“No comment. Non ho niente da dire”. E poi il telefono chiuso in faccia. Basta la prima domanda sulla villa di Giuseppe Sala e la conversazione viene subito interrotta. Eppure Michele Sacco di cose da raccontare ne avrebbe. Perché fino al 2014 è stato vicesindaco di Zoagli, il comune in provincia di Genova scelto dall’amministratore delegato di Expo e aspirante sindaco di Milano per costruire la casa al mare finita al centro delle polemiche per i lavori commissionati a Michele De Lucchi, architetto che ha lavorato anche per Expo. E’ stato proprio quando Michele Sacco era in giunta che sono state approvate le varianti chieste da Sala rispetto al progetto originario, acquistato nel 2011 insieme al terreno. Ed è stato sempre Sacco a costruire la villa, con la sua impresa Edil Garden. Un ruolo doppio su cui non c’è modo di fargli domande al telefono, vista la sua reazione. Ma Zoagli è un paese di 2.500 anime, dove tutti conoscono tutti. L’ex vicesindaco lo descrivono come un gran lavoratore, fisico minuto, baffi e capelli bianchi: “Ha diversi cantieri in collina, nella zona di Sant’Ambrogio, provi là”.
E là non è difficile incontrarlo. È appena salito sulla sua auto bianca. Un cenno con la mano per fermarlo, di nuovo le presentazioni, ci siamo già sentiti in mattinata al telefono. Appena il tempo di nominare Sala e la reazione è simile a prima: auto messa in moto e piede sull’acceleratore. Inutile rincorrerlo e dal finestrino aperto provare a chiedergli chi sono i progettisti della villa. E se non è inopportuno che un vicesindaco realizzi i progetti approvati dalla sua stessa amministrazione. Altro scatto dell’auto e via, giù verso il paese. Ma non è stato inutile venire fin qua su. La vista che si apre tra gli ulivi dà direttamente sul golfo, dicono Sant’Ambrogio sia una delle zone più belle di Zoagli. Ed è proprio qui, un centinaio di metri da dove Sacco è sfuggito alle domande, che Sala ha la sua villa. Una parte degli interni e delle finiture esterne sono state progettate per 70mila euro da Michele De Lucchi. Le finiture sono di pregio, due i piani dell’edificio, di fronte il mare. Su una delle terrazze del terreno la piscina a raso, una delle opere per cui sono state chieste le varianti.
Sala: “Progetto dell’architetto Monti”. Ma il geometra: “L’ho fatto io”
“Il progetto esecutivo della casa lo ha firmato l’architetto Giampaolo Monti, ho avuto un rapporto di esclusiva con lui. Ci sono anche le fatture”, ha detto Sala nel corso della conferenza stampa convocata due settimane fa per dare le sue spiegazioni, dopo che il Giornale ha scritto del coinvolgimento nei lavori sia di De Lucchi, sia di Matteo Gatto, direttore Visitor experience ed exhibition design di Expo. Prima notizia confermata da Sala, che però ha omesso di citare, tra i lavori di De Lucchi per Expo, gli allestimenti pagati da Fiera Milano per 500mila euro. Smentita invece la seconda notizia: “Gatto non ha fatto nulla. Abita lì vicino, gli ho chiesto di andare a vedere il luogo della casa. E mi ha presentato l’architetto che ha firmato ogni progetto esecutivo”. Giampaolo Monti, appunto. Solo che negli uffici del comune di Zoagli dicono di non sapere chi sia Monti. Le pratiche le ha presentato il geometra Paolo Fossati, ex cognato di Michele Sacco. Fossati ha lo studio a Rapallo, solo qualche chilometro da Zoagli: “Il progetto – spiega – lo abbiamo fatto noi, sia quello architettonico che quello esecutivo, così come la direzione lavori”. E Giampaolo Monti? “L’ho incontrato solo qualche volta in cantiere insieme a Sala. Si è presentato come architetto, ma credo fosse lì in qualità di amico”. Il geometra assicura di non avere mai ricevuto disegni da Monti e, mentre mostra alcune parcelle da diverse migliaia di euro, dice di averle indirizzate tutte a Sala.
