Il bonus di 500 euro stanziato dal governo Renzi a 571mila diciottenni italiani è una misura unica nel suo genere. Nessun Paese europeo destina fondi ad hoc per questa specifica categoria e nessun governo ha mai dato soldi cash, sotto forma di regalo di compleanno, al raggiungimento della maggiore età. In Germania, Austria, Olanda e Norvegia i 18enni ricevono circa 100 euro al mese, ma solo perché è previsto che il bonus bebè venga erogato dalla nascita fino alla maggiore età. Non a caso la card elettronica è stata presentata dal premier Renzi come un investimento culturale e non come un sostegno al welfare. Il bonus, infatti, nulla c’entra con le politiche sociali per i giovani messe in atto dagli altri Paesi europei dove, per arginare il dramma della disoccupazione giovanile e aiutare la fascia di popolazione che più rischia esclusione e povertà, si punta su centri per l’impiego funzionanti e aiuti alle imprese per fare formazione e assumere.
In un documento pubblicato dalla Commissione Ue lo scorso settembre – che contiene una comparazione di come gli Stati membri abbiano attuato la strategia europea per i giovani nel biennio 2013-2015 – si scopre che mentre l’Italia ha investito appena 5.278.360 di euro del Fondo nazionale giovani, spartito tra Comuni (659.795 euro), Province (264.445 euro), Regioni (3.298.447 euro) e Stato centrale (1.055.672 euro) e quasi 128 milioni di euro (al netto della spending review) per il Servizio civile, nello stesso periodo la Germania ha stanziato 35.526.752.000 di euro, in Danimarca ai giovani è andato l’1% del Pil (1,5 miliardi di euro), i ragazzi francesi hanno potuto contare su 244.551.876 di euro, quelli spagnoli (nel pieno della crisi che ha colpito il Paese) su 25.924.000 di euro e gli svedesi su oltre 31 milioni di euro. Sul fronte inglese è difficile trovare il budget stanziato, perché la gestione è decentrata, ma gli ultimi dati forniti dalla Banca Mondiale stimano che il Regno Unito abbia speso il 13,32 % della spesa pubblica e il 6,23% del suo Pil per i giovani.
Come sono stati spesi questi soldi? Secondo una ricognizione per ilfattoquotidiano.it effettuata da Eurodesk, la rete ufficiale del programma europeo Erasmus+ per l’informazione sulle iniziative promosse dalle istituzioni comunitarie in favore dei giovani, con l’evidente difficoltà che nessuno Paese prevede misure specifiche per i neo maggiorenni, spicca la Finlandia che – ultimo dato disponibile al 2013 – ha speso 86,5 milioni di euro in attività giovanili. Del resto qui il sistema di istruzione è fortemente sostenuto dal governo: a 18 anni, quando si inizia l’università, le tasse non si pagano e la Kela, l’agenzia governativa che si occupa di sicurezza sociale, eroga ai ragazzi, in base al reddito familiare, 335 euro come paghetta mensile più 200 euro per pagare l’affitto.
In Germania, dove non c’è una normativa specifica come in Finlandia, esiste un codice sociale che comprende diversi programmi che non lasciano nulla al caso: si va dall’integrazione all’istruzione, passando per sport, cultura e attività extrascolastiche per spingere sull’integrazione. Esclusa la fetta più grande dello stanziamento che va ai bimbi più piccoli, Federazione, Länder e Comuni è stato investito in formazione extrascolastica. Poi dai 15 ai 25 anni si ha diritto all’Arbeitslosengeld 2, vale a dire il sussidio per disoccupati di circa 400 euro, più la copertura di spese come l’alloggio, il riscaldamento e la corrente. Ne hanno diritto i giovani che non hanno mai lavorato. Ma pochi lo ottengono, visto che finite le scuole dell’obbligo ci si deve iscrivere obbligatoriamente ai Job center che facilmente offrono posti di lavoro e ogni 6 mesi occorre aggiornare il proprio status per poter continuare a percepire il sostegno.
