Dubbi sulle circostanze della morte al Cairo del giovane ricercatore italiano Giulio Regeni ce ne possono essere davvero pochi. Giulio è stato con ogni evidenza ucciso, mediante tortura efferata, da qualche organo di polizia agli ordini del dittatore del Paese, generale Sisi.
Quest’ultimo fa del resto fin dalla sua instaurazione, aperto ricorso a instrumenta regni come torture e sparizioni. Secondo l’organizzazione Egytpian Commission for Rights and Fredoms sono stati solo nel 2015, oltre 1.500 i casi di sparizioni di oppositori imputabili agli organi di “sicurezza”. Il giorno della sparizione di Giulio erano in corso manifestazioni nell’anniversario della rivolta del 2011 e non mancano testimoni oculari che affermano di aver assistito al fermo di uno straniero in quelle ore. Il fatto che stavolta ci sia andato di mezzo un cittadino italiano dipende da un lato dalla rozzezza degli apparati repressivi del regime e dall’altro dall’arroganza dello stesso, convinto della sostanziale impunità garantita dai suoi cospicui appoggi internazionali a partire dall’Arabia Saudita, perno di ogni politica reazionaria nella regione.

Sarà interessante verificare quale sarà la risposta di Renzi e Gentiloni a questo crimine tremendo, che ha soppresso la giovane vita di un brillante e coraggioso ricercatore italiano che abbinava, com’è sempre giusto, anzi doveroso fare, impegno scientifico e militanza per i diritti umani, soprattutto quelli dei lavoratori.
Diritti che al Sisi ha violato e continua a violare evidenziando la brutale natura di classe del suo regime. Nell’articolo pubblicato ieri dal manifesto, giornale con cui collaborava sotto pseudonimo, Giulio Regeni racconta con precisione ed entusiasmo lo svolgimento di un’assemblea sindacale nazionale, il vero pericolo, molto più degli islamisti, della dittatura repressiva e neoliberista al potere in Egitto. Come scrive oggi sempre sul manifesto l’ottimo Acconcia “le rivolte del 2011 sono state una rivoluzione proletaria che poteva mettere in discussione l’assetto del capitalismo egiziano fondato sulla proprietà delle fabbriche da parte dell’élite militare”.
Con la superficialità e mancanza di conoscenze e sensibilità che lo contraddistingue Renzi ebbe a definirlo “un grande statista”. Un atteggiamento del resto comune all’insieme dell’Unione europea e dell’Occidente più in generale, che oscillano costantemente fra l’appoggio ai peggiori dittatori, da Erdogan al regime oscurantista saudita al sistema israeliano dell’apartheid, ad, appunto, al Sisi e promozione delle guerre civili come in Siria e in Libia. Una politica destabilizzatrice e schizofrenica che causa enormi sofferenze per le popolazioni vittima di guerra e repressione e rischi crescenti per la pace.
Accogliendo il lascito intellettuale di Giulio, bisognerebbe invece puntare su di una terza via, quella del rafforzamento delle società civili e dei movimenti popolari. Tale scelta richiede evidentemente un fermo atteggiamento di riprovazione e condanna e il blocco immediato quantomeno dei rapporti relativi alla vendita di armi, alla cooperazione militare e a quella fra organi di polizia, in mancanza del quale i governi occidentali continuerebbero a rendersi complici dei crimini commessi da tali regimi. La questione della lotta al terrorismo, che essi invocano pretestuosamente per legittimare le loro sanguinose repressioni, va affrontata su ben altre basi, abbinando l’intervento militare concertato in sede internazionale per debellare Isis e simili alla promozione della democrazia, che non può essere esportata ma deve essere agevolata in primo luogo non collaborando con chi, come i terroristi, gli spietati dittatori o i regimi razzisti come quello israeliano, la soffoca ogni giorno nel sangue insieme alla vita e alla libertà dei popoli.
L’illusione tragica dei governanti occidentali è come sempre quella di avvalersi di questi impresentabili regimi autoritari per controllare i popoli e continuare a conservare le proprie posizioni di predominio. Per questo hanno fatto di tutto per fermare le rivoluzioni arabe negando ogni più elementare richiesta di libertà e giustizia proveniente da quei popoli, trattati alla stregua di eterni immaturi e sottosviluppati da affidare a qualche spietato dittatore pur di salvaguardare gli interessi commerciali e di altro genere. Per non parlare della lotta al terrorismo che questi regimi, anziché sconfiggere, alimentano con la loro odiosa e indiscriminata repressione. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ora le mani del generale Sisi e dei suoi complici occidentali sono sporche, oltre che del sangue di decine di migliaia di egiziani, anche di quello di un nostro giovane e valoroso concittadino.