Il logo di Expo concesso alla manifestazione di Zoagli
Le due versioni, insomma, non coincidono. Magari ne sa qualcosa in più il sindaco di Zoagli, Franco Rocca. La sua è una vita passata nell’amministrazione comunale, come sindaco, poi come consigliere comunale con incarichi nel settore dell’edilizia privata, ora di nuovo come sindaco. E’ considerato da molti il dominus degli interessi immobiliari della zona. In comune è nella stessa lista di centrodestra a cui apparteneva Michele Sacco, mentre in Regione Liguria è stato consigliere per il Pdl. Esperienza macchiata dall’inchiesta su spese pazze e rimborsi, per cui Rocca è stato rinviato a giudizio proprio in questi giorni, dopo la richiesta dei pm del 3 agosto scorso. Della villa di Sala dice di non sapere nulla (“se ne sono occupati gli uffici tecnici”). Mentre l’amministratore delegato di Expo lo ha incontrato solo un paio di volte: “Mi ha dato una prova significativa di correttezza”. Espressione spiegata poco dopo e tradotta nella sua riconoscenza verso Sala, che gli ha concesso il logo dell’Expo per Velvet & silk carpet, manifestazione organizzata per valorizzare le produzioni locali di tessuti nella piazza principale di Zoagli. Era il 13 agosto, un giovedì in pieno periodo Expo, cosa che non ha impedito a Sala di presenziare all’evento come ospite d’onore tra i nuovi ‘compaesani’.
Il sindaco Rocca: “Doppio ruolo di Sacco? Non aveva deleghe per l’edilizia”
Sul ruolo di Michele Sacco, Rocca non vede alcuna inopportunità: “Quando era vicesindaco, non aveva la delega per l’edilizia privata”, taglia corto. E questioni di opportunità non ne vede neppure Angelo Sacco, figlio di Michele e attuale assessore al Patrimonio e alla Pubblica istruzione: “Un vicesindaco non può lavorare? O uno che costruisce non può stare in politica?”, sono le uniche cose che gli si riescono a far dire sulla vicenda al terzo tentativo. I primi due, il giorno prima, sono finiti pure peggio. Telefonata numero uno, appena fatto il nome di Sala ecco la risposta: “Mi spiace, non ci interessa”. E poi giù la cornetta, così come fatto dal padre. Seconda telefonata, che rapporti avete con Matteo Gatto? “A lei cosa interessa? Chiami lui”. E di nuovo telefonata chiusa in faccia. Lui, Matteo Gatto, al telefono risponde gentilmente, dice di conoscere l’impresa dei Sacco come “la migliore della zona in cui sono cresciuto”, ma assicura di non avere mai avuto con loro “rapporti né personali, né professionali”. Nemmeno per la villa di Sala: “L’attività è stata svolta tutta da Monti, come ha spiegato Sala. Monti è stato pagato, ha fatto tutti i disegni, il dottor Sala glieli può produrre”. E quello che dice il geometra Fossati? “Io questo non lo so”.
Il senso delle norme del piano regolatore? Dal comune sbattono giù il telefono
Mentre sui lavori resta il mistero, c’è tempo per un’ultima telefonata chiusa in faccia. Succede quando ilfattoquotidiano.it, dopo essersi presentato negli uffici comunali per verificare lo stato di avanzamento della richiesta di accesso agli atti presentata il 20 gennaio, prova a contattare i funzionari per porre un altro interrogativo. Il punto è cercare di capire quali siano le regole valide per le ville che come quella di Sala sono state costruite negli ultimi anni nella zona di Sant’Ambrogio. Nel piano regolatore l’area è definita di “presidio e salvaguardia dei territori con valenza agricola”. Le nuove costruzioni possono usufruire di due diversi indici di edificabilità derivati dal terreno circostante, uno dei quali è utilizzabile “per uso residenziale”, mentre l’altro – si legge sulle norme di attuazione del piano – è utilizzabile “per locali non abitabili ad esclusivo servizio delle attività agricole da ubicare nel lotto di edificazione in modo separato dal volume destinato all’uso residenziale”. La porzione non abitabile dovrebbe favorire le attività agricole, grazie a magazzini per “ricovero scorte vive o morte, deposito attrezzi e simili”. Solo che a guardare molte delle ville sulla collina, le attività agricole non sembrano per nulla fervere. Cosa significano dunque quelle prescrizioni? Sbattuta giù la cornetta. Secondo tentativo un’ora dopo, all’altro capo c’è la disponibilità di rispondere a una sola domanda: “Per rispettare le regole basta che le due porzioni, quella a uso residenziale e quella non abitabile, non siano collegate tra loro. Se sono separate da una porta, va bene”. Non serve a nulla fare notare al funzionario che l’espressione “separate da una porta” è strana, visto che di solito le porte collegano, mentre quelli che separano sono i muri. A Zoagli il tempo delle spiegazioni è finito.