La Francia prevede diversi aiuti e programmi per i giovani. A livello nazionale, dai 16 ai 25 anni, c’è l’Emplois d’avenir che offre ai non laureati una prima esperienza di lavoro per acquisire competenze. Il contratto va da uno a 3 anni. I beneficiari possono richiedere anche dei sussidi per alloggio, salute e mobilità. Attraverso il Contrats de génération, inoltre, si finanziano con 4mila euro all’anno, per 3 anni, tutte le aziende con meno di 300 dipendenti che assumono un under 26 a tempo indeterminato, affiancandolo con un altro dipendente over 57. Il Servizio civile impegna per 6-12 mesi e prevede un compenso di 467,34 euro al mese, più 106,31 euro per cibo e spese di trasporto.
In Gran Bretagna, in cui si sta riformando il sistema di welfare, è previsto che i 18enni che non studiano o non lavorano possano richiedere il Jobseeker’s Allowance, vale a dire il sussidio di disoccupazione. Fino a 24 anni si percepiranno circa 75 euro a settimana. Somma che si raddoppia attraverso l’Eligibility for universal credit, misura destinata a pagare l’affitto. Esistono, poi, le sovvenzioni statali per le imprese che assumono i giovani (16-24 anni), ma anche prestiti (dagli interessi minimi) dedicati ai neo maggiorenni che volessero avviare una start up.
E in Italia cosa dobbiamo aspettarci dal bonus di 500 euro destinato a una generazione, quella dei 18enni, sui quali lo Stato ogni anno investe solo il 4% del welfare totale? “Alla luce del divario tra Italia ed Europa – spiega Francesco Seghezzi, responsabile comunicazione di Adapt, l’associazione di studi su lavoro e relazioni industriali fondata da Marco Biagi – sembra quasi una presa in giro offrire a giovani, che stanno per affacciarsi in un mondo in cui 4 loro coetanei su 10 sono senza lavoro, qualche soldo per il teatro o i musei”. Fermo restando che da luglio 2014 i musei e i siti archeologici sono gratuiti per tutti gli under 18. “I circa 300 milioni di euro che verranno caricati nel corso dell’anno sulle card dei neo maggiorenni italiani – aggiunge Marcello D’amico, docente dell’Università Cattolica di Milano specializzato in Politiche sociali europee per le famiglie e i minori – più che altro stimoleranno i consumi, ma non produrranno benefici sociali”. Eppure basterebbe poco per farlo. “Ad esempio investire in servizi di Welfare. Ogni punto di Pil dedicato a questo – sottolinea Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan – abbatte mediamente la povertà del 2%. Conti che saprebbero fare anche gli asini”.
Zonaeuro
Bonus 500 euro ai 18enni, quando l’investimento in cultura non segue la strategia europea
Sul piano politico resta la polemica se sia o meno una mancia elettorale. Su quello sociale il bonus non risponde ai principi di welfare da destinare alla fascia di popolazione che più rischia esclusione e povertà. Condizione tristemente comune a tutti gli altri Paesi Ue, dove tuttavia si fanno investimenti per fare formazione ed assumere
Il bonus di 500 euro stanziato dal governo Renzi a 571mila diciottenni italiani è una misura unica nel suo genere. Nessun Paese europeo destina fondi ad hoc per questa specifica categoria e nessun governo ha mai dato soldi cash, sotto forma di regalo di compleanno, al raggiungimento della maggiore età. In Germania, Austria, Olanda e Norvegia i 18enni ricevono circa 100 euro al mese, ma solo perché è previsto che il bonus bebè venga erogato dalla nascita fino alla maggiore età. Non a caso la card elettronica è stata presentata dal premier Renzi come un investimento culturale e non come un sostegno al welfare. Il bonus, infatti, nulla c’entra con le politiche sociali per i giovani messe in atto dagli altri Paesi europei dove, per arginare il dramma della disoccupazione giovanile e aiutare la fascia di popolazione che più rischia esclusione e povertà, si punta su centri per l’impiego funzionanti e aiuti alle imprese per fare formazione e assumere.
In un documento pubblicato dalla Commissione Ue lo scorso settembre – che contiene una comparazione di come gli Stati membri abbiano attuato la strategia europea per i giovani nel biennio 2013-2015 – si scopre che mentre l’Italia ha investito appena 5.278.360 di euro del Fondo nazionale giovani, spartito tra Comuni (659.795 euro), Province (264.445 euro), Regioni (3.298.447 euro) e Stato centrale (1.055.672 euro) e quasi 128 milioni di euro (al netto della spending review) per il Servizio civile, nello stesso periodo la Germania ha stanziato 35.526.752.000 di euro, in Danimarca ai giovani è andato l’1% del Pil (1,5 miliardi di euro), i ragazzi francesi hanno potuto contare su 244.551.876 di euro, quelli spagnoli (nel pieno della crisi che ha colpito il Paese) su 25.924.000 di euro e gli svedesi su oltre 31 milioni di euro. Sul fronte inglese è difficile trovare il budget stanziato, perché la gestione è decentrata, ma gli ultimi dati forniti dalla Banca Mondiale stimano che il Regno Unito abbia speso il 13,32 % della spesa pubblica e il 6,23% del suo Pil per i giovani.
