Il Pd non cambia linea: l’adozione del figlio del partner resta all’interno del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili. Lo dicono i capigruppo di Camera e Senato Ettore Rosato e Luigi Zanda, lo ribadisce la vicesegretaria Debora Serracchiani, lo vuole il presidente del Consiglio Matteo Renzi. I democratici vanno a dritto, vogliono discutere e votare la legge così com’è, compresa la cosiddetta stepchild adoption. E ora possono provare, come dicono tutti gli esponenti in prima linea, a trovare una maggioranza su tutto il provvedimento. In questa maggioranza ci sarà probabilmente anche il Movimento Cinque Stelle (29 voti quasi sicuri, 3 in bilico e 2 assenze per gravidanza).
Il primo voto segreto potrebbe arrivare già mercoledì 10 febbraio. La cosa è tutta al condizionale ma, a quanto si apprende, potrebbe essere messo subito in votazione un emendamento di area centrista che chiede di non passare all’esame degli articoli del ddl Cirinnà, tornando quindi in commissione. Gli uffici legislativi del Senato starebbero valutando se sia possibile richiedere il voto segreto sulla cosa.
Intanto la geografia dei voti a Palazzo Madama è cambiata per l’ennesima volta nelle ultime ore. Dopo la decisione di lasciare libertà di coscienza, infatti, oggi sul blog di Beppe Grillo è arrivata una precisazione, decisiva: il M5S voterà sì al provvedimento sulle Unioni civili, come stabilito nella votazione online del 28 ottobre 2014. Tuttavia, siccome il quesito della consultazione non conteneva domande sulla stepchild adoption (anche se non tutti concordano sul punto), “in via del tutto straordinaria Grillo e Casaleggio, in qualità di garanti del Movimento, si sono assunti la responsabilità di rinunciare a un’ulteriore voto sul blog e di lasciare ai portavoce la libertà di decidere sulla stepchild adoption secondo coscienza, sulla base di principi personali”. Un cambio di rotta, una puntualizzazione (determinante), che arriva dopo le critiche, anche interne allo stesso M5s (dalla base, ma anche dai parlamentari). Intanto aumentano i dettagli sul motivo del dietrofront di sabato 6 febbraio di Grillo: c’è stato un incontro a fine novembre tra Di Maio e il professor Roberto D’Alimonte. In quell’occasione gli ha spiegato una sua vecchia analisi dal titolo “Il partito della Nazione? E’ il M5s” per il Sole 24 Ore, soffermandosi sul fatto che una parte consistente dell’elettorato grillino proviene da destra. Quella discussione, riportata poi a Casaleggio, avrebbe influito sulla scelta di smarcarsi dalle Unioni civili.
Oggi poi i 5 stelle hanno aggiustato il tiro dopo essere stati sommersi dalle polemiche. In definitiva, la loro sarà la stessa linea assunta dal Pd alcune settimane fa: Renzi ha detto che il partito sostiene il testo così com’è, ma lascia libertà di coscienza ai senatori cattolici democratici nello scrutinio per l’articolo sull’adozione del figliastro. La presa di posizione di Grillo e Casaleggio svuota di nuovo le richieste degli oppositori della legge Cirinnà, in prima battuta del Nuovo Centrodestra che dopo il primo annuncio del M5s aveva esultato e che ancora oggi, con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ha chiesto lo stralcio dell’articolo 5, quello che prevede appunto l’adozione del figlio acquisito.