Twitter: @gigi_gno
Cronaca
Giuseppe Sala e la villa in Liguria: il vicesindaco di Zoagli prima gli dà le varianti, poi gli costruisce casa
L'abitazione sul Golfo del Tigullio e le richieste urbanistiche: la ditta di Michele Sacco, fino al 2014 numero due della Giunta che ha concesso le varianti, ha eseguito i lavori. Oggi il figlio, assessore al Patrimonio, respinge il problema: "Uno che costruisce non può stare in politica?". E il geometra dice di non aver mai visto i disegni degli architetti Monti e De Lucchi
“No comment. Non ho niente da dire”. E poi il telefono chiuso in faccia. Basta la prima domanda sulla villa di Giuseppe Sala e la conversazione viene subito interrotta. Eppure Michele Sacco di cose da raccontare ne avrebbe. Perché fino al 2014 è stato vicesindaco di Zoagli, il comune in provincia di Genova scelto dall’amministratore delegato di Expo e aspirante sindaco di Milano per costruire la casa al mare finita al centro delle polemiche per i lavori commissionati a Michele De Lucchi, architetto che ha lavorato anche per Expo. E’ stato proprio quando Michele Sacco era in giunta che sono state approvate le varianti chieste da Sala rispetto al progetto originario, acquistato nel 2011 insieme al terreno. Ed è stato sempre Sacco a costruire la villa, con la sua impresa Edil Garden. Un ruolo doppio su cui non c’è modo di fargli domande al telefono, vista la sua reazione. Ma Zoagli è un paese di 2.500 anime, dove tutti conoscono tutti. L’ex vicesindaco lo descrivono come un gran lavoratore, fisico minuto, baffi e capelli bianchi: “Ha diversi cantieri in collina, nella zona di Sant’Ambrogio, provi là”.
E là non è difficile incontrarlo. È appena salito sulla sua auto bianca. Un cenno con la mano per fermarlo, di nuovo le presentazioni, ci siamo già sentiti in mattinata al telefono. Appena il tempo di nominare Sala e la reazione è simile a prima: auto messa in moto e piede sull’acceleratore. Inutile rincorrerlo e dal finestrino aperto provare a chiedergli chi sono i progettisti della villa. E se non è inopportuno che un vicesindaco realizzi i progetti approvati dalla sua stessa amministrazione. Altro scatto dell’auto e via, giù verso il paese. Ma non è stato inutile venire fin qua su. La vista che si apre tra gli ulivi dà direttamente sul golfo, dicono Sant’Ambrogio sia una delle zone più belle di Zoagli. Ed è proprio qui, un centinaio di metri da dove Sacco è sfuggito alle domande, che Sala ha la sua villa. Una parte degli interni e delle finiture esterne sono state progettate per 70mila euro da Michele De Lucchi. Le finiture sono di pregio, due i piani dell’edificio, di fronte il mare. Su una delle terrazze del terreno la piscina a raso, una delle opere per cui sono state chieste le varianti.
Sala: “Progetto dell’architetto Monti”. Ma il geometra: “L’ho fatto io”
“Il progetto esecutivo della casa lo ha firmato l’architetto Giampaolo Monti, ho avuto un rapporto di esclusiva con lui. Ci sono anche le fatture”, ha detto Sala nel corso della conferenza stampa convocata due settimane fa per dare le sue spiegazioni, dopo che il Giornale ha scritto del coinvolgimento nei lavori sia di De Lucchi, sia di Matteo Gatto, direttore Visitor experience ed exhibition design di Expo. Prima notizia confermata da Sala, che però ha omesso di citare, tra i lavori di De Lucchi per Expo, gli allestimenti pagati da Fiera Milano per 500mila euro. Smentita invece la seconda notizia: “Gatto non ha fatto nulla. Abita lì vicino, gli ho chiesto di andare a vedere il luogo della casa. E mi ha presentato l’architetto che ha firmato ogni progetto esecutivo”. Giampaolo Monti, appunto. Solo che negli uffici del comune di Zoagli dicono di non sapere chi sia Monti. Le pratiche le ha presentato il geometra Paolo Fossati, ex cognato di Michele Sacco. Fossati ha lo studio a Rapallo, solo qualche chilometro da Zoagli: “Il progetto – spiega – lo abbiamo fatto noi, sia quello architettonico che quello esecutivo, così come la direzione lavori”. E Giampaolo Monti? “L’ho incontrato solo qualche volta in cantiere insieme a Sala. Si è presentato come architetto, ma credo fosse lì in qualità di amico”. Il geometra assicura di non avere mai ricevuto disegni da Monti e, mentre mostra alcune parcelle da diverse migliaia di euro, dice di averle indirizzate tutte a Sala.