Come sono stati spesi questi soldi? Secondo una ricognizione per ilfattoquotidiano.it effettuata da Eurodesk, la rete ufficiale del programma europeo Erasmus+ per l’informazione sulle iniziative promosse dalle istituzioni comunitarie in favore dei giovani, con l’evidente difficoltà che nessuno Paese prevede misure specifiche per i neo maggiorenni, spicca la Finlandia che – ultimo dato disponibile al 2013 – ha speso 86,5 milioni di euro in attività giovanili. Del resto qui il sistema di istruzione è fortemente sostenuto dal governo: a 18 anni, quando si inizia l’università, le tasse non si pagano e la Kela, l’agenzia governativa che si occupa di sicurezza sociale, eroga ai ragazzi, in base al reddito familiare, 335 euro come paghetta mensile più 200 euro per pagare l’affitto.
In Germania, dove non c’è una normativa specifica come in Finlandia, esiste un codice sociale che comprende diversi programmi che non lasciano nulla al caso: si va dall’integrazione all’istruzione, passando per sport, cultura e attività extrascolastiche per spingere sull’integrazione. Esclusa la fetta più grande dello stanziamento che va ai bimbi più piccoli, Federazione, Länder e Comuni è stato investito in formazione extrascolastica. Poi dai 15 ai 25 anni si ha diritto all’Arbeitslosengeld 2, vale a dire il sussidio per disoccupati di circa 400 euro, più la copertura di spese come l’alloggio, il riscaldamento e la corrente. Ne hanno diritto i giovani che non hanno mai lavorato. Ma pochi lo ottengono, visto che finite le scuole dell’obbligo ci si deve iscrivere obbligatoriamente ai Job center che facilmente offrono posti di lavoro e ogni 6 mesi occorre aggiornare il proprio status per poter continuare a percepire il sostegno.
La Francia prevede diversi aiuti e programmi per i giovani. A livello nazionale, dai 16 ai 25 anni, c’è l’Emplois d’avenir che offre ai non laureati una prima esperienza di lavoro per acquisire competenze. Il contratto va da uno a 3 anni. I beneficiari possono richiedere anche dei sussidi per alloggio, salute e mobilità. Attraverso il Contrats de génération, inoltre, si finanziano con 4mila euro all’anno, per 3 anni, tutte le aziende con meno di 300 dipendenti che assumono un under 26 a tempo indeterminato, affiancandolo con un altro dipendente over 57. Il Servizio civile impegna per 6-12 mesi e prevede un compenso di 467,34 euro al mese, più 106,31 euro per cibo e spese di trasporto.
In Gran Bretagna, in cui si sta riformando il sistema di welfare, è previsto che i 18enni che non studiano o non lavorano possano richiedere il Jobseeker’s Allowance, vale a dire il sussidio di disoccupazione. Fino a 24 anni si percepiranno circa 75 euro a settimana. Somma che si raddoppia attraverso l’Eligibility for universal credit, misura destinata a pagare l’affitto. Esistono, poi, le sovvenzioni statali per le imprese che assumono i giovani (16-24 anni), ma anche prestiti (dagli interessi minimi) dedicati ai neo maggiorenni che volessero avviare una start up.
