Tre anni e otto mesi di reclusione per atti sessuali su minori. E’ la sentenza di condanna emessa nei confronti di Giampiero Peschiulli, il prete brindisino accusato di pedofilia. Il sacerdote 73enne, arrestato nel maggio dello scorso anno, si trova agli arresti domiciliari in una comunità di recupero per religiosi. La condanna chiesta dal pm, Giuseppe De Nozza, era stata di 3 anni e 4 mesi, aumentata di altri 4 dal gup Giuseppe Licci, dopo il processo con rito abbreviato.

Il comportamento del parroco era stato smascherato nell’autunno 2014 dal programma televisivo Le Iene che aveva denunciato gli abusi compiuti da Peschiulli nei confronti di due chierichetti che frequentavano la parrocchia di Santa Lucia. Abusi iniziati nel 2012 e perpetrati fino alla messa in onda del servizio. Oltre ai due episodi scoperti dall’inviato Giulio Golia, ne emersero poi altri per i quali però non fu possibile procedere perché più datati. L’eco che il servizio ebbe su quotidiani e social network diede impulso alle indagini dei carabinieri che portarono all’arresto del parroco nel maggio 2015. L’esigenza cautelare fu ritenuta necessaria per il pericolo di reiterazione del reato. A novembre 2014, peraltro, dopo il sequestro dei pc del prete, erano apparse scritte minatorie sui muri vicino alla chiesa in cui per anni Peschiulli aveva prestato la sua opera.

La difesa, sostenuta dall’avvocato Roberto Cavalera, aveva chiesto l’assoluzione di don Peschiulli o in subordine il riconoscimento dell’ipotesi di minore gravità, richieste non accolte dal giudice. L’arcivescovo di Brindisi monsignor Domenico Caliandro ha fatto sapere che il sacerdote è stato dimesso dallo stato clericale, con decreto della Santa Sede dello scorso 3 dicembre. Il monsignore ha poi rinnovato la sua vicinanza e preghiera “per coloro che sono stati lesi da chi avrebbe dovuto, invece, guidarli al bene e farli crescere nelle virtù”.

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