
Un tempo le piazze si riempivano per manifestazioni per il lavoro e per i diritti sociali. Il Servo scendeva in piazza per difendere il salario e i suoi diritti contro le continue aggressioni operate dal Signore.
Oggi, invece, vediamo le piazze gremite solo per questioni legate al sesso e ai diritti civili, ossia per ciò che nemmeno sfiora i rapporti di forza dominanti. E’ il capolavoro del potere, che intanto può continuare indisturbato nella sua offensiva ai danni del mondo del lavoro.
È quanto avvenuto con le piazze di #SvegliatiItalia e #FamilyDay, i cui nomi già la dicono lunga: “sveglia Italia” ricorda sinistramente il motto “Deutschland Erwache” di nazistica memoria. Quanto a “Family Day”, trovo paradossale – per non dire di peggio – che i difensori dell’identità familiare violentino quella linguistica chiamando “family day” la loro manifestazione.
Laddove la lotta tra le classi andava pur sempre a confliggere con i rapporti di forza dell’economia, la lotta – favorita artatamente dall’odierno ordine del discorso – tra eterossessuali e omosessuali, tra immigrati e autoctoni, tra atei e credenti, tra rossi e neri, tra uomini e donne, tra cristiani e islamici non li sfiora nemmeno. Di più, li nasconde, vuoi perché direttamente non li prende di mira – su tutto oggi è lecito dissentire, fuorché sul rapporto di forza egemonico – vuoi perché, nella migliore delle ipotesi, come nella Lettera rubata di Edgar Allan Poe, occulta la lotta contro il classismo ponendola accanto a una galassia di altri micro-conflitti.
È, ancora una volta, il capolavoro del potere e della sua opera di lobotomizzazione delle masse: piazze gremite per i diritti civili e per il family day, vuote quando vengono rimossi l’articolo 18 e quando la privatizzazione selvaggia procede forsennatamente.
Poniamo allora la domanda che nessuno finora si è posto: che ne sarà della reversibilità delle pensioni mediante l’introduzione delle unioni civili? Consentitemi una facile profezia: avverrà come con l’articolo 18.
In Italia, l’articolo 18 – lo ricordiamo – garantiva la reintegrazione sul posto di lavoro per i lavoratori licenziati senza giusta causa, nelle imprese composte da più di quindici dipendenti e segnava, per questa via, una tutela del lavoro e non un obsoleto privilegio, come invece è stato falsamente presentato all’opinione pubblica con il solo obiettivo di indurla al consenso verso la deemancipazione in atto.
Il fatto che l’articolo 18 coprisse solo una parte dei lavoratori è stato usato come argomento per toglierlo a tutti, e non per estenderlo a chi ancora non ne era coperto. Si è fatto passare per privilegio quello che era un diritto.
Lo stesso avverrà con la reversibilità delle pensioni. Non la si estenderà a chi ancora non ne beneficia: la si rimuoverà a tutti.
La logica ideologica dell’ordine simbolico dominante si determina anche nella presentazione dei diritti come privilegi, affinché essi, anziché essere estesi a chi non ne beneficia (in primis ai precari), vengano rimossi per tutti, generando quell’uguaglianza dell’irrilevanza, come la chiamava Hegel, in forza della quale si è tutti uguali perché si è tutti egualmente irrilevanti. O, con le parole del sergente Hartman in Full Metal Jacket: “qui vige l’eguaglianza: non conta un cazzo nessuno!”.
Diego Fusaro
Filosofo
Società - 31 Gennaio 2016
#SvegliatiItalia e #FamilyDay: piazze piene purché non si parli di lavoro
Un tempo le piazze si riempivano per manifestazioni per il lavoro e per i diritti sociali. Il Servo scendeva in piazza per difendere il salario e i suoi diritti contro le continue aggressioni operate dal Signore.
Oggi, invece, vediamo le piazze gremite solo per questioni legate al sesso e ai diritti civili, ossia per ciò che nemmeno sfiora i rapporti di forza dominanti. E’ il capolavoro del potere, che intanto può continuare indisturbato nella sua offensiva ai danni del mondo del lavoro.
È quanto avvenuto con le piazze di #SvegliatiItalia e #FamilyDay, i cui nomi già la dicono lunga: “sveglia Italia” ricorda sinistramente il motto “Deutschland Erwache” di nazistica memoria. Quanto a “Family Day”, trovo paradossale – per non dire di peggio – che i difensori dell’identità familiare violentino quella linguistica chiamando “family day” la loro manifestazione.
Laddove la lotta tra le classi andava pur sempre a confliggere con i rapporti di forza dell’economia, la lotta – favorita artatamente dall’odierno ordine del discorso – tra eterossessuali e omosessuali, tra immigrati e autoctoni, tra atei e credenti, tra rossi e neri, tra uomini e donne, tra cristiani e islamici non li sfiora nemmeno. Di più, li nasconde, vuoi perché direttamente non li prende di mira – su tutto oggi è lecito dissentire, fuorché sul rapporto di forza egemonico – vuoi perché, nella migliore delle ipotesi, come nella Lettera rubata di Edgar Allan Poe, occulta la lotta contro il classismo ponendola accanto a una galassia di altri micro-conflitti.
È, ancora una volta, il capolavoro del potere e della sua opera di lobotomizzazione delle masse: piazze gremite per i diritti civili e per il family day, vuote quando vengono rimossi l’articolo 18 e quando la privatizzazione selvaggia procede forsennatamente.
Poniamo allora la domanda che nessuno finora si è posto: che ne sarà della reversibilità delle pensioni mediante l’introduzione delle unioni civili? Consentitemi una facile profezia: avverrà come con l’articolo 18.
In Italia, l’articolo 18 – lo ricordiamo – garantiva la reintegrazione sul posto di lavoro per i lavoratori licenziati senza giusta causa, nelle imprese composte da più di quindici dipendenti e segnava, per questa via, una tutela del lavoro e non un obsoleto privilegio, come invece è stato falsamente presentato all’opinione pubblica con il solo obiettivo di indurla al consenso verso la deemancipazione in atto.
Il fatto che l’articolo 18 coprisse solo una parte dei lavoratori è stato usato come argomento per toglierlo a tutti, e non per estenderlo a chi ancora non ne era coperto. Si è fatto passare per privilegio quello che era un diritto.
Lo stesso avverrà con la reversibilità delle pensioni. Non la si estenderà a chi ancora non ne beneficia: la si rimuoverà a tutti.
La logica ideologica dell’ordine simbolico dominante si determina anche nella presentazione dei diritti come privilegi, affinché essi, anziché essere estesi a chi non ne beneficia (in primis ai precari), vengano rimossi per tutti, generando quell’uguaglianza dell’irrilevanza, come la chiamava Hegel, in forza della quale si è tutti uguali perché si è tutti egualmente irrilevanti. O, con le parole del sergente Hartman in Full Metal Jacket: “qui vige l’eguaglianza: non conta un cazzo nessuno!”.
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Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.