E in Italia cosa dobbiamo aspettarci dal bonus di 500 euro destinato a una generazione, quella dei 18enni, sui quali lo Stato ogni anno investe solo il 4% del welfare totale? “Alla luce del divario tra Italia ed Europa – spiega Francesco Seghezzi, responsabile comunicazione di Adapt, l’associazione di studi su lavoro e relazioni industriali fondata da Marco Biagi – sembra quasi una presa in giro offrire a giovani, che stanno per affacciarsi in un mondo in cui 4 loro coetanei su 10 sono senza lavoro, qualche soldo per il teatro o i musei”. Fermo restando che da luglio 2014 i musei e i siti archeologici sono gratuiti per tutti gli under 18. “I circa 300 milioni di euro che verranno caricati nel corso dell’anno sulle card dei neo maggiorenni italiani – aggiunge Marcello D’amico, docente dell’Università Cattolica di Milano specializzato in Politiche sociali europee per le famiglie e i minori – più che altro stimoleranno i consumi, ma non produrranno benefici sociali”. Eppure basterebbe poco per farlo. “Ad esempio investire in servizi di Welfare. Ogni punto di Pil dedicato a questo – sottolinea Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan – abbatte mediamente la povertà del 2%. Conti che saprebbero fare anche gli asini”.
Articolo Precedente
Flessibilità, davanti alla Merkel Renzi abbassa i toni. E ridimensiona la contesa con la Ue a soli 280 milioni
Articolo Successivo
Migranti, facciamola finita con questa Europa senz’anima
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Ucraina, telefonata Trump-Putin in corso da un’ora. Von der Leyen: “Entro il 2030 l’Europa deve riarmarsi. Prepariamoci alla guerra”
Politica
Meloni e il piano Ue: “Rearm nome fuorviante, non toglieremo un euro da coesione”. E attacca: “Chi parla di tagli al welfare inganna i cittadini, no a demagogia”
Mondo
Gaza, la diretta | Israele rompe la tregua: oltre 400 morti, “più di 130 bambini”. Il ministro: “Se Hamas non rilascia ostaggi sarà distrutta”
Bruxelles, 18 mar. - (Adnkronos) - Gli amministratori delegati della Value of Beauty Alliance si sono riuniti oggi a Bruxelles per continuare un dialogo costruttivo con le istituzioni dell'UE sull'impatto delle politiche e dei regolamenti dell'UE sugli obiettivi globali di competitività e sostenibilità del settore. I Ceo - si legge in una nota - hanno sottolineato l'impegno di lunga data del settore per un futuro sostenibile e hanno chiesto un processo decisionale collaborativo che riconosca le caratteristiche uniche, le sfide e i contributi significativi del settore all'economia dell'UE.
L'Alliance ha anche presentato un nuovo rapporto redatto da Oxford Economics, che sottolinea il significativo impatto socio-economico della filiera della bellezza e della cura della persona. La filiera della bellezza e della cura della persona contribuisce per 180 miliardi di euro al PIL dell'UE, pari a 496 milioni di euro generati ogni giorno, e sostiene quasi 3,2 milioni di posti di lavoro. Le aziende produttrici di prodotti di bellezza e cura della persona dell'UE inoltre esportano beni per un valore di 26 miliardi di euro a clienti al di fuori dell'UE rendendo l'UE-27 il più grande esportatore di prodotti di bellezza e cura della persona al mondo. L'industria della bellezza e della persona dell'UE continua a crescere e a essere leader nella concorrenza globale, con 5 delle 7 maggiori aziende di bellezza con sede nell'UE, ma questo successo non è scontato.
I Ceo hanno invitato le istituzioni dell'UE a impegnarsi in un dialogo costruttivo per discutere l'impatto delle politiche e della legislazione dell'UE, al fine di garantire che la catena del valore della bellezza e della cura della persona possa mantenere la sua posizione di leader sulla scena globale.
Ad esempio, l'Alleanza invita l'UE a rivedere urgentemente la legislazione recentemente adottata sul trattamento delle acque reflue urbane per garantire che tutti i settori che contribuiscono ai microinquinanti nelle acque siano ritenuti responsabili, in linea con il principio "chi inquina paga". Ciò non solo guiderà lo sviluppo di prodotti più sostenibili in tutti i settori industriali, ma garantirà anche che ciò non imponga un onere di costo sproporzionato a uno dei pochi settori leader a livello mondiale in Europa. L'Alleanza ritiene che l'imminente processo Omnibus rappresenti un'opportunità ideale per correggere questo squilibrio e promuovere condizioni di parità per tutte le industrie che contribuiscono all'inquinamento delle acque.
