“L’Unione è nulla se il partner è gay”. A stabilirlo, per errore, è il testo del ddl Cirinnà per le Unioni civili in discussione ora alla Camera. I parlamentari dem hanno scoperto l’errore nel disegno di legge già analizzato in commissione e sono corsi ai ripari con un emendamento in extremis da votare in Aula.

La svista ha suscitato l’ilarità di molti senatori. Il caos giuridico deriva dal fatto che il ddl si rifa all’articolo 122 del codice civile, dove si stabilisce che il matrimonio è nullo se uno dei coniugi capisce di aver commesso un “errore essenziale su qualità personali” del partner: fra gli errori causa di nullità c’è anche quello che riguarda la “deviazione sessuale” del coniuge che nella giurisprudenza indica l’omosessualità. Per rimediare è stato presentato un emendamento a prima firma Giuseppe Lumia. Altro riferimento alle cause di nullità del matrimonio, che verrà tolto, è “lo stato di gravidanza causato da persona diversa dal soggetto caduto in errore”. Essendo le unioni omosessuali, anche questa circostanze è impossibile.

Ma non è il solo errore presente nel ddl. Un altro corretto da un emendamento sempre di Lumia, è un riferimento alle pubblicazioni, che sono tipiche del matrimonio ma che nello stesso ddl non sono previste. Infatti all’articolo 2 si dice che in caso di condanna di uno dei partner viene sospeso il “procedimento di costituzione” dell’unione, cioè appunto le pubblicazioni, che però non sono previste dal ddl, che stabilisce che le unioni vengono costituite direttamente.

Un consistente intervento riguarda infine gli articoli dal 3 al 6, quelli che entrano nel merito dei diritti e i doveri dei contraenti dell’unione. Il ddl elenca tutte le disposizioni del codice civile che riguardano il matrimonio, affermando che esse “si applicano” alle unioni civili. Oltre alla necessità di differenziare il primo dal secondo, c’è l’esigenza di espungere altre incongruenze. Tra esse c’è l’estensione pura e semplice delle norme sullo scioglimento del matrimonio alle unioni civili. Ebbene il matrimonio può essere sciolto per “mancata consumazione“, cosa che si applicherebbe alle unioni. Nei prossimi giorni si lavorerà al regime patrimoniale, visto che ci sono dubbi sull’estensione pure e semplice alle unioni civili delle norme in vigore per il matrimonio.

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