. Ma il direttore della divisione Sales & entertainment finito sotto i riflettori quando il presidente dall’autorità Anticorruzione Raffaele Cantone ha scoperto che nel 2005 è stato condannato in via definitiva per bancarotta, particolare taciuto nel curriculum consegnato a Expo. Una volta avvisato, Sala, ha deciso di riconfermarlo. E oggi si è associato a lui nella nuova impresa, che tra le altre cose si occuperà anche del settore già sperimentato con Expo, ovvero “l’organizzazione e la promozione di eventi”.

Un intreccio tra le vicende pubbliche di Expo e quelle private di Sala che va avanti con la Sec, altro fornitore di Expo finito a fornire servizi anche a Sala. La società di comunicazione ha infatti vinto in associazione temporanea d’impresa con Hill&Knowlton e Digital PR la gara da oltre un milione di euro per le attività di media relations internazionali dell’esposizione. Si è inoltre aggiudicata l’attività di “comunicazione globale di cantiere” in associazione d’impresa con Plotini Allestimenti srl e, da sola, altri incarichi di comunicazione per svariate decine di migliaia di euro. Ed è proprio Sec la società scelta da Sala per essere seguito nella campagna elettorale per le primarie. “Sec ha gestito il Media center di Expo avendo vinto una gara (in Ati con altre società) con il criterio del massimo ribasso, una formula che non consente a chi la assegna nessuna discrezionalità – sottolinea la società contattata da ilfattoquotidiano.it -. La successiva scelta di Sec da parte del candidato Sala non ha nulla a che fare con quella gara, semmai con la competenza maturata da Sec nella gestione della comunicazione di campagne elettorali (vedi primarie di Pisapia)”. Ma il punto non è questo. Sala si stava giustificando davanti ai consiglieri comunali riguardo ai lavori nella villa al mare affidati a De Lucchi, che ha lavorato anche al Padiglione Zero, incassando oltre 100mila euro direttamente da Expo e 500mila da Fiera Milano per gli allestimenti. E cos’è che diceva l’aspirante sindaco? “Non ci sono altri casi di aziende, persone e professionisti che hanno lavorato per Expo e per me”. Già.

@gigi_gno

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Bad bank, l’accordo con Bruxelles salva la faccia al governo ma non risolve i problemi delle banche italiane

next
Articolo Successivo

Bad bank, perché il meccanismo italiano per ripulire i bilanci delle banche non convince. Gli altri precedenti in Europa

next