Guardando al futuro, gli amministratori delegati hanno anche esortato l'UE a dare priorità ai seguenti settori chiave: Revisioni del regolamento REACH e del regolamento sui prodotti cosmetici: concentrarsi sulla sicurezza dei consumatori e sulla protezione dell'ambiente sulla base di una solida valutazione del rischio e dell'uso reale degli ingredienti, mantenendo elevati standard scientifici; Accordi commerciali: dare priorità all'accesso al mercato, ridurre le barriere normative e sostenere l'esportazione di prodotti europei di alta qualità. Rafforzare i controlli doganali e applicare rigorosamente i requisiti ambientali e di sostenibilità per i prodotti importati, sia online che offline, per garantire condizioni di parità. - Transizione verso la bioeconomia: attuare politiche che sostengano la produzione sostenibile di ingredienti, affrontare il "green premium" per le tecnologie sostenibili e garantire un approvvigionamento affidabile a lungo termine di materie prime sostenibili. - Sviluppo della forza lavoro: collaborare con l'industria per sviluppare programmi di formazione mirati e strumenti di investimento per migliorare le competenze della forza lavoro e soddisfare le esigenze in evoluzione del settore.
La Value of Beauty Alliance continua a lavorare a stretto contatto con le istituzioni dell'UE per sviluppare politiche che promuovano l'innovazione, creino posti di lavoro e garantiscano la continua competitività globale dell'industria europea della bellezza e della cura della persona. Questo approccio collaborativo sarà essenziale per garantire il continuo contributo dell'industria all'economia europea e a un futuro sostenibile.
(Adnkronos) - Terremoto oggi martedì 18 marzo a Potenza. Registrata alle 10.01, la potente scossa di magnitudo 4.2, si è verificata - secondo i dati dell'Ingv - a sei chilometri dal Comune di Vaglio Basilicata e a una profondità di 14 chilometri. La scossa è stata avvertita anche in Puglia.
A seguito dell’evento sismico, la Protezione civile si è messa in contatto con le strutture locali del Servizio nazionale della Protezione civile. Dalle prime verifiche effettuate, in seguito all’evento non risulterebbero danni a persone o cose.
Dopo la scossa, sono state sospese le attività scolastiche nel capoluogo dove è stata avvertita in modo molto forte. Gli studenti sono usciti dalle scuole per precauzione, poi è stata disposta la sospensione delle attività didattiche in tutti gli istituti di ogni ordine e grado per oggi, a eccezione dell'università, con ordinanza del sindaco Vincenzo Telesca.
Verifiche sono in corso in scuole e ospedali a Potenza e nei Comuni della provincia, limitrofi all'area epicentrale della scossa. Al momento non risultano problemi. "Nessuna criticità riscontrata'', ha fatto sapere il presidente della provincia di Potenza, Christian Giordano. Inoltre la direzione dell'azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza ha dato mandato all'unità operativa della gestione tecnico-patrimoniale di effettuare ''una scrupolosa procedura di verifica delle cinque strutture ospedaliere afferenti all'azienda''. L'attività ospedaliera e amministrativa prosegue regolarmente, senza alcuna interruzione, e viene garantita la piena operatività dei servizi sanitari e amministrativi per pazienti, operatori e cittadini.
Per i controlli agli edifici pubblici a Potenza e nei Comuni della provincia è stato intanto rinforzato con dieci unità il dispositivo di soccorso dei vigili del fuoco. Cinque squadre dei vigili del fuoco sono operative per verifiche sugli edifici di interesse pubblico. Una ricognizione dall'alto è stata effettuata dall'elicottero Drago VF67 del reparto volo di Pontecagnano (Salerno) nell'area tra Potenza e Vaglio Basilicata, Comune in cui è stato rilevato l'epicentro dall'Ingv. La situazione è monitorata anche dalla sala operativa della protezione civile regionale. Non si registrano problemi, stando a quanto finora accertato.
La circolazione ferroviaria è stata bloccata temporaneamente e in via precauzionale tra Tito e Potenza. I treni Intercity e regionali possono registrare ritardi e subire cancellazioni o limitazioni di percorso. A Potenza è stato attivato il centro operativo comunale, contattabile ai numeri 0971415832 e 3669394022.
Milano, 18 mar. (Adnkronos) - Condanna ridotta in appello per il trapper Shiva. La Corte d'Appello di Milano ha accolto la proposta di concordato raggiunta dalla procura generale e dalla difesa del cantante, nome d'arte Andrea Arrigoni, di una pena a 4 anni e 7 mesi per aver sparato e ferito l'11 luglio 2023 due presunti aggressori all'interno del cortile degli uffici della casa discografica a Settimo Milanese.