Il Partito democratico non cede alle richieste degli alleati di governo, come conferma il capogruppo di Montecitorio Ettore Rosato, che con Zanda, ha partecipato alla consueta riunione con Renzi e il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi a Palazzo Chigi che si tiene all’inizio di ogni settimana per fare il punto sui lavori parlamentari. “Nessuna mediazione sui diritti delle persone” dice Micaela Campana, responsabile Diritti del Pd dopo l’incontro. Nel Pd, sottolinea Rosato, “nessuna confusione. La proposta di legge del Pd, che si chiama ddl Cirinnà, dal nome di una nostra senatrice, è stata approvata da tutti i senatori del Pd. Dopo di che, la libertà di coscienza sui temi etici l’abbiamo sempre garantita. Ciò non toglie che la nostra linea sia il sì alle unioni civili”. Una posizione che in queste ore era stata confermata anche dalla vicesegretaria Serracchiani che in un’intervista a Repubblica aveva ribadito il no ad Angelino Alfano sull’eventuale stralcio della stepchild adoption dalla legge: “Quello è il testo che appoggiamo e che vorremmo fosse appoggiato da una larga parte del Parlamento”.
Il punto, poi, è che tutte queste decisioni, compresa quella di Grillo e Casaleggio, hanno il loro terminale nella battaglia parlamentare che sta per iniziare al Senato. Si registra per esempio l’appello di 16 senatori della corrente dei Giovani Turchi (quella di Orfini e Orlando) per evitare il più possibile il ricorso al voto segreto. Resta incerto per esempio il quadro degli emendamenti perché la Lega Nord non ha ancora sciolto la riserva su quali ritirerà e quali invece lascerà sul tavolo. Il patto poggiava sul ritiro da parte del Carroccio di circa 4500 emendamenti dei 5mila depositati e dall’altra parte sull’eliminazione dei cosiddetti “emendamenti canguro” che fanno saltare tutte le proposte di modifiche simili tra loro. Ma l’accordo è rimasto solo nelle parole degli esponenti leghisti, dicono dal Pd. Di conseguenza, si osserva, al momento non è possibile ipotizzare ancora quanti siano con esattezza i voti segreti, anche se si spera che non siano più di una decina.
Politica
Unioni civili, il Pd: “Niente stralci, il ddl Cirinnà resta così”. Il M5s aggiusta il tiro: “Noi siamo per il sì alla legge”
I democratici non si vogliono prendere la responsabilità di togliere la parte del provvedimento che riguarda l'adozione del figlio del partner e si preparano al voto segreto (probabilmente già mercoledì 10 febbraio). Cambia ancora la posizione di Grillo che garantisce il sì al ddl e libertà di coscienza solo sul nodo contestato
Il Pd non cambia linea: l’adozione del figlio del partner resta all’interno del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili. Lo dicono i capigruppo di Camera e Senato Ettore Rosato e Luigi Zanda, lo ribadisce la vicesegretaria Debora Serracchiani, lo vuole il presidente del Consiglio Matteo Renzi. I democratici vanno a dritto, vogliono discutere e votare la legge così com’è, compresa la cosiddetta stepchild adoption. E ora possono provare, come dicono tutti gli esponenti in prima linea, a trovare una maggioranza su tutto il provvedimento. In questa maggioranza ci sarà probabilmente anche il Movimento Cinque Stelle (29 voti quasi sicuri, 3 in bilico e 2 assenze per gravidanza).
Il primo voto segreto potrebbe arrivare già mercoledì 10 febbraio. La cosa è tutta al condizionale ma, a quanto si apprende, potrebbe essere messo subito in votazione un emendamento di area centrista che chiede di non passare all’esame degli articoli del ddl Cirinnà, tornando quindi in commissione. Gli uffici legislativi del Senato starebbero valutando se sia possibile richiedere il voto segreto sulla cosa.