Fabio Marcelli
Giurista internazionale
Mondo - 6 Febbraio 2016
Giulio Regeni: al Sisi, l”alleato’ con la coscienza sporca
Dubbi sulle circostanze della morte al Cairo del giovane ricercatore italiano Giulio Regeni ce ne possono essere davvero pochi. Giulio è stato con ogni evidenza ucciso, mediante tortura efferata, da qualche organo di polizia agli ordini del dittatore del Paese, generale Sisi.
Quest’ultimo fa del resto fin dalla sua instaurazione, aperto ricorso a instrumenta regni come torture e sparizioni. Secondo l’organizzazione Egytpian Commission for Rights and Fredoms sono stati solo nel 2015, oltre 1.500 i casi di sparizioni di oppositori imputabili agli organi di “sicurezza”. Il giorno della sparizione di Giulio erano in corso manifestazioni nell’anniversario della rivolta del 2011 e non mancano testimoni oculari che affermano di aver assistito al fermo di uno straniero in quelle ore. Il fatto che stavolta ci sia andato di mezzo un cittadino italiano dipende da un lato dalla rozzezza degli apparati repressivi del regime e dall’altro dall’arroganza dello stesso, convinto della sostanziale impunità garantita dai suoi cospicui appoggi internazionali a partire dall’Arabia Saudita, perno di ogni politica reazionaria nella regione.
Sarà interessante verificare quale sarà la risposta di Renzi e Gentiloni a questo crimine tremendo, che ha soppresso la giovane vita di un brillante e coraggioso ricercatore italiano che abbinava, com’è sempre giusto, anzi doveroso fare, impegno scientifico e militanza per i diritti umani, soprattutto quelli dei lavoratori.
Diritti che al Sisi ha violato e continua a violare evidenziando la brutale natura di classe del suo regime. Nell’articolo pubblicato ieri dal manifesto, giornale con cui collaborava sotto pseudonimo, Giulio Regeni racconta con precisione ed entusiasmo lo svolgimento di un’assemblea sindacale nazionale, il vero pericolo, molto più degli islamisti, della dittatura repressiva e neoliberista al potere in Egitto. Come scrive oggi sempre sul manifesto l’ottimo Acconcia “le rivolte del 2011 sono state una rivoluzione proletaria che poteva mettere in discussione l’assetto del capitalismo egiziano fondato sulla proprietà delle fabbriche da parte dell’élite militare”.
Con la superficialità e mancanza di conoscenze e sensibilità che lo contraddistingue Renzi ebbe a definirlo “un grande statista”. Un atteggiamento del resto comune all’insieme dell’Unione europea e dell’Occidente più in generale, che oscillano costantemente fra l’appoggio ai peggiori dittatori, da Erdogan al regime oscurantista saudita al sistema israeliano dell’apartheid, ad, appunto, al Sisi e promozione delle guerre civili come in Siria e in Libia. Una politica destabilizzatrice e schizofrenica che causa enormi sofferenze per le popolazioni vittima di guerra e repressione e rischi crescenti per la pace.
Accogliendo il lascito intellettuale di Giulio, bisognerebbe invece puntare su di una terza via, quella del rafforzamento delle società civili e dei movimenti popolari. Tale scelta richiede evidentemente un fermo atteggiamento di riprovazione e condanna e il blocco immediato quantomeno dei rapporti relativi alla vendita di armi, alla cooperazione militare e a quella fra organi di polizia, in mancanza del quale i governi occidentali continuerebbero a rendersi complici dei crimini commessi da tali regimi. La questione della lotta al terrorismo, che essi invocano pretestuosamente per legittimare le loro sanguinose repressioni, va affrontata su ben altre basi, abbinando l’intervento militare concertato in sede internazionale per debellare Isis e simili alla promozione della democrazia, che non può essere esportata ma deve essere agevolata in primo luogo non collaborando con chi, come i terroristi, gli spietati dittatori o i regimi razzisti come quello israeliano, la soffoca ogni giorno nel sangue insieme alla vita e alla libertà dei popoli.
L’illusione tragica dei governanti occidentali è come sempre quella di avvalersi di questi impresentabili regimi autoritari per controllare i popoli e continuare a conservare le proprie posizioni di predominio. Per questo hanno fatto di tutto per fermare le rivoluzioni arabe negando ogni più elementare richiesta di libertà e giustizia proveniente da quei popoli, trattati alla stregua di eterni immaturi e sottosviluppati da affidare a qualche spietato dittatore pur di salvaguardare gli interessi commerciali e di altro genere. Per non parlare della lotta al terrorismo che questi regimi, anziché sconfiggere, alimentano con la loro odiosa e indiscriminata repressione. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ora le mani del generale Sisi e dei suoi complici occidentali sono sporche, oltre che del sangue di decine di migliaia di egiziani, anche di quello di un nostro giovane e valoroso concittadino.