In primo grado, lo scorso 10 luglio, i giudici del tribunale di Milano avevano condannato il trapper a sei anni, sei mesi e 20 giorni per il reato di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose per la sparatoria avvenuta in via Cusago, a Settimo Milanese, nel corso della quale due giovani milanesi erano stati gambizzati. Il 24enne si era difeso con lunghe dichiarazioni spontanee, oggi invece 'festeggia' con una storia Instagram con la scritta 'free' (libero, ndr). La riduzione della condanna gli consente di concentrarsi solo sulla musica.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Sia un po' più sovranista, perché mi pare che lei stia cercando il bacio della pantofola con Trump: è andata più volte a incontrare Trump in occasioni non ufficiali, ma ancora non l'hanno invitata alla Casa Bianca come hanno fatto con Macron e Starmer, spero che accada presto. Ma sia sovranista, anziché inseguire Trump riprenda la lezione di Alcide De Gasperi del 1951 sulla difesa comune europea. Lei ha un grande statista che non appartiene alla sua storia politica ma noi lo apprezziamo; si chiama Alcide De Gasperi, quando dice non può essere soltanto una questione di armi ma di giustizia sociale, di libertà. Questo è il modello a cui deve guardare l'Italia non inseguire Trump come sta facendo lei". Lo ha affermato Matteo Renzi, intervenendo in Senato dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Confindustria, la sua base, quelli che hanno votato per lei, sono terrorizzati dai dazi, non dia retta a Salvini e a Lollobrigida, lei -ha aggiunto l'ex premier- non può rispondere li mette Trump, dazi vostri. Sono dazi amari, una cosa un po' diversa".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Una risoluzione che dimostra che se il Pd discute sa fare la sintesi. Spendere di più per la difesa europea in linea con libro bianco che ottiene il via libera e impegno a non aumentare i bilanci nazionali senza condizionalità che spingano verso la difesa comune”. Lo scrive Simona Malpezzi, senatrice del Pd, sui social.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - “Giorgia Meloni oggi ha parlato di tutto tranne che del ruolo che l’Europa deve avere. Ha però parlato molto di Trump, a cui si è affidata per la soluzione della guerra in Ucraina. In pratica, sulle grandi questioni internazionali, Meloni scarica l’Europa e, politicamente, consegna l’Italia totalmente nelle mani degli Usa, omettendo tra l’altro che le proposte da lei avanzate sono state tutte puntualmente ignorate dal presidente americano. Altro che sovranismo, autorevolezza e ruolo ritrovato dell’Italia”. Lo afferma il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
“L’Europa che vuole Meloni è una Europa vassalla di Trump e di Musk, che non costruisce una propria difesa, che accetta passivamente i dazi e che osserva immobile che Russia e Usa si spartiscano l’Ucraina. In questo scenario, Meloni non disegna nè immagina un ruolo dell’Europa, sperando che la zatterina Italia non affondi nell’Atlantico. Tutto l’opposto di quello che chiediamo noi: Europa federale fino agli Stati Uniti d’Europa, esercito comune, politica estera comune, e più integrazione europea. In due parole: più Europa”, conclude Magi.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Nel valzer di poltrone Rai, che inizierà giovedì con una prima tornata di nomine, entrerà presto anche Roberto Genovesi, in procinto di assumere l'incarico di direttore di Rai Kids. A quanto apprende l'Adnkronos, lo scrittore e docente, attuale direttore di Rai Libri (la casa editrice della Rai), prenderà presto la guida di Rai Kids, quando Luca Milano (67 anni il 31 marzo) andrà in pensione. La nomina di Genovesi dunque dovrebbe riguardare una delle prossime sedute del Cda ma non quella di giovedì prossimo.
In pensione, a maggio, dovrebbe andare, a quanto si apprende, anche Marco Varvello, corrispondente Rai da Londra. E al suo posto andrà con ogni probabilità Nicoletta Manzione che lascerà la sede di Parigi, per la quale sarebbe in pole position Gennaro Sangiuliano.
Al momento non è stato ancora deciso chi a Rai Libri prenderà il posto di Genovesi, che ricopre il ruolo da luglio 2023: il nome verrà infatti scelto, successivamente, dal Cda di RaiCom. E l'incarico potrebbe anche essere affidato momentaneamente ad interim ad un dirigente di RaiCom.