Intanto la geografia dei voti a Palazzo Madama è cambiata per l’ennesima volta nelle ultime ore. Dopo la decisione di lasciare libertà di coscienza, infatti, oggi sul blog di Beppe Grillo è arrivata una precisazione, decisiva: il M5S voterà sì al provvedimento sulle Unioni civili, come stabilito nella votazione online del 28 ottobre 2014. Tuttavia, siccome il quesito della consultazione non conteneva domande sulla stepchild adoption (anche se non tutti concordano sul punto), “in via del tutto straordinaria Grillo e Casaleggio, in qualità di garanti del Movimento, si sono assunti la responsabilità di rinunciare a un’ulteriore voto sul blog e di lasciare ai portavoce la libertà di decidere sulla stepchild adoption secondo coscienza, sulla base di principi personali”. Un cambio di rotta, una puntualizzazione (determinante), che arriva dopo le critiche, anche interne allo stesso M5s (dalla base, ma anche dai parlamentari). Intanto aumentano i dettagli sul motivo del dietrofront di sabato 6 febbraio di Grillo: c’è stato un incontro a fine novembre tra Di Maio e il professor Roberto D’Alimonte. In quell’occasione gli ha spiegato una sua vecchia analisi dal titolo “Il partito della Nazione? E’ il M5s” per il Sole 24 Ore, soffermandosi sul fatto che una parte consistente dell’elettorato grillino proviene da destra. Quella discussione, riportata poi a Casaleggio, avrebbe influito sulla scelta di smarcarsi dalle Unioni civili.
Oggi poi i 5 stelle hanno aggiustato il tiro dopo essere stati sommersi dalle polemiche. In definitiva, la loro sarà la stessa linea assunta dal Pd alcune settimane fa: Renzi ha detto che il partito sostiene il testo così com’è, ma lascia libertà di coscienza ai senatori cattolici democratici nello scrutinio per l’articolo sull’adozione del figliastro. La presa di posizione di Grillo e Casaleggio svuota di nuovo le richieste degli oppositori della legge Cirinnà, in prima battuta del Nuovo Centrodestra che dopo il primo annuncio del M5s aveva esultato e che ancora oggi, con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ha chiesto lo stralcio dell’articolo 5, quello che prevede appunto l’adozione del figlio acquisito.
Il Partito democratico non cede alle richieste degli alleati di governo, come conferma il capogruppo di Montecitorio Ettore Rosato, che con Zanda, ha partecipato alla consueta riunione con Renzi e il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi a Palazzo Chigi che si tiene all’inizio di ogni settimana per fare il punto sui lavori parlamentari. “Nessuna mediazione sui diritti delle persone” dice Micaela Campana, responsabile Diritti del Pd dopo l’incontro. Nel Pd, sottolinea Rosato, “nessuna confusione. La proposta di legge del Pd, che si chiama ddl Cirinnà, dal nome di una nostra senatrice, è stata approvata da tutti i senatori del Pd. Dopo di che, la libertà di coscienza sui temi etici l’abbiamo sempre garantita. Ciò non toglie che la nostra linea sia il sì alle unioni civili”. Una posizione che in queste ore era stata confermata anche dalla vicesegretaria Serracchiani che in un’intervista a Repubblica aveva ribadito il no ad Angelino Alfano sull’eventuale stralcio della stepchild adoption dalla legge: “Quello è il testo che appoggiamo e che vorremmo fosse appoggiato da una larga parte del Parlamento”.
Il punto, poi, è che tutte queste decisioni, compresa quella di Grillo e Casaleggio, hanno il loro terminale nella battaglia parlamentare che sta per iniziare al Senato. Si registra per esempio l’appello di 16 senatori della corrente dei Giovani Turchi (quella di Orfini e Orlando) per evitare il più possibile il ricorso al voto segreto. Resta incerto per esempio il quadro degli emendamenti perché la Lega Nord non ha ancora sciolto la riserva su quali ritirerà e quali invece lascerà sul tavolo. Il patto poggiava sul ritiro da parte del Carroccio di circa 4500 emendamenti dei 5mila depositati e dall’altra parte sull’eliminazione dei cosiddetti “emendamenti canguro” che fanno saltare tutte le proposte di modifiche simili tra loro. Ma l’accordo è rimasto solo nelle parole degli esponenti leghisti, dicono dal Pd. Di conseguenza, si osserva, al momento non è possibile ipotizzare ancora quanti siano con esattezza i voti segreti, anche se si spera che non siano più di una decina.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".