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Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Torniamo ad esprimere la nostra preoccupazione per quello che sta accadendo in Siria, in particolare dopo gli ultimi brutali attacchi che hanno visto milizie legate al nuovo governo di transizione uccidere centinaia di civili, appartenenti in gran parte alla minoranza alawita, ma colpendo anche la minoranza cristiana. Insieme ai partner europei, siamo impegnati a richiamare il nuovo Governo a garantire una transizione democratica, fondata sul rispetto e sulla piena inclusione di tutte le minoranze etniche e religiose, a partire da quelle alawita, cristiana e curda". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato sul prossimo Consiglio europeo.
"La lotta al terrorismo è un altro aspetto determinante. Non ci devono essere spazi per un nuovo insorgere dell’Isis o ambiguità verso gruppi che intendano fare della Siria una base per organizzazioni terroristiche. Solo il rispetto di queste condizioni -ha concluso la premier- potrà consentire l’implementazione del ritiro delle sanzioni e delle misure restrittive iniziato settimane fa".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Stiamo seguendo con grande attenzione il ricorso pregiudiziale innanzi la Corte di Giustizia, relativo proprio ai trattenimenti in Albania, ma non solo, e devo dire di essere rimasta favorevolmente colpita dal fatto che la maggioranza degli Stati membri Ue, così come la stessa Commissione europea, siano intervenuti, tra la fase scritta e la fase orale della causa, per sostenere la posizione dell’Italia sul concetto di Paese sicuro di origine. L’auspicio, ovviamente, è che la Corte scongiuri il rischio di compromettere le politiche di rimpatrio, non solo dell’Italia ma di tutti gli Stati Membri e dell’Unione europea stessa, perché significherebbe minare alla base il sistema di Schengen e la stabilità stessa dell’Europa". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Ma in ogni caso -ha aggiunto la premier- stiamo proponendo alla Commissione di anticipare il più possibile l’entrata in vigore di quanto previsto dal nuovo Patto migrazione e asilo sulla definizione di Paese di origine sicuro, anche per fare definitiva chiarezza su un tema molto controverso e oggetto, come sapete, di provvedimenti giudiziari dal sapore spesso ideologico".
Roma, 18 (Adnkronos) - "In questi giorni abbiamo accolto con favore la proposta della Commissione europea sulla riforma del quadro legislativo europeo sui rimpatri, attraverso il passaggio da una Direttiva a un Regolamento direttamente applicabile nei 27 Stati membri. Lo riteniamo uno sviluppo estremamente significativo, anche per armonizzare la prassi dei diversi Stati membri e rendere ancor più efficace l’azione di rimpatrio di chi non ha titolo ad essere accolto sul territorio europeo. È fondamentale che l’Unione europea diventi efficace in questo: se entri illegalmente in Europa non puoi rimanere sul nostro territorio, devi essere rimpatriato". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
Ravenna, 18 mar. (Adnkronos) - Manca solo un mese all’avvio della nuova stagione di Mirabilandia! L’appuntamento è fissato per giovedì 17 aprile alle ore 10.30. Il Parco divertimenti più grande d’Italia si prepara a un 2025 imperdibile con delle incredibili novità. Grande attesa per Nickelodeon Land, la nuova area di ben 25.000 mq dedicata alle famiglie con bambini e giovani adulti, dove divertirsi in compagnia di SpongeBob, Patrick, le Tartarughe Ninja, Dora e la Paw Patrol. All’interno dell’area troveranno posto 10 attrazioni, 3 punti ristoro a tema, 2 aree meet&greet e uno shop tematizzato. I fan di Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo saliranno a bordo del nuovo coaster per famiglie Cowabunga Carts per un’avventura adrenalinica in compagnia delle Tartarughe Ninja. Gli appassionati di viaggi troveranno una foresta pluviale da scoprire insieme all’amata esploratrice Dora e il suo Dora’s Train Adventure, con una colonna sonora che farà cantare, battere le mani e sorridere tutti insieme. Un’esperienza indimenticabile sarà anche il Boots’ Balloons per salire in alto, molto in alto, in una mongolfiera.