Il logo di Expo concesso alla manifestazione di Zoagli
Le due versioni, insomma, non coincidono. Magari ne sa qualcosa in più il sindaco di Zoagli, Franco Rocca. La sua è una vita passata nell’amministrazione comunale, come sindaco, poi come consigliere comunale con incarichi nel settore dell’edilizia privata, ora di nuovo come sindaco. E’ considerato da molti il dominus degli interessi immobiliari della zona. In comune è nella stessa lista di centrodestra a cui apparteneva Michele Sacco, mentre in Regione Liguria è stato consigliere per il Pdl. Esperienza macchiata dall’inchiesta su spese pazze e rimborsi, per cui Rocca è stato rinviato a giudizio proprio in questi giorni, dopo la richiesta dei pm del 3 agosto scorso. Della villa di Sala dice di non sapere nulla (“se ne sono occupati gli uffici tecnici”). Mentre l’amministratore delegato di Expo lo ha incontrato solo un paio di volte: “Mi ha dato una prova significativa di correttezza”. Espressione spiegata poco dopo e tradotta nella sua riconoscenza verso Sala, che gli ha concesso il logo dell’Expo per Velvet & silk carpet, manifestazione organizzata per valorizzare le produzioni locali di tessuti nella piazza principale di Zoagli. Era il 13 agosto, un giovedì in pieno periodo Expo, cosa che non ha impedito a Sala di presenziare all’evento come ospite d’onore tra i nuovi ‘compaesani’.
Il sindaco Rocca: “Doppio ruolo di Sacco? Non aveva deleghe per l’edilizia”
Sul ruolo di Michele Sacco, Rocca non vede alcuna inopportunità: “Quando era vicesindaco, non aveva la delega per l’edilizia privata”, taglia corto. E questioni di opportunità non ne vede neppure Angelo Sacco, figlio di Michele e attuale assessore al Patrimonio e alla Pubblica istruzione: “Un vicesindaco non può lavorare? O uno che costruisce non può stare in politica?”, sono le uniche cose che gli si riescono a far dire sulla vicenda al terzo tentativo. I primi due, il giorno prima, sono finiti pure peggio. Telefonata numero uno, appena fatto il nome di Sala ecco la risposta: “Mi spiace, non ci interessa”. E poi giù la cornetta, così come fatto dal padre. Seconda telefonata, che rapporti avete con Matteo Gatto? “A lei cosa interessa? Chiami lui”. E di nuovo telefonata chiusa in faccia. Lui, Matteo Gatto, al telefono risponde gentilmente, dice di conoscere l’impresa dei Sacco come “la migliore della zona in cui sono cresciuto”, ma assicura di non avere mai avuto con loro “rapporti né personali, né professionali”. Nemmeno per la villa di Sala: “L’attività è stata svolta tutta da Monti, come ha spiegato Sala. Monti è stato pagato, ha fatto tutti i disegni, il dottor Sala glieli può produrre”. E quello che dice il geometra Fossati? “Io questo non lo so”.
Il senso delle norme del piano regolatore? Dal comune sbattono giù il telefono
Mentre sui lavori resta il mistero, c’è tempo per un’ultima telefonata chiusa in faccia. Succede quando ilfattoquotidiano.it, dopo essersi presentato negli uffici comunali per verificare lo stato di avanzamento della richiesta di accesso agli atti presentata il 20 gennaio, prova a contattare i funzionari per porre un altro interrogativo. Il punto è cercare di capire quali siano le regole valide per le ville che come quella di Sala sono state costruite negli ultimi anni nella zona di Sant’Ambrogio. Nel piano regolatore l’area è definita di “presidio e salvaguardia dei territori con valenza agricola”. Le nuove costruzioni possono usufruire di due diversi indici di edificabilità derivati dal terreno circostante, uno dei quali è utilizzabile “per uso residenziale”, mentre l’altro – si legge sulle norme di attuazione del piano – è utilizzabile “per locali non abitabili ad esclusivo servizio delle attività agricole da ubicare nel lotto di edificazione in modo separato dal volume destinato all’uso residenziale”. La porzione non abitabile dovrebbe favorire le attività agricole, grazie a magazzini per “ricovero scorte vive o morte, deposito attrezzi e simili”. Solo che a guardare molte delle ville sulla collina, le attività agricole non sembrano per nulla fervere. Cosa significano dunque quelle prescrizioni? Sbattuta giù la cornetta. Secondo tentativo un’ora dopo, all’altro capo c’è la disponibilità di rispondere a una sola domanda: “Per rispettare le regole basta che le due porzioni, quella a uso residenziale e quella non abitabile, non siano collegate tra loro. Se sono separate da una porta, va bene”. Non serve a nulla fare notare al funzionario che l’espressione “separate da una porta” è strana, visto che di solito le porte collegano, mentre quelli che separano sono i muri. A Zoagli il tempo delle spiegazioni è finito.
Twitter: @gigi_gno
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Sala: “Quelle del Fatto sono solo balle. E’ una guerra personale contro di me. Andassero in Procura, sono sereno”
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‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.