Il sindaco e un assessore 5 Stelle del Comune di Bagheria (Palermo) vivono in case abusive. Lo rivela un servizio delle Iene di Italia Uno andato in onda la sera del 7 febbraio, lo ammette il sindaco stesso, Patrizio Cinque, classe 1985, in un video pubblicato su Facebook all’indomani della trasmissione. In entrambi i casi, sostiene, gli abusi sono riconducibili ai genitori e “le colpe non devono ricadere sui figli”. Per la palazzina della propria famiglia, il sindaco afferma che si tratti di un abuso già sanato, circostanza rimasta in sospeso nel servizio delle Iene, che anzi definisce l’abuso “insanabile” per la presenza di un vincolo paesagisstico assoluto. Nel caso dell’assessore all’urbanistica Luca Tripoli, “il padre ha avviato l’iter per regolarizzare la costruzione fatta senza autorizzazione”. E comunque, ricorda il sindaco ai “dipendenti di Berlusconi” che hanno realizzato il servizio – firmato da Giulio Golia – Bagheria “non è la Svizzera, dove le regole sono sempre state rispettate”. Di fronte a un possibile nuovo caso Quarto in un altro territorio difficile amministrato dai 5 Stelle al Sud, il sindaco accusa le Iene di aver ordito “un attacco politico”. E all’indomani della puntata si registrano reazioni dal fronte Pd, fra le quali quella del senatore Stefano Esposito: “Anche a Bagheria si dimostra l’inadeguatezza delle amministrazioni dei 5 stelle. Non c’è una amministrazione che non faccia danni o che non inciampi in qualche ‘mattone’. Aspettiamo qualche video del direttorio che non vede, non sente, non parla in cui ci spieghino cosa accade. A Quarto si trattava di camorra e non lo hanno fatto mentendo”.
Il servizio delle Iene parte dalle ville e palazzine spuntate nel settecentesco parco di Villa Valguarnera, sottoposto a vincoli di inedificabilità assoluta, diventate un caso internazionale, oggetto fra l’altro di un’inchiesta della tv canadese sulla “Mafia road“. Ossia via Sofocle, dove al di fuori di ogni permesso urbanistico hanno editificato le loro dimore Gino di Salvo, considerato il reggente del clan locale, Sergio Flamia, oggi collaboratore di giustizia protagonista del processo sulla trattativa Stato-mafia, e Salvatore Butitta, accusato di aver procurato il tritolo per la strage Borsellino. Qui, inoltre, ha passato parte della sua quarantennale latitanza il boss Bernardo Provenzano. Diversi pentiti raccontano che in casa di Di Salvo si svolse una riunione per organizzare la strage di via D’Amelio. Sullo sfondo, l’incredibile storia della villa, oggi di proprietà della principessa Vittoria Alliata di Valguarnera, che oggi si batte per ripristinare la legalità: 187 cause giudiziarie, racconta alle Iene la principessa, che fu la prima traduttrice italiana di “Il Signore degli Anelli” di JR Tolkien, non sono servite a nulla. Negli anni Settanta, continua, si fece la villa all’interno del parco persino il custode giudiziario nominato dal Tribunale in seguito a una controversia sull’eredità. E nel 2013 proprio i 5 Stelle, non ancora al governo nella città raccontata da Dacia Maraini, presenterano interrogazioni in Assemblea regionale e in parlamento.
Secondo Le Iene, i due attuali amministratori dell’M5S vivono oggi in abitazioni abusive “non sanate e non sanabili”. Il sindaco Cinque sta in una palzzina, interamente di proprietà della famiglia, all’interno del parco vincolato Villa Serradifalco. Mentre all’assessore tecnico Tripoli, le Iene contestano la trasformazione di un “annesso agricolo” – una sorta di deposito attrezzi – di 37 metri quadri trasformato in uan villa da 120 metri quadri. Nel servizio, Cinque afferma che l’abuso che lo riguarda “è stato condonato”, ma alla richiesta della relativa documentazione replica che si tratta di carte “private”. Alla fine promette di farle avere al giornalista che però, a fine servizio, sostiene di non averle mai ricevute. Nel video su Facebook, il sindaco afferma che il vincolo di inedificabilità assoluta in quella fetta di parco è stato imposto solo nel 1994, quando la palazzina abusiva era già stata costruita, dunque è stato possibile sanarla.
Simile la reazione dell’assessore Tripoli: “Non è vero”. Poi spiega a Golia di aver avviato la pratica per la regolarizzazione, non ancora concessa dalla soprintendenza perché “stiamo procedendo agli ademipimenti richiesti”. Le Iene sollevano un piccolo giallo anche su questa richieste: secondo l’assessore datate 2013, quando la giunta M5s non esisteva ancora, datate 2014, a giunta già in sella, secondo le Iene. Anche in questo caso, sostiene Golia, le carte promesse non sono mai arrivate.