Gli amici di SpongeBob e Patrick troveranno i loro personaggi preferiti a Splish Splat per un’esperienza rinfrescante, nelle stanze della casa di SpongeBob and Friends oppure a Jellyfish Jam per volare in alto e inseguire le meduse giganti. Per perdere la testa ad alta velocità, immancabile una corsa sul Bikini Bottom Express. I cuccioli Paw Patrol saranno i padroni di casa della famosa torre di controllo a Paw Patrol Adventure Bay con la versione in miniatura dei loro veicoli. Cinture allacciate e grande azione per il coaster Paw Patrol To The Rescue e Rubble’s Rapids per un’avventura acquatica. Uniche le atmosfere di Adventure Bay Carousel per un giro insieme agli amici a 4 zampe di Nickelodeon. Ma le novità non finiscono qui! La nuova stagione avrà anche un palinsesto degli show completamente rinnovato. Sul palco del Pepsi Theatre andrà in scena un’attualissima versione di Pinocchio: un musical con musica dal vivo che vede protagonista il burattino di legno trasformato in un robot umanoide da alcuni scienziati visionari. In Piazza della Fama si alterneranno i sogni di Usnavi, un giovane carismatico pieno di talento, in New York Dreams, e le favole ricche di personaggi di fantasia dello spettacolo C'era Una Volta. Ritmo, energia e avventure preistoriche si sentiranno a Dino DJ nell’area Dinoland del Parco. Nella Far West Valley sarà John e il suo solitario viaggio nelle aride frontiere al centro dello show Wild West Cowboy.
All’apertura dei cancelli, nella Baia dei Pirati, ad accogliere i visitatori ci saranno gli attori-ballerini di Action! – Welcome Show per un benvenuto davvero movimentato. La stunt arena ospiterà l’imperdibile Hot Wheels City-La nuova sfida, il più acclamato stunt show d'Europa, con il loop mobile più alto (15 metri di altezza) mai eseguito prima in un parco divertimenti. Un appuntamento che dopo oltre 20 anni continua ad attrarre il pubblico di tutte le età. Per le vie del Parco si incontrerà la Nickelodeon Parade con tutti i personaggi più amati dai bambini. Esibizioni, canti e balli andranno in scena al Teatro Nickelodeon con Let’s Party per delle vere e proprie feste in cui divertirsi tutti insieme. Tanti i momenti Meet&Greet per foto ricordo da portare a casa. Per i visitatori in cerca di adrenalina da Guinness dei primati, sempre a disposizione le amatissime attrazioni come iSpeed, Katun e Divertical. “Ormai ci siamo, la stagione 2025 sta per partire e noi siamo particolarmente entusiasti di presentare Nickelodeon Land, una novità assoluta per l’Italia, commenta Sabrina Mangia, Managing Director di Mirabilandia. L’accordo con Paramount non è solo un nuovo fiore all’occhiello per il nostro Parco, ma anche un grande valore aggiunto per il territorio e per l’industria del turismo italiana”. La stagione 2025 di Mirabilandia prenderà il via giovedì 17 aprile e si concluderà domenica 2 novembre.
Roma, 18 mar. (Adnkronos Salute) - "Gli eventi cardiovascolari rimangono la prima causa di morte in Italia, in Europa e nel mondo, ed è questo che ci spinge a non fermarci. Il nostro obiettivo e la nostra ambizione è quella che nessun cuore smetta di battere troppo presto. E per raggiungere questo obiettivo continuiamo nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni terapeutiche innovative per i pazienti". Lo ha detto questa mattina a Milano Chiara Gnocchi, country Comms & Advocacy head di Novartis Italia, in occasione dell'incontro 'Non solo colesterolo Ldl: alla scoperta della Lipoproteina (a)', organizzato dalla farmaceutica.
"Novartis è presente nell'area cardiovascolare da oltre 40 anni - sottolinea Gnocchi - Si tratta infatti di un impegno continuo che ci ha visto portare soluzioni terapeutiche innovative nell'ambito dello scompenso cardiaco e dell'ipercolesterolemia. Il nostro primo impegno è nel conoscere meglio la scienza. Questo ci ha permesso di comprendere alcuni fattori prognostici e predittivi sui quali lavorare, con soluzioni terapeutiche che stiamo ricercando e sviluppando, per abbattere il rischio di eventi cardiovascolari".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "L’Italia accoglie con favore il Piano di ricostruzione presentato al vertice del Cairo lo scorso 4 marzo dai Paesi arabi. Per poter muovere verso una sua applicazione, nella prospettiva più ampia di una pace stabile e duratura e della soluzione politica a due Stati, è però necessario che Hamas rilasci gli ostaggi e deponga le armi". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato in Aula la consegna alla Camera del testo delle comunicazioni rese al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo. Il dibattito avrà inizio domani alle 9,30 e proseguirà con la replica della premier, per concludersi con il voto sulle risoluzioni.